Si parte al mattino poco prima delle otto, zaino con i libri in spalla, come a scuola... ma oggi si va a Schia!
Poche località sciistiche italiane possono vantare un nome così essenziale, icastico, geniale.
Peccato vederlo banalizzato in “SKIA” sulle felpe terribili che possiamo vedere indosso a qualche addetto agli impianti o a ragazzi della zona che non se ne vergognano... trovata pubblicitaria di Doriano Sport, abbigliamento from Appennino (o made in Kina?), sponsor ufficiale di questa piccola località che mantiene un tipico aroma provinciale.
E questa provincialità ha pregi e difetti: da un lato bambini, bambini, bambini, splendide creature che però sulle piste e sugli impianti spesso sono un po' fastidiosi, specialmente se sono in tanti tutti insieme; dall'altro qualche “local” più o meno anziano, con cui scambi sempre volentieri due chiacchiere sulla nuova seggiovia, e ti racconta dei tempi d'oro di Schia (quella con la Ch maiuscola), quando c'erano addirittura 7 skilift, anzi sciovie, e si sciava anche su altri versanti... e rischiavi di fare la fila a salire perché la domenica al tornante incriminato c'era il solito furbo che si piantava con la macchina... e in 100 dietro a smadonnare, che sulle Dolomiti ci andavi se potevi permettertelo...
La skimap di una volta...
Poi la lenta inesorabile decadenza. Ma da metà anni 0 si può dire che Schia è rinata, con investimenti e soluzioni intelligenti per rilanciare questo piccolo comprensorio, ideale per le famiglie ma con anche qualche piccola sorpresa per chi cerca qualcosa di più.
La skimap attuale.
Il maggiore pregio di Schia è la vicinanza a Parma: meno di 50 km. Qui si scia tranquillamente mezza giornata, come ho fatto io oggi. Poco prima delle 9 ero su, in tempo per l'apertura. E di gente ce n'era, complice il tempo bellissimo e, finalmente, la neve!
Pini innevati
Schia è esposta in gran parte a nord ma patisce il cosiddetto “Marino”, il vento della pubblicità, che quando arriva dà il tocco magico ai celebri prosciutti della stessa vallata, ma scioglie la neve sui monti. E considerato che nelle ultime due settimane a Schia sarà sceso ben più di un metro di neve, vedere oggi i versanti in quota pelati e i cespugli fuori pista è triste ma inevitabile.
L'ampio panorama che si gode sull'Appennino Tosco Emiliano all'arrivo dello Skilift Prato Grosso, punto più alto di Schia
Ciao Cimone, si scia meglio oggi lì?
Poi c'è anche il discorso quota: molto bassa. Le piste si sviluppano fra i 1150 e i 1500 metri e sono quasi tutte nel bosco, misto di faggete e pinete. Una seggiovia biposto e 2 skilift, uno corto uno lunghissimo, servono una decina di tracciati, in media corti e facili. Di piste vere e proprie, larghe e ben battute, ce ne sono quattro: la “nera” 3bock, non nera ma senz'altro interessante, gode dell'innevamento artificiale, così come il bel campo scuola; poi c'è l'azzurra Varmania; passando nella zona dello skilift Prato Grosso, a sinistra c'è la rossa omonima, abbastanza lunga e larghissima, a sinistra la Marne, altra rossa un po' più stretta e impegnativa, lunghetta anche lei, secondo me la più bella del comprensorio. Il resto sono stradine o poco più, battute raramente e male.
Campo scuoola
Arrivo seggiovia biposto
Pista nera 3 Bock
Pista blu Varmania
Pista rossa Prato Grosso
Pista Rossa Le Marne, Schia
Bambino recalcitante sul primo muro (facoltativo) della Prato Grosso
Il pallosissimo Raccordo San Matteo
Il rusticissimo Raccordo San Giovanni, e la Madonna e tutti i santi, da fare velocissimo! perché...
...perché dopo devi camminare!
Per fortuna c'è anche un collegamento più in basso tutto in discesa, ma facendo questo ti guadagni un po' di fresca da tracciare per primo!
Va poi detto dello snowpark, che per una località così piccina è una bella attrazione. Dall'arrivo della biposto si dirama la pista “Parmossino”, che non viene battuta e presenta tanti saltarelli e gobbette carine, oltre a qualche struttura molto artigianale, e nel tratto finale, sopra il rifugio Pian delle Guide, ci sono 2 o 3 salti e qualche struttura più recente. Il park è gestito dal gruppo locale dei Caio Riders (il Caio è la montagna di Schia). In generale la zona della seggiovia è la più interessante per i freeriders: la pendenza è buona, i faggi sono ben distanziati, c'è un bel sottoseggiovia, e poi ci sono tutte le piste “morte” sul versante Capranera/Lago delle Ore, che purtroppo non ho mai avuto il piacere di fare. Il problema è che in fondo arrivi su una strada e devi fartela fino al parcheggio a piedi... peccato, perché i vetusti in seggiovia dicono che erano le più impegnative, un tempo!
Grinda, se t'zi bon! Park artigianale di Schia lungo la pista Parmossino
Per concludere: evitate Schia la domenica, dato che l'affluenza è altissima e i 2 o 3 impianti non sono in grado di smaltirla; ma se avete a disposizione una mattinata, magari anche sabato, fateci un salto perché tutto sommato merita. Se poi avete la fortuna di trovare una giornata perfetta come quella che ho trovato oggi... beh arriverete a casa stanchi e soddisfatti. Se non vi stanno simpatiche le stradine... beh non per forza dovete farle tutte... ma vi perdete tanti piccoli segreti!
Panorama dall'arrivo della seggiovia, dopo 2 passi in salita ,Schia
Deliziosa stradina di collegamento
Fontana semi-ghiacciata nascosta nel bosco
Quando il recinto si apre, panorama dal Raccordo San Giovanni, Schia
Io ho sfruttato fino alle 12,59 il mio mattiniero, poi ho mangiato un buon panino alla svelta, mi sono cambiato e alle 13,45 ripartito: alle 14,45 ero di nuovo a Parma, Schi-town emiliana, seduto in Università a lezione, con giusto un quarto d'ora “accademico” di ritardo. Visto che lo zaino coi libri serviva a qualcosa? Mica siamo tutti bamboccioni veh!
Poche località sciistiche italiane possono vantare un nome così essenziale, icastico, geniale.
Peccato vederlo banalizzato in “SKIA” sulle felpe terribili che possiamo vedere indosso a qualche addetto agli impianti o a ragazzi della zona che non se ne vergognano... trovata pubblicitaria di Doriano Sport, abbigliamento from Appennino (o made in Kina?), sponsor ufficiale di questa piccola località che mantiene un tipico aroma provinciale.
E questa provincialità ha pregi e difetti: da un lato bambini, bambini, bambini, splendide creature che però sulle piste e sugli impianti spesso sono un po' fastidiosi, specialmente se sono in tanti tutti insieme; dall'altro qualche “local” più o meno anziano, con cui scambi sempre volentieri due chiacchiere sulla nuova seggiovia, e ti racconta dei tempi d'oro di Schia (quella con la Ch maiuscola), quando c'erano addirittura 7 skilift, anzi sciovie, e si sciava anche su altri versanti... e rischiavi di fare la fila a salire perché la domenica al tornante incriminato c'era il solito furbo che si piantava con la macchina... e in 100 dietro a smadonnare, che sulle Dolomiti ci andavi se potevi permettertelo...
La skimap di una volta...
Poi la lenta inesorabile decadenza. Ma da metà anni 0 si può dire che Schia è rinata, con investimenti e soluzioni intelligenti per rilanciare questo piccolo comprensorio, ideale per le famiglie ma con anche qualche piccola sorpresa per chi cerca qualcosa di più.
La skimap attuale.
Il maggiore pregio di Schia è la vicinanza a Parma: meno di 50 km. Qui si scia tranquillamente mezza giornata, come ho fatto io oggi. Poco prima delle 9 ero su, in tempo per l'apertura. E di gente ce n'era, complice il tempo bellissimo e, finalmente, la neve!
Pini innevati
Schia è esposta in gran parte a nord ma patisce il cosiddetto “Marino”, il vento della pubblicità, che quando arriva dà il tocco magico ai celebri prosciutti della stessa vallata, ma scioglie la neve sui monti. E considerato che nelle ultime due settimane a Schia sarà sceso ben più di un metro di neve, vedere oggi i versanti in quota pelati e i cespugli fuori pista è triste ma inevitabile.
L'ampio panorama che si gode sull'Appennino Tosco Emiliano all'arrivo dello Skilift Prato Grosso, punto più alto di Schia
Ciao Cimone, si scia meglio oggi lì?
Poi c'è anche il discorso quota: molto bassa. Le piste si sviluppano fra i 1150 e i 1500 metri e sono quasi tutte nel bosco, misto di faggete e pinete. Una seggiovia biposto e 2 skilift, uno corto uno lunghissimo, servono una decina di tracciati, in media corti e facili. Di piste vere e proprie, larghe e ben battute, ce ne sono quattro: la “nera” 3bock, non nera ma senz'altro interessante, gode dell'innevamento artificiale, così come il bel campo scuola; poi c'è l'azzurra Varmania; passando nella zona dello skilift Prato Grosso, a sinistra c'è la rossa omonima, abbastanza lunga e larghissima, a sinistra la Marne, altra rossa un po' più stretta e impegnativa, lunghetta anche lei, secondo me la più bella del comprensorio. Il resto sono stradine o poco più, battute raramente e male.
Campo scuoola
Arrivo seggiovia biposto
Pista nera 3 Bock
Pista blu Varmania
Pista rossa Prato Grosso
Pista Rossa Le Marne, Schia
Bambino recalcitante sul primo muro (facoltativo) della Prato Grosso
Il pallosissimo Raccordo San Matteo
Il rusticissimo Raccordo San Giovanni, e la Madonna e tutti i santi, da fare velocissimo! perché...
...perché dopo devi camminare!
Per fortuna c'è anche un collegamento più in basso tutto in discesa, ma facendo questo ti guadagni un po' di fresca da tracciare per primo!
Va poi detto dello snowpark, che per una località così piccina è una bella attrazione. Dall'arrivo della biposto si dirama la pista “Parmossino”, che non viene battuta e presenta tanti saltarelli e gobbette carine, oltre a qualche struttura molto artigianale, e nel tratto finale, sopra il rifugio Pian delle Guide, ci sono 2 o 3 salti e qualche struttura più recente. Il park è gestito dal gruppo locale dei Caio Riders (il Caio è la montagna di Schia). In generale la zona della seggiovia è la più interessante per i freeriders: la pendenza è buona, i faggi sono ben distanziati, c'è un bel sottoseggiovia, e poi ci sono tutte le piste “morte” sul versante Capranera/Lago delle Ore, che purtroppo non ho mai avuto il piacere di fare. Il problema è che in fondo arrivi su una strada e devi fartela fino al parcheggio a piedi... peccato, perché i vetusti in seggiovia dicono che erano le più impegnative, un tempo!
Grinda, se t'zi bon! Park artigianale di Schia lungo la pista Parmossino
Per concludere: evitate Schia la domenica, dato che l'affluenza è altissima e i 2 o 3 impianti non sono in grado di smaltirla; ma se avete a disposizione una mattinata, magari anche sabato, fateci un salto perché tutto sommato merita. Se poi avete la fortuna di trovare una giornata perfetta come quella che ho trovato oggi... beh arriverete a casa stanchi e soddisfatti. Se non vi stanno simpatiche le stradine... beh non per forza dovete farle tutte... ma vi perdete tanti piccoli segreti!
Panorama dall'arrivo della seggiovia, dopo 2 passi in salita ,Schia
Deliziosa stradina di collegamento
Fontana semi-ghiacciata nascosta nel bosco
Quando il recinto si apre, panorama dal Raccordo San Giovanni, Schia
Io ho sfruttato fino alle 12,59 il mio mattiniero, poi ho mangiato un buon panino alla svelta, mi sono cambiato e alle 13,45 ripartito: alle 14,45 ero di nuovo a Parma, Schi-town emiliana, seduto in Università a lezione, con giusto un quarto d'ora “accademico” di ritardo. Visto che lo zaino coi libri serviva a qualcosa? Mica siamo tutti bamboccioni veh!