Jagar
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Fine settembre: si avvicina la chiusura di stagione per la maggior parte dei rifugi in quota, fortunatamente le previsioni per l'ultimo weekend del mese sono incoraggianti e allora... vado!
Sabato 28 di buon mattino giungo così a Passo Sella, scollino verso la Val di Fassa e parcheggio nei pressi del famoso 5° tornante, dove termina il sentiero "monco" 656 che dovrò percorrere per rientrare dalla ferrata Mesules.
Mi incammino verso il Passo Sella costeggiando la statale, sovrastato dalle imponenti bastionate del massiccio...
Il sole sta per spuntare alle mie spalle, dietro al - credo - Piccolo Pordoi
All'altezza dell'hotel Maria Flora parte il sentiero per la ferrata, e subito mi appare la magnifica visione delle Torri del Sella con la Locomotiva
Dopo pochi minuti di sentiero in falsopiano si arriva all'attacco della ferrata, giustamente celebrata dalle targhe commemorative per gli 80 e per i 100 anni dalla sua costruzione
L'inizio fa subito capire di che pasta è fatta questa ferrata: il primo tratto è decisamente verticale, la roccia pur molto levigata offre numerosi appigli che consentono di salire senza sottoporre le braccia ad uno sforzo eccessivo
In questo primo tratto si alternano stretti camini poco o per nulla attrezzati...
...a scalette e staffe per superare salti di roccia più esposti
Si sbuca da questo stretto pertugio...
...e si risale in un camino ancora più stretto e verticale ma ottimamente attrezzato con staffe
lo stesso tratto visto da sopra
all'uscita del camino ci si imbatte in una scala molto "aerea", non mi sporgo troppo per scattare foto per paura che mi cada il cellulare
L'esposizione in questa prima parte è sempre molto accentuata, ogni tanto si trova qualche piccola rientranza per rifiatare e guardare in basso, sempre senza sporgersi troppo
Concluso il primo tratto si arriva così ad un'ampia conca, mi sposto fino al margine della bastionata da cui si vede la statale circa 700 metri più in basso
Per un po' si risale la conca proseguendo su tracce di sentiero, fino ad arrivare al tratto finale della ferrata che condurrà sulla vetta del Piz Selva
Questa parte è decisamente meno esposta e più facile, si sale senza particolari difficoltà su roccia molto ricca di appigli
Ultimi metri di cavo...
...e si arriva ai 2941 metri della vetta, contrassegnata da una piccola croce in legno un po' sgangherata...
Dalla vetta del Piz Selva mi incammino sul sentiero 649
Come potete notare l'inizio soleggiato della giornata mi ha illuso ed ha lasciato il posto ad un cappello di nuvole che mi accompagneranno per tutto l'altopiano delle Mesules.
La mia idea era di arrivare fino sul Piz Boé, ma le condizioni meteo mi spingono a rinunciare.
Nessun rischio di pioggia, però il cielo coperto e un venticello fastidioso non sono le condizioni ideali per arrivare ai 3152 metri della Capanna Fassa.
Percorrendo la cresta tra Piz Selva e Piz Miara si aprono degli squarci sulla vallata: campanili del Murfreit
Dopo una breve sosta al rifugio Boé, riprendo il cammino sul sentiero 627 ed arrivo fino alla Forcella del Pordoi, con l'omonimo rifugio
Servizi igienici un po' spartani... mi chiedo come possa essere la zimmer mit dusche reclamizzata sulla finestra del rifugio
Mi tuffo così nel Vallon del Foss, che mi porterà nella Val Lasties
I ghiaioni della parte alta lasciano il posto ad un tratto di sentiero più morbido ed erboso
Cascatella lungo il Ruf d'Antermont
Concludo il sentiero e rientro sulla statale all'altezza del... 7° tornante, evidentemente non mi ero accorto di una qualche deviazione sul sentiero e mi tocca spararmi qualche centinaio di metri di strada per raggiungere la macchina.
La domenica opto per qualcosa di più facile ma altrettanto remunerativo dal punto di vista dei panorami: la ferrata del Sass Rigais sulle Odle.
Parto da Santa Cristina all'altezza della stazione di valle della cabinovia del Col Raiser, anche questa giornata inizia nel migliore dei modi: il Sassolungo svetta alle mie spalle, illuminato dal sole
Di fronte a me il profilo frastagliato dello Stevia
Superato il rifugio Firenze, giungo ai piedi delle Odle: visione paradisiaca, qui lo sbadabam (©) è d'obbligo
Mi avvicino alle Odle ed inizio ad inquadrare meglio il sentiero che dovrò percorrere
Decido di affrontare la ferrata in senso antiorario, per cui risalgo lungo i ghiaioni della Val di Salieres, a est del Sass Rigais
L'inconfondibile sagoma della Furchetta fa bella mostra di sé
Mi volto a guardare la lunga salita appena affrontata, e anche oggi le nuvolette fantozziane sembrano non voler darmi tregua
Arrivo all'attacco della ferrata, questa è la parete est del Sass Rigais che mi appresto ad affrontare
Da questa forcella si apre il panorama sulla parte alta della Val di Funes
Mare di nubi un po' irregolare che mi impedisce di vedere la Plose
Primo tratto della ferrata, in realtà l'unico un po' verticale, ottimamente attrezzato con staffe
Da qui in poi si prosegue quasi in free solo e in poco più di mezz'ora si raggiungono i 3025 metri della vetta.
Le nuvole non sono così invadenti come temevo, la mole della Furchetta torreggia di fronte a me...
Sassolungo e Sassopiatto emergono a fatica dal mare di nubi
La croce di vetta del Sass Rigais
Verso nord si intravedono le cime innevate della catena di confine con l'Austria, non chiedetemi i nomi...
La ferrata prosegue in discesa sul versante sud ovest, la parte attrezzata è più lunga rispetto alla via di salita che ho percorso ma non presenta particolari difficoltà
Incontro parecchi escursionisti che stanno salendo da questo versante
La ferrata termina e la traccia si ricongiunge al sentiero che scende dalla Forcella di Mezdì
Mi volto a guardare l'ultima parte della ferrata che ho appena percorso
Torno a camminare sui morbidi prati degli alpeggi...
...e mi fermo al rifugio Firenze per una meritata sosta
Rientro a Santa Cristina, cercando di godermi fino all'ultimo momento le Dolomiti in versione estiva...
Alla prossima,
ciao! :skiciao:
Sabato 28 di buon mattino giungo così a Passo Sella, scollino verso la Val di Fassa e parcheggio nei pressi del famoso 5° tornante, dove termina il sentiero "monco" 656 che dovrò percorrere per rientrare dalla ferrata Mesules.
Mi incammino verso il Passo Sella costeggiando la statale, sovrastato dalle imponenti bastionate del massiccio...
Il sole sta per spuntare alle mie spalle, dietro al - credo - Piccolo Pordoi
All'altezza dell'hotel Maria Flora parte il sentiero per la ferrata, e subito mi appare la magnifica visione delle Torri del Sella con la Locomotiva
Dopo pochi minuti di sentiero in falsopiano si arriva all'attacco della ferrata, giustamente celebrata dalle targhe commemorative per gli 80 e per i 100 anni dalla sua costruzione
L'inizio fa subito capire di che pasta è fatta questa ferrata: il primo tratto è decisamente verticale, la roccia pur molto levigata offre numerosi appigli che consentono di salire senza sottoporre le braccia ad uno sforzo eccessivo
In questo primo tratto si alternano stretti camini poco o per nulla attrezzati...
...a scalette e staffe per superare salti di roccia più esposti
Si sbuca da questo stretto pertugio...
...e si risale in un camino ancora più stretto e verticale ma ottimamente attrezzato con staffe
lo stesso tratto visto da sopra
all'uscita del camino ci si imbatte in una scala molto "aerea", non mi sporgo troppo per scattare foto per paura che mi cada il cellulare
L'esposizione in questa prima parte è sempre molto accentuata, ogni tanto si trova qualche piccola rientranza per rifiatare e guardare in basso, sempre senza sporgersi troppo
Concluso il primo tratto si arriva così ad un'ampia conca, mi sposto fino al margine della bastionata da cui si vede la statale circa 700 metri più in basso
Per un po' si risale la conca proseguendo su tracce di sentiero, fino ad arrivare al tratto finale della ferrata che condurrà sulla vetta del Piz Selva
Questa parte è decisamente meno esposta e più facile, si sale senza particolari difficoltà su roccia molto ricca di appigli
Ultimi metri di cavo...
...e si arriva ai 2941 metri della vetta, contrassegnata da una piccola croce in legno un po' sgangherata...
Dalla vetta del Piz Selva mi incammino sul sentiero 649
Come potete notare l'inizio soleggiato della giornata mi ha illuso ed ha lasciato il posto ad un cappello di nuvole che mi accompagneranno per tutto l'altopiano delle Mesules.
La mia idea era di arrivare fino sul Piz Boé, ma le condizioni meteo mi spingono a rinunciare.
Nessun rischio di pioggia, però il cielo coperto e un venticello fastidioso non sono le condizioni ideali per arrivare ai 3152 metri della Capanna Fassa.
Percorrendo la cresta tra Piz Selva e Piz Miara si aprono degli squarci sulla vallata: campanili del Murfreit
Dopo una breve sosta al rifugio Boé, riprendo il cammino sul sentiero 627 ed arrivo fino alla Forcella del Pordoi, con l'omonimo rifugio
Servizi igienici un po' spartani... mi chiedo come possa essere la zimmer mit dusche reclamizzata sulla finestra del rifugio
Mi tuffo così nel Vallon del Foss, che mi porterà nella Val Lasties
I ghiaioni della parte alta lasciano il posto ad un tratto di sentiero più morbido ed erboso
Cascatella lungo il Ruf d'Antermont
Concludo il sentiero e rientro sulla statale all'altezza del... 7° tornante, evidentemente non mi ero accorto di una qualche deviazione sul sentiero e mi tocca spararmi qualche centinaio di metri di strada per raggiungere la macchina.
La domenica opto per qualcosa di più facile ma altrettanto remunerativo dal punto di vista dei panorami: la ferrata del Sass Rigais sulle Odle.
Parto da Santa Cristina all'altezza della stazione di valle della cabinovia del Col Raiser, anche questa giornata inizia nel migliore dei modi: il Sassolungo svetta alle mie spalle, illuminato dal sole
Di fronte a me il profilo frastagliato dello Stevia
Superato il rifugio Firenze, giungo ai piedi delle Odle: visione paradisiaca, qui lo sbadabam (©) è d'obbligo
Mi avvicino alle Odle ed inizio ad inquadrare meglio il sentiero che dovrò percorrere
Decido di affrontare la ferrata in senso antiorario, per cui risalgo lungo i ghiaioni della Val di Salieres, a est del Sass Rigais
L'inconfondibile sagoma della Furchetta fa bella mostra di sé
Mi volto a guardare la lunga salita appena affrontata, e anche oggi le nuvolette fantozziane sembrano non voler darmi tregua
Arrivo all'attacco della ferrata, questa è la parete est del Sass Rigais che mi appresto ad affrontare
Da questa forcella si apre il panorama sulla parte alta della Val di Funes
Mare di nubi un po' irregolare che mi impedisce di vedere la Plose
Primo tratto della ferrata, in realtà l'unico un po' verticale, ottimamente attrezzato con staffe
Da qui in poi si prosegue quasi in free solo e in poco più di mezz'ora si raggiungono i 3025 metri della vetta.
Le nuvole non sono così invadenti come temevo, la mole della Furchetta torreggia di fronte a me...
Sassolungo e Sassopiatto emergono a fatica dal mare di nubi
La croce di vetta del Sass Rigais
Verso nord si intravedono le cime innevate della catena di confine con l'Austria, non chiedetemi i nomi...
La ferrata prosegue in discesa sul versante sud ovest, la parte attrezzata è più lunga rispetto alla via di salita che ho percorso ma non presenta particolari difficoltà
Incontro parecchi escursionisti che stanno salendo da questo versante
La ferrata termina e la traccia si ricongiunge al sentiero che scende dalla Forcella di Mezdì
Mi volto a guardare l'ultima parte della ferrata che ho appena percorso
Torno a camminare sui morbidi prati degli alpeggi...
...e mi fermo al rifugio Firenze per una meritata sosta
Rientro a Santa Cristina, cercando di godermi fino all'ultimo momento le Dolomiti in versione estiva...
Alla prossima,
ciao! :skiciao: