2 giorni di pieno ⇒ inverno estivo ⇐ in Marmolada a Capanna Punta Penia - 2 luglio 17
Punta Penia per via normale (ghiacciaio e roccette) e ben 2 nevicate estive 01-02 luglio 2017
Dopo un giugno tra i più caldi della storia, dopo una giornata di "allegro portage" in Marmolada nel giorno del record di temperature qualcuno di noi deve aver invocato un ritorno dell'inverno. "E' una cosa naturale direte voi", concordo. Quello che mi ha sorpreso è che da lassù ci hanno ascoltato e preso fin troppo alla lettera.
Avevamo preso di mira Punta Penia da qualche anno e lo scorso weekend con una combinazione meteo del tutto "ottima a tratti" abbiamo deciso di provarla. Spino&Martina hanno una capacità di capire le previsioni meteo che se Guido Caroselli fosse ancora l'uomo meteo domani mattina andrebbe da Adecco a fare una chiaccherata.
Dopo i fulmini del fine settimana precedente è stato un po' difficile scegliere di affrontare la Regina delle Dolomiti con un meteo del tutto altalenante. Ma la scommessa è stata vinta e siamo riusciti a portare a casa un piatto ricchissimo beccando le finestre di sole quando dovevamo salire e scendere e al contempo, con tetto sopra la testa e una lamiera che ci proteggeva, siamo riusciti a goderci in pieno 2 belle perturbazioni che hanno portato "neve normale" venerdì notte e addirittura un temporale di neve sabato sera che vissuto dal punto più alto delle Dolomiti ha un duplice gusto.
L'escursione fatta è la normale per Punta Penia, un itinerario su uno dei più piccoli ghiacciai delle Alpi e per questo a torto sottovalutato. E' uno dei più pericolosi, mi raccomando fare attenzione. La parte più difficile dell'escursione è il momento "wc": a Punta Penia c'è senza ombra di dubbio la toilette poiù "extreme" del mondo raggiungerla è un impresa, fare le proprie cose su 1000 m di vuoto è altrettanto un'impresa
(prendo a prestito un'dea) Musica consigliata:
Partiamo. Primo step raggiungere il rifugio Pian dei Fiacconi venerdì sera. In questo caso il meteo aveva previsto pioggia e come accade sempre in questi casi non ha sbagliato. Un'ora e mezza sotto una piacevole e rilassante pioggerella che già a cena si è trasformata in neve bagnata.
Il risveglio è stato dei migliori. Già in camera dalla piccola finestrella filtrava una luce particolare, carica, fin troppo luminosa.
Mai avrei immaginato di trovare un tale spettacolo già dai 2626 m del Rifugio Pian dei Fiacconi.
Panorama dalla finestra.
I bidoncini innevati.
I bambini del rifugio a fatica fanno colazione: il richiamo della neve è troppo forte. In queste situazioni però non so chi era più "bambino" tra noi e loro
Colazione, una saluto a Guido e si parte.
Partiamo presto prima che aprano i bidoncini così ci possiamo godere la salita in quasi completa solitudine.
La prima parte attraversa le rocce levigate e lisce di Pian dei Fiacconi. Fare attenzione soprattutto quando bagnate
Iniziano ad apparire le prime nuvole (ci copriranno il panorama di vetta ma ci porteranno altra neve ).
Innevato anche il "parafulmini delle Dolomiti" ops volevo dire il Piz Boè.
Con calma arriviamo alla base del ghiacciaio.
Con il Piz Boè ed il Sella sempre a vista ma con panorama diverso ogni 2 minuti.
Ecco il nostro percorso.
Si sale dapprima per la rampa di sinistra (si vede una delle 2 persone che ci hanno precedeuto) e poi con una "S" si giunge ai piedi della piramide rocciosa sulla destra. Ferratina e poi spettacolare cresta della Schiena del Mul.
Zoom sulla prima rampa (in quella zona faremo delle prove di arresto in ghiacciaio il giorno dopo).
La prima rampetta.
Spettacoli unici e durante la mattina non rari.
Saliamo assieme a una cordata di tedeschi ospiti come noi del rifugio. Stranamente però si fermano dopo la prima rampa e per almeno un'ora stanno fermi sul tratto piano. Boh.
Spino osserva la traccia per raggiungere le roccette.
No comment.
Questo è un tratto di Lydia, itinerario freeride tra i più belli della Marmolada. Il crepaccio in basso è semplicemente enorme, ben più largo di un paio di sci. Attenzione!
Spino sulla seconda rampa. Per arrivare alle roccette i due che ci hanno precedeuto (uno era il gestore di Capanna Punta Penia) hanno tracciato a sinsitra della zona crepacciata.
Ripeto: ghiacciaio tanto piccolo quanto pericoloso.
Martino apre la cordata.
Io, fashion blogger 2.0., sponsorizzato da Vismara che gentilmente mi ha offerto la camicia, sono al centro.
Martina chiude la cordata. Si vede il gruppo di tedeschi fermi a "fare qualcosa".
Altro crepaccio all'apparenza innocuo. L'apparenza inganna qui il ghiacciaio ha spessore di diverse decine di metri.
La traccia di salita.
Martina sulle roccette. Ferrata facile ma da fare con i ramponi.
Usciti dalle roccette.
Cari freerider, ricordarsi bene di quel mostro laggiù dopo le prime nevicate in Marmolada!
Sbuchiamo sulla Schena del Mul.
Ecco la vera sfida di Punta Penia! Provate voi a fare i vostri bisogni a meno 5 con il vento che vi accarezza dove preferireste non accarezzasse. Un vantaggio c'è, se avete un intestino pigro provate a raggiungerlo in ciabatte e magari ad accennare ad un passo falso poco prima della porta... vedrete che poi, ammesso che riuscite a salvarvi, andrete belli "fluidi". Osservate bene le orme sulla neve, dovete arrivare fin li e sulla sinistra avete la Parete Sud di 1000 m.
Speriamo che la gettata di cemento sia ancorata bene.
Andare il bagno all'alba è una delle emozioni più grandi della gita.
Nessun problema per i cattivi odori. Il sistema di ventilazione è eccezionale: le correnti d'aria dalla parete sud risalgono per il buco del WC deumidificando all'istante il tutto. E se questo non bastasse delle tecnologiche prese d'aria presenti tra un'asse di legno e l'altra fanno si che si crei un potente flusso d'aria corroborante. Quando nevica l'attività di purificazione dell'aria è particolarmente efficace, talmente efficace che vien quasi voglia di sentire i cattivi odori
Alba dalla Regina delle Dolomiti. Il mattino purtroppo il cielo non è completamente azzurro ma poco male, è affascinante anche così e la visibilità ci permette di iniziare la discesa prima che la "grande massa" inizi a salire.
Sella e mare di nubi a Corvara dove era in corso la Maratona dles Dolomites.
Raggi di luce sul Catinaccio e ascia alla Shining (non fate arrabbiare il mitico Mauro)
Anche se siamo partiti presto sulle roccette incontriamo già le prime cordate. Marmolada super frequentata in questo periodo :shock:
E ritorno al Pian dei Fiacconi.
Ci fermiamo sulla rampa a fare "arresti su ghiacciaio con la piccozza". Dopo i primi tentativi un po' incerti c'avevamo preso gusto
Finiamo tutto giusto in tempo per evitare la fastidiosa umidità che cala sulla Marmolada dalle 11 in poi. Purtroppo anche la cima viene avvolta dalla nebbia, peccato per la tanta gente che quel giorno l'ha salita (guardate le foto, si vedono le colonne di alpinisti).
Una breve sosta da Guido e poi discesa poco etica con i bidoncini
Capanna Punta Penia
La parte sicuramente più affascinante è stata dormire in quota alla Capanna Punta Penia, eravamo i primi ospiti "notturni" della stagione. A parte gli arrampicatori che giungono in vetta stremati e sfiniti gli escursionisti non passano la notte su.
E' aperta da giugno a settembre e offre un pasto caldo, acqua, te e birra. E' gestita da Mauro persona simpaticissima e gentilissima, esperta di montagna, che da solo porta avanti per 4 mesi tutta la baracca dal piatto di spaghetti allo scongelare l'acqua, allo spaccare la legna per la stufa, al fornire consigli a turisti ed alpinisti e così via.
Criogenia:
Il meteo è stato eccezionale (nel senso di lontano dalla norma) nel nostro weekend: due nevicate in due giorni a luglio non capitano spesso. La zona soggiorno della capanna con una stufa a legna e uno scaldino a gas ha toccato punte di 11 gradi. La zona notte, non riscaldata e staccata dalla zona giorno, secondo me di notte ha visto i 1-2 gradi. Si dorme con intimo, pile, piumino-giacca, coperta 1, coperta 2 e piumone. Ovviamente berrettino e calzini. Sotto le coperte dopo qualche minuto si sta bene
Capanna Punta Penia: la lamiera è una accogliente gabbia di Faraday in caso di fulmini (abbiamo rischiato di essere "elettrizzati" anche stavolta).
Mauro e la cucina.
Non c'è elettricità e le batterie sono caricate da un pannellino fotovoltaico. Quando va via la luce si va a dormire.
Mauro è talmente appassionato di montagna che è un piacere ascoltarlo.
A noi ha anche fatto un "clinic" di nodi (io non ho capito nulla ma Spino e Martino dovrebbero aver apprezzato).
Una volta Punta Penia era territorio Austriaco.
Il mattino con 10-20 cm di fresca. Il bagno è sullo sfondo, dietro lo schienale dell'ultima panchina.
Una bellissima esperienza.
Tornati a Passo Fedaia il sapore di un bagno normale, lavarsi mani e faccia con dell'acqua calda, una stanza a 20 gradi e un paio di scarpe morbide ai piedi hanno tutto un altor valore
Infinite grazie a Spino & Martina per organizzazione e intuizioni meteo!
Punta Penia per via normale (ghiacciaio e roccette) e ben 2 nevicate estive 01-02 luglio 2017
Dopo un giugno tra i più caldi della storia, dopo una giornata di "allegro portage" in Marmolada nel giorno del record di temperature qualcuno di noi deve aver invocato un ritorno dell'inverno. "E' una cosa naturale direte voi", concordo. Quello che mi ha sorpreso è che da lassù ci hanno ascoltato e preso fin troppo alla lettera.
Avevamo preso di mira Punta Penia da qualche anno e lo scorso weekend con una combinazione meteo del tutto "ottima a tratti" abbiamo deciso di provarla. Spino&Martina hanno una capacità di capire le previsioni meteo che se Guido Caroselli fosse ancora l'uomo meteo domani mattina andrebbe da Adecco a fare una chiaccherata.
Dopo i fulmini del fine settimana precedente è stato un po' difficile scegliere di affrontare la Regina delle Dolomiti con un meteo del tutto altalenante. Ma la scommessa è stata vinta e siamo riusciti a portare a casa un piatto ricchissimo beccando le finestre di sole quando dovevamo salire e scendere e al contempo, con tetto sopra la testa e una lamiera che ci proteggeva, siamo riusciti a goderci in pieno 2 belle perturbazioni che hanno portato "neve normale" venerdì notte e addirittura un temporale di neve sabato sera che vissuto dal punto più alto delle Dolomiti ha un duplice gusto.
L'escursione fatta è la normale per Punta Penia, un itinerario su uno dei più piccoli ghiacciai delle Alpi e per questo a torto sottovalutato. E' uno dei più pericolosi, mi raccomando fare attenzione. La parte più difficile dell'escursione è il momento "wc": a Punta Penia c'è senza ombra di dubbio la toilette poiù "extreme" del mondo raggiungerla è un impresa, fare le proprie cose su 1000 m di vuoto è altrettanto un'impresa
(prendo a prestito un'dea) Musica consigliata:
Partiamo. Primo step raggiungere il rifugio Pian dei Fiacconi venerdì sera. In questo caso il meteo aveva previsto pioggia e come accade sempre in questi casi non ha sbagliato. Un'ora e mezza sotto una piacevole e rilassante pioggerella che già a cena si è trasformata in neve bagnata.
Il risveglio è stato dei migliori. Già in camera dalla piccola finestrella filtrava una luce particolare, carica, fin troppo luminosa.
Mai avrei immaginato di trovare un tale spettacolo già dai 2626 m del Rifugio Pian dei Fiacconi.
Panorama dalla finestra.
I bidoncini innevati.
I bambini del rifugio a fatica fanno colazione: il richiamo della neve è troppo forte. In queste situazioni però non so chi era più "bambino" tra noi e loro
Colazione, una saluto a Guido e si parte.
Partiamo presto prima che aprano i bidoncini così ci possiamo godere la salita in quasi completa solitudine.
La prima parte attraversa le rocce levigate e lisce di Pian dei Fiacconi. Fare attenzione soprattutto quando bagnate
Iniziano ad apparire le prime nuvole (ci copriranno il panorama di vetta ma ci porteranno altra neve ).
Innevato anche il "parafulmini delle Dolomiti" ops volevo dire il Piz Boè.
Con calma arriviamo alla base del ghiacciaio.
Con il Piz Boè ed il Sella sempre a vista ma con panorama diverso ogni 2 minuti.
Ecco il nostro percorso.
Si sale dapprima per la rampa di sinistra (si vede una delle 2 persone che ci hanno precedeuto) e poi con una "S" si giunge ai piedi della piramide rocciosa sulla destra. Ferratina e poi spettacolare cresta della Schiena del Mul.
Zoom sulla prima rampa (in quella zona faremo delle prove di arresto in ghiacciaio il giorno dopo).
La prima rampetta.
Spettacoli unici e durante la mattina non rari.
Saliamo assieme a una cordata di tedeschi ospiti come noi del rifugio. Stranamente però si fermano dopo la prima rampa e per almeno un'ora stanno fermi sul tratto piano. Boh.
Spino osserva la traccia per raggiungere le roccette.
No comment.
Questo è un tratto di Lydia, itinerario freeride tra i più belli della Marmolada. Il crepaccio in basso è semplicemente enorme, ben più largo di un paio di sci. Attenzione!
Spino sulla seconda rampa. Per arrivare alle roccette i due che ci hanno precedeuto (uno era il gestore di Capanna Punta Penia) hanno tracciato a sinsitra della zona crepacciata.
Ripeto: ghiacciaio tanto piccolo quanto pericoloso.
Martino apre la cordata.
Io, fashion blogger 2.0., sponsorizzato da Vismara che gentilmente mi ha offerto la camicia, sono al centro.
Martina chiude la cordata. Si vede il gruppo di tedeschi fermi a "fare qualcosa".
Altro crepaccio all'apparenza innocuo. L'apparenza inganna qui il ghiacciaio ha spessore di diverse decine di metri.
La traccia di salita.
Martina sulle roccette. Ferrata facile ma da fare con i ramponi.
Usciti dalle roccette.
Cari freerider, ricordarsi bene di quel mostro laggiù dopo le prime nevicate in Marmolada!
Sbuchiamo sulla Schena del Mul.
Ecco la vera sfida di Punta Penia! Provate voi a fare i vostri bisogni a meno 5 con il vento che vi accarezza dove preferireste non accarezzasse. Un vantaggio c'è, se avete un intestino pigro provate a raggiungerlo in ciabatte e magari ad accennare ad un passo falso poco prima della porta... vedrete che poi, ammesso che riuscite a salvarvi, andrete belli "fluidi". Osservate bene le orme sulla neve, dovete arrivare fin li e sulla sinistra avete la Parete Sud di 1000 m.
Speriamo che la gettata di cemento sia ancorata bene.
Andare il bagno all'alba è una delle emozioni più grandi della gita.
Nessun problema per i cattivi odori. Il sistema di ventilazione è eccezionale: le correnti d'aria dalla parete sud risalgono per il buco del WC deumidificando all'istante il tutto. E se questo non bastasse delle tecnologiche prese d'aria presenti tra un'asse di legno e l'altra fanno si che si crei un potente flusso d'aria corroborante. Quando nevica l'attività di purificazione dell'aria è particolarmente efficace, talmente efficace che vien quasi voglia di sentire i cattivi odori
Alba dalla Regina delle Dolomiti. Il mattino purtroppo il cielo non è completamente azzurro ma poco male, è affascinante anche così e la visibilità ci permette di iniziare la discesa prima che la "grande massa" inizi a salire.
Sella e mare di nubi a Corvara dove era in corso la Maratona dles Dolomites.
Raggi di luce sul Catinaccio e ascia alla Shining (non fate arrabbiare il mitico Mauro)
Anche se siamo partiti presto sulle roccette incontriamo già le prime cordate. Marmolada super frequentata in questo periodo :shock:
E ritorno al Pian dei Fiacconi.
Ci fermiamo sulla rampa a fare "arresti su ghiacciaio con la piccozza". Dopo i primi tentativi un po' incerti c'avevamo preso gusto
Finiamo tutto giusto in tempo per evitare la fastidiosa umidità che cala sulla Marmolada dalle 11 in poi. Purtroppo anche la cima viene avvolta dalla nebbia, peccato per la tanta gente che quel giorno l'ha salita (guardate le foto, si vedono le colonne di alpinisti).
Una breve sosta da Guido e poi discesa poco etica con i bidoncini
Capanna Punta Penia
La parte sicuramente più affascinante è stata dormire in quota alla Capanna Punta Penia, eravamo i primi ospiti "notturni" della stagione. A parte gli arrampicatori che giungono in vetta stremati e sfiniti gli escursionisti non passano la notte su.
E' aperta da giugno a settembre e offre un pasto caldo, acqua, te e birra. E' gestita da Mauro persona simpaticissima e gentilissima, esperta di montagna, che da solo porta avanti per 4 mesi tutta la baracca dal piatto di spaghetti allo scongelare l'acqua, allo spaccare la legna per la stufa, al fornire consigli a turisti ed alpinisti e così via.
Criogenia:
Noi abbiamo potuto studiare la criogenia per tutta la notte.(da wikipedia) La criogenia è una branca della fisica che si occupa dello studio, della produzione e dell'utilizzo di temperature molto basse (sotto i -150 °C o 123 K) e del comportamento dei materiali in queste condizioni.
Il meteo è stato eccezionale (nel senso di lontano dalla norma) nel nostro weekend: due nevicate in due giorni a luglio non capitano spesso. La zona soggiorno della capanna con una stufa a legna e uno scaldino a gas ha toccato punte di 11 gradi. La zona notte, non riscaldata e staccata dalla zona giorno, secondo me di notte ha visto i 1-2 gradi. Si dorme con intimo, pile, piumino-giacca, coperta 1, coperta 2 e piumone. Ovviamente berrettino e calzini. Sotto le coperte dopo qualche minuto si sta bene
Capanna Punta Penia: la lamiera è una accogliente gabbia di Faraday in caso di fulmini (abbiamo rischiato di essere "elettrizzati" anche stavolta).
Mauro e la cucina.
Non c'è elettricità e le batterie sono caricate da un pannellino fotovoltaico. Quando va via la luce si va a dormire.
Mauro è talmente appassionato di montagna che è un piacere ascoltarlo.
A noi ha anche fatto un "clinic" di nodi (io non ho capito nulla ma Spino e Martino dovrebbero aver apprezzato).
Una volta Punta Penia era territorio Austriaco.
Il mattino con 10-20 cm di fresca. Il bagno è sullo sfondo, dietro lo schienale dell'ultima panchina.
Una bellissima esperienza.
Tornati a Passo Fedaia il sapore di un bagno normale, lavarsi mani e faccia con dell'acqua calda, una stanza a 20 gradi e un paio di scarpe morbide ai piedi hanno tutto un altor valore
Infinite grazie a Spino & Martina per organizzazione e intuizioni meteo!
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