A me riferiscono (oggi, dipendenti di Trenitalia) che per far spazio a Italo hanno mandato a casa 800 lavoratori e cancellato qualche treno a lunga percorrenza (che è quello che alla compagnia costa di meno).
Non so se sia vero, indagherò.
Leggi . . . Sherlock Holmes,
guerradell'altavelocità . . . (n.b.: fonte,
Il Fatto Quotidiano) . . .
. . . altro che per far spazio ad Italo . . .
. . . dopodichè, rilevo che il pregiudizio è una brutta bestia . . .
. . . Montezemolo e Della Valle non sono benefattori, e per di più come tutti i grandi industriali realizzano i loro progetti anche grazie ai loro decisivi rapporti
trasversali con il mondo politico . . . rapporti non sempre limpidi, e spesso molto meno conflittuali di quanto appare pubblicamente . . .
. . . l'alternativa a questo sistema, però, non è certo il mantenimento del monopolio statale di interi settori di attività, che non è più sostenibile con carrozzoni sociali fondati su gestioni antieconomiche e sovvenzionate con fondi pubblici - gestioni peraltro ormai fortemente contrastate a livello comunitario - che poi portano a fallimenti come quello dell'alitalia e, quale ultima conseguenza, alle relative svendite (che sono ben peggiori delle liberalizzazioni . . . agevolate) . . .
. . . tutte le liberalizzazioni (quella del trasposto ferroviario fu deliberata dal governo Prodi), per quanto favorite e gestite "all'italiana", alla lunga favoriscono gli utenti . . .
. . . i disservizi ed i tagli, invece, generano dolori e sacrifici che non sono dovuti alle liberalizzazioni . . . ma trovano la loro vera causa nella antieconomicità delle gestioni vecchi stile e nell'impossibilità della loro continuazione . . .