Capita di avere l'annata "storta": dal vento che ti distrugge la casetta appena montata, alla poca neve, alle mille difficoltà per cercare di tirare su anche solo uno straccio di snowpark, quando il tuo compito principale è proprio quello.
Cerchi di mantenere il morale del gruppo al top, di sorridere a chi, a differenza nostra (per noi è alla fine "solo" uno splendido gioco) su quella neve ci campa, ci costruisce il futuro.
Nel mentre guardi oltralpe, ai vicini che "il prato è sempre più verde", e ti dici che quest'anno è andata bene a loro. Un pò per ciascuno, dopotutto.
Però auspichi almeno al "minimo sindacale", perchè impostare un'intera stagione con una nevicata ad inizio Novembre, termiche primaverili a tratti, e vento da Alisei, non è difficile, è sostanzialmente impossibile.
Poi arriva l'inaspettato, sotto forma di una perturbazione che trasforma un normale week end in qualcosa di diverso: di unico.
Arrivati il venerdì sera, lo scenario è da depressione: prati a vista in paese, anche quel poco arrivato ad inizio mese, è stato portato via dal vento e dal caldo.
Si fa fatica a pensare che debba arrivare qualcosa di grosso, nonostante il nevischio scenda... si passa il sabato a fare i pagliacci, come al solito, rimanendo bene in pista sicchè fuori la situazione è marmorea.
Ci si dice, con un sorriso: "ce ne va una metrata qui per poter riuscire decentemente". Già, una metrata.
Si va a dormire il sabato sera con poco più di una spolverata, già contenti per cosa riserverà la domenica.
Ma la domenica ha altro in serbo, e quando ci si sveglia, sta nevicando come non si vedeva da tempo.
Io credo, in tutta franchezza, che se siamo ancora tutti interi lo si debba in gran parte alla scarsa visibilità, che permetteva poco in termini di scelta della linea. Quello, e la quantità di neve che si era già depositata: non puoi andare a Mach5 con 60cm di neve intonsa.
Qualche capitombolo, baveri alzati per i continui face-shot (anche sul dritto!) e sorrisi ebeti su tutti i volti.
La sera, unanimamente, si opta per restare su, dato che continua a nevicare, ed è previsto che il cielo si apra un minimo il lunedì.
Ed infatti....
La sera prima, sentendo i ragazzi degli impianti, ci viene detto che si era arrivati al metro in cima: tenuto conto che questo avviene alle 17, e che ha continuato per tutta la notte, la matematica è presto fatta.
Si sono praticamente ricoperte le tracce del giorno prima, si ricomincia quindi da zero, anzi!
E quindi, armati di tutto punto, i lanzichenecchi della trifula, sono pronti a colpire.
Freddo il giusto, una metrata lì per noi, quattro gatti, e soprattutto un gruppo di amici (un paio peraltro arrivati da MOLTO lontano per l'occasione ): cosa vuoi di più?
Vorrei provare a descrivervi le sensazioni, lo "shock culturale" di un'esperienza del genere, che poco ha a che vedere con quello di cui siamo soliti godere. Forse, anzi, sicuramente, chi è stato in Giappone o in Alaska con certe condizioni, ha potuto provare qualcosa di altrettanto devastante.
Fermarsi ogni 4 curve per RESPIRARE, salvo poi pensare di usare l'Avalung a mo di boccaglio per non soffocare (si perchè la scimmia è tale, che ti dimentichi pure di farlo, ed ingurgiti quantitativi inusitati di polvere), credo sia un aspetto emblematico.
La paura più grossa è veder "sparire" i tuoi compagni in qualche buco o dopo una caduta: ci si tiene d'occhio anche se ogni tanto ci si "perde", letteralmente, ubriachi di polvere. Salvo poi ritrovarsi, al fondo, guardandosi increduli.
Il sole scende, e ci regala qualche fugace raggio, ad illuminare uno scenario degno di un sogno.
Oggi c'eravamo tutti, tutti meno uno.
A lui dedico questa giornata memorabile, nell'attesa (spero prestissimo) di incrociare le nostre tracce di nuovo.
[video=vimeo;36070616]http://vimeo.com/36070616[/video]
p.s. questa giornata è servita a "rimettere in bolla" non solo Prali, ma anche altre "gemme" come il Frais, e soprattutto il sud Piemonte (Prato, Artesina, Frabosa, Limone, etc). Sono contento per tutti, e spero che riescano a recuperare una stagione finora disastrata.
Cerchi di mantenere il morale del gruppo al top, di sorridere a chi, a differenza nostra (per noi è alla fine "solo" uno splendido gioco) su quella neve ci campa, ci costruisce il futuro.
Nel mentre guardi oltralpe, ai vicini che "il prato è sempre più verde", e ti dici che quest'anno è andata bene a loro. Un pò per ciascuno, dopotutto.
Però auspichi almeno al "minimo sindacale", perchè impostare un'intera stagione con una nevicata ad inizio Novembre, termiche primaverili a tratti, e vento da Alisei, non è difficile, è sostanzialmente impossibile.
Poi arriva l'inaspettato, sotto forma di una perturbazione che trasforma un normale week end in qualcosa di diverso: di unico.
Arrivati il venerdì sera, lo scenario è da depressione: prati a vista in paese, anche quel poco arrivato ad inizio mese, è stato portato via dal vento e dal caldo.
Si fa fatica a pensare che debba arrivare qualcosa di grosso, nonostante il nevischio scenda... si passa il sabato a fare i pagliacci, come al solito, rimanendo bene in pista sicchè fuori la situazione è marmorea.
Ci si dice, con un sorriso: "ce ne va una metrata qui per poter riuscire decentemente". Già, una metrata.
Si va a dormire il sabato sera con poco più di una spolverata, già contenti per cosa riserverà la domenica.
Ma la domenica ha altro in serbo, e quando ci si sveglia, sta nevicando come non si vedeva da tempo.
Io credo, in tutta franchezza, che se siamo ancora tutti interi lo si debba in gran parte alla scarsa visibilità, che permetteva poco in termini di scelta della linea. Quello, e la quantità di neve che si era già depositata: non puoi andare a Mach5 con 60cm di neve intonsa.
Qualche capitombolo, baveri alzati per i continui face-shot (anche sul dritto!) e sorrisi ebeti su tutti i volti.
La sera, unanimamente, si opta per restare su, dato che continua a nevicare, ed è previsto che il cielo si apra un minimo il lunedì.
Ed infatti....
La sera prima, sentendo i ragazzi degli impianti, ci viene detto che si era arrivati al metro in cima: tenuto conto che questo avviene alle 17, e che ha continuato per tutta la notte, la matematica è presto fatta.
Si sono praticamente ricoperte le tracce del giorno prima, si ricomincia quindi da zero, anzi!
E quindi, armati di tutto punto, i lanzichenecchi della trifula, sono pronti a colpire.
Freddo il giusto, una metrata lì per noi, quattro gatti, e soprattutto un gruppo di amici (un paio peraltro arrivati da MOLTO lontano per l'occasione ): cosa vuoi di più?
Vorrei provare a descrivervi le sensazioni, lo "shock culturale" di un'esperienza del genere, che poco ha a che vedere con quello di cui siamo soliti godere. Forse, anzi, sicuramente, chi è stato in Giappone o in Alaska con certe condizioni, ha potuto provare qualcosa di altrettanto devastante.
Fermarsi ogni 4 curve per RESPIRARE, salvo poi pensare di usare l'Avalung a mo di boccaglio per non soffocare (si perchè la scimmia è tale, che ti dimentichi pure di farlo, ed ingurgiti quantitativi inusitati di polvere), credo sia un aspetto emblematico.
La paura più grossa è veder "sparire" i tuoi compagni in qualche buco o dopo una caduta: ci si tiene d'occhio anche se ogni tanto ci si "perde", letteralmente, ubriachi di polvere. Salvo poi ritrovarsi, al fondo, guardandosi increduli.
Il sole scende, e ci regala qualche fugace raggio, ad illuminare uno scenario degno di un sogno.
Oggi c'eravamo tutti, tutti meno uno.
A lui dedico questa giornata memorabile, nell'attesa (spero prestissimo) di incrociare le nostre tracce di nuovo.
[video=vimeo;36070616]http://vimeo.com/36070616[/video]
p.s. questa giornata è servita a "rimettere in bolla" non solo Prali, ma anche altre "gemme" come il Frais, e soprattutto il sud Piemonte (Prato, Artesina, Frabosa, Limone, etc). Sono contento per tutti, e spero che riescano a recuperare una stagione finora disastrata.
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