madflyhalf
Skifoso assolato che fa l'aperitivo
Nei miei target da tanti anni, ma ripetutamente andato in fumo (altri giri, no ferie, maltempo, dimenticato scarponi, ginocchio fuori asse...), c'è l'itinerario n. 34 della guida del Miana ("Brevi Escursioni Panoramiche"),
Il Monte Cernera!
Nell'infinito panorama del Passo Giau, il monte Cernera passa spesso inosservato: i grandi giri classici ignorano questa cima a favore delle turistiche 5 Torri di Averau e Nuvolau, le traversate che puntano al Mondeval o alla Croda da Lago la affiancano, la accarezzano ma virano immancabilmente verso sudest. Per non parlare dell'interesse alpinistico, che è rivolto alle difficoltà dei Lastoi di Formin, o alle classiche della Gusela, oppure alle vie alpinistiche moderne del Cipriani in Croda Negra.
Insomma, il Cernera quasi nessuno se lo fuma.
Lunedì 31 luglio, con calma esagerata, alle 11 partiamo da un passo Giau usualmente affollato di automobilisti, motociclisti (sigh), turisti con ombrellino e vestiti da città, per imboccare il sentiero che conduce a Forcella Zonia e poi Forcella Piombin. Sopra una zona già di per sé silenziosissima e tranquilla
2-3 persone davanti, 2-3 persone indietro. Tutte imboccano il sentiero che conduce verso forcella Giau e i prati del Mondeval. Stupefatti data la giornata incredibilmente serena, a forcella Piombin prendiamo l'indicazione "Sentiero Alpinistico del Cernera" e ci dirigiamo direzione sudovest, fiancheggiando il lato nord del monte
Appena abbandoniamo il trafficato sentiero, scavalliamo 2 pietraie e ci godiamo un'atmosfera surreale, per la zona e il periodo in cui siamo.: non fosse per il belante gregge di pecore là sotto, non si sente nulla. Niente.
E dire che i panorami non sono niente male!
Un po' meno turistici! Il sentiero taglia in costa, passa qualche canalino di scolo con addirittura ancora un angolo di neve,
Si passa sopra una meravigliosa sorgente naturale (provvidenziale al ritorno)
fino ad una prima placca liscia (oh veramente liscia) attrezzata con cavo
Dopo il primo risalto, il sentiero passa a fianco ad un fungo di roccia
Giriamo l'angolo e un secondo tratto attrezzato (là in fondo), risale una paretina che, vicino al cavo è abbastanza levigata, ma a fianco è un saltino di 5-6 metri di roccia fessurata e ruvidissima.
Morosa sul cavo a brontolare "devi prenderlo anche tu la prossima volta", io che mi dò a roccette stupende!
Sbuchiamo su una piccola radura da sogno, qualche marmotta dormiente dopo 10 nostre parole caccia un fischio talmente forte che ci siamo presi un colpo, sembrava fosse dietro di noi!
Pigolano i gracchi e i passeri alpini! Nulla più.
In questo pratone in salita, perdiamo un po' la traccia ma a occhio si capisce dove dobbiamo puntare, un po' qualche ometto e un po' un taglio 100m più in alto di noi, ci fanno puntare di nuovo al sentiero (in discesa non lo perderemo mai), e al terzo salto, bolli rossi, acqua ovunque!
Una targa spiega un po' la strada: o su, o giù; al limite più giù verso val Zonia!
Incontriamo qui i primi esseri umani, 3 padovani in discesa dalla vetta! Un po' si prendono in giro un po' ci dicono di non preoccuparci che il bagnato è solo lì e che vale la pena proseguire. Mentre chiedevo alla morosa se se la sentiva, io avevo già un piede sul primo gradino di roccia
Il terzo salto, già dato per umido, dopo i temporali di ieri sera, è letteralmente una doccia. Non fosse per quello, sarebbe una goduria: la roccia è talmente lavorata, ruvida e un po' a gradoni!
In pratica anche con l'acqua mi sono divertito da matti a piazzare mani e piedi in zanche bagnate e acquasantiere...
Passato il salto, il cavo continua in un canalino bagnato
Che si risale, fino al normale sentiero
Di qui, altri 20 min per pietraia punteggiata da erba, dove la traccia non è unica, ma è impossibile perdersi, puntare alla croce per i numerosi ometti e bolli rossi
Ehm ehm...
sì, c'è solo un piccolissimo fattore di distrazione.
I panorami! :shock:
Lo sapevo, ma non ero evidentemente pronto ad un tale riempimento di occhi!
Uccelli cicciottelli abbastanza confidenti. Uccelli col becco, ovviamente
Sbuchiamo in vetta e...
non c'è nessuno. Non si sente niente! Non una voce, non un rumore, un po' di vento, niente auto, niente schiamazzi, niente moto, manco le marmotte.
E finisci la batteria della macchina a suon di foto: nord, sud, ovest, est! Ovunque scatteresti
Si firma il libro di vetta
(la maledetta via della Rampa)
Sicuri che vogliamo proprio scendere?
Per la via di salita
Ultima doccetta
Ultima placchetta
Panorami mozzafiato
Si imbocca il sentiero del ritorno
Neve liquida a rinfrancar le membra
E siamo di nuovo ad ammirarlo dal basso
Dalla SP del Giau
Insomma, per 2h con moolta calma in salita, e 1,30 con moolta calma in discesa, credo non ci sia panorama più super di questo.
Sei a 2640m e ti senti il re del mondo.
Lì hai la Civetta, accarezzi il Pelmo, guarda la Marmolada! laggiù le Pale e il loro Altopiano, e il Formin, e il Mondeval, e le Tofane e... tutto il mondo sotto i tuoi piedi. Cioè sopra, ma è lo stesso.
Si gode delle piccole cose, purché belle.
Il Monte Cernera!
Nell'infinito panorama del Passo Giau, il monte Cernera passa spesso inosservato: i grandi giri classici ignorano questa cima a favore delle turistiche 5 Torri di Averau e Nuvolau, le traversate che puntano al Mondeval o alla Croda da Lago la affiancano, la accarezzano ma virano immancabilmente verso sudest. Per non parlare dell'interesse alpinistico, che è rivolto alle difficoltà dei Lastoi di Formin, o alle classiche della Gusela, oppure alle vie alpinistiche moderne del Cipriani in Croda Negra.
Insomma, il Cernera quasi nessuno se lo fuma.
Lunedì 31 luglio, con calma esagerata, alle 11 partiamo da un passo Giau usualmente affollato di automobilisti, motociclisti (sigh), turisti con ombrellino e vestiti da città, per imboccare il sentiero che conduce a Forcella Zonia e poi Forcella Piombin. Sopra una zona già di per sé silenziosissima e tranquilla
2-3 persone davanti, 2-3 persone indietro. Tutte imboccano il sentiero che conduce verso forcella Giau e i prati del Mondeval. Stupefatti data la giornata incredibilmente serena, a forcella Piombin prendiamo l'indicazione "Sentiero Alpinistico del Cernera" e ci dirigiamo direzione sudovest, fiancheggiando il lato nord del monte
Appena abbandoniamo il trafficato sentiero, scavalliamo 2 pietraie e ci godiamo un'atmosfera surreale, per la zona e il periodo in cui siamo.: non fosse per il belante gregge di pecore là sotto, non si sente nulla. Niente.
E dire che i panorami non sono niente male!
Un po' meno turistici! Il sentiero taglia in costa, passa qualche canalino di scolo con addirittura ancora un angolo di neve,
Si passa sopra una meravigliosa sorgente naturale (provvidenziale al ritorno)
fino ad una prima placca liscia (oh veramente liscia) attrezzata con cavo
Dopo il primo risalto, il sentiero passa a fianco ad un fungo di roccia
Giriamo l'angolo e un secondo tratto attrezzato (là in fondo), risale una paretina che, vicino al cavo è abbastanza levigata, ma a fianco è un saltino di 5-6 metri di roccia fessurata e ruvidissima.
Morosa sul cavo a brontolare "devi prenderlo anche tu la prossima volta", io che mi dò a roccette stupende!
Sbuchiamo su una piccola radura da sogno, qualche marmotta dormiente dopo 10 nostre parole caccia un fischio talmente forte che ci siamo presi un colpo, sembrava fosse dietro di noi!
Pigolano i gracchi e i passeri alpini! Nulla più.
In questo pratone in salita, perdiamo un po' la traccia ma a occhio si capisce dove dobbiamo puntare, un po' qualche ometto e un po' un taglio 100m più in alto di noi, ci fanno puntare di nuovo al sentiero (in discesa non lo perderemo mai), e al terzo salto, bolli rossi, acqua ovunque!
Una targa spiega un po' la strada: o su, o giù; al limite più giù verso val Zonia!
Incontriamo qui i primi esseri umani, 3 padovani in discesa dalla vetta! Un po' si prendono in giro un po' ci dicono di non preoccuparci che il bagnato è solo lì e che vale la pena proseguire. Mentre chiedevo alla morosa se se la sentiva, io avevo già un piede sul primo gradino di roccia
Il terzo salto, già dato per umido, dopo i temporali di ieri sera, è letteralmente una doccia. Non fosse per quello, sarebbe una goduria: la roccia è talmente lavorata, ruvida e un po' a gradoni!
In pratica anche con l'acqua mi sono divertito da matti a piazzare mani e piedi in zanche bagnate e acquasantiere...
Passato il salto, il cavo continua in un canalino bagnato
Che si risale, fino al normale sentiero
Di qui, altri 20 min per pietraia punteggiata da erba, dove la traccia non è unica, ma è impossibile perdersi, puntare alla croce per i numerosi ometti e bolli rossi
Ehm ehm...
sì, c'è solo un piccolissimo fattore di distrazione.
I panorami! :shock:
Lo sapevo, ma non ero evidentemente pronto ad un tale riempimento di occhi!
Uccelli cicciottelli abbastanza confidenti. Uccelli col becco, ovviamente
Sbuchiamo in vetta e...
non c'è nessuno. Non si sente niente! Non una voce, non un rumore, un po' di vento, niente auto, niente schiamazzi, niente moto, manco le marmotte.
E finisci la batteria della macchina a suon di foto: nord, sud, ovest, est! Ovunque scatteresti
Si firma il libro di vetta
(la maledetta via della Rampa)
Sicuri che vogliamo proprio scendere?
Per la via di salita
Ultima doccetta
Ultima placchetta
Panorami mozzafiato
Si imbocca il sentiero del ritorno
Neve liquida a rinfrancar le membra
E siamo di nuovo ad ammirarlo dal basso
Dalla SP del Giau
Insomma, per 2h con moolta calma in salita, e 1,30 con moolta calma in discesa, credo non ci sia panorama più super di questo.
Sei a 2640m e ti senti il re del mondo.
Lì hai la Civetta, accarezzi il Pelmo, guarda la Marmolada! laggiù le Pale e il loro Altopiano, e il Formin, e il Mondeval, e le Tofane e... tutto il mondo sotto i tuoi piedi. Cioè sopra, ma è lo stesso.
Si gode delle piccole cose, purché belle.