madflyhalf
Skifoso assolato che fa l'aperitivo
Una delle più belle e significative gite che ho fatto in vita mia, che ricorderò per sempre, è nel 2001 al ghiacciaio (e cima) della Fradusta 2939m.
Si tratta se non erro del ghiacciaio più a sud delle Alpi, che fino agli anni 80 era DAVVERO un ghiacciaio, seppur privo di crepacci.
Dopo aver attraversato letteralmente la Luna dell'altopiano delle Pale di San Martino, mi trovai di fronte ad uno spettacolo (allora) unico: un ghiacciaio sofferente ma che non lo dava a vedere, un laghetto glaciale blu acqua e la fronte del ghiacciaio che terminava a picco su di esso!
Un giovine madflyhalf!
Guardate le dimensioni ancora ragguardevoli del ghiacciaio
Ricordo che per salire alla vetta seguimmo la traccia netta che tagliava a metà il ghiacciaio, quasi tutto coperto di neve tranne nella parte più esposta ai raggi solari dove c'era ghiaccio vivo, e ricordo che senza ramponcini riuscimmo ad attraversare quei 5-6m già abbastanza pendenti, con molta molta cautela
Questo è la tristezza di 2 anni dopo, 2003, quando il ghiacciaio già accennava a rompersi sul ginocchio di metà quota, quando ci tornai per vedere la situazione.
Qui la netta impressione che il ghiacciaio fosse rotto, in realtà mostrava ancora una lingua di neve a tenerlo unito nella sue 2 parti
Lago corposo ma di tutt'altro effetto
E' la diminuzione dello spessore che faceva già impressione!
Per anni ho scelto di non tornarci, ma ad un certo punto ho voluto portarci la fidanzata a vederlo, per darle la possibilità anche a lei di capire cosa stiamo affrontando.
Speravo di andarci nel 2014 o 2016, ma prima il brutto tempo e poi un mio ginocchio malandato me lo impedirono.
Capita allora nell'annus horribilis per definizione: inverno magro di precipitazioni, 6 mesi di siccità chiusi da 5 ondate di calore che hanno portato 13° in cima alla Marmolada a 3300m.
Ne sentivo quasi l'urgenza, come se da un giorno all'altro qualcosa che è stato lì per millenni, potesse sparire nel nulla, nella pietraia intorno ad esso.
Ecco qui la tremenda situazione di questo morto di ghiaccio.
Ormai spezzato in 2, una sottile lingua di neve nella parte bassa rimane ormai coperta costantemente da ghiaie
Il "lago" è semplice acqua stagnante in attesa di sprofondare nel carsismo dell'Altopiano
Ci sono cose che ti segnano dentro, probabilmente perché passi da una bellezza incontaminata a, nel giro di pochi mesi, uno spettacolo avvilente.
Non sono qui ad esporvi i miei pensieri, le mie idee o altro, ma questo non è l'immagine di un pianeta sano.
Sperando che un giorno i nostri figli possano vedere la neve anche d'estate dove c'è sempre stata, spero possiate riflettere anche voi.
Si tratta se non erro del ghiacciaio più a sud delle Alpi, che fino agli anni 80 era DAVVERO un ghiacciaio, seppur privo di crepacci.
Dopo aver attraversato letteralmente la Luna dell'altopiano delle Pale di San Martino, mi trovai di fronte ad uno spettacolo (allora) unico: un ghiacciaio sofferente ma che non lo dava a vedere, un laghetto glaciale blu acqua e la fronte del ghiacciaio che terminava a picco su di esso!
Un giovine madflyhalf!
Guardate le dimensioni ancora ragguardevoli del ghiacciaio
Ricordo che per salire alla vetta seguimmo la traccia netta che tagliava a metà il ghiacciaio, quasi tutto coperto di neve tranne nella parte più esposta ai raggi solari dove c'era ghiaccio vivo, e ricordo che senza ramponcini riuscimmo ad attraversare quei 5-6m già abbastanza pendenti, con molta molta cautela
Questo è la tristezza di 2 anni dopo, 2003, quando il ghiacciaio già accennava a rompersi sul ginocchio di metà quota, quando ci tornai per vedere la situazione.
Qui la netta impressione che il ghiacciaio fosse rotto, in realtà mostrava ancora una lingua di neve a tenerlo unito nella sue 2 parti
Lago corposo ma di tutt'altro effetto
E' la diminuzione dello spessore che faceva già impressione!
Per anni ho scelto di non tornarci, ma ad un certo punto ho voluto portarci la fidanzata a vederlo, per darle la possibilità anche a lei di capire cosa stiamo affrontando.
Speravo di andarci nel 2014 o 2016, ma prima il brutto tempo e poi un mio ginocchio malandato me lo impedirono.
Capita allora nell'annus horribilis per definizione: inverno magro di precipitazioni, 6 mesi di siccità chiusi da 5 ondate di calore che hanno portato 13° in cima alla Marmolada a 3300m.
Ne sentivo quasi l'urgenza, come se da un giorno all'altro qualcosa che è stato lì per millenni, potesse sparire nel nulla, nella pietraia intorno ad esso.
Ecco qui la tremenda situazione di questo morto di ghiaccio.
Ormai spezzato in 2, una sottile lingua di neve nella parte bassa rimane ormai coperta costantemente da ghiaie
Il "lago" è semplice acqua stagnante in attesa di sprofondare nel carsismo dell'Altopiano
Ci sono cose che ti segnano dentro, probabilmente perché passi da una bellezza incontaminata a, nel giro di pochi mesi, uno spettacolo avvilente.
Non sono qui ad esporvi i miei pensieri, le mie idee o altro, ma questo non è l'immagine di un pianeta sano.
Sperando che un giorno i nostri figli possano vedere la neve anche d'estate dove c'è sempre stata, spero possiate riflettere anche voi.
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