Jagar
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18/08/2019 - Piz Lavarella e Piz dles Conturines
Avevo programmato qualche giorno di trekking dolomitico, partenza prevista per lunedì 19 agosto.
Le previsioni delle ultime ore però annunciano per domenica 18 una giornata magnifica con il sole che splenderà tutto il giorno e - cosa abbastanza rara da quelle parti - rischio di piogge pomeridiane pressoché nullo.
Non posso lasciarmi scappare l'occasione, per cui riesco a trovare al volo una camera per domenica sera e anticipo la partenza di un giorno.
Per evitare il temibile bollino nero previsto sul Brennero e poter essere presto sulle piste... ehm... all'attacco del sentiero mi metto in viaggio all'ora dei panettieri.
L'autostrada, come canta il buon Venditti, è deserta, e così di buon mattino sto già risalendo lungo i tornanti del Passo Gardena e mi trovo di fronte ad autentici coups de coeur:
Il Sassolungo in tutto il suo splendore mattutino
Gran Cir e compagni che svettano sui prati del Dantercepies
Scendo in Alta Badia, supero Corvara e La Villa - con piacevole pausa colazione visto il largo anticipo sulla tabella di marcia - per parcheggiare qualche centinaio di metri dopo San Cassiano, all'altezza del bivio per Glira, intorno a quota 1600m.
Questo lato della vallata è ancora in ombra, e i primi minuti di cammino con quest'aria frizzantina mi rigenerano.
Il gruppo delle Conturines si erge maestoso di fronte a me
Risalgo lungo il sentiero 15A che mi porta a lambire i limiti del bosco, percorrendo il confine del parco naturale di Fanes-Sennes-Braies in direzione nord
In primo piano Piz La Ila, sullo sfondo il Sella e il Sassongher
Giunto al bivio con il sentiero 12, svolto a est in direzione della Forcella de Medesc. Il sole qui è già arrivato a scaldare le pietre, e il fresco iniziale è solo un lontano ricordo.
Si sale, ma inizialmente con molta regolarità.
Dietro di me il panorama si allarga, arrivando a comprendere Marmolada da una parte e altopiano del Puez dall'altra
mentre di fronte a me la forcella si fa ad ogni passo più visibile
L'ultimo tratto è un po' più ripido e faticoso, ma il fondo, seppur ghiaioso, risulta abbastanza compatto e consente una buona progressione.
Alle mie spalle prende forma la giornata perfetta, ora è spuntato anche il Sassolungo
Giungo così alla Forcella de Medesc (2533m), punto più basso di tutto il crinale a "C" che unisce la Croda di Santa Croce al gruppo delle Conturines, e porta di collegamento tra l'Alta Badia e la valle di Fanes.
L'affilatissima cresta che comprende il monte Cavallo e le cime Dieci e Nove
Mi volto verso sud alla ricerca dell'attacco del sentiero che mi condurrà verso il Piz Lavarella, ma con sorpresa noto che non ci sono cartelli ad indicare la direzione.
La traccia è comunque ben visibile, risalgo una collinetta e dopo qualche decina di metri compaiono i primi segni rossi.
Cenge e creste mi aspettano a braccia aperte
Il sentiero ad un certo punto svolta decisamente verso sinistra per percorrere un lungo tratto di cresta, comunque non esposto
La forcella ormai sempre più lontana, si vede la larga traccia che scende nella valle di Fanes
Risalgo per sfasciumi e ghiaioni
E mi trovo ad affrontare il passaggio più delicato: un lungo tratto di cengia piuttosto esposto su fondo che come si può facilmente intuire non è dei più stabili
Per fortuna, come spesso accade, la distanza appiattisce la profondità della parete, e la cengia in realtà si rivela sufficientemente larga per procedere senza troppi affanni
La cengia è ormai alle mie spalle...
...e finalmente mi appare l'inconfondibile testa del Piz dles Conturines. E sullo sfondo... beh... giusto un paio di cime poco conosciute, Tofane e compagnia bella
Anche ad ovest il parorama non scherza...
...e a nord cosa vogliamo dire?
Il primo obiettivo è il Piz Lavarella, raggiungibile dopo un brevissimo tratto di cresta
Ed eccomi finalmente al primo tremila del giorno (per la precisione 3055m)
Da qui si gode di una vista magnifica sulla valle di Fanes, con un po' di attenzione al centro della foto si intravede il laghetto sulle cui sponde sorgono i rifugi - guarda caso - Lavarela e Fanes
Torno sui miei passi e "smarco" anche un altro tremila (di cui ignoro il nome :checepossofa, segnalato da una croce di vetta, in posizione priviliegiata sull'Alta Badia
Nel frattempo sul Piz Lavarella giungono altri escursionisti
Se mi fanno una buona offerta posso cedere i diritti di questa foto all'associazione turistica della Val Badia
Bisogna però anche guardare in basso, ogni tanto compare qualche strapiombo con salti di centinaia di metri
Riprendo il cammino e mi dirigo deciso verso l'ultimo tremila della giornata: percorro questa ampia sella "scalinata" dietro cui fa capolino il Conturines
L'ultimo tratto di salita a zig-zag conduce all'attacco alla vetta: una breve ferrata composta da qualche scaletta e poche decine di metri di cavo.
Da questa distanza sembra quasi impossibile che ci sia una via "facile" per raggiungere la vetta...
...ma ancora una volta la distanza appiattisce e "falsifica" i dislivelli, e i tratti attrezzati si rivelano piuttosto semplici e mai troppo esposti.
In pochi minuti raggiungo così la vetta del Piz dles Conturines (3064m), e, imbambolato da tanta incommensurabile bellezza, provo a cirscoscriverne almeno una parte facendo la solita carrellata di foto a 360°.
A sud Tofane, Falzarego, Antelao, Pelmo, Civetta... troppa bellezza, tutta insieme, potrebbe farmi scoppiare il cuore di felicità
A nord la croda di Santa Croce si palesa in tutta la sua incredibile imponenza
A ovest ancora le Tofane e... aiutatemi con le vette sullo sfondo
Zoomata sulla valle del Lagazuoi con il piccolo lago e, poco sotto, il rifugio Scotoni
Le Tofane mi chiedono una foto e io le accontento
Cerco di risvegliarmi dallo stato di beatitudine e mi preparo a ripercorrere la ferrata in discesa, per cui la concentrazione non può calare.
Forse la parte più insidiosa sono proprio questi sassolini che in alcuni punti è quasi impossibile non smuovere
Scalette e cavo sono ottimamente posizionati, non si ha mai la sensazione di eccessiva esposizione
Unico passaggio un po' sporgente, ma nulla di che...
Ridiscesa l'ultima scaletta posso togliere l'imbrago e prepararmi alla lunga discesa
Mi dirigo in direzione del lago di Conturines per poi scendere nel fondovalle, il primo tratto è il classico ghiaione, croce (per chi sale) e delizia (per chi scende) degli escursionisti
Con un buon senso dell'equilibrio e facendo appoggio sui talloni si scende a una velocità quasi da sciatore, quasi...
Arrivo nei pressi del lago di Conturines, a secco, e mi concedo qualche minuto di pausa
Lago a secco, ma gli effetti benefici della terra comunque impregnata d'acqua regalano una colorita fioritura
Dietro di me il tratto appena percorso a scendere...
...manca ancora un po', ma il sentiero ora è decisamente più "morbido" e rilassante
Ed eccomi dunque nella valle
Il Piz dles Conturines cambia ancora una volta forma a seconda del punto di vista
La valle si allarga, in lontananza compaiono le mucche al pascolo
Questa parte è ideale per famiglie, infatti incontro parecchi gruppi con bambini
Mi aspetta ancora qualche decina di metri di salita tra pini mughi e sculture naturali in legno, per raggiungere il Col de Locia ed iniziare la discesa verso la Capanna Alpina...
...dove finalmente mi concedo una meritata birra
Dalla Capanna Alpina per arrivare alla macchina mi aspetta ancora una buona mezz'ora di cammino che percorro costeggiando la strada asfaltata. Chiuderò l'anello in circa 8 ore.
Alla prossima,
ciao :skiciao:
Avevo programmato qualche giorno di trekking dolomitico, partenza prevista per lunedì 19 agosto.
Le previsioni delle ultime ore però annunciano per domenica 18 una giornata magnifica con il sole che splenderà tutto il giorno e - cosa abbastanza rara da quelle parti - rischio di piogge pomeridiane pressoché nullo.
Non posso lasciarmi scappare l'occasione, per cui riesco a trovare al volo una camera per domenica sera e anticipo la partenza di un giorno.
Per evitare il temibile bollino nero previsto sul Brennero e poter essere presto sulle piste... ehm... all'attacco del sentiero mi metto in viaggio all'ora dei panettieri.
L'autostrada, come canta il buon Venditti, è deserta, e così di buon mattino sto già risalendo lungo i tornanti del Passo Gardena e mi trovo di fronte ad autentici coups de coeur:
Il Sassolungo in tutto il suo splendore mattutino
Gran Cir e compagni che svettano sui prati del Dantercepies
Scendo in Alta Badia, supero Corvara e La Villa - con piacevole pausa colazione visto il largo anticipo sulla tabella di marcia - per parcheggiare qualche centinaio di metri dopo San Cassiano, all'altezza del bivio per Glira, intorno a quota 1600m.
Questo lato della vallata è ancora in ombra, e i primi minuti di cammino con quest'aria frizzantina mi rigenerano.
Il gruppo delle Conturines si erge maestoso di fronte a me
Risalgo lungo il sentiero 15A che mi porta a lambire i limiti del bosco, percorrendo il confine del parco naturale di Fanes-Sennes-Braies in direzione nord
In primo piano Piz La Ila, sullo sfondo il Sella e il Sassongher
Giunto al bivio con il sentiero 12, svolto a est in direzione della Forcella de Medesc. Il sole qui è già arrivato a scaldare le pietre, e il fresco iniziale è solo un lontano ricordo.
Si sale, ma inizialmente con molta regolarità.
Dietro di me il panorama si allarga, arrivando a comprendere Marmolada da una parte e altopiano del Puez dall'altra
mentre di fronte a me la forcella si fa ad ogni passo più visibile
L'ultimo tratto è un po' più ripido e faticoso, ma il fondo, seppur ghiaioso, risulta abbastanza compatto e consente una buona progressione.
Alle mie spalle prende forma la giornata perfetta, ora è spuntato anche il Sassolungo
Giungo così alla Forcella de Medesc (2533m), punto più basso di tutto il crinale a "C" che unisce la Croda di Santa Croce al gruppo delle Conturines, e porta di collegamento tra l'Alta Badia e la valle di Fanes.
L'affilatissima cresta che comprende il monte Cavallo e le cime Dieci e Nove
Mi volto verso sud alla ricerca dell'attacco del sentiero che mi condurrà verso il Piz Lavarella, ma con sorpresa noto che non ci sono cartelli ad indicare la direzione.
La traccia è comunque ben visibile, risalgo una collinetta e dopo qualche decina di metri compaiono i primi segni rossi.
Cenge e creste mi aspettano a braccia aperte
Il sentiero ad un certo punto svolta decisamente verso sinistra per percorrere un lungo tratto di cresta, comunque non esposto
La forcella ormai sempre più lontana, si vede la larga traccia che scende nella valle di Fanes
Risalgo per sfasciumi e ghiaioni
E mi trovo ad affrontare il passaggio più delicato: un lungo tratto di cengia piuttosto esposto su fondo che come si può facilmente intuire non è dei più stabili
Per fortuna, come spesso accade, la distanza appiattisce la profondità della parete, e la cengia in realtà si rivela sufficientemente larga per procedere senza troppi affanni
La cengia è ormai alle mie spalle...
...e finalmente mi appare l'inconfondibile testa del Piz dles Conturines. E sullo sfondo... beh... giusto un paio di cime poco conosciute, Tofane e compagnia bella
Anche ad ovest il parorama non scherza...
...e a nord cosa vogliamo dire?
Il primo obiettivo è il Piz Lavarella, raggiungibile dopo un brevissimo tratto di cresta
Ed eccomi finalmente al primo tremila del giorno (per la precisione 3055m)
Da qui si gode di una vista magnifica sulla valle di Fanes, con un po' di attenzione al centro della foto si intravede il laghetto sulle cui sponde sorgono i rifugi - guarda caso - Lavarela e Fanes
Torno sui miei passi e "smarco" anche un altro tremila (di cui ignoro il nome :checepossofa, segnalato da una croce di vetta, in posizione priviliegiata sull'Alta Badia
Nel frattempo sul Piz Lavarella giungono altri escursionisti
Se mi fanno una buona offerta posso cedere i diritti di questa foto all'associazione turistica della Val Badia
Bisogna però anche guardare in basso, ogni tanto compare qualche strapiombo con salti di centinaia di metri
Riprendo il cammino e mi dirigo deciso verso l'ultimo tremila della giornata: percorro questa ampia sella "scalinata" dietro cui fa capolino il Conturines
L'ultimo tratto di salita a zig-zag conduce all'attacco alla vetta: una breve ferrata composta da qualche scaletta e poche decine di metri di cavo.
Da questa distanza sembra quasi impossibile che ci sia una via "facile" per raggiungere la vetta...
...ma ancora una volta la distanza appiattisce e "falsifica" i dislivelli, e i tratti attrezzati si rivelano piuttosto semplici e mai troppo esposti.
In pochi minuti raggiungo così la vetta del Piz dles Conturines (3064m), e, imbambolato da tanta incommensurabile bellezza, provo a cirscoscriverne almeno una parte facendo la solita carrellata di foto a 360°.
A sud Tofane, Falzarego, Antelao, Pelmo, Civetta... troppa bellezza, tutta insieme, potrebbe farmi scoppiare il cuore di felicità
A nord la croda di Santa Croce si palesa in tutta la sua incredibile imponenza
A ovest ancora le Tofane e... aiutatemi con le vette sullo sfondo
Zoomata sulla valle del Lagazuoi con il piccolo lago e, poco sotto, il rifugio Scotoni
Le Tofane mi chiedono una foto e io le accontento
Cerco di risvegliarmi dallo stato di beatitudine e mi preparo a ripercorrere la ferrata in discesa, per cui la concentrazione non può calare.
Forse la parte più insidiosa sono proprio questi sassolini che in alcuni punti è quasi impossibile non smuovere
Scalette e cavo sono ottimamente posizionati, non si ha mai la sensazione di eccessiva esposizione
Unico passaggio un po' sporgente, ma nulla di che...
Ridiscesa l'ultima scaletta posso togliere l'imbrago e prepararmi alla lunga discesa
Mi dirigo in direzione del lago di Conturines per poi scendere nel fondovalle, il primo tratto è il classico ghiaione, croce (per chi sale) e delizia (per chi scende) degli escursionisti
Con un buon senso dell'equilibrio e facendo appoggio sui talloni si scende a una velocità quasi da sciatore, quasi...
Arrivo nei pressi del lago di Conturines, a secco, e mi concedo qualche minuto di pausa
Lago a secco, ma gli effetti benefici della terra comunque impregnata d'acqua regalano una colorita fioritura
Dietro di me il tratto appena percorso a scendere...
...manca ancora un po', ma il sentiero ora è decisamente più "morbido" e rilassante
Ed eccomi dunque nella valle
Il Piz dles Conturines cambia ancora una volta forma a seconda del punto di vista
La valle si allarga, in lontananza compaiono le mucche al pascolo
Questa parte è ideale per famiglie, infatti incontro parecchi gruppi con bambini
Mi aspetta ancora qualche decina di metri di salita tra pini mughi e sculture naturali in legno, per raggiungere il Col de Locia ed iniziare la discesa verso la Capanna Alpina...
...dove finalmente mi concedo una meritata birra
Dalla Capanna Alpina per arrivare alla macchina mi aspetta ancora una buona mezz'ora di cammino che percorro costeggiando la strada asfaltata. Chiuderò l'anello in circa 8 ore.
Alla prossima,
ciao :skiciao:
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