Ciao a tutti,
Innanzituto voglio ringraziare gli allievi che hanno partecipato al corso, invitando ciascuno di essi se e quando ne avra’ il tempo, a descrivere in modo sincero le impressioni della settimana, senza omettere eventuali lati negativi riscontrati.
(Ho notato che mentre scrivevo, gia’ qualcuno ha fatto il suo report)
Un grazie anche al mitico Fabio, artifice di SF e ottimo sciatore, anche se in questa occasione non era nel nostro gruppo, ma con l’allenatore Marco*.
Parliamo ora del corso “maestro muto”.
FATTORI “FAVOREVOLI”
1)Gruppo iper motivato, molto attento e concentrato nell’esecuzione degli esercizi, con una buona predisposizione al “cambiamento” tecnico.
2) Possibilita’ di ripetere molte volte gli esercizi, dato che in questo periodo non ci sono code agli impianti
FATTORI “SFAVOREVOLI”
1) Livello gruppo disomogeneo (dall’argento medio all’oro base).
2)Domenica abbiamo perso*il primo giorno di corso, causa pioggia. Successivamente le temperature molto basse hanno reso il manto nevoso durissimo e ghiacciatissimo per tutta la mattina.
In questa situazione di neve molto dura (lun mart e merc non ha mollato neppure a mezzogiorno) non e’ produttivo fare gimkane con punti di riferimento, in quanto al 2°-3° passaggio degli allievi, la pista si “lucida” a tal punto da rendere vano il lavoro.
Questa situazione mi ha fatto rinunciare ad una serie di esercizi sui quali puntavo tantissimo per il miglioramento..mi riferisco in particolare alle gimkane cronometrate, che sarebbero state utilissime in particolar modo ai livelli argento
REGOLAMENTO DEL CORSO
A) La prima sera ho distribuito ad ogni allievo tre fogli, (di cui allego se riesco il PDF), nei quali spiegavo molto sinteticamente alcuni fondamentali tecnici e cosa intendiamo per bravo sciatore... una specie di “traccia” e di considerazioni generali da tenere sempre presenti.
B) Ho inventato la regola del “Jolli”, inteso come una unica possibilita’ giornaliera di dare un consiglio tecnico, una correzione. Quest’ultima e’ stata di fatto una violazione al concetto iniziale di maestro muto, una licenza che mi sono preso in considerazione del fatto che avevo intuito i “fattori sfavorevoli” 1 e 2 prima ancora che il corso iniziasse...cioe' mi era chiaro che il gruppo non era omogeneo e il meteo prannunciava pioggia domenica e gran freddo I giorni successivi.
C) Analisi video il pomeriggio, senza lezioni teoriche
RISULTATI
Miglioramento generale indiscutibile (questa sera preparero’ i filmati che postero' domani)
Il miglioramento maggiore si e’ verificato per i 5 allievi di livello superiore.
Ritengo i progressi in linea con quanto potrebbe verificarsi in un corso classico full immersion, anche se in quest’ultimo caso una comunicazione maggiore rende il miglioramento piu’ “consapevole” e piu' ricco di imput.
Gli allievi di livello argento hanno avuto in ogni caso un miglioramento, ma meno rilevante.. Credo che questo fatto non significhi che ad un allievo di livello piu' basso servano necessariamente piu' imput rispetto ad uno piu' bravo, ma piuttosto che loro siano stati piu' penalizzati dalla neve dura, che non mi ha consentito di fare prove cronometrate su spazzolini disposti a ritmi tipo “cortoraggio”
PERCHE’ MI E’ STATO UTILE QUESTO CORSO…
1) L’idea di non poter parlare stimola il maestro ad inventare esercizi nuovi..il primo giorno ne ho inventati 2 rivelatisi utilissimi, subito sperimentati e ripetuti tutta la settimana da altri colleghi..quindi esercizi destinati a diventare in futuro un classico nei nostri corsi..
Morale - se un maestro ragiona come se non avesse la parola, trova rimedio con la fantasia.
2) Ho capito che il maestro “muto al 100%” potrebbe ottenere un buon risultato solo nel caso si trovi in una situazione “ideale” (gruppo omogeneo, meteo ok, una pista a disposizione per tracciare tutti gli esercizi che si desidera fare ecc.), quindi potrebbe rivelarsi produttivo quando c'e' la possibilita' di stardardizzare un lavoro, ma non puo' certamente essere assunto a regola metodologica.
Nella realta' dei corsi collettivi, infatti, non c'e' quasi mai una situazione “ideale” e la possibilita' di comunicare e' determinante per gestire la lezione di fronte ad un cambio di programma ecc.
3) Il compromesso ideale nella comunicazione credo si avvicini all'idea del “jolli” che in realta' e' uno dei principi dell'insegnamento....cioe' dire possibilmente solo una cosa, non mettere troppa carne al fuoco. Spesso nei corsi normali vogliamo correggere troppi errori.
Credo l'ideale sia puntare su una correzione sola, (avendo la capacita' di capire qual e' la cosa piu' importante da correggere) ed eventualmente limitarsi ad arricchire di imput l'allievo, ma sempre in riferimento al problema individuato, senza passare “di palo in frasca”...ripeto... sono concetti ben risaputi da noi insegnanti, ma che alle volte dimostriamo di dimenticare.
Aggiungero' eventuali altre riflessioni modificando questo messaggio e linkero' PDf e filmati
ciao Paolo