subsahara
Coldest Ice
Era da tempo che volevo salire sul Peralba.
Salgo baldanzoso a Sappada, proseguo per Cima Sappada, poi imbocco la strada per il rifugio “Sorgenti del Piave”. Dopo un paio di km mi aspetta un’amara sorpresa: vedo un’operatore con il martellone che blocca la strada, all’opera per lavori di somma urgenza. Altri mezzi meccanici sono parcheggiati ai lati della stretta e ripida striscia d’asfalto.
C’è un divieto di accesso: che fare?
Mentre penso sconsolato che i miei piani stanno andando in malora, dalla cabina l’uomo sul martellone mi fa cenno di passare.
Bene, pericolo scampato… dopo una decina di minuti parcheggio davanti al rifugio “Sorgenti del Piave” a quota 1830 m slm.
Entro nel rifugio a chiedo alla signora un caffè. Questa mi risponde che la macchina per l’espresso non funziona.
“Però glie ne posso offrire uno preparato con la moka”.
“Molto gentile, signora”.
“Si figuri, però lei quando torna ci relazioni sulla praticabilità dei percorsi”
“Certo! Senta, il suo accento… lei parla il dialetto sappadino, vero? E’ più vicino al tirolese o al carinziano?”
“Al tirolese. Però ci si capisce con tutti…”
Ci intratteniamo una decina di minuti a parlare della situazione linguistica di Sappada/Plodn; la signora è loquace e risponde volentieri alle mie domande.
Poi esco e comincio la mia escursione: sono le 8:45.
Mi dirigo a ovest, entrando in un bosco di conifere.
Ben presto mi posso affacciare sulla Val Visdende. Dal basso mi arrivano i rumori delle motoseghe: gli alberi a terra dallo scorso autunno sono moltissimi.
Gli alberi cominciano a lasciare spazio ai pini mughi. Le pendenze sono sostenute.
Val Visdende
Finiscono anche i mughi, e l’erta via di salita al Peralba da Ovest diventa un misto di roccette e sfasciumi.
Ogni tanto ci si affaccia su canali che precipitano a sud. L’esposizione però non è mai diretta. In basso il rifugio "Sorgenti del Piave"
Si continua a salire
Dall’altro lato si apre alla vista la testata nord-orientale della Val Visdende, che contorna la parete nord del Peralba.
Ancora su...
Ancora Val Visdende
Altro canale che solca la parete sud
Un altro ancora
E un altro ancora. Tutti verso sud (salendo, a destra)
Un breve tratto dove bisogna mettere le mani
Ennesimo canale
Poi la pendenza diminuisce, e compare qualche chiazza di neve.
Vista verso NE. Si distingue chiaramente il passo dell’Oregone, e dietro le cresta di confine
Uno sguardo all’indietro. Resti di muretti e filo spinato
Alla fine, quasi improvvisamente, sbuco in vetta, alle 10:20. C’è qualche nuvola in cielo.
Rifugio Calvi, in basso. Raggiungibile percorrendo in discesa la ferrata Sartor
Rimango in vetta una ventina di minuti, poi comincio a scendere verso nord-est, per la via “del papa”.
Vista sul passo dell’Oregone e retrostante Frohntal. Una targa ricorda le gesta del volontario alpino Fabio Monti di Auronzo.
Resti di postazioni austriache dei tempi che furono. Attorno alla cima si trovano anche muretti a secco, fili spinati, etc.
Si continua a scendere, sempre con il passo dell’Oregone a vista
Il canalino attrezzato è innevato, così come il traverso a destra immediatamente più a valle.
Vista sul passo dell’Oregone e l’austriaca Frohntal
Vista sulla carnica Val di Fleons
Arrivo a un bivio: a destra ci si dirige verso il rifugio Calvi. Io proseguo dritto, verso la costruzione militare diroccata ai piedi del Monte Oregone.
A sinistra del monte Oregone c’è il passo dell’Oregone, spartiacque tra bacino del Piave (Val Visdende) e bacino di Gail - Drava - Danubio (Frohntal).
A destra del monte Oregone c’è il passo del Castello, spartiacque tra bacino del Piave (Val Visdende) e bacino del Tagliamento (val di Fleons).
La vetta del monte Oregone costituisce il triplice spartiacque.
Vista retrospettiva sul Peralba
Sono al passo del Castello, a cavallo tra Piave e Tagliamento, in contemplazione del bellissimo monte Peralba che, visto da qui, assomiglia un po’ alla Tofana di Rozes presa frontalmente.
Sul cartello non c’è scritto nulla.
Val di Fleons
Testata Val Visdende (estremo angolo nord-orientale)
Vista monte Oregone con i ruderi, di pochissimo in territorio italiano.
Guadagno la cresta di confine, segnalata dai cippi, a cavallo tra Piave e Danubio.
E in breve raggiungo la vetta, importante triplice spartiacque. Sullo sfondo, imperioso, il Peralba.
Sguardo verso la Val Visdende e, dietro, le Dolomiti.
Tap de Cadene (Weißsteinspitze) oltre il passo dell’Oregone
Frohntal, e dietro le Dolomiti di Lienz (e ancora più dietro, parte dei Tauri)
Alta val di Fleons, con Chiadenis a destra e Crete Cacciatori (gruppo monte Avanza) a sinistra
Vista sull’arcigno gruppo del Monte Avanza.
Appena a sinistra, sullo sfondo, due maestosi gemelli che sfiorano i 2800 m: Coglians (Hohe Warte) e Creta delle Chianevate (Kellerspitzen)
Scendo verso il passo dell’Oregone seguendo pedissequamente lo Staatsgrenze.
Passo Oregone. Il palo è in territorio austriaco, ma ospita anche le indicazioni nostrane
Marmotte, in zona numerosissime (e si fanno sentire!)
Saluto il Peralba
Discendo la Frohntal, con il rifugio ormai in vista
Guado un torrentello, sottraendo un po’ d’acqua al mar Nero, suo naturale recettore finale
Mi volgo indietro e fotografo il bivio. Al ritorno andrò a sinistra.
Hochweißsteinhaus. Arrivo alle 12:40, in tempo per una birra media e un panino.
Alberi abbattuti anche dall’altra parte del confine.
Dopo una quarantina di minuti mi rimetto in cammino. Scendendo sono passato alla destra del monte Oregone; ora invece passerò a sinistra guadagnando la cresta di confine, spartiacque tra Danubio e Tagliamento. Un po' per la birra, un po' per il gran caldo, sudo come un maiale.
Sono praticamente al confine. Il possente gruppo del monte Avanza sullo sfondo.
Confine. In lontananza mi aspetta il passo di Sesis, tra Chiadenis (sinistra) e Peralba (destra)
Val di Fleons
Mi appropinquo al passo, spartiacque tra Tagliamento e Piave
Chiadenis
Uno sguardo all’indietro
Peralba
Sono al passo. La quota segnata sul cartello credo sia sbagliata
In discesa verso il rifugio Calvi
Il Peralba visto dal rifugio Calvi. Mi fermo dieci minuti e poi mi rimetto in marcia
Segni di coltivazione di cava
Il Calvi visto da sotto
Sulla sterrata
Deviazione per il rifugio “Sorgenti del Piave”
Si passa in abetaia
Vista sull’incombente parete sud
Di nuovo al rifugio “Sorgenti del Piave”
Cartina con indicazione sommaria del percorso effettuato
Salgo baldanzoso a Sappada, proseguo per Cima Sappada, poi imbocco la strada per il rifugio “Sorgenti del Piave”. Dopo un paio di km mi aspetta un’amara sorpresa: vedo un’operatore con il martellone che blocca la strada, all’opera per lavori di somma urgenza. Altri mezzi meccanici sono parcheggiati ai lati della stretta e ripida striscia d’asfalto.
C’è un divieto di accesso: che fare?
Mentre penso sconsolato che i miei piani stanno andando in malora, dalla cabina l’uomo sul martellone mi fa cenno di passare.
Bene, pericolo scampato… dopo una decina di minuti parcheggio davanti al rifugio “Sorgenti del Piave” a quota 1830 m slm.
Entro nel rifugio a chiedo alla signora un caffè. Questa mi risponde che la macchina per l’espresso non funziona.
“Però glie ne posso offrire uno preparato con la moka”.
“Molto gentile, signora”.
“Si figuri, però lei quando torna ci relazioni sulla praticabilità dei percorsi”
“Certo! Senta, il suo accento… lei parla il dialetto sappadino, vero? E’ più vicino al tirolese o al carinziano?”
“Al tirolese. Però ci si capisce con tutti…”
Ci intratteniamo una decina di minuti a parlare della situazione linguistica di Sappada/Plodn; la signora è loquace e risponde volentieri alle mie domande.
Poi esco e comincio la mia escursione: sono le 8:45.
Mi dirigo a ovest, entrando in un bosco di conifere.
Ben presto mi posso affacciare sulla Val Visdende. Dal basso mi arrivano i rumori delle motoseghe: gli alberi a terra dallo scorso autunno sono moltissimi.
Gli alberi cominciano a lasciare spazio ai pini mughi. Le pendenze sono sostenute.
Val Visdende
Finiscono anche i mughi, e l’erta via di salita al Peralba da Ovest diventa un misto di roccette e sfasciumi.
Ogni tanto ci si affaccia su canali che precipitano a sud. L’esposizione però non è mai diretta. In basso il rifugio "Sorgenti del Piave"
Si continua a salire
Dall’altro lato si apre alla vista la testata nord-orientale della Val Visdende, che contorna la parete nord del Peralba.
Ancora su...
Ancora Val Visdende
Altro canale che solca la parete sud
Un altro ancora
E un altro ancora. Tutti verso sud (salendo, a destra)
Un breve tratto dove bisogna mettere le mani
Ennesimo canale
Poi la pendenza diminuisce, e compare qualche chiazza di neve.
Vista verso NE. Si distingue chiaramente il passo dell’Oregone, e dietro le cresta di confine
Uno sguardo all’indietro. Resti di muretti e filo spinato
Alla fine, quasi improvvisamente, sbuco in vetta, alle 10:20. C’è qualche nuvola in cielo.
Rifugio Calvi, in basso. Raggiungibile percorrendo in discesa la ferrata Sartor
Rimango in vetta una ventina di minuti, poi comincio a scendere verso nord-est, per la via “del papa”.
Vista sul passo dell’Oregone e retrostante Frohntal. Una targa ricorda le gesta del volontario alpino Fabio Monti di Auronzo.
Resti di postazioni austriache dei tempi che furono. Attorno alla cima si trovano anche muretti a secco, fili spinati, etc.
Si continua a scendere, sempre con il passo dell’Oregone a vista
Il canalino attrezzato è innevato, così come il traverso a destra immediatamente più a valle.
Vista sul passo dell’Oregone e l’austriaca Frohntal
Vista sulla carnica Val di Fleons
Arrivo a un bivio: a destra ci si dirige verso il rifugio Calvi. Io proseguo dritto, verso la costruzione militare diroccata ai piedi del Monte Oregone.
A sinistra del monte Oregone c’è il passo dell’Oregone, spartiacque tra bacino del Piave (Val Visdende) e bacino di Gail - Drava - Danubio (Frohntal).
A destra del monte Oregone c’è il passo del Castello, spartiacque tra bacino del Piave (Val Visdende) e bacino del Tagliamento (val di Fleons).
La vetta del monte Oregone costituisce il triplice spartiacque.
Vista retrospettiva sul Peralba
Sono al passo del Castello, a cavallo tra Piave e Tagliamento, in contemplazione del bellissimo monte Peralba che, visto da qui, assomiglia un po’ alla Tofana di Rozes presa frontalmente.
Sul cartello non c’è scritto nulla.
Val di Fleons
Testata Val Visdende (estremo angolo nord-orientale)
Vista monte Oregone con i ruderi, di pochissimo in territorio italiano.
Guadagno la cresta di confine, segnalata dai cippi, a cavallo tra Piave e Danubio.
E in breve raggiungo la vetta, importante triplice spartiacque. Sullo sfondo, imperioso, il Peralba.
Sguardo verso la Val Visdende e, dietro, le Dolomiti.
Tap de Cadene (Weißsteinspitze) oltre il passo dell’Oregone
Frohntal, e dietro le Dolomiti di Lienz (e ancora più dietro, parte dei Tauri)
Alta val di Fleons, con Chiadenis a destra e Crete Cacciatori (gruppo monte Avanza) a sinistra
Vista sull’arcigno gruppo del Monte Avanza.
Appena a sinistra, sullo sfondo, due maestosi gemelli che sfiorano i 2800 m: Coglians (Hohe Warte) e Creta delle Chianevate (Kellerspitzen)
Scendo verso il passo dell’Oregone seguendo pedissequamente lo Staatsgrenze.
Passo Oregone. Il palo è in territorio austriaco, ma ospita anche le indicazioni nostrane
Marmotte, in zona numerosissime (e si fanno sentire!)
Saluto il Peralba
Discendo la Frohntal, con il rifugio ormai in vista
Guado un torrentello, sottraendo un po’ d’acqua al mar Nero, suo naturale recettore finale
Mi volgo indietro e fotografo il bivio. Al ritorno andrò a sinistra.
Hochweißsteinhaus. Arrivo alle 12:40, in tempo per una birra media e un panino.
Alberi abbattuti anche dall’altra parte del confine.
Dopo una quarantina di minuti mi rimetto in cammino. Scendendo sono passato alla destra del monte Oregone; ora invece passerò a sinistra guadagnando la cresta di confine, spartiacque tra Danubio e Tagliamento. Un po' per la birra, un po' per il gran caldo, sudo come un maiale.
Sono praticamente al confine. Il possente gruppo del monte Avanza sullo sfondo.
Confine. In lontananza mi aspetta il passo di Sesis, tra Chiadenis (sinistra) e Peralba (destra)
Val di Fleons
Mi appropinquo al passo, spartiacque tra Tagliamento e Piave
Chiadenis
Uno sguardo all’indietro
Peralba
Sono al passo. La quota segnata sul cartello credo sia sbagliata
In discesa verso il rifugio Calvi
Il Peralba visto dal rifugio Calvi. Mi fermo dieci minuti e poi mi rimetto in marcia
Segni di coltivazione di cava
Il Calvi visto da sotto
Sulla sterrata
Deviazione per il rifugio “Sorgenti del Piave”
Si passa in abetaia
Vista sull’incombente parete sud
Di nuovo al rifugio “Sorgenti del Piave”
Cartina con indicazione sommaria del percorso effettuato