pierr
Well-known member
Domenica scorsa le previsioni davano una gran giornata di sole e temperature contenute, e dopo un sabato mediocre ci stava azzardare una lunga gita che avevo da due anni come target. Il dislivello non piccolo (1100 metri circa) e la mia scarsa forza atletica me l'avevano sempre fatta rimandare. Mi prendo tutta la giornata, mi riprometto di gestire bene le forze contando sulla alta forza di volontà, e parto. E visto che devo gestirmi l'approccio lo faccio col treno, evitandomi una quindicina di km di fondovalle. Trovo una super carrozza per le bici, con 60 ganci. Servirebbe di più sulla linea del Bernina che è spesso ingolfata di bici ed è meno capiente:
Il punto di partenza sarebbe dalla stazione di Chinuos-Chel-Brail, che serve le due frazioni di Chinuos-Chel (comune di S-Chanf) e Brail (comune di Zernez). Tra le due frazioni passa il confine tra Alta e Bassa Engadina, zone molto diverse come tipologia di ambiente montano.
Risparmio qualche franco di treno e faccio un approccio più divertente, partendo da S-Chanf, famosa in Italia perchè c'è la casa di Berlusconi (in realtà intestata alla suocera per obblighi di legge svizzeri, e ora se l'è presa la figlia Veronica Lario, vera amante della zona e che spesso si incrocia in giro)
Metto subito la cartina con la traccia completa, perchè poi ci si perde tra i tanti nomi di valle che citerò:
S-Chanf e l'inizio del sentiero:
dopo poche decine di metri di salita il sentiero entra nel bosco:
e si scende poi nella val Susauna che percorrerò tutta in salita. Anzi si scende proprio alla frazione storica di Susauna:
case storiche plurisecolari:
all'uscita di Susauna, vista verso la lunga valle che risalirò. Il primo target è sotto tra le due montagne che si vedono sullo sfondo: Piz Musella e Chealphorn, che è sulla linea di spartiacque Mar Nero-Oceano Atlantico:
La Val Susauna è stata una storica via di comunicazione tra nord e sud delle alpi, fino a quando non sono state costruite strade e ferrovie lungo altri colli tra Engadina e bacino del Reno. Qui passa la storica "via Valtellina", che metteva in comunicazione la Valtellina con la zona del lago di Costanza: https://www.schweizmobil.ch/it/svizzera-a-piedi/percorsi/route-030.html .
Procedo per il momento su facile salita, ma so già che presto peggiorerà....
L'ultimo pianoro prima della rampa incaxxata che ricordo già dal 2015, quando avevo percorso in trekking questa valle per un giro di tre giorni attorno al Piz Buin:
a sinistra la Val Viluoch, con le cime che sovrastano il comprensorio sciistico di Zuoz. In pratica questo è il lato B di Zuoz. Quello al centro dovrebbe essere il Pizzet.
finiscono gli alberi e comincia la salita tosta:
tutti a piedi a spingere:
e finalmente la prima "tappa psicologica", l'Alp Funtauna:
panoramica: la valle centrale che risalirò io è la Val Funtauna. Sulla destra invece la principale prosecuzione della val Susauna, che sale con un comodo sentiero a zig-zag verso il passo Scaletta (2605). Dietro si scende in una lunga valle laterale (la Dischmatal) verso Davos.
vista verso il passo Scaletta (non visibile):
Una cosa che non capisco della Svizzera e che apprezzo molto delle alpi italiane è che in un posto superbo del genere ci sarebbe senz'altro almeno un ristoro, se non proprio un vero ristorante. Qui invece nulla, si occupano solo dell'allevamento:
Sguardo indietro. Io sono salito da destra. Di fronte la Vallorgia:
riparto per la Val Funtauna:
davanti a me un'enorme mandria:
dietro la simpatica mascotte della mandria, la triade di cime del gruppo Piz Vadret (3229)
le valli cambiano nome di continuo, e dopo la sostanzialmente piatta Val Funtauna mi infilo a sinistra in Val Tschuvel, ben più ripida.
e finalmente sbuca il Piz Kesch (3418), la più alta cima della Alpi dell'Albula:
si comincia a vedere anche la meta della salita, il rifugio Kesch, tutto a destra:
sguardo indietro verso il Chuealphorn. Si vede un sentiero alto che corre a mezza montagna, che permette il collegamento diretto senza perdere troppo quota tra Davos (passo Scaletta), Val da Ravais a sinistra (da cui con poca risalita si può rientrare a Davos attraverso l'altra grande valle laterale Sertigtal) e Fuorcla da Funtauna dove sto dirigendomi io e che collega con Bergun e l'Albulatal. Quello che davvero apprezzo delle Alpi dell'Albula, e che secondo me le rendono uniche tra tutte le alpi, è che queste montagne sono caratterizzate da un dedalo di alti e dolci valli glaciali tutte ben percorribili, rimanendo però sempre in alta montagna e a decine di km dalle zone antropizzate delle valli che la circondano. Anche in inverno, per chi volesse cimentarsi in giri scialpinistici a tappe, ma non se la sente di andare in zone più estreme di altissima montagna come quelle tra Chamonix e Zermatt, qui può sbizzarrirsi in lunghe traversate alla portata di più sciatori.
la rampa finale al rifugio Kesch. Quelli bravi forse riescono anche a farla pedalando, io non ci ho nemmeno pensato:
sopra la marmotta comincia a sbucare il ghiacciaio di Porchabella (con la acca....) anche se purtroppo è in sofferenza:
masso erratico e marmotta:
pochi passi ancora, piccoli per l'umanità ma grandi per il sottoscritto:
vista verso la valle di discesa, la Val Tuors, che scende per 1200 al paese di Bergun. In fondo, un'altra vetta maestosa della zona, il Piz Ela. Bergun è proprio sotto:
l'ormai familiare ottima birra artigianale di una piccola frazione di Davos, la Monsteiner Beer.
Speravo almeno qui di mangiare un bel piattone ma sono arrivato tardi e il cuoco è in pausa, in Svizzera le pause lavoro sono sacre. Mi devo accontentare di un un piccolo panino al salame e una torta. Mi rifaccio con il panorama:
comincio la discesa:
sicuramente la discesa è la parte più deludente del giro, si fa tutta in sella ma la pendenza è troppo ripida e il sentiero è troppo pieno di sassi che fanno slittare continuamente nelle costanti frenate. Col senno di poi rifarei o consiglierei percorsi di discesa alternativi, magari peggiori ma almeno ci sarebbe il piacere della scoperta. Stavolta ho scoperto che la discesa era poco divertente.
un breve tratto divertente, ma poi peggiora subito:
Si arriva a Chants, frazione di Bergun. Di fronte a destra la possibile variante di percorso di discesa, la già citata Val da Ravais che prima o poi spero di esplorare come discesa alternativa.
gli ultimi km lungo la Val Tuors li percorro con una lunga discesa asfaltata. Sguardo indietro verso Chants: a sinistra la val da Ravais, a destra la valle da cui sono sceso, che credo si chiami già Val Tuors.
A Bergun salgo in treno e con la linea dell'Albula (patrimonio dell'Umanità) rientro in Engadina. La possibilità di facile rientro in treno è una delle cose che rende questo giro molto popolare tra i biker in zona.
Alla prossima!
Il punto di partenza sarebbe dalla stazione di Chinuos-Chel-Brail, che serve le due frazioni di Chinuos-Chel (comune di S-Chanf) e Brail (comune di Zernez). Tra le due frazioni passa il confine tra Alta e Bassa Engadina, zone molto diverse come tipologia di ambiente montano.
Risparmio qualche franco di treno e faccio un approccio più divertente, partendo da S-Chanf, famosa in Italia perchè c'è la casa di Berlusconi (in realtà intestata alla suocera per obblighi di legge svizzeri, e ora se l'è presa la figlia Veronica Lario, vera amante della zona e che spesso si incrocia in giro)
Metto subito la cartina con la traccia completa, perchè poi ci si perde tra i tanti nomi di valle che citerò:
S-Chanf e l'inizio del sentiero:
dopo poche decine di metri di salita il sentiero entra nel bosco:
e si scende poi nella val Susauna che percorrerò tutta in salita. Anzi si scende proprio alla frazione storica di Susauna:
case storiche plurisecolari:
all'uscita di Susauna, vista verso la lunga valle che risalirò. Il primo target è sotto tra le due montagne che si vedono sullo sfondo: Piz Musella e Chealphorn, che è sulla linea di spartiacque Mar Nero-Oceano Atlantico:
La Val Susauna è stata una storica via di comunicazione tra nord e sud delle alpi, fino a quando non sono state costruite strade e ferrovie lungo altri colli tra Engadina e bacino del Reno. Qui passa la storica "via Valtellina", che metteva in comunicazione la Valtellina con la zona del lago di Costanza: https://www.schweizmobil.ch/it/svizzera-a-piedi/percorsi/route-030.html .
Procedo per il momento su facile salita, ma so già che presto peggiorerà....
L'ultimo pianoro prima della rampa incaxxata che ricordo già dal 2015, quando avevo percorso in trekking questa valle per un giro di tre giorni attorno al Piz Buin:
a sinistra la Val Viluoch, con le cime che sovrastano il comprensorio sciistico di Zuoz. In pratica questo è il lato B di Zuoz. Quello al centro dovrebbe essere il Pizzet.
finiscono gli alberi e comincia la salita tosta:
tutti a piedi a spingere:
e finalmente la prima "tappa psicologica", l'Alp Funtauna:
panoramica: la valle centrale che risalirò io è la Val Funtauna. Sulla destra invece la principale prosecuzione della val Susauna, che sale con un comodo sentiero a zig-zag verso il passo Scaletta (2605). Dietro si scende in una lunga valle laterale (la Dischmatal) verso Davos.
vista verso il passo Scaletta (non visibile):
Una cosa che non capisco della Svizzera e che apprezzo molto delle alpi italiane è che in un posto superbo del genere ci sarebbe senz'altro almeno un ristoro, se non proprio un vero ristorante. Qui invece nulla, si occupano solo dell'allevamento:
Sguardo indietro. Io sono salito da destra. Di fronte la Vallorgia:
riparto per la Val Funtauna:
davanti a me un'enorme mandria:
dietro la simpatica mascotte della mandria, la triade di cime del gruppo Piz Vadret (3229)
le valli cambiano nome di continuo, e dopo la sostanzialmente piatta Val Funtauna mi infilo a sinistra in Val Tschuvel, ben più ripida.
e finalmente sbuca il Piz Kesch (3418), la più alta cima della Alpi dell'Albula:
si comincia a vedere anche la meta della salita, il rifugio Kesch, tutto a destra:
sguardo indietro verso il Chuealphorn. Si vede un sentiero alto che corre a mezza montagna, che permette il collegamento diretto senza perdere troppo quota tra Davos (passo Scaletta), Val da Ravais a sinistra (da cui con poca risalita si può rientrare a Davos attraverso l'altra grande valle laterale Sertigtal) e Fuorcla da Funtauna dove sto dirigendomi io e che collega con Bergun e l'Albulatal. Quello che davvero apprezzo delle Alpi dell'Albula, e che secondo me le rendono uniche tra tutte le alpi, è che queste montagne sono caratterizzate da un dedalo di alti e dolci valli glaciali tutte ben percorribili, rimanendo però sempre in alta montagna e a decine di km dalle zone antropizzate delle valli che la circondano. Anche in inverno, per chi volesse cimentarsi in giri scialpinistici a tappe, ma non se la sente di andare in zone più estreme di altissima montagna come quelle tra Chamonix e Zermatt, qui può sbizzarrirsi in lunghe traversate alla portata di più sciatori.
la rampa finale al rifugio Kesch. Quelli bravi forse riescono anche a farla pedalando, io non ci ho nemmeno pensato:
sopra la marmotta comincia a sbucare il ghiacciaio di Porchabella (con la acca....) anche se purtroppo è in sofferenza:
masso erratico e marmotta:
pochi passi ancora, piccoli per l'umanità ma grandi per il sottoscritto:
vista verso la valle di discesa, la Val Tuors, che scende per 1200 al paese di Bergun. In fondo, un'altra vetta maestosa della zona, il Piz Ela. Bergun è proprio sotto:
l'ormai familiare ottima birra artigianale di una piccola frazione di Davos, la Monsteiner Beer.
Speravo almeno qui di mangiare un bel piattone ma sono arrivato tardi e il cuoco è in pausa, in Svizzera le pause lavoro sono sacre. Mi devo accontentare di un un piccolo panino al salame e una torta. Mi rifaccio con il panorama:
comincio la discesa:
sicuramente la discesa è la parte più deludente del giro, si fa tutta in sella ma la pendenza è troppo ripida e il sentiero è troppo pieno di sassi che fanno slittare continuamente nelle costanti frenate. Col senno di poi rifarei o consiglierei percorsi di discesa alternativi, magari peggiori ma almeno ci sarebbe il piacere della scoperta. Stavolta ho scoperto che la discesa era poco divertente.
un breve tratto divertente, ma poi peggiora subito:
Si arriva a Chants, frazione di Bergun. Di fronte a destra la possibile variante di percorso di discesa, la già citata Val da Ravais che prima o poi spero di esplorare come discesa alternativa.
gli ultimi km lungo la Val Tuors li percorro con una lunga discesa asfaltata. Sguardo indietro verso Chants: a sinistra la val da Ravais, a destra la valle da cui sono sceso, che credo si chiami già Val Tuors.
A Bergun salgo in treno e con la linea dell'Albula (patrimonio dell'Umanità) rientro in Engadina. La possibilità di facile rientro in treno è una delle cose che rende questo giro molto popolare tra i biker in zona.
Alla prossima!