come tutti gli anni, vengo invitato dalla solita, simpatica combriccola di amici crodaioli a due giorni di montagna e cazzeggio in qualche angolo poco mainstream del triveneto... questa volta la base d'appoggio prescelta è il rif. flaiban - pacherini, nel cuore delle dolomiti friulane... io, per le mie solite molteplici sfighe, non posso fermarmi per l'intero weekend ma riesco comunque a ritagliarmi il sabato... anche perché ho assoluto bisogno di staccarmi un po' dalla quotidianità e tornare a immergermi tra i monti dopo alcuni mesi complicati...
ad ogni modo... ritrovo poco prima delle 7:00 a Longarone per un caffè, poi su a cimolais e lungo la strada della val cimoliana fino al parcheggio di pian meluzzo... zaini in spalla, ci incamminiamo sul segnavia 361 prima e 362 poi, che procedendo lungamente in falsopiano si addentra verso la val dell'inferno... il meteo, ahimè, non è proprio quello che le previsioni avevano promesso...
dopo una ripida (e umida) risalita nel bosco, sbuchiamo nel bel pianoro dove un tempo sorgeva il cason val dell'inferno... siamo finalmente in vista della meta di giornata, la cima val di guerra alla testata dell'omonima valle...
lasciamo dunque alla nostra destra il bivio con il sentiero 366 per forcella Pramaggiore e continuiamo a risalire la val di guerra... il nostro programma prevede la traversata della cima, salendo per la "vecchia" via normale da sud, per scendere poi dal versante opposto lungo quella che è, invece, la nuova via normale... la vecchia via da sud risale l'evidente rampa-canale a destra degli strapiombi gialli che caratterizzano il versante meridionale della cima...
sopra il Pramaggiore ogni tanto le nubi fanno intravvedere l'azzurro, ma sono attimi, poi torna a predominare la grigia tonalità...
ancora pochi passi in ambiente idilliaco e siamo in vista del passo del mus, sovrastato sulla destra dal torrione comici, su cui corre la (pare) rinomata ferrata cassiopea verso cui è diretta la quasi totalità della (comunque relativamente poca) gente che incontriamo sul percorso...
abbandoniamo parte degli zaini ai piedi della parete nord e contorniamo la base della montagna, facendoci strada tra i mughi, per portarci nell'ampio e solitario vallone che separa la cima val di guerra dalla croda del sion...
alle nostre spalle il cielo sembra aprirsi sui torrioni di cima brica...
ma resta piuttosto grigio sopra le nostre teste, uffa... siamo all'imbocco del canale... già da qui si intuisce la strozzatura in cui sono concentrate le maggiori difficoltà della salita, che alla fine consistono in un paio di passaggi attorno al terzo grado...
ecco il primo, con anche un chiodo...
ed il secondo, visto dall'alto... la roccia è abbastanza solida, giusto un po' umida...
più in alto il canale-camino va a chiudersi sotto degli strapiombi, perciò usciamo a sinistra traversando su del ghiaino piuttosto delicato...
e risaliamo un comodo, seppur ripido pendio erboso, puntando alla dorsale sommitale del monte...
con bella vista sulla vicina, imponente croda del sion...
raggiunta la dorsale, proseguiamo seguendo un'entusiasmante, affilata cresta...
poi un ultimo risalto...
e, dopo una piccola spaccata per superare una spaccatura, siamo in cima...
ci restiamo pochi minuti, il panorama è quasi completamente ostruito e soffia pure un venticello fastidioso... ripercorriamo quindi a ritroso i nostri passi lungo la cresta...
giunti nel punto in cui la via di salita sbucava in cresta, pieghiamo ora verso nord lungo un pendio ghiaioso, seguendo una serie di ometti che ci portano ad abbassarci fino al limitare della parete...
la nuova via normale si insinua tra i punti deboli della ripida parete nord, con percorso un po' tortuoso, a tratti esposto, ma con difficoltà minori rispetto alla via sul versante sud...
l'unico caminetto un po' impegnativo può essere evitato con una calata su sosta già predisposta... in breve mettiamo piede sul ghiaione basale...
baci, abbracci e strette di mano con il resto della combriccola, che proseguirà in direzione del rifugio flaiban-pacherini... io invece mi avvio nuovamente verso pian meluzzo... un paio di scatti del bellissimo ambiente della val di guerra, prima di tuffarsi nel bosco...
il soffice tappeto di foglie è una manna per le mie gambe già frullate...
mentre una bella cascatella è un toccasana contro l'afa cambogiana...
finita la discesa, resta il luuuuuuuuungo, interminaaaaaaaaabile pianoro di fondovalle, fino a casera meluzzo e di lì all'auto...
una giornata di cui avevo proprio bisogno per resettare la mente...
ad ogni modo... ritrovo poco prima delle 7:00 a Longarone per un caffè, poi su a cimolais e lungo la strada della val cimoliana fino al parcheggio di pian meluzzo... zaini in spalla, ci incamminiamo sul segnavia 361 prima e 362 poi, che procedendo lungamente in falsopiano si addentra verso la val dell'inferno... il meteo, ahimè, non è proprio quello che le previsioni avevano promesso...
dopo una ripida (e umida) risalita nel bosco, sbuchiamo nel bel pianoro dove un tempo sorgeva il cason val dell'inferno... siamo finalmente in vista della meta di giornata, la cima val di guerra alla testata dell'omonima valle...
lasciamo dunque alla nostra destra il bivio con il sentiero 366 per forcella Pramaggiore e continuiamo a risalire la val di guerra... il nostro programma prevede la traversata della cima, salendo per la "vecchia" via normale da sud, per scendere poi dal versante opposto lungo quella che è, invece, la nuova via normale... la vecchia via da sud risale l'evidente rampa-canale a destra degli strapiombi gialli che caratterizzano il versante meridionale della cima...
sopra il Pramaggiore ogni tanto le nubi fanno intravvedere l'azzurro, ma sono attimi, poi torna a predominare la grigia tonalità...
ancora pochi passi in ambiente idilliaco e siamo in vista del passo del mus, sovrastato sulla destra dal torrione comici, su cui corre la (pare) rinomata ferrata cassiopea verso cui è diretta la quasi totalità della (comunque relativamente poca) gente che incontriamo sul percorso...
abbandoniamo parte degli zaini ai piedi della parete nord e contorniamo la base della montagna, facendoci strada tra i mughi, per portarci nell'ampio e solitario vallone che separa la cima val di guerra dalla croda del sion...
alle nostre spalle il cielo sembra aprirsi sui torrioni di cima brica...
ma resta piuttosto grigio sopra le nostre teste, uffa... siamo all'imbocco del canale... già da qui si intuisce la strozzatura in cui sono concentrate le maggiori difficoltà della salita, che alla fine consistono in un paio di passaggi attorno al terzo grado...
ecco il primo, con anche un chiodo...
ed il secondo, visto dall'alto... la roccia è abbastanza solida, giusto un po' umida...
più in alto il canale-camino va a chiudersi sotto degli strapiombi, perciò usciamo a sinistra traversando su del ghiaino piuttosto delicato...
e risaliamo un comodo, seppur ripido pendio erboso, puntando alla dorsale sommitale del monte...
con bella vista sulla vicina, imponente croda del sion...
raggiunta la dorsale, proseguiamo seguendo un'entusiasmante, affilata cresta...
poi un ultimo risalto...
e, dopo una piccola spaccata per superare una spaccatura, siamo in cima...
ci restiamo pochi minuti, il panorama è quasi completamente ostruito e soffia pure un venticello fastidioso... ripercorriamo quindi a ritroso i nostri passi lungo la cresta...
giunti nel punto in cui la via di salita sbucava in cresta, pieghiamo ora verso nord lungo un pendio ghiaioso, seguendo una serie di ometti che ci portano ad abbassarci fino al limitare della parete...
la nuova via normale si insinua tra i punti deboli della ripida parete nord, con percorso un po' tortuoso, a tratti esposto, ma con difficoltà minori rispetto alla via sul versante sud...
l'unico caminetto un po' impegnativo può essere evitato con una calata su sosta già predisposta... in breve mettiamo piede sul ghiaione basale...
baci, abbracci e strette di mano con il resto della combriccola, che proseguirà in direzione del rifugio flaiban-pacherini... io invece mi avvio nuovamente verso pian meluzzo... un paio di scatti del bellissimo ambiente della val di guerra, prima di tuffarsi nel bosco...
il soffice tappeto di foglie è una manna per le mie gambe già frullate...
mentre una bella cascatella è un toccasana contro l'afa cambogiana...
finita la discesa, resta il luuuuuuuuungo, interminaaaaaaaaabile pianoro di fondovalle, fino a casera meluzzo e di lì all'auto...
una giornata di cui avevo proprio bisogno per resettare la mente...