La storia inizia così, poi i fotografi sono pregati di inserire le loro immagini.
Ci sono sette forumisti ( tra forumisti doc e aggregati) che puntano alla paretina del Monte Leone.
Uno nemmeno si alza dal letto, quindi i protagonisti diventano subito solo più sei
Ci sono sei forumisti che alle 06.15 di una nebbiosissima domenica di maggio si trovano al passo del Sempione per andare alla paretina del Monte Leone.
L'unico punto nebbioso e umido di tutte le Alpi Occidentali è stato scelto come punto di ritrovo...un classico.
Per fortuna, ci sono dei locals ( locals...una arriva dalla Spagna...quasi quasi sono più local io...) che affermano di conoscere la strada.
ATTENZIONE: se un local vi dice di conoscere la strada, voi fate altro...lo impareremo ben presto, anche se le avvisaglie si sono viste già al mattino.
Infatti, dopo 20 metri lineari, i locals abbandonano le varie tracce già presenti, per inerpicarsi su una costiera di pini mughi e rododendri...da cui rapidamente ridiscendono per altri mughi e rododendri, più sassi e fangazza, a riprendere la traccia più battuta.
Io sono ancora convinto che si trattasse di un test...per mettere alla prova le nostre capacità skialpinistiche.
Per fortuna, dopo cento metri di salita, buchiamo le nuvole e usciamo al sole del mattino e il panorama inizia ad aprirsi.
Il "famigerato" traverso dell'Hubschorn sembra buono, ma per prudenza il tavolaro ( per non farci mancare niente abbiamo infatti un tavolaro, un rasta ed un ingengnere...le persone normali infatti sono ancora tutte nel letto) e i due "montati larghi" mettono i coltelli.
Fatti ancora 100 metri, abbandoniamo la traccia principale che porta al Breithorn per dirigerci verso la nostra meta...un luuungoooo traverso, più adatto ad un dahu che a dei cristiani con due gambe lunghe uguali.
Al termine del quale, ci contiamo...e siamo solo più quattro...due eroi sono moooltoooo distanti tra di loro e moooltoooo da noi.
Dopo un po' di tempo, il gruppo si ricompatta, ma uno dei suoi membri non si sente niente bene, quindi tre partono spediti alla volta della cima, e gli altri due si accompagnano più lentamente al povero ammaccato, che con grande sforzo fisico e di volontà, raggiunge la Monte Leone Hutte, dove decide di attenderci per la discesa.
Quindi, tirando le somme, dopo tre ore ci sono 5 forumisti in marcia...tre diretti al Monte Leone e due che punteranno a fare la paretina per poi attendere i più veloci compagni d'avventura. 30% di perdite in 3 ore...un risultato che avrebbe reso felice il generale Cadorna.
Dopo circa un'oretta, arriviamo poco sotto la paretina, una "jolie p'tit face nord" come la chiamerebbero i nostri cugini d'oltralpe, un pendio a 45° di circa 150-200 metri di lunghezza, coperto da una abbondante quantità di farina, come scopriremo a breve. Si vedono i nostri più veloci compari attaccare la salita ( non prima di aver deliberatamente demolito tutti i passaggi che permettono il superamento della terminale...credo che sia il secondo test della giornata), mentre ci sono due altri skialper quasi all'uscita e altri tre poco sotto. Rapidi questi due si preparano e scendono pennellando curve a tutta, su 40 cm di polvere compatta. Sono veramente bravi, e rendono la discesa più facile di quanti sia in realtà, tanto che anche a me, per un attimo, balena l'idea di portarmi gli sci e scenderla con essi. Idea che fortunatamente mi passa quasi subito...infatti, mentre anche noi ci accingiamo a salire, uno sciatore ( uno dei tre che precedevano di poco i nostri compari) alla prima curva, perde uno sci e inzia a rotolare...per sua fortuna si ferma a metà parete, molto scosso ma senza neppure una ammaccatura. E dato che era pure senza casco e rotolando ha sfiorato dei bei roccioni, oltre a dei pantaloni nuovi ( che quelli li avrà riempiti...), può veramente comprare un cero alle divinità che venera ( o in alternativa iniziare a venerarne una...).
Dopo lo show imprevisto, attacchiamo anche noi la paretina, non senza le solite scende da circo per superare la bergschrund. La neve farinosa tiene molto poco e le picche servono quasi a niente...per foruna ci sono le ampie peste di chi ci ha preceduto, e in poco tempo siamo fuori anche noi, dove ci ricongiungiamo ad uno dei nostri amici, che n on si è sentito di proseguire per la vetta, lungo la non banale cresta.
Mentre attendiamo il loro ritorno, ci riposiamo, prendiamo il sole e giochiamo al peak finder umano.
Quindi, alla fine, ci sono 5 forumisti in cima alla paretina. Tre scenderanno come sono saliti e due con gli assi ( o meglio uno con gli assi e uno con la tavola).
Tolti i prima 5 metri pelati da chi li ha preceduti e la prima curva "psicologica", la loro discesa scorre perfetta e tirano delle belle linee sull'estetico pendio. Anche noi, con molta meno grazia, raggiungiamo gli assi e iniziamo a scendere.
Su il più vario campionari di nevi che la primavera può offrire:
30 metri ( due curve) di farina pressata
50 metri ( tre curve) di gesso
xxx metri di marcetta varia ( la neve di venerdì non ha ancora avuto tempo di trasformare)
Raccattiamo il socio che si era fermato, a cui la lunga pausa ha fatto bene ( e meno male, avrà poi bisogno di molta energia), e ci dirigiamo a valle, su una buona trasformata...meno male...che ci permette di fare qualche curvetta decente
A circa 2500 metri ci fermiamo per valutare cosa fare, e qui scatta il trappolone del local: non ripelliamo per fare il traverso ( in realtà saremmo arrivati 50 metri sotto e la ripellata sarebbe stata di 70 metri), scendiamo fino alle gallerie che è meglio. Fiduciosi ci accodiamo e si parte. All'inizio, la neve sembra vinavil...appena uno accenna a fermarsi, viene incollato. Poi cambia, diventa antimateria, che tende a risucchiare sci e sciatori verso il centro della terra.
Ma per fortuna dopo poco cessa la possibilità di scendere con gli assi e inizia il vero divertimento: torrenti, alberi caduti, neve gelata a chiazze e fango.
Non ci fosse la neve, sembrerebbe la foresta del Laos, anche le temperature e l'umidita lo ricordano. La possibilità di rompersi un legamento finisce, inizia invece quella di fiondarsi sulla sottostante statale o di rimanere impalato su un abete. Comunque, dopo un po' di tempo ( e porconi...) anche il boschinismo estremo finisce e siamo alla porta che ci separa dalle gallerie della statale del Sempione.
La apro, esco fuori e per poco non finisco asfaltato da un pullman lanciato a tutta. Era l'ultimo test della giornata, ma l'abbiamo passato...maledetti locals
.
In realtà, avevano in serbo per noi ancora la prova d'appello, nel locale dove ci scoliamo le nostre meritate birre.
Io ordino una bionda e mi portano una birra, un altro ordina una chiara e riceve una birra diversa...fantastico!! Primo e ( credo) unico locale al mondo dove "bionda" e "chiara" quando riferiti alle birre non sono sinonimi.
Ringrazio i due forumisti Belladitheboss e Sollazzo per la splendida giornata, e i tre non forumisti per averci accompagnato.
Da ripetere assolutamente, con neve farinosa e fino al parcheggio.
Attendo le vostre foto per rendere meno palloso il topic.
Ci sono sette forumisti ( tra forumisti doc e aggregati) che puntano alla paretina del Monte Leone.
Uno nemmeno si alza dal letto, quindi i protagonisti diventano subito solo più sei
Ci sono sei forumisti che alle 06.15 di una nebbiosissima domenica di maggio si trovano al passo del Sempione per andare alla paretina del Monte Leone.
L'unico punto nebbioso e umido di tutte le Alpi Occidentali è stato scelto come punto di ritrovo...un classico.
Per fortuna, ci sono dei locals ( locals...una arriva dalla Spagna...quasi quasi sono più local io...) che affermano di conoscere la strada.
ATTENZIONE: se un local vi dice di conoscere la strada, voi fate altro...lo impareremo ben presto, anche se le avvisaglie si sono viste già al mattino.
Infatti, dopo 20 metri lineari, i locals abbandonano le varie tracce già presenti, per inerpicarsi su una costiera di pini mughi e rododendri...da cui rapidamente ridiscendono per altri mughi e rododendri, più sassi e fangazza, a riprendere la traccia più battuta.
Io sono ancora convinto che si trattasse di un test...per mettere alla prova le nostre capacità skialpinistiche.
Per fortuna, dopo cento metri di salita, buchiamo le nuvole e usciamo al sole del mattino e il panorama inizia ad aprirsi.
Il "famigerato" traverso dell'Hubschorn sembra buono, ma per prudenza il tavolaro ( per non farci mancare niente abbiamo infatti un tavolaro, un rasta ed un ingengnere...le persone normali infatti sono ancora tutte nel letto) e i due "montati larghi" mettono i coltelli.
Fatti ancora 100 metri, abbandoniamo la traccia principale che porta al Breithorn per dirigerci verso la nostra meta...un luuungoooo traverso, più adatto ad un dahu che a dei cristiani con due gambe lunghe uguali.
Al termine del quale, ci contiamo...e siamo solo più quattro...due eroi sono moooltoooo distanti tra di loro e moooltoooo da noi.
Dopo un po' di tempo, il gruppo si ricompatta, ma uno dei suoi membri non si sente niente bene, quindi tre partono spediti alla volta della cima, e gli altri due si accompagnano più lentamente al povero ammaccato, che con grande sforzo fisico e di volontà, raggiunge la Monte Leone Hutte, dove decide di attenderci per la discesa.
Quindi, tirando le somme, dopo tre ore ci sono 5 forumisti in marcia...tre diretti al Monte Leone e due che punteranno a fare la paretina per poi attendere i più veloci compagni d'avventura. 30% di perdite in 3 ore...un risultato che avrebbe reso felice il generale Cadorna.
Dopo circa un'oretta, arriviamo poco sotto la paretina, una "jolie p'tit face nord" come la chiamerebbero i nostri cugini d'oltralpe, un pendio a 45° di circa 150-200 metri di lunghezza, coperto da una abbondante quantità di farina, come scopriremo a breve. Si vedono i nostri più veloci compari attaccare la salita ( non prima di aver deliberatamente demolito tutti i passaggi che permettono il superamento della terminale...credo che sia il secondo test della giornata), mentre ci sono due altri skialper quasi all'uscita e altri tre poco sotto. Rapidi questi due si preparano e scendono pennellando curve a tutta, su 40 cm di polvere compatta. Sono veramente bravi, e rendono la discesa più facile di quanti sia in realtà, tanto che anche a me, per un attimo, balena l'idea di portarmi gli sci e scenderla con essi. Idea che fortunatamente mi passa quasi subito...infatti, mentre anche noi ci accingiamo a salire, uno sciatore ( uno dei tre che precedevano di poco i nostri compari) alla prima curva, perde uno sci e inzia a rotolare...per sua fortuna si ferma a metà parete, molto scosso ma senza neppure una ammaccatura. E dato che era pure senza casco e rotolando ha sfiorato dei bei roccioni, oltre a dei pantaloni nuovi ( che quelli li avrà riempiti...), può veramente comprare un cero alle divinità che venera ( o in alternativa iniziare a venerarne una...).
Dopo lo show imprevisto, attacchiamo anche noi la paretina, non senza le solite scende da circo per superare la bergschrund. La neve farinosa tiene molto poco e le picche servono quasi a niente...per foruna ci sono le ampie peste di chi ci ha preceduto, e in poco tempo siamo fuori anche noi, dove ci ricongiungiamo ad uno dei nostri amici, che n on si è sentito di proseguire per la vetta, lungo la non banale cresta.
Mentre attendiamo il loro ritorno, ci riposiamo, prendiamo il sole e giochiamo al peak finder umano.
Quindi, alla fine, ci sono 5 forumisti in cima alla paretina. Tre scenderanno come sono saliti e due con gli assi ( o meglio uno con gli assi e uno con la tavola).
Tolti i prima 5 metri pelati da chi li ha preceduti e la prima curva "psicologica", la loro discesa scorre perfetta e tirano delle belle linee sull'estetico pendio. Anche noi, con molta meno grazia, raggiungiamo gli assi e iniziamo a scendere.
Su il più vario campionari di nevi che la primavera può offrire:
30 metri ( due curve) di farina pressata
50 metri ( tre curve) di gesso
xxx metri di marcetta varia ( la neve di venerdì non ha ancora avuto tempo di trasformare)
Raccattiamo il socio che si era fermato, a cui la lunga pausa ha fatto bene ( e meno male, avrà poi bisogno di molta energia), e ci dirigiamo a valle, su una buona trasformata...meno male...che ci permette di fare qualche curvetta decente
A circa 2500 metri ci fermiamo per valutare cosa fare, e qui scatta il trappolone del local: non ripelliamo per fare il traverso ( in realtà saremmo arrivati 50 metri sotto e la ripellata sarebbe stata di 70 metri), scendiamo fino alle gallerie che è meglio. Fiduciosi ci accodiamo e si parte. All'inizio, la neve sembra vinavil...appena uno accenna a fermarsi, viene incollato. Poi cambia, diventa antimateria, che tende a risucchiare sci e sciatori verso il centro della terra.
Ma per fortuna dopo poco cessa la possibilità di scendere con gli assi e inizia il vero divertimento: torrenti, alberi caduti, neve gelata a chiazze e fango.
Non ci fosse la neve, sembrerebbe la foresta del Laos, anche le temperature e l'umidita lo ricordano. La possibilità di rompersi un legamento finisce, inizia invece quella di fiondarsi sulla sottostante statale o di rimanere impalato su un abete. Comunque, dopo un po' di tempo ( e porconi...) anche il boschinismo estremo finisce e siamo alla porta che ci separa dalle gallerie della statale del Sempione.
La apro, esco fuori e per poco non finisco asfaltato da un pullman lanciato a tutta. Era l'ultimo test della giornata, ma l'abbiamo passato...maledetti locals



In realtà, avevano in serbo per noi ancora la prova d'appello, nel locale dove ci scoliamo le nostre meritate birre.
Io ordino una bionda e mi portano una birra, un altro ordina una chiara e riceve una birra diversa...fantastico!! Primo e ( credo) unico locale al mondo dove "bionda" e "chiara" quando riferiti alle birre non sono sinonimi.
Ringrazio i due forumisti Belladitheboss e Sollazzo per la splendida giornata, e i tre non forumisti per averci accompagnato.
Da ripetere assolutamente, con neve farinosa e fino al parcheggio.
Attendo le vostre foto per rendere meno palloso il topic.
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