subsahara
Coldest Ice
La mattina di domenica dieciotto giugno mi viene un'improvvisa voglia di Lagazuoi.
Do un'occhiata alla cartina e opto per un itinerario anelloso, il quale secondo me ha il pregio di legare nodi frequentatissimi con aste quasi sempre scariche.
Un giro facile, ma che richiede per buona parte del suo sviluppo, come dire, un attento mantenimento o addirittura un’attiva costruzione della traccia. Insomma, penso sia un gran bel giro, che merita di essere descritto.
Alle 11 a.m. parcheggio l'autovettura accanto al forte Intra i Sass, in prossimità del Passo Valparola, e mi dispongo alla salita
Il passo Valparola, e i Sett Sass
Proseguo a mezza costa lungo la parte iniziale del sentiero dei Cacciatori del Kaiser.
Giù in fondo il passo Falzarego
Il sentiero dei Kaiserjaeger, che con un dislivello di seicento metri porta dal Valparola (o dal Falzarego) alla cima del Lagazuoi Piccolo, non è che sia poi così frequentato… sì, gente un po’ ce n’è ma chiaramente la stragrande maggioranza delle persone sale su direttamente con la funivia
Finiscono i pendii detritici, e comincia il duro sasso
Il canale d’accesso alla parte più “pepata” dell’ascesa (si fa per dire: è un percorso facile con un paio di passaggi un po’ esposti)
Panoramica asse che funge da panca. Dietro i Sett Sass, und die Sellagruppe ancor più dietro
Si avvicina il caratteristico ponticello sospeso
Dopo il ponte c’è un tratto di cengia un po’ esposto, che conduce ai piedi dell’edificio sommitale del Lagazuoi
Non resta che virare a sinistra e percorrere in moderata salita l’incisione raffigurata in foto
La pendenza diminuisce; ultimi passi e poi…
… la cresta del Lagazuoi è raggiunta. Sbucano improvvise le Conturines…
… il vasto catino interno, Fanes, le Tofane…
Sulla destra l’affollata vetta
In cima al Lagazuoi Piccolo, alle 12.20
Rimango in cima quaranta minuti: mangio un panino, riposo, osservo il panorama. La folla non è particolarmente molesta, ma ora ho bisogno di un po’ solitudine: mi metto quindi in moto camminando lungo la cresta, in direzione diametralmente opposta a quella del vicino rifugio
Sguardo all’indietro
Verso sinistra il percorso è decisamente aereo: si aprono salti di centinaia di metri
Dietro di me forcella Lagazuoi.
Ecco, credo che la massima parte di chi sale al Lagazuoi parta dal Falzarego e lì ritorni, passando all’andata (o più normalmente al ritorno) per la forcella.
Ma anche coloro diretti al (o provenienti dal) rifugio Scotoni e/o lago Lagazuoi passano di default dalla forcella.
La traccia che sto seguendo io invece, che segue il crinale e poi piega a destra per scendere verso il catino, è quasi negletta
Bassi ometti, non sempre ben visibili, guidano il viandante
Arriva il momento di abbandonare l’edificio sommitale del Lagazuoi piccolo, scendendo lungo uno stretto canalino verticale ingombro di neve (lo si vede chiaramente in foto sulla sinistra).
E’ un passaggio delicato, l’unico passaggio veramente delicato dell’escursione. Sono presenti un cavo e delle staffe agevolanti, ma bisogna comunque stà in campana
Dopo avere abbandonato il canalino procedo un po’ a sentimento lungo il crinale roccioso perché la traccia - vista anche la presenza di vaste chiazze di neve - non è pù visibile. Non che ciò rappresenti un problema dato che un po’ più avanti si scorge chiaramente la prosecuzione del sentiero che piega a destra e che, tagliando i primi prati, plana verso il catino (in foto)
Altra vista retrospettiva
Ormai sono quasi arrivato al fondo. Data la perdita di quota il laghetto, fino a quel momento perfettamente visibile, scompare dietro una gibbosità del catino
Bene, saluto alle mie spalle il Lagazuoi Piccolo (che è un balcone panoramico ineguagliabile, ma di per sé - diciamoci la verità - è piuttosto bruttarello)…
… e metto finalmente piede sulla mitica celebratissima pista Armentarola, la quale in estate si chiama più sommessamente “sentiero 20A”
Do un'occhiata alla cartina e opto per un itinerario anelloso, il quale secondo me ha il pregio di legare nodi frequentatissimi con aste quasi sempre scariche.
Un giro facile, ma che richiede per buona parte del suo sviluppo, come dire, un attento mantenimento o addirittura un’attiva costruzione della traccia. Insomma, penso sia un gran bel giro, che merita di essere descritto.
Alle 11 a.m. parcheggio l'autovettura accanto al forte Intra i Sass, in prossimità del Passo Valparola, e mi dispongo alla salita
Il passo Valparola, e i Sett Sass
Proseguo a mezza costa lungo la parte iniziale del sentiero dei Cacciatori del Kaiser.
Giù in fondo il passo Falzarego
Il sentiero dei Kaiserjaeger, che con un dislivello di seicento metri porta dal Valparola (o dal Falzarego) alla cima del Lagazuoi Piccolo, non è che sia poi così frequentato… sì, gente un po’ ce n’è ma chiaramente la stragrande maggioranza delle persone sale su direttamente con la funivia
Finiscono i pendii detritici, e comincia il duro sasso
Il canale d’accesso alla parte più “pepata” dell’ascesa (si fa per dire: è un percorso facile con un paio di passaggi un po’ esposti)
Panoramica asse che funge da panca. Dietro i Sett Sass, und die Sellagruppe ancor più dietro
Si avvicina il caratteristico ponticello sospeso
Dopo il ponte c’è un tratto di cengia un po’ esposto, che conduce ai piedi dell’edificio sommitale del Lagazuoi
Non resta che virare a sinistra e percorrere in moderata salita l’incisione raffigurata in foto
La pendenza diminuisce; ultimi passi e poi…
… la cresta del Lagazuoi è raggiunta. Sbucano improvvise le Conturines…
… il vasto catino interno, Fanes, le Tofane…
Sulla destra l’affollata vetta
In cima al Lagazuoi Piccolo, alle 12.20
Rimango in cima quaranta minuti: mangio un panino, riposo, osservo il panorama. La folla non è particolarmente molesta, ma ora ho bisogno di un po’ solitudine: mi metto quindi in moto camminando lungo la cresta, in direzione diametralmente opposta a quella del vicino rifugio
Sguardo all’indietro
Verso sinistra il percorso è decisamente aereo: si aprono salti di centinaia di metri
Dietro di me forcella Lagazuoi.
Ecco, credo che la massima parte di chi sale al Lagazuoi parta dal Falzarego e lì ritorni, passando all’andata (o più normalmente al ritorno) per la forcella.
Ma anche coloro diretti al (o provenienti dal) rifugio Scotoni e/o lago Lagazuoi passano di default dalla forcella.
La traccia che sto seguendo io invece, che segue il crinale e poi piega a destra per scendere verso il catino, è quasi negletta
Bassi ometti, non sempre ben visibili, guidano il viandante
Arriva il momento di abbandonare l’edificio sommitale del Lagazuoi piccolo, scendendo lungo uno stretto canalino verticale ingombro di neve (lo si vede chiaramente in foto sulla sinistra).
E’ un passaggio delicato, l’unico passaggio veramente delicato dell’escursione. Sono presenti un cavo e delle staffe agevolanti, ma bisogna comunque stà in campana
Dopo avere abbandonato il canalino procedo un po’ a sentimento lungo il crinale roccioso perché la traccia - vista anche la presenza di vaste chiazze di neve - non è pù visibile. Non che ciò rappresenti un problema dato che un po’ più avanti si scorge chiaramente la prosecuzione del sentiero che piega a destra e che, tagliando i primi prati, plana verso il catino (in foto)
Altra vista retrospettiva
Ormai sono quasi arrivato al fondo. Data la perdita di quota il laghetto, fino a quel momento perfettamente visibile, scompare dietro una gibbosità del catino
Bene, saluto alle mie spalle il Lagazuoi Piccolo (che è un balcone panoramico ineguagliabile, ma di per sé - diciamoci la verità - è piuttosto bruttarello)…
… e metto finalmente piede sulla mitica celebratissima pista Armentarola, la quale in estate si chiama più sommessamente “sentiero 20A”