Una serie di arzigogoli organizzativi sul fine settimana per far convivere famiglia e montagna mi portano a organizzare un po' all'ultimo con il prode cocojambo un'uscita mattutina sulle primissime prealpi che fanno da contorno alla pedemontana friulana.
E in effetti la stessa mattina il cielo appare terso, sarebbe un grave peccato non sfruttarla per un giretto sui monti. L'idea del Brancottino comodo comodo proposta dal compare non mi pare malaccio, anche se subito - guardando la carta - mi sembra che l'esito definitivo della scelta debba portarsi sull'ottima traversata da Braulins a Interneppo. Modifica approvata in pochi secondi, i pochi minuti che poi si perderanno a disporre le due macchine sono veramente ben ripagati dal piacere di traversare così lungamente sui crestoni sommitali.
Tempo di arrivare al ritrovo e siamo già al bar in compagnia, come da copione.
Poco male, ancora un attimo di preparazione psicologica e dopo aver disposto l'auto ad Interneppo partiamo con abile scorciatoia nei pressi di una galleria affacciata sul letto del Tagliamento. Ottima idea del mio socio, per risparmiare qualche metro pianeggiante a inizio percorso ora partiamo subito (alla considerevole quota di 200 metri) con una ripida serpentina nel bosco rado che ci prepara simpaticamente a quello che viene dopo. Fortuna che dura poco, e in pochi minuti riprendiamo il segnavia 837 proveniente da Braulins quando questo si dilunga verso nord per compiere l'unico tornante dell'ascesa.
Di qui non si scherza più di tanto e, passate incoraggianti indicazioni per la cima del Brancot, il sentiero sempre largo punta in maniera decisa verso l'alto con poco spazio per rifiatare. Fortuna che fa caldo ma non caldissimo, e tira una lieve aria a darci sostegno. Niente comunque ci impedisce di passare alla salita in t-shirt nonostante si cammini nel bosco, e sicuramente non ce lo impedisce l'amabile esposizione sud-est di questo tratto.
Prime colorate indicazioni
Il greto del Tagliamento appena presa un po' di quota sopra Braulins
Altre indicazioni a un bivio
Gemona del Friuli, 40 anni e un giorno dopo. Dietro il Chiampon e il Cuarnan.
La Forchia del Brancot compare dal nulla non appena la vegetazione si dirada un pelo. Non è però un luogo degno di nota perchè ormai ripreso dal bosco, meglio quindi puntare dritti per dritti alla vetta del M. Brancot, che si raggiunge da qui in circa venti minuti sempre più erti e finalmente prativi nell'ultimo tratto.
Cocojambo in uscita sui prati sommitali
Punti di vista sul ponte autostradale del Tagliamento, sulla sinistra Osoppo e il suo colle fortificato
Franklyn osserva dei possibili nemici, che però non lo vogliono vivo
La piccola croce compare poco in alto, circondati da una visuale amplissima il cui punto di forza rimane comunque la visuale sul caratteristico ed enorme bacino fluviale del Tagliamento, dipinto dell'azzurro delle sue acque primaverili.
A dirla tutta per alcuni minuti l'essere circondati da una decina di grifoni cattura sempre l'attenzione e l'impulso fotografico di ognuno, seppure chi frequenta queste montagne ne sia abbastanza abituato per la vicinanza del Parco Naturale del Cornino dove risiedono. Purtroppo senza batteria della macchina fotografica (rimasta nel caricatore) sono obbligato a provarci con il cellulare, ma senza uno zoom ottico si fa quel che si può.
I grifoni sulle nostre teste
Grifoni
Grifoni e M. Chiampon
Franklyn sul M. Brancot
In vetta!
Verso NW un'ampia porzione delle prealpi carniche, nella quale si distinguono il M. Valcalda, il M. Verzegnis e diversi altri
La pedemontana friulana contrasta con l'azzurro del fiume e dei suoi canali
Senza l'umidità sarebbe ancor meglio, ma anche così non è malaccio
Sul Brancot pascoliamo per diversi minuti e scambiamo qualche parola con una coppia di circa-skyrunner dotati di tre cani al seguito. Dopo qualche iniziale diverbio, anche Franklyn decide di accettarli sulla cima seppur con qualche riserva.
Ripartiamo un attimo dopo di loro e proseguiamo la nostra cavalcata di cresta verso il Monta Palantavins, anch'esso di poco superiore alla considerevole quota di mille metri. I versanti comunque paiono decisamente scoscesi e questo conferisce tono al percorso, rendendolo più remunerativo di quanto sembrerebbe.
Questa seconda cima, fornita di cupolotto di pietre e libro di vetta, è la più alta e ora regala begli scorci anche a Nord, dove compaiono le montagne carniche, l'Amariana e laggiù il blu del Lago dei Tre Comuni.
Dal M. Brancot il sentiero continua tornando nella vegetazione
Diretti verso il M. Lavara, laggiù in fondo
Cima del M. Palantavins, dietro il gruppo del Plauris
Laggiù il Lago dei Tre Comuni, o Lago di Cavazzo, con tanto di viadotto che ne rovina un po' l'ultimo pezzettino
E' su questo tratto verso gli ultimi cupolotti - i Tre Corni - che, dopo un passaggio appena sotto cresta sul lato nordorientale un pelo meno comodo e tranquillo, decidiamo di ingaggiare la nostra lotta contro i depositatori di segnaletica da trail che non passano a ripulire. La tasca dello zaino di cocojambo raccoglierà una cinquantina di ricordini lasciati dallo scorso anno e mai tolti, nel loro classico bicromatismo bianco e rosso che solo ricorda quello della segnaletica CAI.
Il sentiero, potremmo dire il "nostro" sentiero visto che è di competenza della nostra sezione del CAI di Gemona, è un patrimonio che ospita queste manifestazioni (o gare che dir si voglia). Perdipiù viene manutenuto da una sezione verso la quale evidentemente si è nutrito poco rispetto, nonostante abbia anche acconsentito ad ospitare la manifestazione.
Mi spiace per quelle fettucce rimaste ancora su perchè incontrate prima della decisione di raccoglierle. Qualcuno completerà il lavoro, ora che il problema è stato portato alla luce.
Vista dal cucuzzolo dei Tre Corni. Sullo sfondo le ancora innevate cime del M. Cogliàns, purtroppo davanti si nota la prima fettuccia che toglieremo.
Guardando la Carnia
Sguardo verso Sud, indietro. Si vede la cima del M. Brancot e ancora il greto del Tagliamento.
Da qui si scende. Non prima di aver superato una considerevole contropendenza verso la quota 939 del M. Naruvint, resa più agile dalla particolarità del sentiero, comodo ma decisamente su cresta in questo tratto. E' ora però di tornare ad essere inghiottiti dal bosco, alternando tratti più pianeggianti a tratti molto pendenti. Il sentiero è sempre ottimo e la discesa rapida, e un cartello ben visibile ci invita a non renderla ancora più rapida.
Optiamo per rispettare le sue volontà e con piacevole parte finale veniamo sputati dal bosco a un minuto dall'auto, presso una costruzione ristrutturata e un piccolo rio, a poca distanza dall'abitato di Interneppo.
Franklyn sulle crestine del M. Naruvint
Ancora belle visuali indietro
Franklyn passeggia sulle ultime erbe del M. Naruvint prima di tuffarsi nella discesa
Attenzione!
Giusto il tempo di concederci una (!) birretta e un (!) grissino col crudo e siamo pronti per tornare alle nostre faccende.
Giro da 4 orette tutto compreso, anche le non brevissime soste e la pulizia del sentiero fatta nella seconda metà.
Percorso intermente da considerarsi E però con tratti piuttosto ripidi che ne consigliano - viste le quote - la percorrenza da Ottobre a Maggio, evitando i mesi estivi.
E in effetti la stessa mattina il cielo appare terso, sarebbe un grave peccato non sfruttarla per un giretto sui monti. L'idea del Brancottino comodo comodo proposta dal compare non mi pare malaccio, anche se subito - guardando la carta - mi sembra che l'esito definitivo della scelta debba portarsi sull'ottima traversata da Braulins a Interneppo. Modifica approvata in pochi secondi, i pochi minuti che poi si perderanno a disporre le due macchine sono veramente ben ripagati dal piacere di traversare così lungamente sui crestoni sommitali.
Tempo di arrivare al ritrovo e siamo già al bar in compagnia, come da copione.
Poco male, ancora un attimo di preparazione psicologica e dopo aver disposto l'auto ad Interneppo partiamo con abile scorciatoia nei pressi di una galleria affacciata sul letto del Tagliamento. Ottima idea del mio socio, per risparmiare qualche metro pianeggiante a inizio percorso ora partiamo subito (alla considerevole quota di 200 metri) con una ripida serpentina nel bosco rado che ci prepara simpaticamente a quello che viene dopo. Fortuna che dura poco, e in pochi minuti riprendiamo il segnavia 837 proveniente da Braulins quando questo si dilunga verso nord per compiere l'unico tornante dell'ascesa.
Di qui non si scherza più di tanto e, passate incoraggianti indicazioni per la cima del Brancot, il sentiero sempre largo punta in maniera decisa verso l'alto con poco spazio per rifiatare. Fortuna che fa caldo ma non caldissimo, e tira una lieve aria a darci sostegno. Niente comunque ci impedisce di passare alla salita in t-shirt nonostante si cammini nel bosco, e sicuramente non ce lo impedisce l'amabile esposizione sud-est di questo tratto.
Prime colorate indicazioni
Il greto del Tagliamento appena presa un po' di quota sopra Braulins
Altre indicazioni a un bivio
Gemona del Friuli, 40 anni e un giorno dopo. Dietro il Chiampon e il Cuarnan.
La Forchia del Brancot compare dal nulla non appena la vegetazione si dirada un pelo. Non è però un luogo degno di nota perchè ormai ripreso dal bosco, meglio quindi puntare dritti per dritti alla vetta del M. Brancot, che si raggiunge da qui in circa venti minuti sempre più erti e finalmente prativi nell'ultimo tratto.
Cocojambo in uscita sui prati sommitali
Punti di vista sul ponte autostradale del Tagliamento, sulla sinistra Osoppo e il suo colle fortificato
Franklyn osserva dei possibili nemici, che però non lo vogliono vivo
La piccola croce compare poco in alto, circondati da una visuale amplissima il cui punto di forza rimane comunque la visuale sul caratteristico ed enorme bacino fluviale del Tagliamento, dipinto dell'azzurro delle sue acque primaverili.
A dirla tutta per alcuni minuti l'essere circondati da una decina di grifoni cattura sempre l'attenzione e l'impulso fotografico di ognuno, seppure chi frequenta queste montagne ne sia abbastanza abituato per la vicinanza del Parco Naturale del Cornino dove risiedono. Purtroppo senza batteria della macchina fotografica (rimasta nel caricatore) sono obbligato a provarci con il cellulare, ma senza uno zoom ottico si fa quel che si può.
I grifoni sulle nostre teste
Grifoni
Grifoni e M. Chiampon
Franklyn sul M. Brancot
In vetta!
Verso NW un'ampia porzione delle prealpi carniche, nella quale si distinguono il M. Valcalda, il M. Verzegnis e diversi altri
La pedemontana friulana contrasta con l'azzurro del fiume e dei suoi canali
Senza l'umidità sarebbe ancor meglio, ma anche così non è malaccio
Sul Brancot pascoliamo per diversi minuti e scambiamo qualche parola con una coppia di circa-skyrunner dotati di tre cani al seguito. Dopo qualche iniziale diverbio, anche Franklyn decide di accettarli sulla cima seppur con qualche riserva.
Ripartiamo un attimo dopo di loro e proseguiamo la nostra cavalcata di cresta verso il Monta Palantavins, anch'esso di poco superiore alla considerevole quota di mille metri. I versanti comunque paiono decisamente scoscesi e questo conferisce tono al percorso, rendendolo più remunerativo di quanto sembrerebbe.
Questa seconda cima, fornita di cupolotto di pietre e libro di vetta, è la più alta e ora regala begli scorci anche a Nord, dove compaiono le montagne carniche, l'Amariana e laggiù il blu del Lago dei Tre Comuni.
Dal M. Brancot il sentiero continua tornando nella vegetazione
Diretti verso il M. Lavara, laggiù in fondo
Cima del M. Palantavins, dietro il gruppo del Plauris
Laggiù il Lago dei Tre Comuni, o Lago di Cavazzo, con tanto di viadotto che ne rovina un po' l'ultimo pezzettino
E' su questo tratto verso gli ultimi cupolotti - i Tre Corni - che, dopo un passaggio appena sotto cresta sul lato nordorientale un pelo meno comodo e tranquillo, decidiamo di ingaggiare la nostra lotta contro i depositatori di segnaletica da trail che non passano a ripulire. La tasca dello zaino di cocojambo raccoglierà una cinquantina di ricordini lasciati dallo scorso anno e mai tolti, nel loro classico bicromatismo bianco e rosso che solo ricorda quello della segnaletica CAI.
Il sentiero, potremmo dire il "nostro" sentiero visto che è di competenza della nostra sezione del CAI di Gemona, è un patrimonio che ospita queste manifestazioni (o gare che dir si voglia). Perdipiù viene manutenuto da una sezione verso la quale evidentemente si è nutrito poco rispetto, nonostante abbia anche acconsentito ad ospitare la manifestazione.
Mi spiace per quelle fettucce rimaste ancora su perchè incontrate prima della decisione di raccoglierle. Qualcuno completerà il lavoro, ora che il problema è stato portato alla luce.
Vista dal cucuzzolo dei Tre Corni. Sullo sfondo le ancora innevate cime del M. Cogliàns, purtroppo davanti si nota la prima fettuccia che toglieremo.
Guardando la Carnia
Sguardo verso Sud, indietro. Si vede la cima del M. Brancot e ancora il greto del Tagliamento.
Da qui si scende. Non prima di aver superato una considerevole contropendenza verso la quota 939 del M. Naruvint, resa più agile dalla particolarità del sentiero, comodo ma decisamente su cresta in questo tratto. E' ora però di tornare ad essere inghiottiti dal bosco, alternando tratti più pianeggianti a tratti molto pendenti. Il sentiero è sempre ottimo e la discesa rapida, e un cartello ben visibile ci invita a non renderla ancora più rapida.
Optiamo per rispettare le sue volontà e con piacevole parte finale veniamo sputati dal bosco a un minuto dall'auto, presso una costruzione ristrutturata e un piccolo rio, a poca distanza dall'abitato di Interneppo.
Franklyn sulle crestine del M. Naruvint
Ancora belle visuali indietro
Franklyn passeggia sulle ultime erbe del M. Naruvint prima di tuffarsi nella discesa
Attenzione!
Giusto il tempo di concederci una (!) birretta e un (!) grissino col crudo e siamo pronti per tornare alle nostre faccende.
Giro da 4 orette tutto compreso, anche le non brevissime soste e la pulizia del sentiero fatta nella seconda metà.
Percorso intermente da considerarsi E però con tratti piuttosto ripidi che ne consigliano - viste le quote - la percorrenza da Ottobre a Maggio, evitando i mesi estivi.
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