Quando si suol dire, far buon viso a cattivo gioco.
Questo credo sia il sunto di uno dei Ponti più divertenti e variegati che ci sia capitato negli ultimi tempi, non fosse solo per il nucleo ridotto di elementi.
Ma andiamo per gradi.
Antefatto: da tempo abbiamo in programma di andare alla Scufoneda, per cui io, Dynaski e Pato, già il wend scorso carichiamo l'auto con tutto il necessario, pronti alla sfida. Gli altri del Lab, chiaramente, hanno invece tutto su a Prali, come da copione, con l'idea di passarci il ponte.
In settimana arriva l'ennesima fioccata, a dir poco pesante, seguita da pioggia, su Prali: quasi inevitabili smottamenti e frane, e di fatti mercoledì la strada viene chiusa, giusto in tempo per vedere due dei nostri sani e salvi in paese.
Questi resteranno stoicamente tutto il ponte (a dire il vero sono ancora su), così da badare alle faccende "di casa", mentre i tre intrepidi, complici alcuni contrattempi e ripensamenti dell'ultim'ora, decidono di optare per la soluzione più logica, ovvero la buona e vecchia Via Lattea.
In questo modo si può sfruttare la casa del sottoscritto (era da un anno che non ci si metteva scandalosamente piede), peraltro rimanendo "in zona" in caso di novità a Prali, così da potersi muovere all'occorrenza e dare man forte ai due già su (scopriremo con il tempo che sarà comunque pressochè impossibile arrivare in loco, peraltro non potendo fare le cose che avevamo in mente di fare, amen).
Ci troviamo quindi a macchina già carica, pronti e carichi come molle, destinazione l'ignoto: non tanto per il posto in sè, perchè lì ci son cresciuto, ma perchè la grossa incognita sono le condizioni!
Sulla carta, il foen ha fatto i suoi bei danni, partiamo con l'idea quindi del tipo "troviamo quello che c'è" e amen.
Giovedì saliamo quindi da Sauze: un pò di gonfie qua e là, cominciamo quindi col mettere il naso in un boschetto.. neve abbastanza pesante, ma non male! Goduria insperata.
Da lì proviamo ad andare nel "vallone" del Col Basset, giusto per vedere come sono le condizioni... sorpresa.
Le pendenze non sono esagerate qui, c'è un pò di bosco, ma soprattutto il manto sembra non esser stato rimaneggiato ed anzi, ispira tutto sommato fiducia. Botta di c...o invereconda, Ale sfrutta l'occasione per fare due pieghe:
dynaski piega tra i buschketi
Un pò di video (seguirà edit), qualche "nazi-drop" di Pato, si può azzardare anche qualche campo aperto "corto", ed in generale ne esce una giornata a dir poco insperata.
Rientrando, scopriamo che un fronte di qualche centinaio di metri ha scaricato (per chi conosce, dal muro del Bourget fino praticamente all'arrivo della Findus).. .valanga di fondo, pare per un taglio di uno svedese, che si è salvato mettendosi sotto una roccia.. impressionante da vedersi. Peraltro su un pendio ad Ovest pieno, singolare. Sorvolo sulla polemica della bonifica e sulla totale assenza del concetto di "prevenzione attiva" (eran gli stessi pendii che commentavamo la mattina, ed era evidente fossero precari, sciatori o meno).
La sera, cotonati e felici, collassiamo in casa a colpi di golf sulla Play... beata ignoranza.
Mattino dopo, optiamo per prendere l'auto e spostarci a Sagnalonga, un posto che per me ha quel non so che... non sembra neanche di essere in VL!
Avendo visto le previsioni, e quindi il rialzo termico, l'idea qui è di trovare qualcosa in ombra la mattina, e poi sperare nella botta di c..o di un pò di trasformata sui pendii più esposti.
Sagnalonga rulez!
Prima, ennesima, occasione d'oro: troviamo una serie di linee belle in ombra, lì il tempo si è fermato... siamo in mezzo agli alberi, linee corte ma stradivertenti, occasione d'oro per fare due foto e due filmati.
Pato si spruzza tutto.
Pato on da panettonz
Dynaski in piega
Me medesimo e l'Albero (io son quello in azzurro)
Troveremo quindi dalla puffa, al firn primaverile, goduriosissimo... e sulla via di casa, c'è anche il tempo per qualche ignorantata:
Pato controlla il tetto di una casa, e festeggia a modo suo St. Patrick
Rientro dalla stradina, sorrisone, quadricipiti in fiamme. Come da copione.
La sera, festeggiamo St. Patrick's Day cotti come biglie nuovamente in casa, la del golf si è impossessata di noi...
Indecisi sul da farsi per il sabato, optiamo per un resort che conosciamo poco o nulla, con l'idea di sfidare le termiche (nuovamente rialziste) andando laddove di norma fa più fresco, e quindi optiamo per Pragelato (un nome, una garanzia ).
Pragelato è forse il posto più "vicino" a Prali come filosofia, e già per questo ci piace un botto: biposto rigorosamente vintage, seguita da uno skilift in quota, è tutto quanto c'è qui.
Alla facciazza dello sganciorapidoseipostitappetino
C'è il tempo di riprendersi, fare due chiacchere, dormire (?!!), fare due foto, e soprattutto prendersi il proprio tempo, complice una giornata decisamente primaverile, di quelle che poi la sera sembri un panda.
Arrivati in cima, dai boschi si passa al terreno aperto, sembra di essere decisamente in un posto selvaggio, le cime che sovrastano la zona sono impressionanti... anche qui, alcune Nord-Ovest regalano la vista di valanghe di fondo, decisamente inquietante (ed anomalo, se vogliamo).
Per il resto, due foto da ignoranti turisti, mentre diamo le generalità ad un carabiniere che, a priori, ha deciso che si fosse diretti discendenti di Attila o qualche unno suo parente... sorvoliamo sul siparietto ai limiti del ridicolo, magari un giorno racconteremo anche questo.
Pato controlla lo stato degli sci in quota
Dopo un paio di piste per riscaldarsi, belle durette, finalmente in basso comincia a mollare la neve... Una prima uscita timida tra i boschi ci porta ad una crosta non portante, di quelle che portano a figure decisamente coreografiche. Decidiamo che è tempo di altre piste, improvvisandoci mazinga, con attrezzatura non proprio idonea.
Tempo però di pranzare, e finalmente comincia a mollare il tutto: non è il firn trovato a Sagna, perchè qui il manto è ancora abbastanza "gonfio", ma la simil-malta è comunque godibile.
Apprendisti muratori all'opera
Troviamo una serie di zone vergini non da poco, e presa la giusta velocità, la neve è decisamente godibile e divertente!
Le foto saranno poche qui, complici un tot di video ignoranti di drop, linee a tuono, cadute, insomma, le solite cose.. DD
Terzo giorno, terza meta più o meno ponderata, a modo suo terza botta di fortuna, perchè probabilmente altrove la situazione era sicuramente peggiore.
Anche qui, sorrisoni, urla, zompi e cadute, un bel mix che solo con un gruppo affiatato puoi per me godere appieno.
Una volta rientrati, decidiamo che tre giorni intensi possono esser già abbastanza, e la sera, finally, mettiamo il naso fuori casa... clubbing molesto, un pò di genepy, birre ed amari, e festeggiamo anche noi (in ritardo sia sul 150enario che su St. Patrick), e a modo nostro.
Domenica in relax, un pò di golf virtuale, e rientro a casa, dopo un signor ponte, insperato e forse proprio per questo unico.
Questo credo sia il sunto di uno dei Ponti più divertenti e variegati che ci sia capitato negli ultimi tempi, non fosse solo per il nucleo ridotto di elementi.
Ma andiamo per gradi.
Antefatto: da tempo abbiamo in programma di andare alla Scufoneda, per cui io, Dynaski e Pato, già il wend scorso carichiamo l'auto con tutto il necessario, pronti alla sfida. Gli altri del Lab, chiaramente, hanno invece tutto su a Prali, come da copione, con l'idea di passarci il ponte.
In settimana arriva l'ennesima fioccata, a dir poco pesante, seguita da pioggia, su Prali: quasi inevitabili smottamenti e frane, e di fatti mercoledì la strada viene chiusa, giusto in tempo per vedere due dei nostri sani e salvi in paese.
Questi resteranno stoicamente tutto il ponte (a dire il vero sono ancora su), così da badare alle faccende "di casa", mentre i tre intrepidi, complici alcuni contrattempi e ripensamenti dell'ultim'ora, decidono di optare per la soluzione più logica, ovvero la buona e vecchia Via Lattea.
In questo modo si può sfruttare la casa del sottoscritto (era da un anno che non ci si metteva scandalosamente piede), peraltro rimanendo "in zona" in caso di novità a Prali, così da potersi muovere all'occorrenza e dare man forte ai due già su (scopriremo con il tempo che sarà comunque pressochè impossibile arrivare in loco, peraltro non potendo fare le cose che avevamo in mente di fare, amen).
Ci troviamo quindi a macchina già carica, pronti e carichi come molle, destinazione l'ignoto: non tanto per il posto in sè, perchè lì ci son cresciuto, ma perchè la grossa incognita sono le condizioni!
Sulla carta, il foen ha fatto i suoi bei danni, partiamo con l'idea quindi del tipo "troviamo quello che c'è" e amen.
Giovedì saliamo quindi da Sauze: un pò di gonfie qua e là, cominciamo quindi col mettere il naso in un boschetto.. neve abbastanza pesante, ma non male! Goduria insperata.
Da lì proviamo ad andare nel "vallone" del Col Basset, giusto per vedere come sono le condizioni... sorpresa.
Le pendenze non sono esagerate qui, c'è un pò di bosco, ma soprattutto il manto sembra non esser stato rimaneggiato ed anzi, ispira tutto sommato fiducia. Botta di c...o invereconda, Ale sfrutta l'occasione per fare due pieghe:
dynaski piega tra i buschketi
Un pò di video (seguirà edit), qualche "nazi-drop" di Pato, si può azzardare anche qualche campo aperto "corto", ed in generale ne esce una giornata a dir poco insperata.
Rientrando, scopriamo che un fronte di qualche centinaio di metri ha scaricato (per chi conosce, dal muro del Bourget fino praticamente all'arrivo della Findus).. .valanga di fondo, pare per un taglio di uno svedese, che si è salvato mettendosi sotto una roccia.. impressionante da vedersi. Peraltro su un pendio ad Ovest pieno, singolare. Sorvolo sulla polemica della bonifica e sulla totale assenza del concetto di "prevenzione attiva" (eran gli stessi pendii che commentavamo la mattina, ed era evidente fossero precari, sciatori o meno).
La sera, cotonati e felici, collassiamo in casa a colpi di golf sulla Play... beata ignoranza.
Mattino dopo, optiamo per prendere l'auto e spostarci a Sagnalonga, un posto che per me ha quel non so che... non sembra neanche di essere in VL!
Avendo visto le previsioni, e quindi il rialzo termico, l'idea qui è di trovare qualcosa in ombra la mattina, e poi sperare nella botta di c..o di un pò di trasformata sui pendii più esposti.
Sagnalonga rulez!
Prima, ennesima, occasione d'oro: troviamo una serie di linee belle in ombra, lì il tempo si è fermato... siamo in mezzo agli alberi, linee corte ma stradivertenti, occasione d'oro per fare due foto e due filmati.
Pato si spruzza tutto.
Pato on da panettonz
Dynaski in piega
Me medesimo e l'Albero (io son quello in azzurro)
Troveremo quindi dalla puffa, al firn primaverile, goduriosissimo... e sulla via di casa, c'è anche il tempo per qualche ignorantata:
Pato controlla il tetto di una casa, e festeggia a modo suo St. Patrick
Rientro dalla stradina, sorrisone, quadricipiti in fiamme. Come da copione.
La sera, festeggiamo St. Patrick's Day cotti come biglie nuovamente in casa, la del golf si è impossessata di noi...
Indecisi sul da farsi per il sabato, optiamo per un resort che conosciamo poco o nulla, con l'idea di sfidare le termiche (nuovamente rialziste) andando laddove di norma fa più fresco, e quindi optiamo per Pragelato (un nome, una garanzia ).
Pragelato è forse il posto più "vicino" a Prali come filosofia, e già per questo ci piace un botto: biposto rigorosamente vintage, seguita da uno skilift in quota, è tutto quanto c'è qui.
Alla facciazza dello sganciorapidoseipostitappetino
C'è il tempo di riprendersi, fare due chiacchere, dormire (?!!), fare due foto, e soprattutto prendersi il proprio tempo, complice una giornata decisamente primaverile, di quelle che poi la sera sembri un panda.
Arrivati in cima, dai boschi si passa al terreno aperto, sembra di essere decisamente in un posto selvaggio, le cime che sovrastano la zona sono impressionanti... anche qui, alcune Nord-Ovest regalano la vista di valanghe di fondo, decisamente inquietante (ed anomalo, se vogliamo).
Per il resto, due foto da ignoranti turisti, mentre diamo le generalità ad un carabiniere che, a priori, ha deciso che si fosse diretti discendenti di Attila o qualche unno suo parente... sorvoliamo sul siparietto ai limiti del ridicolo, magari un giorno racconteremo anche questo.
Pato controlla lo stato degli sci in quota
Dopo un paio di piste per riscaldarsi, belle durette, finalmente in basso comincia a mollare la neve... Una prima uscita timida tra i boschi ci porta ad una crosta non portante, di quelle che portano a figure decisamente coreografiche. Decidiamo che è tempo di altre piste, improvvisandoci mazinga, con attrezzatura non proprio idonea.
Tempo però di pranzare, e finalmente comincia a mollare il tutto: non è il firn trovato a Sagna, perchè qui il manto è ancora abbastanza "gonfio", ma la simil-malta è comunque godibile.
Apprendisti muratori all'opera
Troviamo una serie di zone vergini non da poco, e presa la giusta velocità, la neve è decisamente godibile e divertente!
Le foto saranno poche qui, complici un tot di video ignoranti di drop, linee a tuono, cadute, insomma, le solite cose.. DD
Terzo giorno, terza meta più o meno ponderata, a modo suo terza botta di fortuna, perchè probabilmente altrove la situazione era sicuramente peggiore.
Anche qui, sorrisoni, urla, zompi e cadute, un bel mix che solo con un gruppo affiatato puoi per me godere appieno.
Una volta rientrati, decidiamo che tre giorni intensi possono esser già abbastanza, e la sera, finally, mettiamo il naso fuori casa... clubbing molesto, un pò di genepy, birre ed amari, e festeggiamo anche noi (in ritardo sia sul 150enario che su St. Patrick), e a modo nostro.
Domenica in relax, un pò di golf virtuale, e rientro a casa, dopo un signor ponte, insperato e forse proprio per questo unico.