Vajo Pelegatta, ferr. Campalani e sentiero "L'Omo e la Dona": shhhhh - giugno 2017
Che belle gite "selvatiche" ci sono in Piccole Dolomiti!
Sembra di riuscire a salire in vetta passando "dentro" la montagna per percorsi che nessuno ha mai fatto prima. Certo, sono segnati con i bolli rossi e qualcuno durante l'anno li percorre ma la vegetazione e la roccia che "si muove" AFF copre continuamente le tracce.
Il Vajo Pelegatta è uno di questi: un paio di canalini da fare uno dopo l'altro che dalla Gazza portano al rifugio Scalorbi. Poi si può continuare verso il Carega ma da Scalorbi in poi i momenti di solitudine saranno rari
Si parte da questo parcheggio a pochi metri dal Rifugio Battisti alla Gazza (https://www.google.it/maps/place/45...4m5!3m4!1s0x0:0x0!8m2!3d45.699064!4d11.150862 ) e sotto ecco la cartina. Link al rifugio per informazioni: http://www.rifugiocesarebattisti.com/
Cartina Vajo Pelegatta, ferrata Campalani, sentiero Omo e Dona
Quello è il primo vallone da risalire per comoda traccia.
Attenzione che il Vajo Pelegatta è segnato male. Non c'è la volontà di segnalarlo bene, è meglio che venga percorso da poche persone visto che si tratta di terreno instabile e difficile.
Siamo vicini al primo canalone.
Si vede bene la prima parte del Vajo. Il secondo vajo è nei pressi della parete e sale dritto sulla sinistra.
Alcuni passaggi vanno "interpretati"
La prima parte vista da sopra.
La seconda parte è più difficile perchè più stretta e con del ghiaino che copre le rocce. Attenzione a non scivolare facendo "effetto flipper" tra le pareti.
Un passo in avanti e 2 indietro.
Vietato perdere l'equilibrio.
Ultima parte prima di Scalorbi.
Si sbuca nel magnifico alpeggio di Campobrun - Scalorbi.
Il dente di roccia che si vede al centro della foto è la prossima meta: ferrata Campalani.
Ecco la partenza della via ferrata. Invece che il solito cavo questa ferrata per tutta la prima parte ha delle grosse catene. Per chi la fa senza imbrago e moschettoni è un aiuto ma con i moschettoni dovrebbe essere un po' una rottura.
Me la ricordavo molto più facile e meno esposta: la prima parte non è affatto male. Questa è stata la mia prima ferrata, qualche giorno dopo aver avuto il motorino, i miei pensavano che fossimo andati in piscina. Cccazzate.
Il pezzo più impegnativo, uno stretto camino nel quale si blocca lo zaino.
Ed ecco il "nostro" piccolo fratello del Latemar, il Carega
Dai, un po' di assomiglia....
Il rifugio più alto della zona il Fraccaroli
La chiesetta dedicata agli Alpini caduti per difendere queste terre.
Il ritorno lo facciamo per il "direttissimo" sentiero de "L'Omo e la Dona" una bella picchiata sulla Gazza. La prima parte del sentiero è immersa in un ambiente magnifico!
Sky-runners che si allenano (e che da bravi vincentini erano in allenamento anche al rifugio Fraccaroli con 2 birre medie in 20 minuti, che atleti completi!).
L'Omo e la Dona.
Panoramica sul Vajo Pelegatta (prima parte, la parte difficile sale verso sinistra e si vede poco da qui).
Che dire, una gita che anche in pieno giugno ti permette nella prima parte di entrare "nel tuo mondo": zero rumori, zero animali e zero altre persone.
Che belle gite "selvatiche" ci sono in Piccole Dolomiti!
Sembra di riuscire a salire in vetta passando "dentro" la montagna per percorsi che nessuno ha mai fatto prima. Certo, sono segnati con i bolli rossi e qualcuno durante l'anno li percorre ma la vegetazione e la roccia che "si muove" AFF copre continuamente le tracce.
Il Vajo Pelegatta è uno di questi: un paio di canalini da fare uno dopo l'altro che dalla Gazza portano al rifugio Scalorbi. Poi si può continuare verso il Carega ma da Scalorbi in poi i momenti di solitudine saranno rari
Si parte da questo parcheggio a pochi metri dal Rifugio Battisti alla Gazza (https://www.google.it/maps/place/45...4m5!3m4!1s0x0:0x0!8m2!3d45.699064!4d11.150862 ) e sotto ecco la cartina. Link al rifugio per informazioni: http://www.rifugiocesarebattisti.com/
Cartina Vajo Pelegatta, ferrata Campalani, sentiero Omo e Dona
Quello è il primo vallone da risalire per comoda traccia.
Attenzione che il Vajo Pelegatta è segnato male. Non c'è la volontà di segnalarlo bene, è meglio che venga percorso da poche persone visto che si tratta di terreno instabile e difficile.
Siamo vicini al primo canalone.
Si vede bene la prima parte del Vajo. Il secondo vajo è nei pressi della parete e sale dritto sulla sinistra.
Alcuni passaggi vanno "interpretati"
La prima parte vista da sopra.
La seconda parte è più difficile perchè più stretta e con del ghiaino che copre le rocce. Attenzione a non scivolare facendo "effetto flipper" tra le pareti.
Un passo in avanti e 2 indietro.
Vietato perdere l'equilibrio.
Ultima parte prima di Scalorbi.
Si sbuca nel magnifico alpeggio di Campobrun - Scalorbi.
Il dente di roccia che si vede al centro della foto è la prossima meta: ferrata Campalani.
Ecco la partenza della via ferrata. Invece che il solito cavo questa ferrata per tutta la prima parte ha delle grosse catene. Per chi la fa senza imbrago e moschettoni è un aiuto ma con i moschettoni dovrebbe essere un po' una rottura.
Me la ricordavo molto più facile e meno esposta: la prima parte non è affatto male. Questa è stata la mia prima ferrata, qualche giorno dopo aver avuto il motorino, i miei pensavano che fossimo andati in piscina. Cccazzate.
Il pezzo più impegnativo, uno stretto camino nel quale si blocca lo zaino.
Ed ecco il "nostro" piccolo fratello del Latemar, il Carega
Dai, un po' di assomiglia....
Il rifugio più alto della zona il Fraccaroli
La chiesetta dedicata agli Alpini caduti per difendere queste terre.
Il ritorno lo facciamo per il "direttissimo" sentiero de "L'Omo e la Dona" una bella picchiata sulla Gazza. La prima parte del sentiero è immersa in un ambiente magnifico!
Sky-runners che si allenano (e che da bravi vincentini erano in allenamento anche al rifugio Fraccaroli con 2 birre medie in 20 minuti, che atleti completi!).
L'Omo e la Dona.
Panoramica sul Vajo Pelegatta (prima parte, la parte difficile sale verso sinistra e si vede poco da qui).
Che dire, una gita che anche in pieno giugno ti permette nella prima parte di entrare "nel tuo mondo": zero rumori, zero animali e zero altre persone.