Simone Moro, winter expedition sul Nanga Parbat 2013-2014

rientrati!

http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=43495

[h=4]Verso le 20:00 circa (Pakistan time) tutti gli alpinisti hanno fatto ritorno al Campo 4 a 7.100m.[/h]

Ma sai... la discesa a campo 4 non è delle più temibili... l'importante era togliersi i primi 400-500m prima del buio!

Il problema è più domani dove devono portare giù anche i materiali nei simpaticissimi passaggi di ghiaccio tra C3 e C1...

Fortunatamente avranno diverse zone già attrezzate in queste settimane!
 
Extremely tired, Alex Txikon, Ali Sadpara, Simone Moro and Tamara Lunger have already reached C4 (7.200m). Feel obviously happy and satisfyed, but admit that today's work was "very hard and long"; that the summit-trapeze is "steeper than expected" and terrain was "really icy" on the last couloir. On the other hand, it was just extreme fatigue and early-morning-pukes what made Lunger desist not very far away from summit. Tomorrow will begin to descend at 10:00am.

Ecco le motivazioni della rinuncia di Tamara poco sotto la vetta: nausea e vomito di prima mattina l'hanno provata più del necessario in una giornata così lunga e faticosa. Bravissima lo stesso.
E speriamo presto di sentire i lunghi racconti in cadenza bergamasca in modo da avere dettagli maggiori sul tutto.
 
Beh ormai sui vari siti, Facebook compreso, sono girate le informazioni dell'arrivo al Base Camp, della festa, le prime parole dei protagonisti e le foto di vetta e delle linee seguite, con la massima chiarezza e trasparenza.
Effettivamente Sadpara ha seguito una via diversa evitando il canale di neve e ghiaccio finale, portando la bandiera del Pakistan in cima grazie - va detto - alla seconda tuta di Moro che gliel'ha prestata (The North Face ringrazia per la maggior visibilità :D).
Tamara - che peraltro appare dai video e dalle foto veramente contenta, e questo le fa grandissimo onore - si è fermata 100m di dislivello sotto la cima, comunque valicando la quota 8000.
 
Pare fosse in disaccordo sull'unire le due spedizioni. Anche umanamente comprensibile da un certo punto di vista dato il kulo che si era fatto per attrezzare i campi in quota (che Moro e Lunger non erano riusciti ad installare se non poco oltre 6.000 m, almeno da quello che ho letto).
Un po' di nervosismo dopo due mesi passati in quel modo, mi sembra sia più che capibile.
 
Pare fosse in disaccordo sull'unire le due spedizioni. Anche umanamente comprensibile da un certo punto di vista dato il kulo che si era fatto per attrezzare i campi in quota (che Moro e Lunger non erano riusciti ad installare se non poco oltre 6.000 m, almeno da quello che ho letto).
Un po' di nervosismo dopo due mesi passati in quel modo, mi sembra sia più che capibile.

C'è ancora molto da chiarire sulla vicenda e forse un giorno verrà fatta maggiore luce. Non sono convinto che quella che hai scritto sia la motivazione scatenante del "dissidio". Si parla di soldi e di altro.
Sicuramente la scelta di unirsi non è stata programmata ma anzi, è stata utile a tutti. A maggior ragione visto che ha avuto successo, e solo grazie alla collaborazione.

Sicuramente la polemica non sarà finita, e visto il risultato Nardi non sarà tanto contento di essere venuto via.
 
Non sono convinto che quella che hai scritto sia la motivazione scatenante del "dissidio". Si parla di soldi e di altro.

Sicuramente la polemica non sarà finita, e visto il risultato Nardi non sarà tanto contento di essere venuto via.

Effettivamente, cercando qua e là sembra una questione di vile denaro ....
Qui c'è più o meno tutta la storia con i link agli articoli di montagna.tv.

http://www.danielenardi.org/2016/02/nanga-bufere-e-polemiche/

Non so chi abbia ragione. Senz'altro la figura del Sig. Txikon ne esce un bel po' "sporcata". E' vero che queste spedizioni campano di sponsor e senza soldi non ci si va, ma tutta la questione è un po' avvilente.
Ancor più onore a Simone Moro che in certe beghe non c'è mai voluto scendere ed una volta ha anche rischiato fisicamente per questo suo modo di pensare.
 
Vorrei celebrare qui il 13° ottomila di Nives Meroi e Romano Benet (hanno salito oggi il Makalu), entrambi tornati all'alpinismo d'alta quota dopo la grave malattia di lui. La Meroi, allora in corsa - nel 2009 - per diventare la prima donna a salire i 14 ottomila, abbandonò temporaneamente le scalate, inizialmente per non essere coinvolta in una gara senza senso e poi, soprattutto, per stare vicino al marito.

Adesso sono tornati e hanno salito insieme il Makalu senza portatori e senza ossigeno (come del resto tutte le altre vette). Ora gli manca solo l'Annapurna che è comunque una brutta bestia.

Un applauso sincero a loro due.

http://simonemoro.gazzetta.it/2016/05/12/la-gioia-per-la-13a-vetta/
 
Come sempre poche parole e tanti fatti.
Oltre alla particolarità dell'essere una cordata anche nella vita, un modo sempre meno frequente di vivere intimamente il loro sogno.

Non mi stupirei se decidessero di terminare la loro avventura sugli '8000' senza il carico di pressione dettato dall'ultimo da raggiungere, ovvero l'Annapurna. Sarebbe ancora una volta il modo per uscire dagli schemi.
 
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