Una settimana in Tonale a primavera, voglia di cazzeggio, sveglie permissive e rientri attardati che chiudono giornate di pappa divertente e serene birrette...
Poi mi chiama un vecchio amico, mi dice che si e' iscritto allo skiraid che si terra' pochi giorni dopo, e che ha bisogno di stare un po' in quota senza strafare in vista della gara; io penso che e' proprio l'occasione che aspettavo di andare a vedere una cosa che mi ha sempre affascinato e che dovrebbe stare di strada...andiamo a vedere l'ippopotamo!
Decidiamo quindi di salire nel pomeriggio sul ghiacciaio del Mandrone e pernottare al rifugio Caduti dell'Adamello e proseguire il giorno seguente per cresta croce seguendo in parte il percorso del raid fino al Pian di neve per poi attraversarlo verso passo Venezia e tornare giu' dal ghiacciaio del Pisgana.
sciamo giu' tra buchi e sassi fino al traverso che conduce alle nevi eterne
dietro di noi i passi Maroccaro e Presena, dal quale veniamo
la discesa dal profilo morenico al piede del ghiacciaio mi pare piu' lunga e ripida dell'ultima volta...
lasciata la terra alle spalle ora pelliamo sulla pancia del gigante
saliti dal piede cominciano i grandi spazi bianchi
e da sotto la spolverata di alcuni giorni prima affiorano i ghiacci perenni
verso il passo della Lobbia
verso il Corno Bianco
un passo prima che il panorama si apra verso il ghiacciaio della Lobbia e il Crozzon di Làres, ad accoglierci a 3000m e' il filo spinato....due metri di reticolato che si estende per tutta la sella fino alla Lobbia alta a sud e Dio solo sa dove averso nord; dopo cento anni dalla posa e' messo meglio del cancello di casa mia...
mi volto verso il Crozzon di Làres e il ghiacciaio della Lobbia ai suoi piedi
poi torno indietro per il breve traverso che mi separa dal rifugio Caduti dell'Adamello; ristrutturato nel 2005 offre birra alla spina, pasti abbondanti, un comodo pernotto e..
...panorami incredibili
che con il calare del sole ti costringono a stare li
per la paura di perderti un altra sciabolata di oro puro
o l'ultima velatura turchina
prima di una notte tersa
e di un mattino gelido
la sveglia e' rilassata, alle sette salutiamo Romano, l'ottimo padrone di casa che ci omaggia con della papaia essiccata appena scaricata dal frullino
(una vera porcheria) e dal passo della Lobbia prendiamo a sud verso cima Giovanni Paolo II
dopo poche inversioni sul nevaio est della cresta saliamo con bella neve facile
verso la croce dalla quale gettiamo un lungo sguardo
verso nord da dove veniamo
e verso sud dove andremo
la cresta rimane facile anche con poca neve fino al punto in cui un a grossa pietra rallenta il passaggio con un piacevole passo di terzo, inelegantemente schivato dagli organizzatori del raid con una passerella che giudico un po' troppo aerea (verra' rimossa dopo la gara naturalmente)
preferendo tenere le mani impegnate
sul solido granito
un ultimo passaggio oltre il quale si cela il vero obbiettivo della gita, almeno per me...
...e' l'ippopotamo! piu' ufficialmente 149 G dove 149 rappresenta il calibro e la G sta per ghisa!
3 tonnellate di ferraccio, trascinate fin qui dall'abitato di temu', pare per due volte a seguito di una valanga che travolse tutti durante la prima ascesa
vista la scarsita' di neve di quest'anno posso almeno documentare ogni particolare
notare il peso inciso sui mozzi
e la data di fabbricazione
a ovest ci aspettano curve di soddisfazione prima di attraversare il pian di neve verso passo Venezia
prima pero' prendo questa foto per alcuni amici di Pinzolo che da qui tengo letteralmente sotto tiro!
alcuni ululati di vera gioia e stiamo gia' pattinando sul piano guardando indietro verso le curve piu' belle della stagione
si ripella
uno sguardo verso nord dal centro di questo vasto mondo alieno
e di nuovo in dietro verso est
e finalmente siamo sotto il corno
dall'altra sponda del pian di neve che lambisce i ghiacciai del pisgana e del pisganino
Corno Bianco e Adamello dietro di noi e la traccia di salita al passo che torna dopo due giorni a puntare verso nord
dove il ghiacciaio pisgana ci accoglie
insieme algli organizzatori del raid che sistemano i casotti di emergenza lungo il percorso di gara
ancora belle curve insieme, un occhio ai due grossi crepi, quest'anno molto aperti e siamo sul piede del Pisgana
oltre il lago glaciale, gli uomini dell'adamello ski raid ci fanno cenno di fermarci...??
...a momenti mi schiaccia come un caco
tutt'altro trattamento ci riserva la val sozzine; la prima cascata e' roba da picca e ramponi poi si sguazza sempre piu' accaldati lasciando qualche pezzo di soletta ma stavolta senza preoccuparsi di cosa c'e' sopra le nostre teste...
il resto e' tanto portage e tanta, ma tanta birra
Poi mi chiama un vecchio amico, mi dice che si e' iscritto allo skiraid che si terra' pochi giorni dopo, e che ha bisogno di stare un po' in quota senza strafare in vista della gara; io penso che e' proprio l'occasione che aspettavo di andare a vedere una cosa che mi ha sempre affascinato e che dovrebbe stare di strada...andiamo a vedere l'ippopotamo!
Decidiamo quindi di salire nel pomeriggio sul ghiacciaio del Mandrone e pernottare al rifugio Caduti dell'Adamello e proseguire il giorno seguente per cresta croce seguendo in parte il percorso del raid fino al Pian di neve per poi attraversarlo verso passo Venezia e tornare giu' dal ghiacciaio del Pisgana.
sciamo giu' tra buchi e sassi fino al traverso che conduce alle nevi eterne
dietro di noi i passi Maroccaro e Presena, dal quale veniamo
la discesa dal profilo morenico al piede del ghiacciaio mi pare piu' lunga e ripida dell'ultima volta...
lasciata la terra alle spalle ora pelliamo sulla pancia del gigante
saliti dal piede cominciano i grandi spazi bianchi
e da sotto la spolverata di alcuni giorni prima affiorano i ghiacci perenni
verso il passo della Lobbia
verso il Corno Bianco
un passo prima che il panorama si apra verso il ghiacciaio della Lobbia e il Crozzon di Làres, ad accoglierci a 3000m e' il filo spinato....due metri di reticolato che si estende per tutta la sella fino alla Lobbia alta a sud e Dio solo sa dove averso nord; dopo cento anni dalla posa e' messo meglio del cancello di casa mia...
mi volto verso il Crozzon di Làres e il ghiacciaio della Lobbia ai suoi piedi
poi torno indietro per il breve traverso che mi separa dal rifugio Caduti dell'Adamello; ristrutturato nel 2005 offre birra alla spina, pasti abbondanti, un comodo pernotto e..
...panorami incredibili
che con il calare del sole ti costringono a stare li
per la paura di perderti un altra sciabolata di oro puro
o l'ultima velatura turchina
prima di una notte tersa
e di un mattino gelido
la sveglia e' rilassata, alle sette salutiamo Romano, l'ottimo padrone di casa che ci omaggia con della papaia essiccata appena scaricata dal frullino
(una vera porcheria) e dal passo della Lobbia prendiamo a sud verso cima Giovanni Paolo II
dopo poche inversioni sul nevaio est della cresta saliamo con bella neve facile
verso la croce dalla quale gettiamo un lungo sguardo
verso nord da dove veniamo
e verso sud dove andremo
la cresta rimane facile anche con poca neve fino al punto in cui un a grossa pietra rallenta il passaggio con un piacevole passo di terzo, inelegantemente schivato dagli organizzatori del raid con una passerella che giudico un po' troppo aerea (verra' rimossa dopo la gara naturalmente)
preferendo tenere le mani impegnate
sul solido granito
un ultimo passaggio oltre il quale si cela il vero obbiettivo della gita, almeno per me...
...e' l'ippopotamo! piu' ufficialmente 149 G dove 149 rappresenta il calibro e la G sta per ghisa!
3 tonnellate di ferraccio, trascinate fin qui dall'abitato di temu', pare per due volte a seguito di una valanga che travolse tutti durante la prima ascesa
vista la scarsita' di neve di quest'anno posso almeno documentare ogni particolare
notare il peso inciso sui mozzi
e la data di fabbricazione
a ovest ci aspettano curve di soddisfazione prima di attraversare il pian di neve verso passo Venezia
prima pero' prendo questa foto per alcuni amici di Pinzolo che da qui tengo letteralmente sotto tiro!
alcuni ululati di vera gioia e stiamo gia' pattinando sul piano guardando indietro verso le curve piu' belle della stagione
si ripella
uno sguardo verso nord dal centro di questo vasto mondo alieno
e di nuovo in dietro verso est
e finalmente siamo sotto il corno
dall'altra sponda del pian di neve che lambisce i ghiacciai del pisgana e del pisganino
Corno Bianco e Adamello dietro di noi e la traccia di salita al passo che torna dopo due giorni a puntare verso nord
dove il ghiacciaio pisgana ci accoglie
insieme algli organizzatori del raid che sistemano i casotti di emergenza lungo il percorso di gara
ancora belle curve insieme, un occhio ai due grossi crepi, quest'anno molto aperti e siamo sul piede del Pisgana
oltre il lago glaciale, gli uomini dell'adamello ski raid ci fanno cenno di fermarci...??
...a momenti mi schiaccia come un caco
tutt'altro trattamento ci riserva la val sozzine; la prima cascata e' roba da picca e ramponi poi si sguazza sempre piu' accaldati lasciando qualche pezzo di soletta ma stavolta senza preoccuparsi di cosa c'e' sopra le nostre teste...
il resto e' tanto portage e tanta, ma tanta birra