Ci sono ORSI sulle Alpe di Siusi ?!

I vecchi di Foppolo raccontano di bambini piccoli morti per il morso, in tempi in cui non esistevano né 118, e i bambini stavano tutto il giorno in mezzo ai pascoli.

Certo che una volta stando tutto il giorno in mezzo ai pascoli il rischio aumentava e di molto...ma quanti furono e siamo sicuri che non sono Storie da tramandare ? Attenzione parliamo al passato remoto.....Se frequenti Foppolo ed hai circa 20 anni...mi dici quanti escursionisti, residenti sono morti per un morso di vipera negli ultimi 10 anni nella zona ? Mi sa che forse son più quelli morti a seguito di shock da puntura di vespe, api, calabroni....
 
Sì recentemente non ho visto nessuno. Comunque sulla Pagina Wikipedia della vipera Aspis dice che la morte è improbabile ma possibile, specie se ci sono certe patologie croniche. E anche se un adulto molto difficilmente muore, non se la passa bene. Una vespa, se non sei allergico, ti causa solo dolore e sintomi localizzati (gonfiore etc). Il morso di vipera causa anche sintomi sistemici, come nausea e cefalee. Non è proprio bello.
Poi dall'Alto Adige verso Est abbiamo anche la Vipera Ammodytes che invece è perfettamente in grado di inoculare abbastanza veleno da uccidere un adulto.
 
avendo appena seguito un corso di pronto soccorso in relazione all'alpinismo se puo' interessate vi inoltro le ultime linee guida per morsi da vipera (a corredo di quanto gia giustamente detto):

-non aspirare dal morso
-non fasciare ne bendare
-disinfettare se possibile ed apporre impacco freddo
-non agitarsi e stare tranquilli seduti, per evitare che il veleno vada in circolo velocemente
-togliere anelli e bracciali se morsi sulla mano (gonfiandosi non li togli piu altrimenti)

ormai il siero non si da piu (rischio shock anafilattico altissimo) se non in ambiente ospedaliero sotto strettissimo controllo per i casi piu gravi.
rischio di morte per morso da vipera molto molto basso.

nel caso dell'alpinismo purtroppo non e' cosi infrequente infilare la mano in parete e trovarci una vipera...successo da poco per fortuna senza morso...

saluti
 
Da https://www.guidedolomiti.com/fauna/la-vipera/:

Il morso di vipera è un argomento spesso dibattuto; fortunatamente quello che generalmente si crede riguardo a questo argomento non sempre corrisponde a realtà, sia per ciò che riguarda l’incidenza dei casi di morte per morso di vipera, sia per ciò che riguarda le abitudini di questi rettili. Le statistiche affermano che nella maggior parte dei Paesi Europei si verifica un decesso a causa del morso di vipera in media ogni 1-5 anni: un numero piuttosto basso quindi rispetto alla totalità degli individui morsi.
Ciononostante esiste ancora, nei confronti delle vipere, una paura non proporzionale all’effettivo pericolo che esse rappresentano.
In questa parte del discorso non ci interessa tanto differenziare fra loro le speci quanto mettere in evidenza i segni caratteristici con cui DISTINGUERE le VIPERE DA ALTRI SERPENTI non velenosi.
La TESTA della vipera è più SCHIACCIATA e vista dall’alto è più larga di quella dei serpenti non velenosi, con una forma quasi triangolare.
L’OCCHIO della vipera presenta una PUPILLA VERTICALE a forma di fuso come quella dei gatti, al contrario degli altri serpenti che l’hanno circolare.
La testa è poi ricoperta da scaglie di piccole dimensioni mentre quelle dei serpenti non velenosi sono sempre ampie e piuttosto evidenti.
E’ intuitivo che questi segni sono facili da osservare solo se il serpente viene catturato; quando, invece, come frequentemente capita, viene intravisto soltanto mentre si allontana rapidamente, l’unica caratteristica che salta all’occhio è la forma del corpo.
Nella vipera è piuttosto tozzo e LA CODA, pur terminando a punta, è BREVE, tanto che ci sono pochi centimetri fra la parte del corpo col massimo diametro e quella con diametro minimo della punta. I serpenti non velenosi hanno, al contrario, una forma più allungata ed affusolata con una diminuzione del diametro del corpo dalla testa verso la coda molto più graduale e ben visibile.

Altra differenza sostanziale si può osservare nel segno lasciato dal morso sulla cute (nel caso capitasse di venire morsi ma senza esser riusciti a vedere bene come fosse il rettile): nel caso di morso di vipera sono evidenti due punti rossi più grandi degli altri, distanziati fra loro circa di 1 centimetro. Sono dovuti alla presenza dei denti veleniferi, assenti ovviamente nei serpenti non velenosi, il cui morso è caratterizzato da una fila di piccoli puntini tuti della stessa dimensione. Attenzione anche se nel morso si osserva la presenza di un solo unico punto più grande degli altri: è possibile che la vipera abbia perso uno dei due denti veleniferi.
Sintomi
Oltre ai segni lasciati dai denti, il morso della vipera provoca arrossamento, gonfiore, formicolio, dolore, cianosi (colore bluastro della cute) che nei primissimi minuti sono localizzati nella zona circostante il morso stesso, ma che rapidamente si espandono verso la periferia. Nell’arco di un’ora iniziano a comparire anche gli effetti sistemici, rappresentati da nausea, vomito (a volte con sangue), dolori muscolari, diarrea, collasso cardiocircolatorio, shock con perdita di coscienza.
Primo soccorso
Se il primo soccorso è svolto con diligenza, rapidità e molta attenzione è relativamente difficile che il morso di vipera si riveli effettivamente mortale. La gravità del morso dipende da diversi fattori: età della persona colpita ( bambini ed anziani sono più sensibili); peso corporeo; condizioni generali di salute; sede e profondità del morso (il grasso sottocutaneo rallenta la diffusione del veleno); quantità del veleno iniettata, dipendente a sua volta dallo stato di pienezza delle ghiandole velenifere e dalle dimensioni della vipera. La quantità di veleno mortale per un uomo adulto ed in buono stato di salute è circa il doppio della dose media iniettata con il morso!

La prima cosa da fare in assoluto è mantenere, in modo tale da non agitare ulteriormente l’infortunato e da compiere tutte le manovre di primo soccorso con la dovuta attenzione. Deve essere evitato nella maniera più assoluta, se possibile, qualsiasi movimento dell’infortunato, che non farebbe altro che velocizzare la distribuzione del veleno nell’organismo: l’infortunato deve essere sdraiato e mantenuto tranquillo. La zona del morso va lavata con acqua e sapone e poi disinfettata con sostanze che non contengano alcool, in quanto l’alcool aumenta la tossicità del veleno.
E’ una buona precauzione a questo punto, se il morso è localizzato nell’arto superiore, sfilare anelli e bracciali o orologi prima della comparsa del gonfiore. Deve essere poi applicato un laccio a circa 5-6 cm. a monte della ferita: questo laccio non deve essere troppo stretto, tanto che al di sotto di esso deve passarci un dito perché deve solo fermare la circolazione linfatica (che veicola il veleno) e non quella sanguigna.
Quando dopo alcuni minuti la parte si sarà gonfiata ricordarsi di mettere un secondo laccio più a monte prima di togliere il primo altrimenti ogni ostruzione sarà resa vana ed il veleno andrà in circolo con massima velocità e facilità e non potremo più riprendere in mano la situazione.

Assolutamente non succhiare il sangue dalla ferita con la bocca in quanto è facilissimo che il soccorritore assuma a sua volta del veleno attraverso microferite in bocca che spesso non sappiamo nemmeno di avere ed in secondo luogo per rispettare le più banali norme di igiene in quanto il sangue di altra persona direttamente in bocca è grosso veicolo di trasmissione di qualsiasi tipo di malattia anche se il ferito ne sia portatore sano come ad esempio l’Epatite B oppure l’Aids o Hiv 3. Deve, piuttosto, essere usata a questo riguardo una pompetta aspiraveleno in vendita in farmacia. Ne esistono di vari tipi ma in generale ha l’aspetto di una grossa siringa ad un capo della quale, al posto dell’ago, ha una parte allargata che si appoggerà alla parte lesa e dall’altra ha uno stantuffo il quale tramite una molla o ad un meccanismo a vite produce il vuoto riuscendo ad aspirare il sangue dai fori dei denti in maniera totalmente indolore: è opportuno aspirare il prima possibile alcuni millilitri dalla zona del morso.
Non è consigliabile incidere la cute tra i fori dei denti veleniferi.
Sulla zona del morso può essere applicato del ghiaccio. Si possono somministrare all’infortunato bevande eccitanti come the o caffè lungo che contiene più caffeina perché aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio.

Non devono essere somministrate bevande alcooliche come grappa o birra o vino in quanto, com’è noto, l’alcool è un vasodilatatore favorendo così l’abbassamento della pressione arteriosa.
Indispensabile è il trasporto dell’infortunato al posto più vicino di pronto soccorso (ricordo che deve muoversi il meno possibile !).
Per quanto riguarda l’impiego del siero antiofidico è meglio evitarne l’uso e questo per diversi motivi.
Anzitutto il siero deve essere assolutamente conservato ad una temperatura costantemente bassa che vada tra i 2° e i 6° Celsius, poiché a temperature più elevate anche di pochi gradi perde la sua efficacia, fino a diventare addirittura potenzialmente tossico.
In secondo luogo può provocare una reazione allergica più grave e più difficile da gestire e da controllare del problema del morso di vipera stesso (è noto che molti decessi siano determinati da reazioni anafilattiche al siero antiofidico).


Prevenire il morso della vipera:


  1. Indossare calzature alte oppure calzettoni di lana pesante: le vipere più piccole difficilmente riusciranno a mordere efficacemente e comunque il morso non conterrà una dose eccessiva di veleno.
  2. Camminare con passo cadenzato e pesante battendo le erbe e le pietre con un bastone: le vipere hanno un udito poco sviluppato, ma sono invece più sensibili al movimento.
  3. Non raccogliere istintivamente ogni cosa da terra: prima di cogliere qualsiasi cosa, smuovere le erbe e le pietre con un bastone per allontanare ogni possibile minaccia.
  4. Ispezionare attentamente il luogo in cui ci si desidera sedere.
  5. Non appoggiarsi su tronchi ricoperti di foglie, su pagliai e su fascine di legna.
  6. Non mettere le mani sotto rocce, sassi o dentro le fessure del terreno.
  7. Prestare attenzione quando ci si disseta ad una fonte e quando si cammina su una pietraia.
 
E a questo bisogna aggiungere che la Ammodytes, benché molto rara, estremamente timida, e quindi la meno coinvolta nei casi di morso (poi è possibile trovarla solo in Europa orientale, fino al Veneto/Alto Adige), è in grado di inoculare abbastanza veleno da uccidere un adulto! Mentre l'aspide e soprattutto il marasso, sono poco velenosi per l'uomo. Comunque benché non mortali, i sintomi sono tutt'altro che banali, e sono qualcosa di più serio di un morso di vespa.
 

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Ci sono orsi anche in Piz Sorega (Alta Badia):
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HIHIHI
 
Se non ti stanno bene i chiacchieroni non stare qui a chiacchierare!
Se non ti stanno bene gli orsi,alza i tacchi dal paesino di montagna a rischio attacco del brutto orsacchiotto cattivo e vai a vivere a Cornaredo o a Marghera,ocio pero' perché e'stato visto un Bianco nelle acque dell'adriatico,potrebbe scambiarti per una foca e rabaltare il pattino dove stai facendo la tua gita domenicale!

Ho letto ora per caso,
Mah, sai, io in montagna vivo e non in quelle zone frequentate da gente del nord italia che pensa di conoscere la montagna e i suoi problemi avendola frequentata un po' più spesso di chi vive a lampedusa.. Chiaccheroni, gente che chiama le stradine di rientro "skiweg" per darsi un tono, anche se parlano il padovano o il vicentino stretto... Per chi vive in montagna l'orso può essere un grosso problema, per l'espertone iscritto al cai sezione di sal***** no, romanticismi da cittadino.
 
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