madflyhalf
Skifoso assolato che fa l'aperitivo
I frequentatori estivi dell'Appennino Bolognese sanno benissimo che sul Corno alle Scale c'è un mostro.
Non un mostro in carne ed ossa, ma un sentiero che ti violenta
E' il mitico n. 119, sentiero Giulio Ruffo, che porta in cima al Corno alle Scale per il cosiddetto Poggio di Mezzo, uno sperone erboso lungo... beh 1000m! Sale dritto per dritto quasi a goccia d'acqua partendo dal rifugio Segavecchia, quota 920m, e arriva a brucare l'erba sotto gli scarponi degli escursionisti sulla cima del Corno, quota 1945m.
E' anche famoso per via di un tratto attrezzato negli ultimi 50m, dove i corsi di Ferrate del CAI Bologna inaugurano la stagione montana (quella collinare è sulla ben più tosta ferrata di Badolo).
Questo sentiero a mio parere non è paragonabile a quello ben più di soddisfazione dei Balzi dell'Ora, sulla cresta Nord: di fatto è una scammellata prima in un bosco molto umido della valle del Silla, poi per 400m di dislivello sulla prateria della parete Est del Corno. Ma fino ad oggi non l'avevo mai fatto, quindi... che scammellata sia!
Ecco il piano di itinerario, giallo la salita, blu la discesa, il resto è sudore!
Uno dei motivi per cui mi sono lanciato oggi è che ho scoperto che fino al 18 luglio era presente un nevaio valanghivo a quota... 1200m!!
Quest'inverno, in prossimità delle ingenti nevicate di febbraio e marzo, una enorme valanga si staccò dal (quasi sempre deserto) versante est, e ancora a metà luglio la situazione era questa!
Fonte: CAI PORRETTA
Quindi sarà il caso di andare a ficcare il naso!!
Si parte, lo splendidamente gestito rifugio Segavecchia!
All'inizio il sentiero passa monotono nel bosco
Fino al primo bivio, che indica l'inizio del mostro
Le attrezzature partono subito!
Molto anonimamente sale sale, in mezzo alla faggeta ancora fresca, il sentiero non prende quota con convinzione... si alternano pochi tornanti a tratti in costa
Si arriva poi al momento in cui si dovrebbe guadare il Fosso di Mezzo, ma...
Qualcosa ha fatto un po' di danni! E i residui sono ancora lì!
Fa paura, è ancora enorme e posso solo immaginare che cosa sia stata quella valanga quest'inverno, questo fosso che si attraversava dicono con 2-3 passi, ora è largo 30mt!
C'è anche della ferraglia, mi chiedo da dove venga... sopra di me, lungo l'ipotetico tracciato della valanga, dovrebbe esserci solo boschi e, più in alto, prati!
Sgocciola ma è ancora lì, a 1200m di quota, neve in Appennino!
Da qui in poi il sentiero sale sensibilmente in mezzo al bosco, ripido, quasi sempre per la massima pendenza e ci si trova spesso a usare gli alberi con le mani per aiutarsi su un terreno abbastanza ostico (radici e fogliame, e sassi scivolosi e umidi sommersi).
Questa parte centrale del 119 è secondo me la più faticosa, inoltre occhio ai segni CAI sugli alberi, perché la traccia a volte non è proprio limpidissima.
Fa un caldo bestia e in mezzo al bosco mi godo un passo lento, sapendo che ben presto gli alberi mi abbandoneranno per la ventosa, soleggiata brughiera Appenninica d'alta quota
Intanto però gli alberi si diradano e si intravede il Corno alle Scale, la Punta Sofia con la croce
Un altro pezzo di neve, aggrappato a mezza costa sopra il torrente
Eccoci, è ora, si esce al caldo e... il vento soffia già forte!
Sono in mezzo ad una parete d'erba!
Ecco questo pilastro di erba da fare tutto d'un fiato. In effetti si sale veramente veloci, sono sorpreso! :shock:
Pendenze niente male! Qualcuno in discesa la fa anche con gli sci, ma credo sia praticabile pochissime volte l'anno
Mi guardo indietro, malinconico verso quell'ultimo faggio che regalava ombra
Ci trovo anche uno spit, forse per eventuali calate o sicure invernali? bo, d'estate è piuttosto inutile!
Davanti, il sentiero prosegue! Ogni 2 passi mi alzo di 1m di quota, praticamente è un II su erba e non dà tregua!
Ecco sull'unico sperone roccioso che inizia il cavo
L'esposizione è inesistente, anche se perdere l'equilibrio significherebbe rotolare per... un bel po', ma il cavo è una manna per dare sollievo alle gambe!
Fermo restando che rimane parecchio verticale, almeno 10-12m di I continuo con qualcosa di più!
Il primo spezzone di cavo lo sento ballerino e un motivo c'è
Verso giù, il baratro verde
Ultime sbuffate
La croce, oggi non ci vado! sarò morto in vetta
Con il muso che bruca direttamente sul sentiero trovo il solito quarzo
Gli ultimi metri inizia la mirtillaia e inizio a ribeccarmi a suon di naturalissima vitamina C!
Colpevole!
In vetta i soliti panorami con cui non voglio tediarvi più di tanto!
Mi accascio sotto il punto trigonometrico che mi fa un po' di ombra e mi mangio un'albicocca, tempo di salita: 2h30 tonde, non male, la tabella dava 3h!
Poi giù verso lo Strofinatoio
Dallo Strofinatoio si gira a sinistra verso il passo del Cancellino (20'), confine tra Toscana ed Emilia
Il Poggio di Mezzo, e indicativamente la parte alta del sentiero fatto oggi
La Est
I verdissimo morbido versante Toscano, rilassa allo sguardo
Mi volto indietro, la mole del Cornaccio a sx e di Punta Giorgina (1927), la terza cima del Corno a dx
Al Passo del Cancellino tira un vento della madonna, in molte occasioni mi sposta durante il cammino, meglio incamminarsi e proseguire la discesa
La splendida severa parete Est, più lontano la cresta nord dei Balzi dell'Ora, le scale del Corno!
Sorgente gelida! Galattica
Le gambe sono fritte veramente, proseguo con una pausa ogni 10'
La faggeta qua è stupenda... siamo ormai nella parte più bassa del sentiero, si incontrano alberi con tronchi di diametro di 1m abbondante! Questa foto giusto per far capire chi comanderà sempre
Sto letteralmente agonizzando , poi...
Un miraggio!! La stradina che mi porta in 20m al rifugio Segavecchia!
Birra di Castel di Casio (BO), fetta di torta che era praticamente un panetto di burro con sopra 4 mirtilli, poi giù verso la bella Pianaccio
Casa del grande Enzo Biagi
Ora posso dire: ho fatto il 119! Senza chiamare il 118! Ho visto la neve ad agosto in Appennino.
E' di gran lunga il sentiero più faticoso che abbia mai fatto, più del Pradidali da Cant del Gal, più del Tissi fatto dal Vazzoler, più del Vioz da Doss dei Gembri.
MAI PIU'!
Non un mostro in carne ed ossa, ma un sentiero che ti violenta
E' il mitico n. 119, sentiero Giulio Ruffo, che porta in cima al Corno alle Scale per il cosiddetto Poggio di Mezzo, uno sperone erboso lungo... beh 1000m! Sale dritto per dritto quasi a goccia d'acqua partendo dal rifugio Segavecchia, quota 920m, e arriva a brucare l'erba sotto gli scarponi degli escursionisti sulla cima del Corno, quota 1945m.
E' anche famoso per via di un tratto attrezzato negli ultimi 50m, dove i corsi di Ferrate del CAI Bologna inaugurano la stagione montana (quella collinare è sulla ben più tosta ferrata di Badolo).
Questo sentiero a mio parere non è paragonabile a quello ben più di soddisfazione dei Balzi dell'Ora, sulla cresta Nord: di fatto è una scammellata prima in un bosco molto umido della valle del Silla, poi per 400m di dislivello sulla prateria della parete Est del Corno. Ma fino ad oggi non l'avevo mai fatto, quindi... che scammellata sia!
Ecco il piano di itinerario, giallo la salita, blu la discesa, il resto è sudore!
Uno dei motivi per cui mi sono lanciato oggi è che ho scoperto che fino al 18 luglio era presente un nevaio valanghivo a quota... 1200m!!
Quest'inverno, in prossimità delle ingenti nevicate di febbraio e marzo, una enorme valanga si staccò dal (quasi sempre deserto) versante est, e ancora a metà luglio la situazione era questa!
Fonte: CAI PORRETTA
Quindi sarà il caso di andare a ficcare il naso!!
Si parte, lo splendidamente gestito rifugio Segavecchia!
All'inizio il sentiero passa monotono nel bosco
Fino al primo bivio, che indica l'inizio del mostro
Le attrezzature partono subito!
Molto anonimamente sale sale, in mezzo alla faggeta ancora fresca, il sentiero non prende quota con convinzione... si alternano pochi tornanti a tratti in costa
Si arriva poi al momento in cui si dovrebbe guadare il Fosso di Mezzo, ma...
Qualcosa ha fatto un po' di danni! E i residui sono ancora lì!
Fa paura, è ancora enorme e posso solo immaginare che cosa sia stata quella valanga quest'inverno, questo fosso che si attraversava dicono con 2-3 passi, ora è largo 30mt!
C'è anche della ferraglia, mi chiedo da dove venga... sopra di me, lungo l'ipotetico tracciato della valanga, dovrebbe esserci solo boschi e, più in alto, prati!
Sgocciola ma è ancora lì, a 1200m di quota, neve in Appennino!
Da qui in poi il sentiero sale sensibilmente in mezzo al bosco, ripido, quasi sempre per la massima pendenza e ci si trova spesso a usare gli alberi con le mani per aiutarsi su un terreno abbastanza ostico (radici e fogliame, e sassi scivolosi e umidi sommersi).
Questa parte centrale del 119 è secondo me la più faticosa, inoltre occhio ai segni CAI sugli alberi, perché la traccia a volte non è proprio limpidissima.
Fa un caldo bestia e in mezzo al bosco mi godo un passo lento, sapendo che ben presto gli alberi mi abbandoneranno per la ventosa, soleggiata brughiera Appenninica d'alta quota
Intanto però gli alberi si diradano e si intravede il Corno alle Scale, la Punta Sofia con la croce
Un altro pezzo di neve, aggrappato a mezza costa sopra il torrente
Eccoci, è ora, si esce al caldo e... il vento soffia già forte!
Sono in mezzo ad una parete d'erba!
Ecco questo pilastro di erba da fare tutto d'un fiato. In effetti si sale veramente veloci, sono sorpreso! :shock:
Pendenze niente male! Qualcuno in discesa la fa anche con gli sci, ma credo sia praticabile pochissime volte l'anno
Mi guardo indietro, malinconico verso quell'ultimo faggio che regalava ombra
Ci trovo anche uno spit, forse per eventuali calate o sicure invernali? bo, d'estate è piuttosto inutile!
Davanti, il sentiero prosegue! Ogni 2 passi mi alzo di 1m di quota, praticamente è un II su erba e non dà tregua!
Ecco sull'unico sperone roccioso che inizia il cavo
L'esposizione è inesistente, anche se perdere l'equilibrio significherebbe rotolare per... un bel po', ma il cavo è una manna per dare sollievo alle gambe!
Fermo restando che rimane parecchio verticale, almeno 10-12m di I continuo con qualcosa di più!
Il primo spezzone di cavo lo sento ballerino e un motivo c'è
Verso giù, il baratro verde
Ultime sbuffate
La croce, oggi non ci vado! sarò morto in vetta
Con il muso che bruca direttamente sul sentiero trovo il solito quarzo
Gli ultimi metri inizia la mirtillaia e inizio a ribeccarmi a suon di naturalissima vitamina C!
Colpevole!
In vetta i soliti panorami con cui non voglio tediarvi più di tanto!
Mi accascio sotto il punto trigonometrico che mi fa un po' di ombra e mi mangio un'albicocca, tempo di salita: 2h30 tonde, non male, la tabella dava 3h!
Poi giù verso lo Strofinatoio
Dallo Strofinatoio si gira a sinistra verso il passo del Cancellino (20'), confine tra Toscana ed Emilia
Il Poggio di Mezzo, e indicativamente la parte alta del sentiero fatto oggi
La Est
I verdissimo morbido versante Toscano, rilassa allo sguardo
Mi volto indietro, la mole del Cornaccio a sx e di Punta Giorgina (1927), la terza cima del Corno a dx
Al Passo del Cancellino tira un vento della madonna, in molte occasioni mi sposta durante il cammino, meglio incamminarsi e proseguire la discesa
La splendida severa parete Est, più lontano la cresta nord dei Balzi dell'Ora, le scale del Corno!
Sorgente gelida! Galattica
Le gambe sono fritte veramente, proseguo con una pausa ogni 10'
La faggeta qua è stupenda... siamo ormai nella parte più bassa del sentiero, si incontrano alberi con tronchi di diametro di 1m abbondante! Questa foto giusto per far capire chi comanderà sempre
Sto letteralmente agonizzando , poi...
Un miraggio!! La stradina che mi porta in 20m al rifugio Segavecchia!
Birra di Castel di Casio (BO), fetta di torta che era praticamente un panetto di burro con sopra 4 mirtilli, poi giù verso la bella Pianaccio
Casa del grande Enzo Biagi
Ora posso dire: ho fatto il 119! Senza chiamare il 118! Ho visto la neve ad agosto in Appennino.
E' di gran lunga il sentiero più faticoso che abbia mai fatto, più del Pradidali da Cant del Gal, più del Tissi fatto dal Vazzoler, più del Vioz da Doss dei Gembri.
MAI PIU'!
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