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Lo scorso weekend, assieme ad altri tre amici, abbiamo deciso di passare una notte in uno dei rifugi più panoramici che ci siano nella zona lombarda e vicini a Milano. Il rifugio Brioschi, infatti, sorge appena sotto la cima della Grigna Settentrionale (più comunemente conosciuta come Grignone), di proprietà del CAI Milano dispone di 36 posti letto ed offre un'ottima cucina, simpatia ed ospitalità tipicamente montanare.
Qui i contatti e qualche info in più:
http://www.rifugiobrioschi.com/home.html
Per salire alla vetta abbiamo utilizzato uno degli itinerari più classici, il sentiero 25 o della via della Ganda, da poco sopra Esino Lario nell'ultimo parcheggio sopra gli impianti del Cainallo.
Il sentiero copre un dislivello più che discreto (circa 1100 metri) e va dai 1300 metri circa ai 2400 metri della cima, comprendendo anche passaggi divertenti su roccette dove si usano mani e piedi e piccole zone aventi l'ausilio di catene.
Nonostante le previsioni non fossero ottime, siamo riusciti a trovare un tempo buono che ci ha permesso di godere di un tramonto meraviglioso la sera del sabato, ma ora spazio alle foto.
Si parte dall'ultimo parcheggio sopra il Cainallo. Attenzione che il parcheggio non è libero ma a pagamento (4€ al giorno, macchinette per i ticket solo in baso, qualche km più sotto, quindi se arrivate diretti al parcheggio poi dovete per forza tornare indietro).
Le previsioni non sono delle migliori, ma lentamente il cielo inizia ad aprirsi.
Le zone delle Grigne e in generale della Valsassina, sono perfette per chi ama le faggete. Il faggio, infatti, albero prettamente appenninico, cresce rigoglioso su queste montagne. Sono tanti altri i posti, qui al Nord, dove è possibile vedere queste faggete.
Il sentiero comincia a scorrere veloce con tratti più o meno esposti.
Le torri della "Monaca" e del "Frate".
Sopra i 1500/1600 metri, il faggio lascia spazio a bellissimi boschi di larici.
Arriviamo al Rifugio Bogani, di proprietà del Cai di Monza. Piccola sosta per bere e mangiare velocemente un po' di frutta e si riparte verso la cima, siamo solo a 1800 metri, ne mancano ancora oltre 600 di dislivello.
Dai 1900 metri anche i larici scompaiono e l'ambiente inizia ad essere sempre più di alta montagna: meravigliosamente aspro.
Questi paletti servono durante la stagione invernale, quando la neve ricopre il sentiero e i segnali sulle rocce.
La vetta è lì, sembra a un passo.
Iniziano dei piccoli tratti attrezzati con catene dove ci si diverte mettendo mani e piedi sulla roccia.
OOOOOOOP!
Ci siamo quasi...
Arrivati!
Foto di rito sulla croce di vetta...
E ora il momento più atteso, il tramonto. La fortuna è dalla nostra, le nubi lasceranno il posto ad un cielo quasi completamente sgombro e godremo di un magnifico tramonto con lo sfondo del Monte Rosa e del Cervino.
Una visione dall'alto del rifugio.
Una skyline perfetta.
Il giorno dopo si riscende, facendo attenzione a dove si mettono i piedi per evitare spiacevoli cadute
E' tutto!
Qui i contatti e qualche info in più:
http://www.rifugiobrioschi.com/home.html
Per salire alla vetta abbiamo utilizzato uno degli itinerari più classici, il sentiero 25 o della via della Ganda, da poco sopra Esino Lario nell'ultimo parcheggio sopra gli impianti del Cainallo.
Il sentiero copre un dislivello più che discreto (circa 1100 metri) e va dai 1300 metri circa ai 2400 metri della cima, comprendendo anche passaggi divertenti su roccette dove si usano mani e piedi e piccole zone aventi l'ausilio di catene.
Nonostante le previsioni non fossero ottime, siamo riusciti a trovare un tempo buono che ci ha permesso di godere di un tramonto meraviglioso la sera del sabato, ma ora spazio alle foto.
Si parte dall'ultimo parcheggio sopra il Cainallo. Attenzione che il parcheggio non è libero ma a pagamento (4€ al giorno, macchinette per i ticket solo in baso, qualche km più sotto, quindi se arrivate diretti al parcheggio poi dovete per forza tornare indietro).
Le previsioni non sono delle migliori, ma lentamente il cielo inizia ad aprirsi.
Le zone delle Grigne e in generale della Valsassina, sono perfette per chi ama le faggete. Il faggio, infatti, albero prettamente appenninico, cresce rigoglioso su queste montagne. Sono tanti altri i posti, qui al Nord, dove è possibile vedere queste faggete.
Il sentiero comincia a scorrere veloce con tratti più o meno esposti.
Le torri della "Monaca" e del "Frate".
Sopra i 1500/1600 metri, il faggio lascia spazio a bellissimi boschi di larici.
Arriviamo al Rifugio Bogani, di proprietà del Cai di Monza. Piccola sosta per bere e mangiare velocemente un po' di frutta e si riparte verso la cima, siamo solo a 1800 metri, ne mancano ancora oltre 600 di dislivello.
Dai 1900 metri anche i larici scompaiono e l'ambiente inizia ad essere sempre più di alta montagna: meravigliosamente aspro.
Questi paletti servono durante la stagione invernale, quando la neve ricopre il sentiero e i segnali sulle rocce.
La vetta è lì, sembra a un passo.
Iniziano dei piccoli tratti attrezzati con catene dove ci si diverte mettendo mani e piedi sulla roccia.
OOOOOOOP!
Ci siamo quasi...
Arrivati!
Foto di rito sulla croce di vetta...
E ora il momento più atteso, il tramonto. La fortuna è dalla nostra, le nubi lasceranno il posto ad un cielo quasi completamente sgombro e godremo di un magnifico tramonto con lo sfondo del Monte Rosa e del Cervino.
Una visione dall'alto del rifugio.
Una skyline perfetta.
Il giorno dopo si riscende, facendo attenzione a dove si mettono i piedi per evitare spiacevoli cadute
E' tutto!
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