Quelle ritratte io le chiamo "piste alla piemontese". Sono quelle tracciate su fondo naturale così com'è, una specie che, soprattutto nei comprensori grandi, è in via d'estinzione. Penso ad esempio alla maggior parte delle piste del Tonale, di Campiglio, o della Sellaronda, com'erano 15 anni fa e come sono adesso: prive della minima irregolarità del fondo, spianate e livellate a suon di ruspe e metri cubi di terra.
Se al giorno d'oggi nelle grandi stazioni dell'est piste come in foto se ne trovano 2 su 10 (sopravvivono solo o quasi nelle piccole località), ad ovest, anche nei comprensori maggiori, la situazione è capovolta. Sciare su tracciati del genere, per me, è enormemente più divertente che su una pista a cui sono state amputate contropendenze, dossi, concavità.
Per dirla alla Marcol: "sciare su quei dossi sono sensazioni che i collinosi non possono neanche immaginare!!!"