Il livello tecnico dei partecipanti è assolutamente eterogeneo, così come l’età anagrafica: tengo a precisare anagrafica, perchè sulla mentale avrei delle riserve e direi che eravamo tutti molto allineati.. Con un range dai 16 ai 32 anni, con gente che sgamosamente fa il maestro di sci a chi non sa magari cosa sia un DIN, tutti trovano la loro dimensione all’interno del gruppo, che chiaramente e saggiamente viene diviso in tre sottogruppi dopo un primo “provino” supervisionato dai nostri eroi. In questo modo si viene seguiti in modo molto accurato, dato che alla fine i tre gestiranno in media 5/6 persone per volta, e nonostante le migliaia di capocciate da loro prese per arrivare dove sono arrivati, ci stanno ancora dentro e riescono a tener testa a questa mandria di forsennati. A seconda quindi del livello tecnico raggiunto prima del Camp, ci si troverà a partire dalle basi (come il sottoscritto), da un livello intermedio (salti medium e qualche large almeno), ed avanzato (e lì ti tocca la gitarella ad Avalon, sugli XL… brrrr). ...... Essendo io un caso clinico, tendevo ad avere un bel blocco sui salti dove di fatto non vedi l’atterraggio: cosa utilissima, ho fatto un paio di salti dietro all’eyda ed al pablo, col risultato di cominciare a “capire” quali movimenti fare e come muoversi.. Alla fine del Camp arriverò a malapena a toccarmi gli sci in un principio di grab, ma di fatto sarò passato dal non riuscire a saltare gli small, al cominciare a “spingere” (non troppo, per ovvii motivi) sui salti medium, ed in giornate particolari cominciare anche a vedere qualche L! direi obiettivo raggiunto, con il tempo a disposizione e la mia preparazione.