Il lavoro di un bootfitter …

Skywalker67

Fondatore Bene Gesserit
… ovvero come sono tornato a casa con un paio di scarponi su misura!

Gli scarponi che avevo preso a marzo si erano rivelati decisamente troppo grandi: erano sì comodissimi, come delle pantofole, ma per riuscire a calzarli mantenendo un minimo di contatto con le pareti dello scafo dovevo indossare una calza ben imbottita e stringere i ganci così tanto da spanciare quasi le plastiche.
Avevo anche sbagliato la rigidezza, in questo assolutamente mal consigliato dal negoziante, il quale alla mia richiesta di uno scarpone sui 100/110 di flex, mi aveva risposto che quel flex lo vendeva solitamente ai maestri, mentre per un turista era più che adeguato un 80.

Il buon Erni1967 mi ha dimostrato quanto mi sbagliavo, e mi ha accompagnato a Mortara, dal Gianni (negozio Tutto Sport), dove per l’acquisto degli scarponi (bootfitting compreso) si va per appuntamento, capirete alla fine perché.

Ed eccomi qui, venerdì pomeriggio ore 15:20 varco la soglia del negozio del Gianni a Mortara.

Nella “sala operatoria” c’è già un cliente “sotto i ferri”, ma il mio turno viene subito: Gianni mi invita a togliere scarpe e calze ed a salire su uno strano aggeggio che assomiglia ad una fotocopiatrice ribassata; accondiscendo un po’ dubbioso, mi sarei aspettato di vedermi misurare il piede, ed invece Gianni (dopo avermi chiesto di assumere una postura eretta e rilassata) si mette ad esaminare come appoggio i piedi a terra, e su quali aree del piede si concentra il peso.
Il responso è allo stesso tempo impietoso ed asettico: soffro di valgismo ad entrambi i piedi, non appoggio correttamente le piante, e questo si riflette nella posizione delle ginocchia, che puntano entrambe verso l’interno. Per poter sciare come si deve ho bisogno di un plantare fatto su misura.
Detto e fatto: mi sposto su un secondo macchinario, il quale mi prende un calco dell’impronta dei piedi nella posizione corretta che dovrei assumere, calco su cui poi viene poggiato il plantare da formare, e su cui mi riposiziono per fargli assumere la forma giusta. Una ventina di minuti di “formatura” ed il plantare è pronto per essere “refrigerato”.
Una volta formato il plantare, passiamo alla più consueta (per me) operazione di misurazione delle dimensioni dei miei piedi: sulla base di queste, Gianni (che nel frattempo ha dialogato amabilmente in dialetto pavese con tutti gli “avventori” della sua bottega rendendo decisamente piacevole lo scorrere del tempo) mi propone una serie di scarponi da provare, tra cui scegliere quello che più si adatta alla mia conformazione anatomica.
Da subito la mia scelta si indirizza su un Head Raptor 125, che a parte qualche particolare, sembra essere quello più confortevole.
Dopo una prova di una buona ora ai piedi, sono pronto ad indicare al Gianni i punti in cui avverto fastidio nella calzata: la zona esterna dei piedi, all’attaccatura dei mignolini, picchia abbastanza decisamente contro lo scafo, aiutata in questo dai plantari che hanno modificato radicalmente la mia postura, e poi un fastidioso dolore sul tallone destro, verso l’esterno, colpa di uno sperone calloso collocato all’attaccatura del tendine di achille, che mi ha sempre dato problemi, non solo con i precedenti scarponi, ma anche con diverse paia scarpe acquistate.
La soluzione è semplice … il lavoro di “fitting” un po’ meno: bisogna aprire lo scarpone come un’ostrica, inserire all’interno un’oliva d’acciaio delle dimensioni del pugno di un bimbo proprio dove il piede spinge contro lo scafo, e premere quest’oliva verso l’esterno per mezzo di una morsa; un particolare “phon” provvede poi a riscaldare lo scarpone nel punto incriminato, in modo che le plastiche si deformino ed assumano la forma voluta.
Una volta terminata l’operazione, una fresatina all’interno dello scafo destro, dove lo sperone cozzava contro lo scarpone, e sono pronto per la prova finale, che viene superata “magna cum laude”.
Alla fine, alle 19:15, varco nuovamente la soglia del negozio, felice e contento, con un bel paio di Raptor “fittati” in mano.
Ora capite perché è necessario prendere un appuntamento. ;)

Per la cronaca, i suddetti scarponi li ho provati il giorno dopo in un mattiniero all’alpe lusentino, Domodossola, dove mi sono trovato davvero bene (sci a parte, ma questa è un’altra storia); gli scarponi sono comodissimi, nessun dolore, intorpidimento, od altro nelle 4 ore di sci “tirato”, sembra di avere i piedi in una pantofola “d’acciaio”: il piede rimane comodissimo all’interno dello scarpone, ma non appena lo si “indirizza”, lo scarpone trasmette immediatamente allo sci le sollecitazioni impartite.

Di questo non posso che ringraziare Gianni, un negoziante competente, serio, professionale.

Ah, dimenticavo, gli scarponi sono un 26.5 misura mondopoint (lunghezza dello scafo 303mm), che corrisponde al 41. Io porto il 42 abbondante di scarpe. ;)
 
Ultima modifica:
ottimo post... complimenti!! io ho avuto un'esperienza da incubo con un venditore veramente scarso... magari ci fossero molti piu' venditori come quallo che hai nominato tu... ormai molti non ti aiutano, ti lasciano da solo in una scelta cosi difficile e pensano solo a venderti quello che vogliono loro... ma le voci girano e le persone smetteranno di fidarsi degli incompetenti ... (scusate lo sfogo ma ho visto e subito tante di quelle cose nelle ultime settimane che non posso fare altro che lamentarmi)..ASCOLTATE SKY, DIFFIDATE DALLE GRANDI DISTRIBUZIONI E DAL NEGOZIANTE CHE NON TI SEGUE, CHE TI METTE FRETTA E CHE TI SPINGE A COMPRARE QUELLO CHE TI CONSIGLIA LUI..
 
Per curiosità, quanta è stata la spesa? Tutto compreso, ossia scarpone, plantare e fitting. E per il solo scarpone preso nudo e crudo?
 
Gianni è un mito!!

Aggiungo che, una volta fatto tutto quanto descritto da Skywalker, ho avuto bisogno di ulteriori ritocchi (e non da poco: il sx l'ha allungato di 1/2 numero!!) e sono tornato a Mortara ben due volte. Per questi interventi non mi ha chiesto nulla.

Consigliatissimo.
 

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Skywalker67,ha omesso di dire che il precedente scarpone che a lui sembrava andare bene era lungo 325mm,praticamente sciava con due trolley da 50lt ai piedi.
Ora usa un più umano 303mm.
 
Molti sciatori si dimenticano che

LO SCARPONE E' LA PARTE PIÙ IMPORTANTE DELL'ATTREZZATURA

perché é quell'elemento che collega lo sciatore (colui che genere gli impulsi) allo sci (l'attrezzo che viene pilotato ricevendoli).

Nessuno si rende conto realmente cosa voglia dire poter calzare uno scarpone che avvolge perfettamente il proprio piede senza alcuna zona di pressione sino a quando... non lo calza:
- immediata trasmissibilità degli impulsi
- maggior sensibilità
- maggior stabilità
- buona comodità anche in uno scarpone race
- nessun dolore

Insomma: LO SCI PRENDE UN'ALTRA DIMENSIONE, tutto risulta più facile e meno faticoso e soprattutto indolore.
Sciare diventa veramente DIVERTENTE!

E anche se spendete un po' di più per il bootfitting, ora sapete perché lo fate...

;)
 
Skywalker67,ha omesso di dire che il precedente scarpone che a lui sembrava andare bene era lungo 325mm,praticamente sciava con due trolley da 50lt ai piedi.
Ora usa un più umano 303mm.

Pensa un po' te come posso sciare io ... due trolley ai piedi ed un paio di "fettuccine" sotto ... quanto lavoro che devo ancora fare per imparare decentemente ... :D
 
Esatto Dani,è la prima cosa che ho fatto notare a Luca,col suo piedino,non poteva usare uno scafo da 323mm.
Complice la passione per il tiro,in occasione della prima lezione di ricarica,a casa sua,gli ho fatto provare 2 scarpe diverse per tipologia,ma con misure più piccole dei sui scarponi,dimostrandogli che prima in un Salomon Course da 313mm e poi nel mio RL11 da 308 entrava senza problemi.
A quel punto,dopo averci dormito su una notte,mi ha chiamato per prendere l'appuntamento che gli avrebbe cambiato per sempre la concezione di sciata.
 
Che voi sappiate non c'è nessuno che fa questo lavoro in zona bergamo/lecco o limitrofi?

Mi viene in mente Ornello Sporto ad Asola-Mantova,oppure il sopracitato TuttoSport a Mortara.
Tieni presente che con Skywalker era presente un ragazzo che arrivava da Genova per preparare un paio di Nordica Doberman 130
 
Molti sciatori si dimenticano che

LO SCARPONE E' LA PARTE PIÙ IMPORTANTE DELL'ATTREZZATURA

perché é quell'elemento che collega lo sciatore (colui che genere gli impulsi) allo sci (l'attrezzo che viene pilotato ricevendoli).

Nessuno si rende conto realmente cosa voglia dire poter calzare uno scarpone che avvolge perfettamente il proprio piede senza alcuna zona di pressione sino a quando... non lo calza:

Hai ragione Dani. Quello evidenziato è proprio il punto cruciale.

Il problema (mio, ma immagino anche di molti altri sciatori) è che nessuno, finchè non prova, capisce quale debba essere la sensazione che uno scarpone "giusto" deve trasmettere, per cui comperiamo gli scarponi così come compreremmo le scarpe da passeggio, e sono ben pochi i negozianti che hanno la competenza e la voglia di perdere tanto tempo appresso ad ogni singolo cliente per "istruirlo" durante la scelta di un paio di scarponi.

La maggior parte lascia che sia il cliente a scegliere, basta che sia contento lui, anche se prende qualcosa che non gli si adatta come dovrebbe.
 
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