Come sempre in questi casi, c'è chi si lancia in conclusioni affrettate e conseguenti accuse prima ancora che le indagini ufficiali possano iniziare.
Ora sono concluse:
http://www.lastampa.it/2014/08/16/e...na-valanga-MWMtAlvGpFT5ZtuKdW497I/pagina.html
A titolo personale: la stessa cosa è accaduta nel giugno del 2007, quando mio cognato, esperta guida alpina e gran conoscitore del Monte Bianco, è stato travolto da una valanga con 4 clienti sul Tacul.
Anche allora c'è stato chi si è immediatamente espresso da "perbenista", accusando indirettamente o direttamente mio cognato prima che qualsiasi indagine fosse terminata o addirittura iniziata.
Noi intanto eravamo a casa, in attesa di sapere se mio cognato, spinto dalla valanga in un crepaccio (poi chiuso da metri di neve), era ancora vivo oppure no.
Potete immaginare come ci sentivamo, mia moglie, i miei suoceri, mia cognata (che aveva appena saputo di essere incinta), i miei figli, io, nel leggere le emerite caz.zate scritte da gente che non solo era in grado di esprimere qualsivoglia parere perché non era sul posto, ma non aveva nemmeno conoscenze in ambito alpinistico. Sembrava di essere al Bar Sport di lunedì a sentire le allucinanti discussioni sulla partita della domenica da parte di pseudo sportivi da divano su uno sport che non sapevano nemmeno praticare.
Solo che era peggio.
Gli uomini del PGHM hanno cercato in tutti i modi di recuperare mio cognato (era ancora attaccato alla corda che sporgeva dalla neve), ma i metri di neve che lo separavano ed il maltempo li hanno dovuti far desistere.
Il corpo di mio cognato è ancora lassù, abbiamo dovuto fargli un funerale senza bara.
Le indagini non sono mai riuscite ad appurare se qualcuno fosse stato un colpevole. Mio suocero, assieme ad un esperto in fatto di valanghe, ha però analizzato le foto scattate dagli uomini del PGHM mentre erano in volo dall'elicottero: in cima alla montagna, dove si era staccata la valanga, c'erano tracce di sci che salivano diagonalmente. I due sopravvissuti alla valanga avevano raccontato di esser stati superati, mentre salivano, da due sci-escursionisti che salivano a passo spedito.
Oggi suo figlio (mio nipote) ha 6 anni e non ha mai conosciuto suo papà.
I miei suoceri non hanno mai superato il trauma di perdere un figlio e non lo supereranno mai.
Mia moglie, molto legata a suo fratello (avevano poco più di un anno di differenza), ogni volta che ricorre il suo compleanno o il giorno dell'incidente va in crisi.
E questo a 7 anni di distanza.
Con questa mia esperienza personale diretta CONSIGLIO di scrivere meno e pensare di più, in questi casi. O meglio ancora, non scrivere del tutto.
Grazie.
Dani