I rancorosi e i rosiconi

Io anche ho letto le 8 montagne, ma non ricordo se lo ho finito, mi annoiava.
Per ciò che riguarda la citazione di apertura del post, l'ha scitta oppure no? Se l'ha scritta c'è poco da estrapolare, ma di che stiamo parlando?
Lì davvero si vomita tutto l'astio possibile immaginabile e non si tratta di prendere stralci per costrure critiche ad arte. E' italiano e non lascia spazio ad interpretazioni, noi sciatori gli stiamo sulle scatole di brutto, e non si discute.
Comunque io non critico i contenuti, critico l'atteggiamento vittimista e di odio che pervade questi fautori del turismo lento.
Come sctitto tante volte, sono anche io disturbato dall'industializzazione eccessiva dello sci, guardacaso le località che frequento sono fuori dai circuiti di massa, vado altrove e me ne sto zitto, non sono il tipo che si trasfersice ad abitare ad Avoriaz se mi fa schifo per poi intraprendere una battaglia per cambiarla.
La località più grande che frequento è il Monte Rosa, e qui dissento fortemente su quanto scrive Cognetti, mi pare che sia rimasta molto a misura d'uomo e molto indietro rispetto all'industrializzazione che ha devastato le Dolomiti, e molte località francesi ed austriache. Nonosntate ci vado smepre più di rado conosco ancora di persona molti valligiani e le loro storie, gli albergatori a gestione famigliare, etc. cosa che sarebbe inimmaginabile in posti come 3V dove ogni sciatore è un numero, dentro un gigantesco fiume in piena di polli da spennare.

Il mio post comunque è nato solo perché leggevo per caso quello sproloquio di astio, mentre pensavo alla mia home resort sottosviluppata, mi veniva da ridere facendo il gioco degli opposti, in ogni sua affermazione la mia località era l'opposto. 😊
 
Io sono stupito di quanto poco si possa comprendere di una storia, forse letta male e poi esposta ancor peggio per banalizzarla, tralasciandone (maliziosamente ? per amnesia? per aver letto a pagine alterne?) la parte più profonda (il rapporto padri-figli, il principio di simmetria nei rapporti interpersonali, l'esplorazione dei libri di vetta...).
Non comprendere i riferimenti autobiografici sottintesi delle 8 Montagne (espliciti invece nel Ragazzo Selvatico) mi sembra dimostri proprio scarsa capacità di lettura; o di analisi in chi ha compilato il riassunto di cui sopra.
Poi volendo possiamo banalizzare anche la Bibbia, e se mi aggrada sono il primo a farlo... non ho tabù ideologici avendo ormai una certa.

Ho letto 3 libri di Cognetti, e in nessuno di questi ho letto una sola riga - una sola - su impianti, innevamento, aratura di piste, torniamo allo slittino ecc...
Nemmeno 1.
Senza Mai Arrivare in Cima è un racconto, breve, autobiografico, una tipica road story ovviamente per chi ama il genere senza odi alla decrescita felice (graziarca..o dirà qualcuno: in Tibet non ha trovato piste, né cupolini!).

Io questo nuovo Savonarola dei Monti (manco fosse il Nonno di Heidi) nei libri (ripeto: Nei LIBRI) che ho letto, non lo ritrovo.
Mi pare più noioso, e ipocrita, Messner se proprio vogliamo scherzare coi santi...
Anzi spesso Cognetti si descrive come una vittima colpevole, lui stesso, del proprio "carcere della modernità" (è una citazione di altro Autore...)

[... ]

Detto questo i libri possono anche non piacere, è giusto così.
Sono tutt'altro che di sinistra, e spero che almeno in montagna le differenze rimangano solo tra Alto e Basso.

Però non sottovaluterei il fatto che le 8 Montagne - anche per il momento storico - ha avvicinato al mondo della montagna qualche decina di lettori in più, che non ne sapeva nulla.
E questa mi pare una sicura vittoria per la Montagna.
E senza filippiche su seggiovie o cannoni. Che sono - e rimangono - solenni cazzate.
Infatti nei libri che ho letto, Lui mica le scrive.

Suvvia, mi pareva di averlo scritto che era un post semiserio ma non te ne voglio, un post su skiforum mica è un libro da premio strega e si può leggere in maniera superficiale e banale, giusto? :) E non coglierne l'ironia che solo prioprio proprio velatamente prendeva in giro le patetiche ed insopportabili invettive radicalchic e piene di contraddizioni del Cognetti? :)

Avevo anche detto che gli riconosco una buona prosa, difatti il libro si fa leggere (mentre il film è una palla pazzesca, infatti essendo noioso e banale è stato premiato).
Ho volutamente banalizzato la trama che però mi concederai è parecchio semplice e piuttosto lineare, il che di per sè non vuol dir nulla (cambiando genere ed arte un tizio bravo ha scritto un capolavoro teatrale parlando di due tipi che aspettano un terzo su una panchina) e mi pare centrata su schemi prevedibili, il conflitto padre/figlio, il ripendere a posteriori la strada indicata dal padre quando questo non c'è più, la mancanza di un fratello con cui condividere esperienze, l'amicizia con il coetaneo che arriva da un mondo diverso, la ricerca della propria strada, ed il nemico peggiore che è spesso dentro di sè (qui ci sarebbe da aprire una parentesi interessante su Bruno ma evito).
Ok, puoi riconoscerti se ami la montagna e sei nato nei 70 come lo scrittore ma finisce qui.
Non gli riconosco le stigma del capolavoro, di tanti libri che leggo e di cui quelli sulla montagna sono almeno ultimamente una buona parte non lo nominerei di certo se mi venisse chiesto di consigliarne 4/5. Ma d'altra parte è solo l'opinione personalissima di un lettore e quindi vale quel che vale. Magari dovrei dargli un'altra possibilità con un altro romanzo e metterlo in coda tra le cose da leggere.
Su Messner sfondi una porta aperta ma sono sicuramente prevenuto per il ribrezzo che mi fa l'architettura moderna dei suoi musei in montagna, su Corona meno ma probabilmente perchè non guardo i suoi interventi pagliacceschi in tv e perchè trovo l'etilismo meno dannoso che la spocchia piddina. De gustibus.
Sul fatto che abbia avvicinato dei lettori alla montagna...mah, non saprei non ci ho mai pensato ma può essere...invece le banalità che vomita sui giornali sussidiati e per fortuna sempre meno letti, sono anche quelle "una vittoria per la Montagna", qualunque cosa questo voglia dire?
 
Io questo nuovo Savonarola dei Monti (manco fosse il Nonno di Heidi) nei libri (ripeto: Nei LIBRI) che ho letto, non lo ritrovo.
Mi pare più noioso, e ipocrita, Messner se proprio vogliamo scherzare coi santi...
Ehm... intervengo solo per dire che paragonare una leggenda dell'alpinismo con un pirla che scrive cazzate non ha tanto senso...
Se messner parla di montagna sa quel che dice, al netto della demenza senile, il pirletta milanese sa di montagna quanto la media dei millennials che sfruttano la casa di papino in valle per qualche weekend.

Per il resto l'ampia rancorosità e astio verso il turismo montano, i locals etc, lo trovi online da lui direttamente scritto in più di un blog di ambientalisti da divano, testate di giornali vari e pagine social che inneggiano alla morte dello sci alpino.
 
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Spero mi perdonerete la risposta semiseria.

Rimango sempre basito su come le cicliche litanie del Cognetti facciano partire discussioni che vorrebbero essere serie su grandi temi come lo sfruttamento delle risorse in montagne oppure grandi discussioni su liberalismo (che già discuterne in Italia è ridicolo) vs. diverse marche di dirigismo/statalismo/socialismo (ecologismo, decrescita sostenibile, economia pianificata etc. etc.)

Al Cognetti, di cui ho letto per curiosità il premiato Le Otto Montagne, concedo la buona prosa.
Per il resto trovo il romanzo che ne ha decretato il successo incredibilmente sopravvalutato. Per dire, senza scomodare Rigoni Stern, se Le Otto Montagne è un capolavoro, La Trilogia della Patria di Righetto, per citare un contemporaneo, allora cos'è? L'equivalente dell'Iliade e dell'Odissea?
Il resto è un concentrato di clichè.
Vi annoio riassumendone la trama: Pietro il cittadino (aka Paolo, uaz uaz che originalità) è milanese figlio di una coppia veneta, appassionati di montagna, arrivati a Milano senza soldi e che tirandosi il culo a striscie, riescono a garantirsi una vita dignitosa, un'istruzione all'unicogenito ed addirittura una villeggiatura estiva in una recondita frazione di una valle di montagna, dove Pietro conoscerà il coetaneo montagnino Bruno, ignorante e dal padre assente e cattivo, con cui stringerà amicizia. La mamma di Pietro vorrebbe scolarizzare Bruno ma il padre di lui irrompe brevemente nel romanzo, scombina tutto e porta il figlio con lui a fare il magutt.
Nel frattempo Pietro cresce, litiga con suo padre, dirigente chimico, che non comprende il suo voler cazzeggiare all'università per fare il documentarista. Il padre di Pietro va allora in montagna con Bruno finchè un infarto lo porta via anzitempo da questa valle di lacrime, lasciando in eredità a sorpresa una baita diroccata al figlio.
Il Bruno la ristruttura assieme a Pietro e le cose continuano.
Mentre il figlio vive una specie di grande erasmus senza una meta, fa conoscere una sua morosa al Bruno che se ne innamora, ci fa una figlia e la porta a far la vita da malgara.
Sfortunatamente la cosa economicamente non funziona e mentre il ns. Pietro continua il suo cazzeggio, va in Nepal, parla con uno sciamano e si schiaccia un'altra fancazzista come lui, Bruno, incapace di una qualsiasi vita alternativa a quella che ha, perde moglie e figlia che lo mollano e la malga. Chiede asilo all'amico cittadino nella baita, trova degli sci ed impara a sciare [come l'annoiato Cognetti durante le restrizioni della farsa pandemica], muore sotto una valanga.
Fine.
Può piacere giusto ai lettori di Repubblica che al massimo rimproverano al Cognetti di non averci messo una spruzzatina di lgbtqwerty nell'amicizia "virile" tra i due (giuro, l'ho letto).

Ora con queste premesse e le cicliche invettive del Cognetti ma di cosa volete seriamente discutere?

Ah, vi prego, basta sottolineare che è milanese. Lo sono anch'io ed un'altra milionata di persone ma non produciamo tutti queste nenie da ZTL area C, dai. Era comunque meglio quando ci prendevate tutti per cloni del Dogui.

L'unica domanda che dovremmo porci è questa:
in gioventù sarà stato un impiantista, un accanito sciatore o un maestro di sci a trombare la fidanzata al Cognetti?
E perchè proprio una gang-bang?
Non ho fortunatamente letto il libro, ho maturato un certo sesto senso fortunatamente, ma questo che descrivi è peggio del tanto decantato, nonchè premiato, La Solitudine dei Numeri Primi, Grazie di averne condiviso un simpatico sunto, non sia che mai che di fronte ad un improvviso decadimento mentale mi sarebbe venuta la folle idea di prendere in mano cotal capolavoro!
 

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Suvvia, mi pareva di averlo scritto che era un post semiserio ma non te ne voglio, un post su skiforum mica è un libro da premio strega e si può leggere in maniera superficiale e banale, giusto? :) E non coglierne l'ironia che solo prioprio proprio velatamente prendeva in giro le patetiche ed insopportabili invettive radicalchic e piene di contraddizioni del Cognetti? :)

Avevo anche detto che gli riconosco una buona prosa, difatti il libro si fa leggere (mentre il film è una palla pazzesca, infatti essendo noioso e banale è stato premiato).
Ho volutamente banalizzato la trama che però mi concederai è parecchio semplice e piuttosto lineare, il che di per sè non vuol dir nulla (cambiando genere ed arte un tizio bravo ha scritto un capolavoro teatrale parlando di due tipi che aspettano un terzo su una panchina) e mi pare centrata su schemi prevedibili, il conflitto padre/figlio, il ripendere a posteriori la strada indicata dal padre quando questo non c'è più, la mancanza di un fratello con cui condividere esperienze, l'amicizia con il coetaneo che arriva da un mondo diverso, la ricerca della propria strada, ed il nemico peggiore che è spesso dentro di sè (qui ci sarebbe da aprire una parentesi interessante su Bruno ma evito).
Ok, puoi riconoscerti se ami la montagna e sei nato nei 70 come lo scrittore ma finisce qui.
Non gli riconosco le stigma del capolavoro, di tanti libri che leggo e di cui quelli sulla montagna sono almeno ultimamente una buona parte non lo nominerei di certo se mi venisse chiesto di consigliarne 4/5. Ma d'altra parte è solo l'opinione personalissima di un lettore e quindi vale quel che vale. Magari dovrei dargli un'altra possibilità con un altro romanzo e metterlo in coda tra le cose da leggere.
Su Messner sfondi una porta aperta ma sono sicuramente prevenuto per il ribrezzo che mi fa l'architettura moderna dei suoi musei in montagna, su Corona meno ma probabilmente perchè non guardo i suoi interventi pagliacceschi in tv e perchè trovo l'etilismo meno dannoso che la spocchia piddina. De gustibus.
Sul fatto che abbia avvicinato dei lettori alla montagna...mah, non saprei non ci ho mai pensato ma può essere...invece le banalità che vomita sui giornali sussidiati e per fortuna sempre meno letti, sono anche quelle "una vittoria per la Montagna", qualunque cosa questo voglia dire?

Anche io avevo risposto in tono semiserio se è per questo.
Posto che come diciamo a Roma il momento del cazzaro è altamente democratico (come l'artrosi), va benissimo perculare uno che spara cazzate come da cliché, soprattutto se non è il suo lavoro principale.

Però contestarlo banalizzando (ma soprattutto distorcendo) quel che scrive, in cui non trovo nulla delle famose invettive, mi sembra solo storm shit tanto per intrupparsi in un contesto facile come il forum di sciatori.
Poi i libri possono piacere o meno - ci mancherebbe - ma criticarli alla luce di articolesse o interventi pubblici, mi pare un nonsenso.
Puoi disprezzare McDonald's, ma se lo fai perché qualcuno dice che offre il rancio ai soldati israeliani stiamo sovrapponendo piani diversi e travalichiamo la valutazione del mero hamburger.

La trama delle 8M non mi pare banale, se riesci a leggere il sottotesto piuttosto sottile e delicato dove spesso si lascia al lettore individuare coincidenze e parallelismi (che ahimé nella vita ci sono sempre: i neuroni specchio non regolano solo i tempismi dello sciatore).

Non è un capolavoro, mai detto. Ma mi pare che tocchi corde oggi atrofizzate, senza invettive radical-chic che nei libri non trovi.
Io riflessioni simili sul rapporto tra Uomini e Vette li ho trovati, inaspettatamente, in J. Evola per cui nei miei giudizi non mi faccio sviare dalle etichette e non cerco il facile consenso.

Ecco, volevo solo tenere distinti i due piani, che secondo me non sono sovrapponibili. Libri alla mano.
 
Io anche ho letto le 8 montagne, ma non ricordo se lo ho finito, mi annoiava.

Rispettabilissimo, de gustibus...

Il mio post comunque è nato solo perché leggevo per caso quello sproloquio di astio,. 😊
Ecco... Io sono intervenuto solo sul tema libri, dove quegli sproloqui ancora non li ho letti.
Possiamo parlare della Capra di Sgarbi o di Sgarbi che confronta Caravaggio/Velasquez... però nel secondo caso teniamo fuori la capra.

Che poi uno possa stare sulle palle anche a prescindere mi va benissimo, basta dirlo chiaramente.
La cosa che dà da pensare è che Cognetti possa ottenere più visibilità per le polemiche che per quel che scrive...tra un po' gli offriranno 2 serie come a ZeroCalcare dopo che ha venduto l'anima sinistroide al network capitalista 😁
 
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Per il resto l'ampia rancorosità e astio verso il turismo montano, i locals etc, lo trovi online da lui direttamente scritto in più di un blog di ambientalisti da divano, testate di giornali vari e pagine social che inneggiano alla morte dello sci alpino.
Non so più come dire che io valuto uno scrittore dai suoi libri, una trattoria da come se magna (non dal colore delle pareti di casa del proprietario).
 
Non so più come dire che io valuto uno scrittore dai suoi libri, una trattoria da come se magna (non dal colore delle pareti di casa del proprietario).
Se chi cucina in trattoria fa da mangiare a casa sua da schifo, non mi aspetto che in trattoria faccia i miracoli...

Mai ho letto e mai leggerò un libro di coglionetti, se voglio leggere di montagna compro un libro di Corona (infatti li ho quasi tutti)
 
Se chi cucina in trattoria fa da mangiare a casa sua da schifo, non mi aspetto che in trattoria faccia i miracoli...
Allora - continuando nella metafora - tu prima di provare un nuovo locale chiedi che il proprietario ti inviti a casa ?
Mi sembra solo un partito preso, e in questi casi io depongo le armi.

Però non vorrei mica passare per un fan del Cognetti-pensiero: ho letto solo 3 libri e mi sono piaciuti. Punto.
Di cosa pensa circa la vera ricetta della matriciana, o della posizione in cui copula, onestamente non mi frega nulla e neppure di sapere se Corona (che, parallelamente non ho letto, e non mi invoglia a farlo... probabilmente sbagliando anche io per simmetria) ha bisogno o meno di liquidità.
 
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