e.frapporti
DURACELL
La pasquetta comincia male: a Cortina c’è un vento porco da nord, la Freccia Nel Cielo è chiusa, il cristallo ha già dato e non ho intenzione di tornar su con quel vento da nord, dalla Marmolada arrivano notizie sconfortanti (non si sa se apriranno) ma Enrysno mi manda un sms decisivo <la funivia del Pordoi è aperta!> Grazie Enrico !!!!
Parto da Cortina alle 8.30 arrivo al Passo Pordoi alle 9.45. Il Sella è assolato ma il vento lassù spira impetuoso. Petra non sta molto bene e io non so che fare.
La discesa della Forcella è ancora vergine.
Aspettiamo quasi 30 minuti. I primi che scendono ci danno coraggio (la neve sembra buona) e Petra si sente un po’ meglio: si va!
La prima discesa è proprio la classicissima.
L’accesso alla Forcella è ostico, il vento sembra respingerci, mi sembra di essere tornato indietro di una settimana ( vedi qui ) ma finalmente raggiungiamo l’inizio della discesa vera e propria.
Dopo pochi metri il vento cessa, il sole illumina bene il pedio, è ora di darsi da fare! Poche volte ero sceso con così poche tracce (che strano). La neve è buona ma non tantissima, a tratti si sentono le gobbe dei giorni precedenti sotto il manto vergine ma cercando si trovano delle ottime linee di gran soddisfazione
giù dalla Forcella
curve deliziose
Tornati al passo Petra mi dice che vorrebbe fare il Joel (che prima ed in altre occasioni le avevo indicato). Io sono titubante: nessuno è ancora sceso ed il vento da nord ha sicuramente creato una situazione di pericolo all’ingresso. Però l’idea di aprirlo mi attizza parecchio, infondo siamo ben attrezzati (corda, imbraghi, moschettoni, cordini). Perché no?
In cabina incontriamo tre Bolzanini (Michele, Roberto e Georg) con cui avevamo scambiato 2 chiacchere al nostro arrivo al passo e quando dico loro che ho intenzione di fare il Joel mi rispondono che vengono anche loro.
Sulla rampa di accesso ci alterniamo a batter traccia ed in breve siamo all’ingresso.
La cornice da vento è di quelle importanti, sotto tutto intonso ma è la tipica situazione descritta dai bollettini come pericolosa <zona di accumulo nel versante sottovento, sotto la cresta>.
la cornice del Joel
Non c’è problema. Cerco una roccia adatta per attrezzare una sosta, passo la corda dal moschettone e comincio a calare Petra. Lei prima spacca la cornice meglio che può poi si sporge e salta delicatamente di sotto (in quel punto è alta circa 1 metro e mezzo o poco meno) … non succede niente.
Derapando scende un altro metro, forse due … a quel punto si sente un leggero VOOOOMMMM: all’istante vedo un crepo che si propaga su tutto il perimetro dell’imbuto iniziale, appena sotto la cornice, e tutto il lastrone soffice superficiale che si muove sempre più velocemente verso valle. Nello stesso tempo sento Petra urlare <TIENIMI !!!>
… eheh non c’è problema, un po’ me l’aspettavo per cui ero preparato e la corda la tenevo ben salda tra le mani
.
Quando tutto torna calmo guardo Petra: ora è tranquilla. Poi guardo i tre nuovi amici: mi sorridono e con un sospiro mi dicono <bene! Ora è bonificato>. E’ la stessa cosa che stavo pensando anch’io
Calo Petra altri 10-15 metri dicendole di caricare il più possibile il pendio per verificare che tutto sia a posto e poi, raggiunto un posto relativamente sicuro, la faccio slegare.
Anche Georg preferisce essere calato così lo assicuro alla corda e lo faccio scendere. Gli altri preferiscono saltar giù dalla cornice slegati così metto via la corda, recupero la sosta e, per ultimo, entro anch’io nel canale.
I primi metri sono un po’ duretti, è rimasta la neve compatta, ma subito sotto inizia il morbido e man mano che si scende è sempre più morbido e polveroso (il lastrone era soffice!)
grande classico ma sempre bello
I tre Bolzanini mi aspettano a metà canale, sanno che mi merito la prima traccia, visto il “lavoro” di apertura, e vogliono farmi passare avanti.
Petra nel frattempo è ormai a suo agio, dopo la Staunies nord e i Canali di Creste Bianche fatti sabato non ha più nessun timore reverenziale (anche perché la neve è ottima) e scende tranquillamente
Petra se lo mangia, ormai non mi devo più preoccupare
Finalmente raggiungo gli altri e mi getto da ingordo nella parte ancora intonsa del canale (ok era svalangato ma sembrava soffice farina immacolata!)
la seconda metà è mia di diritto
neve super
Petra in seconda traccia
A fine discesa Petra molla, il malessere di prima è tornato e preferisce stare buona buona ad aspettarmi.
Io guardo Michele, Roberto e Georg con uno sguardo d’intesa: ora tocca all’Holzer!
In cuor mio spero ci sia dentro almeno una traccia, mi sentirei più tranquillo, ma nel contempo temo ce ne siano già troppe (alla prima discesa di giornata un gruppo di almeno 8 persone si era soffermato all’ingresso e sembravano intenzionati a scenderlo)
Arrivati al punto d’accesso notiamo che nessuna traccia rovina l’intonsità del manto.
Roberto entra nell'imbuto iniziale
La superficie dell’imbuto iniziale è spazzata dal vento che ha creato una serie di accumuli ad onde abbastanza pronunciati. Lì dove sono non mi preoccupano, la pendenza è ancora ridotta, spero che all’ingresso del canale vero e proprio la situazione sia più tranquilla
gli amici Bolzanini mi lasciano andare avanti (forse confidano che gli bonifichi il canale come prima?
)
Arrivo nel punto del non ritorno. Effettivamente c’è un’accumulo ma è un zona sopravento, io provo a caricarlo ed è bello compatto, nella sostanza appare solido come una roccia.
Decido di fidarmi, oggi non credo che lì dentro si stacchi niente.
caro Holzer … oggi sei tutto MIO
Parto, dopo i primi metri compatti la neve comincia ad ammorbidirsi, non è come nel Joel o come sul Cristallo sabato ma si gode alla grande ugualmente, molto meglio di come l’avevo trovata con Mario l'anno scorso .
Aspetto gli altri alla calata. Arrivano uno più entusiasta dell’altro!
‘Sta volta usiamo la corda di Roberto che ha 40 mt. (la mia è da 60) ma ne basterebbero molto meno. Il ginocchio ghiacciato è alto un paio di metri (come l’ho trovato l’anno scorso)
La seconda parte è anche meglio della prima, il canale è un po’ più largo e sciabile, e ce la facciamo tutta d’un fiato aspettandoci all’uscita (anche qui, avidamente, mi son preso la prima traccia
)
Essendo stati i primi nell’Holzer siamo anche i primi ad entrare nella parte alta del canale di accesso al fondovalle così ci becchiamo una altro centinaio abbondante di metri di buona neve prima di arrivare nella trifolata parte bassa.
Tornati al passo Pordoi ci salutiamo. Sono le 14. E’ tardi per fare una Setus. Io vorrei fare un canale delle Torrette (o della Torretta?) ma quando passo dalla macchina per salutare Petra mi dice che si sente la febbre: è meglio tornare a casa subito.
Mi spiace per l’apreski mancato coi Fassani & co., sarà per un’altra volta
Dopo un venerdì in Marmolada, un sabato sul Cristallo, una domenica più tranquilla alle 5 Torri (sempre tutto in gran polvere) non potevo avere di meglio per chiudere questo lungo w.e.
Parto da Cortina alle 8.30 arrivo al Passo Pordoi alle 9.45. Il Sella è assolato ma il vento lassù spira impetuoso. Petra non sta molto bene e io non so che fare.
La discesa della Forcella è ancora vergine.
Aspettiamo quasi 30 minuti. I primi che scendono ci danno coraggio (la neve sembra buona) e Petra si sente un po’ meglio: si va!
La prima discesa è proprio la classicissima.
L’accesso alla Forcella è ostico, il vento sembra respingerci, mi sembra di essere tornato indietro di una settimana ( vedi qui ) ma finalmente raggiungiamo l’inizio della discesa vera e propria.
Dopo pochi metri il vento cessa, il sole illumina bene il pedio, è ora di darsi da fare! Poche volte ero sceso con così poche tracce (che strano). La neve è buona ma non tantissima, a tratti si sentono le gobbe dei giorni precedenti sotto il manto vergine ma cercando si trovano delle ottime linee di gran soddisfazione
giù dalla Forcella

curve deliziose

Tornati al passo Petra mi dice che vorrebbe fare il Joel (che prima ed in altre occasioni le avevo indicato). Io sono titubante: nessuno è ancora sceso ed il vento da nord ha sicuramente creato una situazione di pericolo all’ingresso. Però l’idea di aprirlo mi attizza parecchio, infondo siamo ben attrezzati (corda, imbraghi, moschettoni, cordini). Perché no?
In cabina incontriamo tre Bolzanini (Michele, Roberto e Georg) con cui avevamo scambiato 2 chiacchere al nostro arrivo al passo e quando dico loro che ho intenzione di fare il Joel mi rispondono che vengono anche loro.
Sulla rampa di accesso ci alterniamo a batter traccia ed in breve siamo all’ingresso.
La cornice da vento è di quelle importanti, sotto tutto intonso ma è la tipica situazione descritta dai bollettini come pericolosa <zona di accumulo nel versante sottovento, sotto la cresta>.
la cornice del Joel

Non c’è problema. Cerco una roccia adatta per attrezzare una sosta, passo la corda dal moschettone e comincio a calare Petra. Lei prima spacca la cornice meglio che può poi si sporge e salta delicatamente di sotto (in quel punto è alta circa 1 metro e mezzo o poco meno) … non succede niente.
Derapando scende un altro metro, forse due … a quel punto si sente un leggero VOOOOMMMM: all’istante vedo un crepo che si propaga su tutto il perimetro dell’imbuto iniziale, appena sotto la cornice, e tutto il lastrone soffice superficiale che si muove sempre più velocemente verso valle. Nello stesso tempo sento Petra urlare <TIENIMI !!!>
… eheh non c’è problema, un po’ me l’aspettavo per cui ero preparato e la corda la tenevo ben salda tra le mani
Quando tutto torna calmo guardo Petra: ora è tranquilla. Poi guardo i tre nuovi amici: mi sorridono e con un sospiro mi dicono <bene! Ora è bonificato>. E’ la stessa cosa che stavo pensando anch’io
Calo Petra altri 10-15 metri dicendole di caricare il più possibile il pendio per verificare che tutto sia a posto e poi, raggiunto un posto relativamente sicuro, la faccio slegare.
Anche Georg preferisce essere calato così lo assicuro alla corda e lo faccio scendere. Gli altri preferiscono saltar giù dalla cornice slegati così metto via la corda, recupero la sosta e, per ultimo, entro anch’io nel canale.
I primi metri sono un po’ duretti, è rimasta la neve compatta, ma subito sotto inizia il morbido e man mano che si scende è sempre più morbido e polveroso (il lastrone era soffice!)
grande classico ma sempre bello

I tre Bolzanini mi aspettano a metà canale, sanno che mi merito la prima traccia, visto il “lavoro” di apertura, e vogliono farmi passare avanti.
Petra nel frattempo è ormai a suo agio, dopo la Staunies nord e i Canali di Creste Bianche fatti sabato non ha più nessun timore reverenziale (anche perché la neve è ottima) e scende tranquillamente
Petra se lo mangia, ormai non mi devo più preoccupare

Finalmente raggiungo gli altri e mi getto da ingordo nella parte ancora intonsa del canale (ok era svalangato ma sembrava soffice farina immacolata!)
la seconda metà è mia di diritto

neve super

Petra in seconda traccia

A fine discesa Petra molla, il malessere di prima è tornato e preferisce stare buona buona ad aspettarmi.
Io guardo Michele, Roberto e Georg con uno sguardo d’intesa: ora tocca all’Holzer!
In cuor mio spero ci sia dentro almeno una traccia, mi sentirei più tranquillo, ma nel contempo temo ce ne siano già troppe (alla prima discesa di giornata un gruppo di almeno 8 persone si era soffermato all’ingresso e sembravano intenzionati a scenderlo)
Arrivati al punto d’accesso notiamo che nessuna traccia rovina l’intonsità del manto.
Roberto entra nell'imbuto iniziale

La superficie dell’imbuto iniziale è spazzata dal vento che ha creato una serie di accumuli ad onde abbastanza pronunciati. Lì dove sono non mi preoccupano, la pendenza è ancora ridotta, spero che all’ingresso del canale vero e proprio la situazione sia più tranquilla
gli amici Bolzanini mi lasciano andare avanti (forse confidano che gli bonifichi il canale come prima?

Arrivo nel punto del non ritorno. Effettivamente c’è un’accumulo ma è un zona sopravento, io provo a caricarlo ed è bello compatto, nella sostanza appare solido come una roccia.
Decido di fidarmi, oggi non credo che lì dentro si stacchi niente.
caro Holzer … oggi sei tutto MIO

Parto, dopo i primi metri compatti la neve comincia ad ammorbidirsi, non è come nel Joel o come sul Cristallo sabato ma si gode alla grande ugualmente, molto meglio di come l’avevo trovata con Mario l'anno scorso .
Aspetto gli altri alla calata. Arrivano uno più entusiasta dell’altro!
‘Sta volta usiamo la corda di Roberto che ha 40 mt. (la mia è da 60) ma ne basterebbero molto meno. Il ginocchio ghiacciato è alto un paio di metri (come l’ho trovato l’anno scorso)
La seconda parte è anche meglio della prima, il canale è un po’ più largo e sciabile, e ce la facciamo tutta d’un fiato aspettandoci all’uscita (anche qui, avidamente, mi son preso la prima traccia
Essendo stati i primi nell’Holzer siamo anche i primi ad entrare nella parte alta del canale di accesso al fondovalle così ci becchiamo una altro centinaio abbondante di metri di buona neve prima di arrivare nella trifolata parte bassa.
Tornati al passo Pordoi ci salutiamo. Sono le 14. E’ tardi per fare una Setus. Io vorrei fare un canale delle Torrette (o della Torretta?) ma quando passo dalla macchina per salutare Petra mi dice che si sente la febbre: è meglio tornare a casa subito.
Mi spiace per l’apreski mancato coi Fassani & co., sarà per un’altra volta
Dopo un venerdì in Marmolada, un sabato sul Cristallo, una domenica più tranquilla alle 5 Torri (sempre tutto in gran polvere) non potevo avere di meglio per chiudere questo lungo w.e.
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