ste1258
Well-known member
Tutti, qui dentro, avranno visto almeno una volta questa inquadratura:
Io la vedo, dal vivo e non, da più di 20 anni, eppure finora non m'era mai venuta l'ispirazione di salire l'invitante piramide che abbraccia buona parte degli impianti del Tonale. L'altro giorno, cercando una meta che occupasse l'ultima mezza giornata prima di rientrare dalle ferie montane più infami degli ultimi anni, ho avuto l'ispirazione di cui sopra, e quindi eccoci all'assalto del versante est della Cima Cadì, partendo da circa metà Valbiolo.
La mattinata è autunnale, vento forte, nubi veloci, velature negli strati più alti, neve fresca sopra i 2800 m:
Svoltato l'angolo, il Pisgana, il maggior ghiacciaio della val Camonica, fa bella mostra di sè in tutto il suo candore:
La lingua terminale del ghiacciaio, da tempo separata dal corpo principale:
In fondo, dietro la Cima Venerocolo, fa capolino Sua Maestà l'Adamello:
Il Presena, abbondantemente telonato e innevato:
Veduta panoramica del Passo mentre si sale:
Alpe Alta, Vittoria e Scoiattolo in un'interessante prospettiva impiantistica:
... o pensavate che il Re delle funivie non vi mettesse neanche una foto del genere?
Il vicino Monte Tonale Orientale è cosparso di crateri d'artiglieria, visibili ora come 100 anni fa:
La vetta s'avvicina:
Verso nord, un candido San Matteo spunta dietro il passo dei Contrabbandieri:
Tutta la parte alta della cima è trincerata, un susseguirsi di muretti, fili spinati, reti, resti di baracche, crateri di bombe. Se oggi la vetta segna il confine tra Lombardia e Trentino, la stessa, sempre 100 anni fa esatti, separava Italia e Austria:
Storia e modernità...
Eccoci in vetta, 2606 mslm:
Vista verso la val Camonica con il Monte Serodine e la pista Bleis in primo piano:
Le Orobie, oggi stranamente quasi sgombre dalle nuvole che invece abbondano altrove:
L'inconfondibile mole del Legnone a fine Valtellina, davanti un'omonima Cima Cadì presso il Mortirolo:
Gruppo di Pietra Rossa dalle parti del Gavia, guardando a nord-ovest:
Il massiccio Corno Baitone nel gruppo dell'Adamello:
Una bella zoomata sul Tonale e le sue costruzioni che spaziano dalla casetta in stile alpino al grattacielo modello Quarto Oggiaro:
E per finire la Regina Presanella, in veste novembrina:
La Cadì costituisce, come il vicino Serodine, un raro esempio in zona di montagna calcarea. A sud i graniti dell'Adamello, a nord gli scisti del Cevedale. Da queste viste panoramiche di dubbia qualità (ma il cellulare fa quel che può) si può apprezzare la diversità tra gli ambienti adamellini a meridione, grigi e aspri, e i rilievi più dolci a settentrione, formati da rocce ferrose più friabili:
Con 2 giorni e mezzo di bel tempo su 9, come scrivevo di là, non si può pretendere di tornare a casa con chissà quale bagaglio di escursioni, ma a volte anche le cose piccole sanno sorprendere. Per chi volesse imitarmi, il tracciato di salita, dalla strada di Valbiolo, si completa in un'oretta e non presenta difficoltà particolari se non quella di non avere segnavia. Nella seconda metà, lungo la cresta, il sentiero è ben visibile, ma nel primo tratto (possibili 2 opzioni) può capitare di perdersi fra tracce fasulle e vecchie strade di servizio che non portano da nessuna parte.

Io la vedo, dal vivo e non, da più di 20 anni, eppure finora non m'era mai venuta l'ispirazione di salire l'invitante piramide che abbraccia buona parte degli impianti del Tonale. L'altro giorno, cercando una meta che occupasse l'ultima mezza giornata prima di rientrare dalle ferie montane più infami degli ultimi anni, ho avuto l'ispirazione di cui sopra, e quindi eccoci all'assalto del versante est della Cima Cadì, partendo da circa metà Valbiolo.
La mattinata è autunnale, vento forte, nubi veloci, velature negli strati più alti, neve fresca sopra i 2800 m:

Svoltato l'angolo, il Pisgana, il maggior ghiacciaio della val Camonica, fa bella mostra di sè in tutto il suo candore:

La lingua terminale del ghiacciaio, da tempo separata dal corpo principale:

In fondo, dietro la Cima Venerocolo, fa capolino Sua Maestà l'Adamello:

Il Presena, abbondantemente telonato e innevato:

Veduta panoramica del Passo mentre si sale:

Alpe Alta, Vittoria e Scoiattolo in un'interessante prospettiva impiantistica:

... o pensavate che il Re delle funivie non vi mettesse neanche una foto del genere?
Il vicino Monte Tonale Orientale è cosparso di crateri d'artiglieria, visibili ora come 100 anni fa:

La vetta s'avvicina:

Verso nord, un candido San Matteo spunta dietro il passo dei Contrabbandieri:

Tutta la parte alta della cima è trincerata, un susseguirsi di muretti, fili spinati, reti, resti di baracche, crateri di bombe. Se oggi la vetta segna il confine tra Lombardia e Trentino, la stessa, sempre 100 anni fa esatti, separava Italia e Austria:


Storia e modernità...

Eccoci in vetta, 2606 mslm:

Vista verso la val Camonica con il Monte Serodine e la pista Bleis in primo piano:

Le Orobie, oggi stranamente quasi sgombre dalle nuvole che invece abbondano altrove:

L'inconfondibile mole del Legnone a fine Valtellina, davanti un'omonima Cima Cadì presso il Mortirolo:

Gruppo di Pietra Rossa dalle parti del Gavia, guardando a nord-ovest:

Il massiccio Corno Baitone nel gruppo dell'Adamello:

Una bella zoomata sul Tonale e le sue costruzioni che spaziano dalla casetta in stile alpino al grattacielo modello Quarto Oggiaro:

E per finire la Regina Presanella, in veste novembrina:

La Cadì costituisce, come il vicino Serodine, un raro esempio in zona di montagna calcarea. A sud i graniti dell'Adamello, a nord gli scisti del Cevedale. Da queste viste panoramiche di dubbia qualità (ma il cellulare fa quel che può) si può apprezzare la diversità tra gli ambienti adamellini a meridione, grigi e aspri, e i rilievi più dolci a settentrione, formati da rocce ferrose più friabili:


Con 2 giorni e mezzo di bel tempo su 9, come scrivevo di là, non si può pretendere di tornare a casa con chissà quale bagaglio di escursioni, ma a volte anche le cose piccole sanno sorprendere. Per chi volesse imitarmi, il tracciato di salita, dalla strada di Valbiolo, si completa in un'oretta e non presenta difficoltà particolari se non quella di non avere segnavia. Nella seconda metà, lungo la cresta, il sentiero è ben visibile, ma nel primo tratto (possibili 2 opzioni) può capitare di perdersi fra tracce fasulle e vecchie strade di servizio che non portano da nessuna parte.
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