"Oggi i pianeti si sono allineati per noi" cit.
Prologo
Arriviamo a Campo di Giove nel tardo pomeriggio del 16. Io e mio cugino. Facciamo una super*****la gigante al parentame vario che ci sconsiglia di andare perchè sono previste nevicate intense e partiamo. Siamo decisi: andiamo a farci una bella sciata infrasettimanale.
Il piano prevede di dormire a casa nostra a Campo di Giove, il posto che frequentiamo da quando siamo bambini, ed il giorno dopo sciare a Roccaraso, distante una mezz'ora di macchina, forse qualcosa in più. Convinti che gli impianti di Campo di Giove, esattamente dall'altra parte della strada, non apriranno in mezzo alla settimana.
Dopo una mangiata pazzesca condita da grappa e genziana e quattro chiacchere con i locali sulla situazione di decadenza turistica del paese, andiamo a dormire.
Commettiamo un errore però: lasciamo il termosifone della nostra stanza acceso. L'aria nella nostra stanza fa presto a seccarsi, tant'è che alle 4:30 del mattino ci svegliamo senza riuscire a prendere sonno se non dopo un paio d'ore, dopo aver capito di dover spegnere il riscaldamento...
L'allineamento dei pianeti
Dopo una notte insonne, non sentiamo la sveglia. Apro gli occhi con il telefono che strilla da almeno 45 minuti: le prime parole della giornata sono riferite all'anatomia umana maschile e ai prodotti di scarto del corpo umano...Siamo in ritardo per lo sci e la cosa non mi piace.
Usciamo di casa in fretta e furia. Arriviamo alla macchina che è parcheggiata proprio sotto gli impianti: sono le 8:30 e la seggiovia non è in funzione. Non c'è segno di anima viva. Non apriranno, penso.
Mentre stiamo per salire in macchina alla volta di Roccaraso il mio compagno di avventure si accorge di non trovare il suo cappello e decide di dover tornare a cercarlo a casa. Torna dopo 5 minuti a mani vuote.
Pronti finalmente a salire in macchina, ecco che arriva una jeep con a bordo 4 persone che hanno tutta l'aria di lavorare agli impianti. Gli chiedo urlando da lontano: "Aprite?!", la risposta è vaga come solo da queste parti a volte riesce ad essere: "Non lo so, devi chiedere al capo". Mi precipito tra la neve abbondante che ricopre le scale che portano al piazzale antistante gli impianti e vedo quello che sembra essere il capo intento con altri due a mettere le mani su un gatto delle nevi. Gli ripeto la fatidica domanda:
"Oggi aprite?!"
"Eh, un oretta, un oretta e mezza. Il tempo di liberare dalla neve la seggiovia" Risponde lui.
"Siete sicuri?" Faccio io. Non volendo rischiare la giornata di sci.
"Eh si. Quanti ne siete?". Chiede lui.
"Due" Rispondo a testa bassa. "Mi dispiace".
"Eh vabbè". Fa lui alzando le spalle, quasi percependo l'eccitazione che comincia a pervadermi.
Mi riprecipito alla macchina, giusto per raccogliere il benestare del cugino maggiore, che acconsente a pieno. Vede anche lui all'orizzonte il profilarsi di una giornata memorabile. Torno di corsa dal direttore e gli confermo che rimarremo li. Che non tradiremo la nostra amata Campo di Giove per una più ricca ma troppo chic Roccaraso. Preferiamo il fascino per pochi noi; siamo ragazzi semplici e di sostanza.
Ci infiliamo gli scarponi. Io molto a fatica dopo averli lasciati una notte in macchina. Prendiamo gli sci e risaliamo sul piazzale degli impianti. Qui dobbiamo aspettare che puliscano la partenza della seggiovia dalla neve caduta nella notte. Aspettare che arrivi l'addetto all'arrivo della seggiovia. Aspettare un po' insomma. Nel frattempo succedono un po' di imprevisti che continuano a rallentare il tutto. La voglia di scendere su quelle piste che hanno 20 cm di neve fresca ormai è incontenibile ma conosciamo il posto e capiamo subito che oggi non c'è spazio per la fretta.
Visto il ritardo nel liberare la seggiovia, il direttore sale sulla motoslitta, ci da in mano una corda attaccata ad essa e ci traina su per la pista. Facciamo la prima discesa: poesia pura! Siamo solo noi. Solo nostre le tracce lasciate su questa neve leggerissima. Godo. Non ci sono altre parole.
Arriviamo giù. Dopo poco la seggiovia parte per portarci in cima alla pista "capre". Neve fresca ovunque. Per quasi un ora sciamo completamente da soli. Arriva Bruno da Sulmona, con il quale facciamo amicizia. Stava per salire con le pelli convinto anche lui che fosse tutto chiuso. Lo convinciamo a desistere ed unirsi a noi.
Alla fine della giornata, si registra sulle piste un picco massimo di 6 persone: noi tre, una coppia padre figlio ed un uomo di 70 anni con snowboard.
Passiamo la giornata tra pista e bordopista, senza capire spesso quale sia il confine.
A pranzo impianti fermi per pranzare tutti insieme: addetti e clienti.
Finalmente riesco a provare a pieno i miei Nordica Enforcer che si rivelano una bomba!
Il resto lo lascio alle foto che già mi sono dilungato abbastanza. Io sono quello con la giacca blu.
"Oggi i pianeti si sono allineati per noi" qualcuno ha ripetuto per tutto il giorno.
Il cerchio si chiude
Il cappello perso alla fine è stato ritrovato al ristorante della sera prima. Anche a lui dobbiamo questa giornata magnifica.
MICA
P.S.
A breve cercherò di montare un filmato della giornata.
Prologo
Arriviamo a Campo di Giove nel tardo pomeriggio del 16. Io e mio cugino. Facciamo una super*****la gigante al parentame vario che ci sconsiglia di andare perchè sono previste nevicate intense e partiamo. Siamo decisi: andiamo a farci una bella sciata infrasettimanale.
Il piano prevede di dormire a casa nostra a Campo di Giove, il posto che frequentiamo da quando siamo bambini, ed il giorno dopo sciare a Roccaraso, distante una mezz'ora di macchina, forse qualcosa in più. Convinti che gli impianti di Campo di Giove, esattamente dall'altra parte della strada, non apriranno in mezzo alla settimana.
Dopo una mangiata pazzesca condita da grappa e genziana e quattro chiacchere con i locali sulla situazione di decadenza turistica del paese, andiamo a dormire.
Commettiamo un errore però: lasciamo il termosifone della nostra stanza acceso. L'aria nella nostra stanza fa presto a seccarsi, tant'è che alle 4:30 del mattino ci svegliamo senza riuscire a prendere sonno se non dopo un paio d'ore, dopo aver capito di dover spegnere il riscaldamento...
L'allineamento dei pianeti
Dopo una notte insonne, non sentiamo la sveglia. Apro gli occhi con il telefono che strilla da almeno 45 minuti: le prime parole della giornata sono riferite all'anatomia umana maschile e ai prodotti di scarto del corpo umano...Siamo in ritardo per lo sci e la cosa non mi piace.
Usciamo di casa in fretta e furia. Arriviamo alla macchina che è parcheggiata proprio sotto gli impianti: sono le 8:30 e la seggiovia non è in funzione. Non c'è segno di anima viva. Non apriranno, penso.
Mentre stiamo per salire in macchina alla volta di Roccaraso il mio compagno di avventure si accorge di non trovare il suo cappello e decide di dover tornare a cercarlo a casa. Torna dopo 5 minuti a mani vuote.
Pronti finalmente a salire in macchina, ecco che arriva una jeep con a bordo 4 persone che hanno tutta l'aria di lavorare agli impianti. Gli chiedo urlando da lontano: "Aprite?!", la risposta è vaga come solo da queste parti a volte riesce ad essere: "Non lo so, devi chiedere al capo". Mi precipito tra la neve abbondante che ricopre le scale che portano al piazzale antistante gli impianti e vedo quello che sembra essere il capo intento con altri due a mettere le mani su un gatto delle nevi. Gli ripeto la fatidica domanda:
"Oggi aprite?!"
"Eh, un oretta, un oretta e mezza. Il tempo di liberare dalla neve la seggiovia" Risponde lui.
"Siete sicuri?" Faccio io. Non volendo rischiare la giornata di sci.
"Eh si. Quanti ne siete?". Chiede lui.
"Due" Rispondo a testa bassa. "Mi dispiace".
"Eh vabbè". Fa lui alzando le spalle, quasi percependo l'eccitazione che comincia a pervadermi.
Mi riprecipito alla macchina, giusto per raccogliere il benestare del cugino maggiore, che acconsente a pieno. Vede anche lui all'orizzonte il profilarsi di una giornata memorabile. Torno di corsa dal direttore e gli confermo che rimarremo li. Che non tradiremo la nostra amata Campo di Giove per una più ricca ma troppo chic Roccaraso. Preferiamo il fascino per pochi noi; siamo ragazzi semplici e di sostanza.
Ci infiliamo gli scarponi. Io molto a fatica dopo averli lasciati una notte in macchina. Prendiamo gli sci e risaliamo sul piazzale degli impianti. Qui dobbiamo aspettare che puliscano la partenza della seggiovia dalla neve caduta nella notte. Aspettare che arrivi l'addetto all'arrivo della seggiovia. Aspettare un po' insomma. Nel frattempo succedono un po' di imprevisti che continuano a rallentare il tutto. La voglia di scendere su quelle piste che hanno 20 cm di neve fresca ormai è incontenibile ma conosciamo il posto e capiamo subito che oggi non c'è spazio per la fretta.
Visto il ritardo nel liberare la seggiovia, il direttore sale sulla motoslitta, ci da in mano una corda attaccata ad essa e ci traina su per la pista. Facciamo la prima discesa: poesia pura! Siamo solo noi. Solo nostre le tracce lasciate su questa neve leggerissima. Godo. Non ci sono altre parole.
Arriviamo giù. Dopo poco la seggiovia parte per portarci in cima alla pista "capre". Neve fresca ovunque. Per quasi un ora sciamo completamente da soli. Arriva Bruno da Sulmona, con il quale facciamo amicizia. Stava per salire con le pelli convinto anche lui che fosse tutto chiuso. Lo convinciamo a desistere ed unirsi a noi.
Alla fine della giornata, si registra sulle piste un picco massimo di 6 persone: noi tre, una coppia padre figlio ed un uomo di 70 anni con snowboard.
Passiamo la giornata tra pista e bordopista, senza capire spesso quale sia il confine.
A pranzo impianti fermi per pranzare tutti insieme: addetti e clienti.
Finalmente riesco a provare a pieno i miei Nordica Enforcer che si rivelano una bomba!
Il resto lo lascio alle foto che già mi sono dilungato abbastanza. Io sono quello con la giacca blu.
"Oggi i pianeti si sono allineati per noi" qualcuno ha ripetuto per tutto il giorno.
Il cerchio si chiude
Il cappello perso alla fine è stato ritrovato al ristorante della sera prima. Anche a lui dobbiamo questa giornata magnifica.
MICA
P.S.
A breve cercherò di montare un filmato della giornata.