Un paio di giorni fa un amico mi contatta dicendomi di avere mezza giornata libera: doveva essere a casa per le 15 circa ma al mattino potevamo fare un bel giro in montagna.
Erano mesi che volevamo fare qualcosa insieme di "completo" e calcando il passo ci siamo riusciti: in mezza giornata abbiamo fatto la ferrata del Gramolon, Vajo Scuro per variante nuova, Scalorbi e attraversata della Catena del Tre Croci. 8 orette di "speed hiking" chiamiamolo così, per circa 28 km di traccia gps. Prima volta che faccio un giro così tirato ma ho retto bene anche come articolazioni: sono contento. Lui invece arrivava da una garetta di 60 km quindi avrà pensato di fare defaticamento.
Si toccano un po' tutte le zone più rappresentative della Catena delle Tre Croci e parte del Carega, se si riuscisse a metterci dentro la salita al Rifugio Fraccaroli questa passeggiata diventa l'itinerario perfetto per far "scoprire in 1 giorno" la zona al solito giapponese che viene in gita in Piccole Dolomiti.
Questa è la cartina e i dati della escursione.
Giro della Catena delle Tre Croci (Carega)
Ed ora qualche foto. Giornata sublime fino alle 9 (siamo partiti mi pare alle 6) e un po' grigia dalle 10.
La prima parte della gita la "conoscete" molto bene, oramai vi avrò fatto una testa così con la ferrata del Gramolon, stavolta ve la risparmio
Fatta la ferrata metto via imbrago e via per mulattiera fino al Ristele, un sentiero spettacolare che picchia (la prima parte letteralmente) verso il Rifugio Battisti alla Gazza.
Partenza del sentiero "Ristele".
Speravamo di farci un caffè e una torta energizzante al Rifugio ma era chiuso per impegni personali del gestore fino alle 10 :XX pazienza proseguiamo dovremmo farcela (sentirò il problema della poca acqua soprattutto sul Vajo Scuro).
Dobbiamo arrivare sotto quel dente di roccia laggiù in fondo, da dove parte la variante difficile del Vajo Scuro, la variante Lontelovare.
Attenzione, questa parte dell'itinerario è molto sottovalutata. Si deve scendere per questo salto di roccia e a volte per pigrizia non ci si mette l'imbrago. Io consiglio di usarlo fin da qui, la roccia è molto umida e la partenza della variante è a pochi minuti.
Mi giro e quasi non credo che qualche ora fa mi travavo laggiù in fondo, sui monti dietro l'albero in primo piano. Si vede bene anche il Vajo dell'Acqua.
Affrontiamo la difficilissima, ripeto difficilissima, Variante Lovaraste. Il tratto finale è fatto da 10 m di parete verticale anzi strapiombante da fare "in fretta" prima che le braccia esplodano.
Questo è il tratto più difficile. Non si nota ma pochi metri più su la parere è strapiombante.
E l'esposizione si sente tutta.
Dopo la variante Lontelovare parte l'itinerario storicio del Vajo Scuro. Si risale un grandioso vajo nel più assoluto silenzio.
Questo dovrebbe essere il Buco del Diavolo (o qualche altra parte del diavolo).
Questa dovrebbe essere l'orecchia del Diavolo.
Si esce dal Vajo che la strada da fare è ancora molta. Dobbiamo arrivare a quelle rocce sullo sfondo. L'ambiente però è magnifico.
Finalmente, disidratato non poco, vedo la "salvezza"! Il rifugio Pompeo Scalorbi dovrebbe essere aperto... e fortunatamente lo è. Ci facciamo anche una pasta, altro che barrette di gatorade.
Panorama sul Carega: la prossima volta quando abbiamo 1 giornata intera invece che mezza proviamo a salire anche al Rifugio Fraccaroli.
Ed infine una lunga e aerea traversata in quota ci riporta al Passo Tre Croci, passo Zevola e poi Passo Scagina e ritorno alla macchina.
Passo Tre Croci
Il famigerato Monte Gramolon visto da una insolita angolatura. Non lo possiamo negare: una delle 10, anzi facciamo 3, montagne più belle al mondo!
Ed ecco il rientro alla Piatta. Ottime o pessime notizie: sono partiti i lavori per portare l'energia elettrica al rifugio.
Ribadisco quanto sottovalutate siano queste montagne. Appena avete un giorno libero, prendete un impermeabile (piove sempre il pomeriggio) e venite a vederle! Ovviamente da come le descrivo io dovete calcolare una "bellezza reale" ridotta del 50%. Ma si sa ognuno di noi ha delle cose che, appunto perchè "possediamo e sentiamo nostre" valutiamo o pessime seppur mediocri oppure eccezionali anche se normali.
Alla prossima! Ora mi sono convinto che devo prendere scarpe e magliette serie.
Erano mesi che volevamo fare qualcosa insieme di "completo" e calcando il passo ci siamo riusciti: in mezza giornata abbiamo fatto la ferrata del Gramolon, Vajo Scuro per variante nuova, Scalorbi e attraversata della Catena del Tre Croci. 8 orette di "speed hiking" chiamiamolo così, per circa 28 km di traccia gps. Prima volta che faccio un giro così tirato ma ho retto bene anche come articolazioni: sono contento. Lui invece arrivava da una garetta di 60 km quindi avrà pensato di fare defaticamento.
Si toccano un po' tutte le zone più rappresentative della Catena delle Tre Croci e parte del Carega, se si riuscisse a metterci dentro la salita al Rifugio Fraccaroli questa passeggiata diventa l'itinerario perfetto per far "scoprire in 1 giorno" la zona al solito giapponese che viene in gita in Piccole Dolomiti.
Questa è la cartina e i dati della escursione.
Giro della Catena delle Tre Croci (Carega)


Ed ora qualche foto. Giornata sublime fino alle 9 (siamo partiti mi pare alle 6) e un po' grigia dalle 10.
La prima parte della gita la "conoscete" molto bene, oramai vi avrò fatto una testa così con la ferrata del Gramolon, stavolta ve la risparmio
Fatta la ferrata metto via imbrago e via per mulattiera fino al Ristele, un sentiero spettacolare che picchia (la prima parte letteralmente) verso il Rifugio Battisti alla Gazza.
Partenza del sentiero "Ristele".

Speravamo di farci un caffè e una torta energizzante al Rifugio ma era chiuso per impegni personali del gestore fino alle 10 :XX pazienza proseguiamo dovremmo farcela (sentirò il problema della poca acqua soprattutto sul Vajo Scuro).
Dobbiamo arrivare sotto quel dente di roccia laggiù in fondo, da dove parte la variante difficile del Vajo Scuro, la variante Lontelovare.

Attenzione, questa parte dell'itinerario è molto sottovalutata. Si deve scendere per questo salto di roccia e a volte per pigrizia non ci si mette l'imbrago. Io consiglio di usarlo fin da qui, la roccia è molto umida e la partenza della variante è a pochi minuti.

Mi giro e quasi non credo che qualche ora fa mi travavo laggiù in fondo, sui monti dietro l'albero in primo piano. Si vede bene anche il Vajo dell'Acqua.

Affrontiamo la difficilissima, ripeto difficilissima, Variante Lovaraste. Il tratto finale è fatto da 10 m di parete verticale anzi strapiombante da fare "in fretta" prima che le braccia esplodano.


Questo è il tratto più difficile. Non si nota ma pochi metri più su la parere è strapiombante.

E l'esposizione si sente tutta.

Dopo la variante Lontelovare parte l'itinerario storicio del Vajo Scuro. Si risale un grandioso vajo nel più assoluto silenzio.

Questo dovrebbe essere il Buco del Diavolo (o qualche altra parte del diavolo).

Questa dovrebbe essere l'orecchia del Diavolo.

Si esce dal Vajo che la strada da fare è ancora molta. Dobbiamo arrivare a quelle rocce sullo sfondo. L'ambiente però è magnifico.

Finalmente, disidratato non poco, vedo la "salvezza"! Il rifugio Pompeo Scalorbi dovrebbe essere aperto... e fortunatamente lo è. Ci facciamo anche una pasta, altro che barrette di gatorade.

Panorama sul Carega: la prossima volta quando abbiamo 1 giornata intera invece che mezza proviamo a salire anche al Rifugio Fraccaroli.

Ed infine una lunga e aerea traversata in quota ci riporta al Passo Tre Croci, passo Zevola e poi Passo Scagina e ritorno alla macchina.

Passo Tre Croci

Il famigerato Monte Gramolon visto da una insolita angolatura. Non lo possiamo negare: una delle 10, anzi facciamo 3, montagne più belle al mondo!


Ed ecco il rientro alla Piatta. Ottime o pessime notizie: sono partiti i lavori per portare l'energia elettrica al rifugio.

Ribadisco quanto sottovalutate siano queste montagne. Appena avete un giorno libero, prendete un impermeabile (piove sempre il pomeriggio) e venite a vederle! Ovviamente da come le descrivo io dovete calcolare una "bellezza reale" ridotta del 50%. Ma si sa ognuno di noi ha delle cose che, appunto perchè "possediamo e sentiamo nostre" valutiamo o pessime seppur mediocri oppure eccezionali anche se normali.
Alla prossima! Ora mi sono convinto che devo prendere scarpe e magliette serie.