subsahara
Coldest Ice

Alle otto e mezza del venerdì mi trovo ai piedi della stazione di valle del Gletscher Express, porta d’accesso obbligata per accedere al ghiacciaio della Val di Möll.
Sbrigate le solite formalità mi imbarco sulla lunga funicolare sotterranea che, con un balzo di 1000 m di dislivello, mi depositerà alla Mittelstation attorno ai 2200 m di quota.
De rigueur la nicchia per la statua di Santa Barbara.

Il cielo è sereno, la temperatura ideale tra i -2°C e i -5°C, ma tira un discreto venticello. La speranza è che ci sia qualche ora di bel tempo prima che tutto venga ricoperto dalle nuvole.


La situazione piste/impianti è la seguente:
- è aperta la cabinovia Eisseebahn, e le piste di rientro n. 9 e n. 10;
- è aperta la seggiovia Gletscher Jet che conduce fino al punto più elevato dello Skigebiet, e la pista n. 3;
- è aperta la seggiovia Panoramabahn, e le piste n. 5 e n. 8;
- chiuse le seggiovie Schwarzkopf e Alteck; peccato non aver potuto provare le piste servite da quest’ultima

Bene, dalla Mittelstation salgo con la Eisseebahn, che mi depositerà a 2800 m.

Sugli specchi d’acqua domina il Weißseekopf. In primo piano parte della pista nera n.10 presso la Duisburger Hütte.

Il colpo d’occhio sul ghiacciaio è commovente.
La parte di pendio a sinistra della linea degli impianti di risalita non è stato ancora preparato; nella parte destra l’unica pista aperta è quella più esterna, la n. 3 nella ski map.


Prima di salire a 3100 m opto per una discesa alla Mittelstation con la rossa n. 9.



Torno su con la Eisseebahn e stavolta mi dirigo verso la Talstation della seggiovia Gletscher Jet.


Eccoci (quasi) in vetta allo Schareck.
Bellissimo il panorama verso sud. Su tutto troneggia il pizzuto Großglockner




La pista nera n. 4, non ancora aperta (ma già tracciata)

La pista blu n. 3, verso monte.

La pista blu n. 3 verso valle; in secondo piano la spianata d’arrivo della Eisseebahn e della seggiovia Panorama.

Percorro un paio di volte la pista n. 3, felice di solcare perfetta neve invernale, poi scendo con la n. 5 per prendere la seggiovia Panorama.

Seggiovia Alteck, come dicevo chiusa.

Prendo un paio di volte la Panorama e così provo anche la pista n. 8, che mi ricorda un po’ la Resselin a Pila: un breve tracciato rettilineo costituito da un ripido muro che spiana velocemente (la Resselin però è molto più ripida).
Il bel tempo non terrà indefinitamente: voglio ancora salire in cima e fare qualche ripetizione della n. 3.
Prendo quindi ancora la Gletscher Jet, poi un’altra volta e poi un’altra volta ancora… a 3100 m sono sferzato da violente raffiche che stanno aumentando d’intensità e fanno mulinare la neve.
Mi tolgo gli sci e decido di fare venti passi di numero per guadagnare il crinale, confine tra Carinzia e Salisburgo, tra Drava e Inn, tra sud e nord della cresta principale alpina.
A nord il tempo è molto migliore.

La vista è stupenda: si apre ai miei piedi tutta la vallata di Gastein, e in particolare in primo piano, vicinissimi in linea d’aria, sono visibili gli impianti di Sportgastein, che permettono di raggiungere i 2686 m del Kreuzkogel, punto più alto dell’intero Ski Amadé.
Sullo sfondo impossibile non notare lo spettacolare versante meridionale del Dachstein, certamente (a mio parere) una delle più belle montagne delle Alpi.


Bene, torniamo saldamente in Carinzia e recuperiamo gli sci…

scendo per l’ennesima volta dalla n. 3 e poi imbocco la bella nera n. 10, l’unica pista che ancora non avevo percorso, che mi riporta alla Mittelstation.

Ripeto un po’ tutte le piste, ad eccezione della n. 3, e vado avanti fino a quando la visibilità cala drasticamente e comincio a vedere sempre meno bene i contrasti (sì, era un principio di white out).

Sono le 14:20; ho sciato per quasi cinque ore coprendo 6200 m di dislivello. Va benissimo così come giornata inaugurale.
Saluto una Mölli gonfia di neve

Prendo la funicolare delle 14:30, recupero la cauzione, mi cambio e monto in macchina, destinazione Klagenfurt.

Alle 19:30 danno allo Stadttheater il Simon Boccanegra, opera verdiana in assoluto tra le mie preferite, che però non ho mai visto dal vivo. Quale migliore occasione?

Il sipario si alza, svelando un manichino di donna impiccato (mmh, va bene, diciamo che ci può stare) e un cavallo vivo che se ne sta tranquillo accanto al cadavere (mmh…).
Questo non è il luogo adatto per scrivere qualche riga di recensione; dirò solo che sono stato comunque contento di avere assistito alla rappresentazione.
Alla fine applausi anche per i coristi, nei loro costumi di patrizi e plebei della Genova del medioevo.

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Il mattino dopo sono un po’ deluso: voglio andare a Obertauern ma le previsioni non sono affatto buone.
Decido di andare comunque: se le condizioni si riveleranno pessime, continuerò fino a Schladming dove il tempo è certamente migliore (ma “questo piano B” ha per me scarso appeal).
Percorro l’autostrada dei Tauri… fino al tunnel del Katschberg il tempo è veramente osceno: nuvole basse alternate a banchi di nebbia.
Entrati nel Lungau la situazione migliora nettamente: bene!
Raggiungo velocemente Obertauern, proprio sul crinale dei Tauri: ancora meglio!
Va bene, c’è un po’ di vento e più tardi sicuramente peggiorerà, ma non mi posso certo lamentare.
Faccio il Vormittag (25 €, valido fino alle 13:00) e alle 9:00 in punto mi imbarco sulla Grünwaldkopfbahn, simpatico telemix che mi porterà nel cuore del comprensorio oggi aperto

Diamo un’occhiata alla cartina: gli impianti aperti oggi 23 novembre sono tutti concentrati nella parte in alto a sinistra: Seekareckbahn, Panoramabahn, Hochalmbahn, Kringsalmbahn, Seekarspitzbahn, Schönalmbahn.
A quest’area si può accedere in due modi: con il telemix Grünwaldkopfbahn (la pista di rientro n. 8a è agibile) oppure in alternativa salendo in macchina fino alla Kringsalm, da dove partono gli ultimi tre dei sei impianti che ho elencato prima.
C’è anche un’altra area aperta, molto più piccola: quella servita dalla seggiovia Gamsleiten 1.
Dalla Gamsleiten si può scendere tramite la pista n. 1a fino alla partenza della Grünwaldkopf e quindi collegarsi all’area principale.
Il collegamento sci ai piedi è possibile però solo in una direzione; per raggiungere la partenza della Gamsleiten 1 occorre infatti per forza servirsi di un bus navetta.

Ora però sbarchiamo dalla Grünwaldkopfbahn e prepariamoci a sciare; le prime due ore saranno meravigliose: piste ben battute e neve perfetta. Più tardi molleranno un po’ (faceva caldo: 2°C - 4°C).
Qui inquadrata la seggiovia Seekareckbahn.

Qui si vedono invece la Panoramabahn (“cupole gialle”) a sinistra e la breve Hochalmbahn (“cupole blu”) a destra.

Dopo aver preso la Seekareckbahn mi faccio la prima pista di giornata, la bella rossa n. 9a


Seggiovia Seekareckbahn e pista n. 9a

Ripeto la n. 9a due volte; poi prendo la Hochalmbahn, giusto “per completezza” perché non è che sia un impianto nevralgico.

Bella vista sulla nera n. 10b (a sinistra) e sulla rossa n. 10a (a destra). Incomincio a salivare abbondantemente: le voglio, subito!

Eccomi allora sulla Panoramabahn, che mi consente di fare in sequenza la goduriosa doppietta 10a e 10b.

Risalgo una terza volta con la Panoramabahn, con l’intenzione adesso di scendere per la bella e panoramicissima rossa n. 5a.
La vista verso nord è superba: il Dachstein è semplicemente meraviglioso.

Ingrandimento sul Dachstein: ma che je vòi dì a ‘na montagna così?
Ripeto il mio giudizio: sicuramente tra le più belle montagne dell’intero arco alpino.
La forma mi ricorda, tipologicamente, quella della Marmolada.
Una cresta sommitale in direzione E-O dotata di alcune punte, un versante meridionale più o meno verticale, un versante settentrionale decisamente più dolce ospitante un ghiacciaio.
Delle tre punte principali del massiccio del Dachstein quella più occidentale (che in foto si vede a malapena in quanto coperta dal pendio in primo piano) costituisce il confine di tre Länder: Stiria, Alta Austria, Salisburghese.

Volo in picchiata verso l’arrivo della pista n. 5a, accompagnato dalla linea della Seekarspitzbahn a sinistra.
Intanto da sud arrivano le nuvole.

Risalgo con la Kringsalmbahn…

…e ridiscendo con la blu n. 21a.
In foto è inquadrata la “curva” della Kringsalmbahn

E’ tempo ora di prendere qualche volta la Schönalmbahn e di scendere per le diverse varianti della pista n. 11.

Salendo, guardando a sinistra si vede bene la Seekarspitzbahn e anche più in fondo la Kringsalmbahn.
Sotto in primo piano la pista n.11a.
Queste piste servite dalla Schönalmbahn, che sono rimaste sempre al sole, erano già un po’ smollate quando le ho percorse (saranno state le 11:00).

Ora è tempo di tornare indietro: prenderò tre volte la Seekarspitzbahn e un’ultima volta la Panoramabahn, in modo da inanellare in sequenza tutte le piste che partono dal fianco del Seekarspitz: n. 5a, n. 5b, n. 10a, n. 10b.
E alfine scenderò per la non esaltante e già rovinata blu n. 8a…

… che mi riporterà al via.

Sono le 11:40. Che faccio?
Mi tolgo gli sci e scendo in strada verso la fermata dell’autobus, in attesa dell’arrivo della navetta.
A mezzogiorno e cinque passa finalmente la navetta, che mi deposita pochi minuti dopo alla partenza della Gamsleiten 1.

Il tempo è peggiorato, le nuvole si stanno chiudendo su Obertauern.

Stazione di monte della Gamsleiten 1; visibilità non eccelsa.

La Gamsleiten 2, dormiente, a servizio della celebre pista nera.

Prendo quattro volte la Gamsleiten 1, percorrendo le diverse varianti delle pista 14.

E poi scendo tramite la n. 1a al punto di partenza.
A fianco le ancore immobili del Kirchbühellift, e le sagome dei Fab Four

I Beatles sono ricordati anche con il monumento lungo la strada, la Römerstraße.
Del resto lungo la Römerstraße c’è anche un monumento a un soldato romano… il motivo è semplice.
La “strada romana” è attiva, battuta, trafficata da duemila anni.
Il passo di Obertauern è il primo vero valico lungo la catena principale alpina a oriente del Brennero, dal quale dista ben 180 km!
Questo dato fa capire l’estrema asprezza delle Alpi Aurine e dei Tauri, vere barriere tra gli opposti versanti.
Oggigiorno naturalmente diversi tunnel stradali e ferroviari bucano i Tauri a occidente di Obertauern; c’è addirittura la strada del Großglockner, dall’interesse esclusivamente turistico, che li attraversa
Tratto finale pista n. 1a

Bene, sono al parcheggio, ma mancano ancora un paio di minuti alle tredici.
Massì, faccio un’altra risalita con il telemix e riscendo per la seconda volta la n. 8a.

Mi metto in macchina con il sorriso stampato in faccia, dopo quattro ore di sci e 5250 m di dislivello; ho sciato meno rispetto al giorno prima, ma la soddisfazione è maggiore.
Sulla via del ritorno evito il tunnel del Katschberg e opto invece per il passo: la stazione sciistica, ancora chiusa, è gonfia di neve. Appena entro in Carinzia vengo inghiottito dalle nebbie.
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Consegno i 29 € al cassiere e mi infilo il mattiniero nel taschino del braccio.
A Rio Gere la situazione è quella che è: un po’ piove, un po’ nevischia… più su non è che vada meglio.
Però l’intensità delle precipitazioni è modesta, e tale si manterrà - a volte cessando del tutto - per l’intera mattinata.

Alle 9:10 salgo sulla seggiovia che da Rio Gere porta a Pian de Ra Bigontina

Arrivo a Pian de Ra Bigontina.



Salgo ancora, con la Bigontina sotto.

Sono a 2000 m, accanto al punto di ristoro che dispensa generosamente brani degli AC/DC senza soluzione di continuità. La seggiovia Vitelli e il canalone Franchetti invitano a salire ancora più in alto

Sulla seggiovia Vitelli. La visibilità è quella che è, però c’è il “contrasto”, che permette di poter sciare sulle piste lasciate allo stato brado dopo le precipitazioni della notte.

Sulla Tondi. In fondo il rifugio Faloria. Mi è stato detto che quel giorno la funivia non funzionava

Stratondi

Canalone Franchetti

Vitelli

Dopo avere sventagliato metodicamente in sequenza: Tondi + Faloria, Slittone, Stratondi, Canalone Franchetti, Vitelli, percorro quindi le due piste in basso, la Monti-Zardini e la Bigontina (in foto).
La Scoiattolo, che avevo comunque già sciato la scorsa stagione, domenica era chiusa.

Torno su e decido di concedere il bis, ripetendo la sventagliata Tondi + Faloria, Slittone, Stratondi, Canalone Franchetti, Vitelli.
A metà Tondi però mi fermo una ventina di minuti al rifugio Faloria, per una pausa caffè.
In questo cartello sono riepilogati i dati delle piste del comprensorio. Stupisce l’ignoranza e la sciatteria con cui è stata affrontata l’ardua traduzione in inglese.

Amo il Faloria, le sue belle piste e i suoi spettacolari panorami.
Oggi i panorami non ci sono, le piste sono faticose e la debole pioviggine me sta a fracicà tutto… ma sono contento di essere qui

Un’ultima foto scattata dalla Stratondi. La visibilità era un po’ migliorata, erano comparse le piste delle dirimpettaie Tofane.

All’una sono di nuovo a Rio Gere. Ho coperto 5360 m di dislivello, più o meno come il giorno prima, ma stavolta so’ proprio cotto!
Saluto la meravigliosa Anpezo, e vado via.