Taaaaaaac !
Grande ravanata ieri, in una Pila completamente deserta (neanche un bar aperto) nell'attesa della neve che (non) verrà TTTT).
In trent'anni che salgo, mai avevo messo piede sull'Emilius: ogni estate era sempre un "ahhh questa volta ci vado", ma poi il cazzeggio ha sempre prevalso
Sabato son dovuto salire per la consegna del divano letto: domenica giornata completamente libera.
Quale migliore occasione? Di neve, neanche l'ombra. Temperature estive. Forma fisica tutto sommato buona. E allora decido per fare le cose fatte bene: tour completo Pila - Becca di Nona - Ferrata Monte Emilius - Pila.
Se non fossero crollate le temperature sabato notte...Se non avesse fatto una spolverata dai 2800 in su, giusto per rendere un po' scivoloso il tutto...Se il vento da nord ovest non avesse soffiato tutto il giorno incessante...Penso me la sarei goduta un po' di più
Ma si sa, non c'è ravanata se non c'è sofferenza
Giornata m e m o r a b i l e !
Sveglia 4.30, colazione da campione, alle 5.10 sono in cammino con la mia bella frontalina. Luna non pervenuta, cielo a tratti limpido a tratti nuvoloso. Mi incammino prima per la pista numero 1 di Pila, poi verso il Col di Plan Fenetre, giù alla piana del Comboè e su in direzione della Becca di Nona. Fino alle 8 non posso far altro che camminare e seguire la luce...Finché...
Le levatacce la mattina hanno sempre il loro perché
Alle 8.20 sono in vetta alla Becca di Nona. Tutto il vento che ha scartavetrato i *******i fino a quel momento svanisce non appena metto piede sul versante est riparato da qualche metro di roccia dietro di me. Ne approfitto per fare una seconda colazione, scaldarmi le mani e mettere il tubo del camel bag nella tasca del piumino a scongelare.
Un'assonnata Aosta
Madonna di vetta
La mistica e verticale parete nord dell'Emilius
Si intravede la logica linea che percorre la ferrata (dapprima cresta Nord e successivamente, fino alla vetta, crest Ovest).
Non ho grande esperienza di ferrate (questa è la mia seconda in assoluto: la prima quella del Monte Camoscio di Baveno, che chiamarla ferrata è un po' eccessivo ). Sono un po' titubante per la spolverata notturna, ma tutto sommato fino al giorno prima le temperature erano estive. Di ghiaccio non ne dovrei trovare. Metto imbrago, kit ferrata, casco e perdo quota verso il Col Carrèl, dov'è posizionato il Bivacco Federigo e dove comincia la ferrata. Il cartello indica 5 ore: speriamo di mettercene un po' meno
Per fortuna, per il tratto che segue la cresta Nord, la ferrata si sviluppa per lo più sul vesante est, un po' più protetto dal fastidioso vento. Ma nonostante questo, le mie belle raffiche di vento gelido me le becco comunque (in cima scoprirò che il tubo del camel bag nel piumino si è scongelato, ma in compenso si è ghiacciata in parte la sacca del camel bag dentro lo zaino: raramente mi è capitato ).
Ho fatto poche foto durante la salita: troppo freddo per tirare fuori la reflex spesso e mente concentrata a mettere bene i piedi. Posso dire che la ferrata è veramente bellissima e divertente (il passaggio sul ponte Tibetano veramente suggestivo!) IMHO, ha una bella componente alpinistica. Al di fuori delle parti più verticali attrezzare con pioli e scalini, per il resto si usano spesso le mani e gli appigli naturali, con la "sicurezza" di essere attaccati al cavo in ogni momento. Solo un paio di passaggi leggermente più strapiombanti/fisici su scalini e pioli verso la fine (ma probabilmente ero un po' stanco io).
Inizio della ferrata: vetta avvolta nella nebbia...
...e che a tratti si intravede...
...e si palesa...
Quel che rimane del ghiacciaio di Arpisson
Il ponte Tibetano!
Cresta Ovest e il tanto desiderato sole
La verticale parete nord vista dall'alto
Paradise
In circa 3h30 mi sa palesa lei! La prima madonna l'ho vista alla Becca di Nona. Durante la salita ne sono apparse molte altre, mentre altre ancora sono state invocate La tocco per avere la certezza che sia vera: ok è vera
Vetta!
Sono in vetta! (vi evito il selfie di vetta perché è una roba oscena ) Puntualmente accompagnato dalla Fantozziana nuvola che non poteva scegliere tempistiche migliori Che sfiga: sono in uno dei punti più panoramici (se non il più panoramico) di tutta la Val d'Aosta, e ho una visibilità di 5metri Sono le 12.30 circa: che viaggio! Potrei aspettare un po' per vedere se si apre ma fa freddino e il vento non molla un attimo. Pazienza: tutta la cresta di confine è comunque coperta per le nevicate da nord: ci tornerò in estate per il panorama. Mi incammino subito in discesa seguendo la cresta Sud in direzione del Colle dei Tre Cappuccini. A circa metà cresta trovo un buon punto riparato dal vento: finalmente! Ne approfitto per fare una pausa, mangiare qualcosa e scattare qualche foto.
Vallone delle Laures a sinistra e Lago Gelato a destra
In breve raggiungo il Colle, e poco dopo il Lago Gelato.
Svacco!
Ormai sono al "sicuro": sono in perfetto orario, ho rimesso piede su comodo sentiero e finalmente sono un po' riparato dal vento. Mi godo con calma la discesa godendo dei panorami del vallone d'Arbolle, passando per il Lago delle Capre (ho dimenticato di far foto).
Lago d'Arbolle
Mentre sosto per una merenda prima di rimettermi in cammino, mi ricordo di una cosa...Una bruttissima cosa...Una risalita E già...Mi ero dimenticato che per tornare alla civiltà c'è ancora da superare il Col Chamolè: circa 160metri di dislivello dall'Arbolle.
...It's a long way to the top...
A fine giornata cose come queste ti tolgono la voglia di vivere Pensavo mi avrebbe stroncato, ma in realtà in 10minuti son su.
Sosta obbligata si questo altro notevole balcone di rara bellezza per i panorami che offre.
Infinito...
Vallone Comboè
Giù di corsa verso il Lago Chamolè dove mi svaccherò una buona mezz'oretta a godermi un po' di sole e sgranchire le gambe e a pregustare già la fresca e dissetante birretta di fine giornata, che arriverà da lì a poco.
Chamolè Lake
Les Bières du Grand St. Bernard: Via Francigena
Inutile dire che la parte più dura della giornata è stata mettersi in auto per tornare a casa
Tornerò sicuramente la prossima estate a rifarla con una persona speciale!
Qualche info tecnica sulla gita:
- non ho paragoni di altri ferrate, ma tecnicamente mi è sembrata piuttosto facile. Il periodo consigliato per farla è sicuramente in estate (luglio/agosto): in stagioni normali (cosa sempre più rara), a giugno/settembre si rischia di trovare neve/ghiaccio. Probabilmente nei prossimi anni si potrà fare a dicembre Adatta all'escursionista ingaggioso che si sappia muovere in ambiente roccioso;
- dislivello e sviluppo infiniti! E' possibile spezzarla in due giorni o bivaccando al Federigo o pernottando al Rifugio Arbolle (aperto in estate). Se fatta in giornata, è richiesto un buon allenamento. Da non sottovalutare il rientro: in generale, in tutta la gita sono presenti innumerevoli sali e scendi che fanno aumentare il dislivello enormemente. Le due vie per rientrare a Pila, sia passando per il Col Chamolè che per il Col di Plan Fenetre, richiedono una risalita di 150/200metri a fine giornata;
- con Wind, copertura inesistente almeno dalla Becca di Nona fino al Col Chamolè. Se fatta in solitaria (come me) lasciate detto a qualcuno dove andate
Ed ora, #prayforsnow !
Grande ravanata ieri, in una Pila completamente deserta (neanche un bar aperto) nell'attesa della neve che (non) verrà TTTT).
In trent'anni che salgo, mai avevo messo piede sull'Emilius: ogni estate era sempre un "ahhh questa volta ci vado", ma poi il cazzeggio ha sempre prevalso
Sabato son dovuto salire per la consegna del divano letto: domenica giornata completamente libera.
Quale migliore occasione? Di neve, neanche l'ombra. Temperature estive. Forma fisica tutto sommato buona. E allora decido per fare le cose fatte bene: tour completo Pila - Becca di Nona - Ferrata Monte Emilius - Pila.
Se non fossero crollate le temperature sabato notte...Se non avesse fatto una spolverata dai 2800 in su, giusto per rendere un po' scivoloso il tutto...Se il vento da nord ovest non avesse soffiato tutto il giorno incessante...Penso me la sarei goduta un po' di più
Ma si sa, non c'è ravanata se non c'è sofferenza
Giornata m e m o r a b i l e !
Sveglia 4.30, colazione da campione, alle 5.10 sono in cammino con la mia bella frontalina. Luna non pervenuta, cielo a tratti limpido a tratti nuvoloso. Mi incammino prima per la pista numero 1 di Pila, poi verso il Col di Plan Fenetre, giù alla piana del Comboè e su in direzione della Becca di Nona. Fino alle 8 non posso far altro che camminare e seguire la luce...Finché...
Le levatacce la mattina hanno sempre il loro perché
Alle 8.20 sono in vetta alla Becca di Nona. Tutto il vento che ha scartavetrato i *******i fino a quel momento svanisce non appena metto piede sul versante est riparato da qualche metro di roccia dietro di me. Ne approfitto per fare una seconda colazione, scaldarmi le mani e mettere il tubo del camel bag nella tasca del piumino a scongelare.
Un'assonnata Aosta
Madonna di vetta
La mistica e verticale parete nord dell'Emilius
Si intravede la logica linea che percorre la ferrata (dapprima cresta Nord e successivamente, fino alla vetta, crest Ovest).
Non ho grande esperienza di ferrate (questa è la mia seconda in assoluto: la prima quella del Monte Camoscio di Baveno, che chiamarla ferrata è un po' eccessivo ). Sono un po' titubante per la spolverata notturna, ma tutto sommato fino al giorno prima le temperature erano estive. Di ghiaccio non ne dovrei trovare. Metto imbrago, kit ferrata, casco e perdo quota verso il Col Carrèl, dov'è posizionato il Bivacco Federigo e dove comincia la ferrata. Il cartello indica 5 ore: speriamo di mettercene un po' meno
Per fortuna, per il tratto che segue la cresta Nord, la ferrata si sviluppa per lo più sul vesante est, un po' più protetto dal fastidioso vento. Ma nonostante questo, le mie belle raffiche di vento gelido me le becco comunque (in cima scoprirò che il tubo del camel bag nel piumino si è scongelato, ma in compenso si è ghiacciata in parte la sacca del camel bag dentro lo zaino: raramente mi è capitato ).
Ho fatto poche foto durante la salita: troppo freddo per tirare fuori la reflex spesso e mente concentrata a mettere bene i piedi. Posso dire che la ferrata è veramente bellissima e divertente (il passaggio sul ponte Tibetano veramente suggestivo!) IMHO, ha una bella componente alpinistica. Al di fuori delle parti più verticali attrezzare con pioli e scalini, per il resto si usano spesso le mani e gli appigli naturali, con la "sicurezza" di essere attaccati al cavo in ogni momento. Solo un paio di passaggi leggermente più strapiombanti/fisici su scalini e pioli verso la fine (ma probabilmente ero un po' stanco io).
Inizio della ferrata: vetta avvolta nella nebbia...
...e che a tratti si intravede...
...e si palesa...
Quel che rimane del ghiacciaio di Arpisson
Il ponte Tibetano!
Cresta Ovest e il tanto desiderato sole
La verticale parete nord vista dall'alto
Paradise
In circa 3h30 mi sa palesa lei! La prima madonna l'ho vista alla Becca di Nona. Durante la salita ne sono apparse molte altre, mentre altre ancora sono state invocate La tocco per avere la certezza che sia vera: ok è vera
Vetta!
Sono in vetta! (vi evito il selfie di vetta perché è una roba oscena ) Puntualmente accompagnato dalla Fantozziana nuvola che non poteva scegliere tempistiche migliori Che sfiga: sono in uno dei punti più panoramici (se non il più panoramico) di tutta la Val d'Aosta, e ho una visibilità di 5metri Sono le 12.30 circa: che viaggio! Potrei aspettare un po' per vedere se si apre ma fa freddino e il vento non molla un attimo. Pazienza: tutta la cresta di confine è comunque coperta per le nevicate da nord: ci tornerò in estate per il panorama. Mi incammino subito in discesa seguendo la cresta Sud in direzione del Colle dei Tre Cappuccini. A circa metà cresta trovo un buon punto riparato dal vento: finalmente! Ne approfitto per fare una pausa, mangiare qualcosa e scattare qualche foto.
Vallone delle Laures a sinistra e Lago Gelato a destra
In breve raggiungo il Colle, e poco dopo il Lago Gelato.
Svacco!
Ormai sono al "sicuro": sono in perfetto orario, ho rimesso piede su comodo sentiero e finalmente sono un po' riparato dal vento. Mi godo con calma la discesa godendo dei panorami del vallone d'Arbolle, passando per il Lago delle Capre (ho dimenticato di far foto).
Lago d'Arbolle
Mentre sosto per una merenda prima di rimettermi in cammino, mi ricordo di una cosa...Una bruttissima cosa...Una risalita E già...Mi ero dimenticato che per tornare alla civiltà c'è ancora da superare il Col Chamolè: circa 160metri di dislivello dall'Arbolle.
...It's a long way to the top...
A fine giornata cose come queste ti tolgono la voglia di vivere Pensavo mi avrebbe stroncato, ma in realtà in 10minuti son su.
Sosta obbligata si questo altro notevole balcone di rara bellezza per i panorami che offre.
Infinito...
Vallone Comboè
Giù di corsa verso il Lago Chamolè dove mi svaccherò una buona mezz'oretta a godermi un po' di sole e sgranchire le gambe e a pregustare già la fresca e dissetante birretta di fine giornata, che arriverà da lì a poco.
Chamolè Lake
Les Bières du Grand St. Bernard: Via Francigena
Inutile dire che la parte più dura della giornata è stata mettersi in auto per tornare a casa
Tornerò sicuramente la prossima estate a rifarla con una persona speciale!
Qualche info tecnica sulla gita:
- non ho paragoni di altri ferrate, ma tecnicamente mi è sembrata piuttosto facile. Il periodo consigliato per farla è sicuramente in estate (luglio/agosto): in stagioni normali (cosa sempre più rara), a giugno/settembre si rischia di trovare neve/ghiaccio. Probabilmente nei prossimi anni si potrà fare a dicembre Adatta all'escursionista ingaggioso che si sappia muovere in ambiente roccioso;
- dislivello e sviluppo infiniti! E' possibile spezzarla in due giorni o bivaccando al Federigo o pernottando al Rifugio Arbolle (aperto in estate). Se fatta in giornata, è richiesto un buon allenamento. Da non sottovalutare il rientro: in generale, in tutta la gita sono presenti innumerevoli sali e scendi che fanno aumentare il dislivello enormemente. Le due vie per rientrare a Pila, sia passando per il Col Chamolè che per il Col di Plan Fenetre, richiedono una risalita di 150/200metri a fine giornata;
- con Wind, copertura inesistente almeno dalla Becca di Nona fino al Col Chamolè. Se fatta in solitaria (come me) lasciate detto a qualcuno dove andate
Ed ora, #prayforsnow !