Interessante test ENSA nel caso di caduta di cordata in progressione

mao65

skibum wannabe
L'ho trovato molto interessante e utile per chi affronta salite in progressione e pertanto l'ho postato sul sicurezzainmontagna indicando le informazioni più importanti.
Per chi affronta ascensioni in montagna per alpinismo e per chi risale couloir o pendii di neve dura o ghiacciata per fare sci ripido è abbastanza impressionante, buona visione!
Test di caduta nella progressione in conserva su ghiaccio | Sicurezza in Montagna
 
Ultima modifica:
Veramente interessante il test...

Più che la velocità di punta del grave che precipita quello che fa impressione sono le forze sugli ancoraggi che si sviluppano. 970 kg impulsivi sul un tondino cavo di acciaio di qualche cm di diametro. Ti credo che viene snervato! Tuttavia, lascia ben sperare che, quanto meno in condizioni di ghiaccio ottimo, l'ancoraggio anche ad un solo punto di attacco regga.

La cosa poi che fa impressione è che in questo test siano state utilizzate corde da alpinismo moooolto elastiche e con trenta metri di distanza fra primo e secondo di cordata. Quindi, con un fattore di caduta piuttosto favorevole.

Dico questo perchè posseggo per la falesia una delle corde citate ( me l'ha presa un amico in vena di spiritosaggine perchè una corda così in mano ad un principiante come me è difficile da gestire anche se per fortuna mi sono adattato presto) la beal joker che, posso garantire, è veramente un elasticone incredibile.

Forse si potrebbe limitare l'energia cinetica associata alla caduta diminuendo le distanze fra primo e secondo ma così, viceversa, si aumenterebbe il fattore di caduta e si lascerebbe minor tempo di reazione a chi deve tenere.

Evidentemente, il consiglio di usare due mezze e di distribuire i carichi su più punti di ancoraggio è il consiglio migliore anche se aumenta il tempo di percorrenza e di esposizione ai pericoli oggettivi della scalata.

Forse, se i membri della cordata sono in grado e le condizioni richiedono velocità, il compromesso migliore sarebbe salire slegati ed ognuno per se e Dio per tutti....
 
Articolo veramente interessante, grazie Mao!!

Veramente interessante il test...

Più che la velocità di punta del grave che precipita quello che fa impressione sono le forze sugli ancoraggi che si sviluppano. 970 kg impulsivi sul un tondino cavo di acciaio di qualche cm di diametro. Ti credo che viene snervato! Tuttavia, lascia ben sperare che, quanto meno in condizioni di ghiaccio ottimo, l'ancoraggio anche ad un solo punto di attacco regga.

La cosa poi che fa impressione è che in questo test siano state utilizzate corde da alpinismo moooolto elastiche e con trenta metri di distanza fra primo e secondo di cordata. Quindi, con un fattore di caduta piuttosto favorevole.

Dico questo perchè posseggo per la falesia una delle corde citate ( me l'ha presa un amico in vena di spiritosaggine perchè una corda così in mano ad un principiante come me è difficile da gestire anche se per fortuna mi sono adattato presto) la beal joker che, posso garantire, è veramente un elasticone incredibile.

Forse si potrebbe limitare l'energia cinetica associata alla caduta diminuendo le distanze fra primo e secondo ma così, viceversa, si aumenterebbe il fattore di caduta e si lascerebbe minor tempo di reazione a chi deve tenere.

Evidentemente, il consiglio di usare due mezze e di distribuire i carichi su più punti di ancoraggio è il consiglio migliore anche se aumenta il tempo di percorrenza e di esposizione ai pericoli oggettivi della scalata.

Forse, se i membri della cordata sono in grado e le condizioni richiedono velocità, il compromesso migliore sarebbe salire slegati ed ognuno per se e Dio per tutti....

Credo che il loro consiglio fosse "La versione Raccomandata e più Sicura"! Poi, come spesso avviene in montagna, sta al singolo (in base alla sua esperienza) analizzare la situazione e scegliere la progressione più adatta (non vi è mai capitato con gli sci di capire troppo tardi di trovarvi nel posto sbagliato al momento sbagliato :shock:??...Ecco, a volte, una progressione più snella ed "affrettata" può essere comunque la soluzione migliore ;) !)
 
Cmq... 970 kg sul pezzetto di ferro fanno comunque impressione. Meno male che, come si dice nel mio ambiente di lavoro, "il ferro è generoso"
 

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22 kN, quindi grossolanamente 2200Kg.
Poi è più corretto esprimerlo in Newton, la "traduzione" in kg è più appetibile.

Quindi non un fattore di sicurezza pazzesco da 970 kg a 22 kN...
 
22 kN, quindi grossolanamente 2200Kg.
Poi è più corretto esprimerlo in Newton, la "traduzione" in kg è più appetibile.

Quindi non un fattore di sicurezza pazzesco da 970 kg a 22 kN...

In effetti, la vite ha subito danni ad un valore di forza pari a meno della metà del limite di certificazione. Se vedi come dal video come si è deformata la vite, piegata ad una certa distanza dalla testa a cui è applicato il carico si può ipotizzare che:

1) la vite non era infissa nel ghiaccio fino alla testa e che ai 970 kg applicati alla testa corrispondano un momento ben più elevato nel punto in cui essa tocca il ghiaccio addirittura superiore al valore di certificazione che è stato ottenuto testando l'attrezzo totalmente infisso e con caduta del grave VERTICALE.

2) La caduta del grave essendo avvenuta in un canale non verticale ma inclinato ha generato una componente di trazione ortogonale al piano ed una verticale di flessione. L'azione combinata di queste due componenti IMHO peggiora di molto le condizioni di lavoro della vite facendogli raggiungere il limite prima della certificazione.

Morale, quelle che ho fatto sopra sono solo ipotesi meramente tecniche non avendo l'esperienza alpinistica pratica necessaria a dare giudizi ma, la morale sarebbe:

Le prove di certificazione sono standard e fanno riferimento a condizioni di utilizzo IDEALI. All'atto pratico, vai a capì quello che accade perchè basta discostarsi un cinino dalle condizioni di lavoro IDEALI e tutto va a ramengo.

P.S. Mi sto facendo le seghe mentali su quello che è accaduto al pezzo di ferro. Per il principio di azione e reazione, i 9700 e rotti N che si è beccata la vite se li becca anche il cristiano che sta appeso dall'altra parte della corda. Sarei curioso di capire quali sono gli effetti sul corpo umano di una forza impulsiva di tale intensità. Qualche medico, ortopedico, fisioterapista che ci può raccontare qualcosa ??

P.P.S. per Ami, la forza che il corpo umano può sopportare senza subire danni letali è di molto inferiore a 2200 kg. Quindi, anche se l'ancoraggio tenesse quel valore tu probabilmente avresti a quel punto la schiena spezzata.... tranquillo... cedi prima tu dell'ancoraggio se messo in modo opportuno :D
 
Credo la cosa sia più complessa in quanto tra te e l'ancoraggio c'è una corda dinamica.
Altrimenti sarebbe inutile usare materiale certificato a 22 kN, 5 basterebbero e avanzerebbero perchè oltre saremmo morti...
 
In realtà i 970 daN misurati sono proprio effetto mediato anche del fatto che hanno usato corde mooolto dinamiche e non rigide insomma corde da alpinismo "moderno ed avanguardia" sottili ed elastiche. Se la corda fosse stata rigida si sarebbe andati di molto oltre. Infatti, verso la fine del filmato mostrano il grafico dei picchi di forza per vari modelli di corda. Le più rigide danno valori più elevati quelle più elastiche più bassi. La stecca sul corpo, ce l'hai quando la corda ha raggiunto la sua massima estensione elastica e quella forza, dovrebbe essere pari proprio a quella sull'ancoraggio trascurando attriti con il pendio altri ancoraggi messi fra l'uomo e quello più in alto etc...

Comq, 970 kg siamo al limite della sopravvivenza se non ricordo male e comq non esci con tutte le ossa al posto giusto. Sono pur sempre trenta metri di volo per come è stata ingegnata la prova....
 
Bel video, peccato non parlare francese :(

Più che la forza, è meglio considerare la decelerazione che il corpo umano subisce. In questo caso, considerando la massa di 90 Kg, con una forza di arresto di 970 daN si arriva a circa 10g, un'accelerazione comunque tollerabile dal corpo umano in condizioni favorevoli. Il problema, però, è il fatto che si è imbragati. Ho letto un articolo sull'argomento, dovrei andarlo a cercare per avere dati più precisi.

I dissipatori classici garantiscono forze di arresto inferiori ai 6 kN in modo che una persona di 100 kg resti sotto i 6g, se usati però da uno che di kg ne pesa 60 è chiaro che il risultato sarà ben diverso, simile a quanto misurato sopra.

Per la vite piegata secondo me il problema è un altro. Al momento dello strappo il ghiaccio verso l'esterno tende a frantumarsi mentre la parte interna rimane in posizione generando una flessione. Per questo fenomeno su ghiaccio si consiglia, infatti, di posizionare le viti perpendicolari alla superficie o addirittura leggermente inclinate verso il basso (l'opposto del classico chiodo infisso nel muro per tenere un quadro).

Comunque stica, se il secondo non si lascia cadere come nel filmato, il primo si fa un volo lungo praticamente il doppio e a fattore quasi 2. :shock:
 
Io ero su quando allestivano il baracchino... Non sono sicurissimo, ma le date coincidono con quelle della mia preparazione al bianco.

Solo una parola, impressionante.

Adesso vado a comprarmi due picche da nord come si deve va, oltre ad un zaino con razzo missile da attivare in caso di caduta.
 
Io ero su quando allestivano il baracchino... Non sono sicurissimo, ma le date coincidono con quelle della mia preparazione al bianco.

Solo una parola, impressionante.

Adesso vado a comprarmi due picche da nord come si deve va, oltre ad un zaino con razzo missile da attivare in caso di caduta.

Beh altro che picche come si deve... tocca comprasse il cornetto rosso napoletano garantito antisfiga....
 
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