e.frapporti
DURACELL
(consiglio la lettura integrale, anche se lungo, agli appassionati di fuoripista)
I protagonisti: io e Petra.
PRELUDIO
Come da tradizione l’ormai consueta settimana bianca francese inizia con una tappa a Chamonix, per spaccare il viaggio, altrimenti troppo lungo, e poter surfare la powder anche il primo giorno senza passare tutta la notte al volante.
Dopo le notizie dal basista (mao65) ci presentiamo alle casse della funivia dell’Argentiere alle 8.10 pronti a tracciare la neve appena caduta.
Mao65 ci fa da guida (eccellente) così sfruttiamo al meglio quello che offre lo spot (20-30 cm. freschi freschi su altrettanti scesi e macinati il giorno precedente).
L’apoteosi è quando finiamo in un boschetto non tracciato il giorno prima e godiamo in 60-70 cm. di farina!!!
Petra e la polvere 1
Petra e la polvere 2
Mao65, la nostra guida
Grazie Maurizio!!!
Alle 13.30 chiudiamo, ormai è stato trifolato tutto e non vale la pena continuare, anche perché ci aspettano ancora 3 ore di viaggio per raggiungere Val d’Isere.
N.B.: tutte le discese fatte non sono state improvvisate ma studiate a tavolino sulla guida della VAMOS e sulle carte topografiche 1:25.000 dell’IGN. Se vedevo e seguivo delle tracce sapevo dove portavano e più o meno cosa mi aspettava.
CAPITOLO 1 – settore Solaise
Il Solaise è il monte/dorsale ad est di Val d’Isere. Il suo versante ovest e sud-ovest è un immenso fuoripista, quasi completamente sciabile (ok ci sono 3-4 piste che lo percorrono ma ne occupano una parte irrisoria), ottime pendenze, tra tutti i molteplici itinerari possibili i più significativi sono quelli che scendono dalla seggiovia CUGNAI nella valle a sud-ovest della dorsale,
panoramica della zona sud-ovest
una zona molto bella e selvaggia. E’ qui che abbiamo trascorso il primo giorno in buona neve (purtroppo la luminosità non era buona ed ho scattato pochissime foto).
alla ricerca della via migliore
Il versante est del Solaise è invece occupato da impianti e piste.
Sul versante nord niente piste, ci sono boschi ma è ripido nella parte alta e aspro (tante piccole falesie) nella parte bassa per cui è sciabile ma con attenzione. L’itinerario più interessante in questa zona è quello che passa dal couloir (35° o poco più) che scende sino a fondovalle, ci sono altre linee che si snodano nel bosco sopra Le Laisinant ma le numerose falesie le rendono discese insidiose (io non ho trovato il tempo di provarle)
Petra all'ingrasso del couloir
fuori dal canale
Ho percorso 2 volte il canale, a fine nevicata ed il giorno successivo … … molto gustoso!!!
CAPITOLO 2 – settore Fornet
I versanti del Fornet sono esposti a nord, ricoperti dall’omonima foresta (il nome inganna un po’, i boschi sono spesso fantasticamente sciabili!!!)
E’ il luogo ideale dove passare le giornate con pessima visibilità e nevicate, ed infatti il nostro secondo giorno (continue nevicate) l’abbiamo trascorso tutto lì, tra la funivia di Fornet e la seggiovia de Le Laisinant.
La strada statale che in estate porta al Col d’Iseran, ricoperta di neve, funge da comodo camminamento e permette di raggiungere i vari punti d’ingresso alle molte possibilità di discesa.
Quando alle 9.15 (secondo giorno) siamo risaliti con la funivia di Fornet ci siamo accorti che c’erano ben più dei 10 cm. preannunciati da meteo, un’addetta del soccorso ci ha avvisato di stare attenti fuoripista perché erano scesi 25-30 cm. nuovi. Le ho risposto che saremo stati molto attenti e scrupolosi … a non lasciar indietro nessun fazzoletto di powder da tracciare (questa parte l’ho solo pensata).
Le foto parlano da sole
poco sopra il bosco, appena partiti dalla strada
sul ripido, tra i paravalanghe (dopo che altri due erano passati)
ci sono anch'io
Petra in preda ad attacco di powderite acuta
rientri talvolta "sportivi". il guado
il "prato"
rientrando alla funivia si passa dal centro storico di Fornet
Vicino a Fornet le pendenze sono docili, mai banali, spostandosi verso ovest si trovano discese di tutto rispetto (35° costanti)
CAPITOLO 3 – settore Signal
parziale panoramica da fondovalle
(il col Pers lo vedremo più avanti)
È forse la zona più bella per il freeride a Val d’Isere: 900 mt. di dislivello completamente sciabili, ottime pendenze, esposizione nord, ambiente selvaggio, molto vasta quindi moltissime linee possibili. Il lato negativo è che queste qualità sono molto apprezzate da tutti ed è lì che si concentra la maggior parte dei freerider, o presunti tali, che bazzicano in zona.
Io e Petra ci siamo stati il giorno dopo la nevicata. Le condizioni erano eccellenti, solo in alcuni punti il vento aveva creato delle onde, morbide ma non soffici come il resto.
CAPITOLO 4 – settore Pissaillas (col d’Iseran-ghiacciaio)
panoramica dal Col d'Iseran
È l’area meno interessante dell’intero EspaceKilly. Poco dislivello (se si resta “in alto”) e pendenze troppo lievi.
Dall’arrivo dell’ancora a 3300 mt. si dipartono alcuni itinerari semplici (non ci sono solo quelli che ho disegnato) o con piccoli passaggi impegnativi.
Dopo una discesa ne avevamo più che abbastanza e ci siamo diretti verso il Col Pers, “porta” d’accesso ad una serie di itinerari selvaggi con arrivo a Fornet.
4 passi verso il colle
oltre il col Pers, più tracce del previsto
... ma ce n'è per tutti
la risalita a metà discesa
uno sguardo indietro
... e si riprende a surfare
Questa discesa di oltre 1000 mt. di dislivello è stata bellissima paesaggisticamente però poco soddisfacente dal punto di vista sciistico: pendenze lievi, falsipiani ed anche un tratto di salita, non credo la ripeterò.
CAPITOLO 5 – settore Bellevarde
panoramica da nord-est
La Rocher de Bellevarde è la Montagna di Val’d’Isere, ubicata a sud rispetto al paese, cuore e baricentro dell’EspaceKilly. Veloci e potenti impianti di risalita la risalgono da tutte le parti servendo molte piste sul versante sud e poche sul nord ma soprattutto, per quanto mi riguarda, una moltitudine di bellissimi fuoripista sul versante est, praticamente votato solo ad essi, e nord dove si trovano i più impegnativi.
Su questi itinerari sono tornato più volte, da solo e con Petra, perché comodissimi come accesso e come rientri. Grazie anche alle temperature molto basse di tutta la settimana (da -10 a - 20) la neve, anche se tracciata (ma non macinata), si è conservata benissimo ed anche a 5 giorni dalla nevicata si scendeva sempre sul morbido/farinoso.
di seguito il fotoreport della discesa più kazzuta che si può fare dalla Bellevarde: il couloir del "table d'orientation" abbinato al passaggio tra le falesie.
Per l'ingresso si cammina in salita per circa 100 mt. di dislivello
si va nel couloir del "table d'orientation"
uno sguardo intorno per fornire riferimenti a chi vorrà ripeterlo
dalla partenza: uno sguardo in basso
i primi 30 metri sono i più ripidi (45° ca.)
poi si fa via via più tranquillo
dopo circa 150 mt. uno sguardo in basso
da dx si vede arrivare il traverso di chi non fa il canale, ovviamente da lì in giù ci sono molte più tracce
dopo una parte meno ripida si torna ad affacciarsi sul fondovalle
da qui solo 3 traccie si dirigono a sinistra (la 4° è la mia del giro precedente) e non è un caso ... giù di lì il paradiso si trasforma ben presto in un "inferno" di passaggi mooolto esposti e ripidi ... ma nel frattempo si godeeee!!!
tratto moooolto soddisfacente
cominciano i problemi
sempre più inkazzato
ultimi casini
il meritato boschetto polveroso
I passaggi chiave sono un po' troppo esposti, meglio non portarci Petra
ok ci ho preso gusto, ora voglio l'altro couloir
a sx la discesa precedente, a dx la prossima
un breve canale prima di quello giusto
l'imbocco del couloir
è abbastanza appagante, come pendenza siamo sui 45° forse poco meno
verso il basso
non è molto esposto, un paio di giorni dopo ci ho portato anche Petra
quando la neve è morbida non ha problemi a curvare sul ripido: brava!
che dite: ci stanno i 45° ?
la parte bassa non è bella, troppa vegetazione, per uscire il prima possibile mi infilo in un passaggio un po' ostico per raggiungere un pendio aperto e polveroso, Petra ovviamente mi segue
Queste discese finiscono dritte dritte ad una fermata dello skibus gratuito
CAPITOLO 6 – settore Charvet
La Rocher de Charvet è poco più a sud rispetto alla Bellevarde, la si raggiunge con la seggivia DU GRAND PRE’. Da la si hanno 3 scelte (parlo solo di fuoripista ovviamente): 1 scendere il versante sud su facili pendii, 2 scalare su facile cresta la Rocher per raggiungere i couloir del versante nord (non l’ho fatto perché il dislivello complessivo sciabile su quel lato non è molto), 3 traversare in quota il versante sud per scollinare e scendere il bellissimo versante est. Io e Petra abbiamo scelto quest’ultima possibilità e siamo stati premiati con la miglior surfata della settimana: 700 mt. di dislivello nella miglior farina possibile!
il traverso
le prime curve
panoramica da fondovalle
io e Petra siamo scesi sulla linea di dx
la mia seconda discesa, più ripida della prima: perfetta
CAPITOLO 7 – Tignes
Sarebbe a sua volta suddivisibile in sottocapitoli ma ci sono stato solo 1 giorno perché non mi ha fatto una bella impressione, cioè: non era male ma rispetto a Val d’Isere era molto peggio. Molta più gente, discese molto discontinue con frequenti falsipiani e quelle decenti molto più tracciate che dall’altra parte. Non mancavano cosucce interessanti che ho fatto ed altre che mi riservo di fare la prossima volta.
dalla Toviere in cresta
verso Tignes-Lavachet
bella discesa
uno dei migliori itinerari a Tignes: il Vallon de la Cache
la neve a tratti è trifolata ma sempre farinosa
il primo muro
panoramica dal basso
CAPITOLO 8 – i paesi
Qualche scorcio delle architetture dei paesi.
Anche sotto questo aspetto Val d'Isere supera di gran lunga Tignes
i palazzi di Tignes-Val Claret
per chi odia i "palazzoni francesi". Fornet
Val d'Isere centro
dalla finestra della mia camera
omaggio a Layez: P&V a La Daille (è il palazzo a destra della strada)
CAPITOLO 9 – conclusioni
La settimana è stata STREPITOSA sotto tutti i punti di vista e forse questo mi fa essere un po' di parte ma sforzandomi di essere oggettivo credo di poter dire che Val d'Isere è probabilmente il miglior spot delle Alpi per il freeride (secondo solo al Monte Bianco e forse al Rosa ma stiamo parlando di un livello un po' diverso).
Se non si è ancora capito preciso che vale la pena spendere un po' di più e soggiornare a Val d'Isere invece che a Tignes per vari motivi:
1 discese più numerose, continue, di maggior dislivello e meno tracciate, in una parola migliori
2 meno affollamento (ma questo è forse un fattore fortuito dovuto alla particolare settimana in cui sono stato)
3 paese decisamente più bello
(in ogni caso i collegamenti sono molto veloci per cui anche facendo base a Tignes non è un dramma)
Non chiedetemi nulla riguardo i rifugi in quota ed i bar per l'Apreski: non ho mai messo piede negli uni e negli altri.
P.S. - naturalmente ho percorso moooolte più discese di quelle descritte o semplicemente disegnate sulle panoramiche se volete indicazioni più precise chiedete
I protagonisti: io e Petra.
PRELUDIO
Come da tradizione l’ormai consueta settimana bianca francese inizia con una tappa a Chamonix, per spaccare il viaggio, altrimenti troppo lungo, e poter surfare la powder anche il primo giorno senza passare tutta la notte al volante.
Dopo le notizie dal basista (mao65) ci presentiamo alle casse della funivia dell’Argentiere alle 8.10 pronti a tracciare la neve appena caduta.
Mao65 ci fa da guida (eccellente) così sfruttiamo al meglio quello che offre lo spot (20-30 cm. freschi freschi su altrettanti scesi e macinati il giorno precedente).
L’apoteosi è quando finiamo in un boschetto non tracciato il giorno prima e godiamo in 60-70 cm. di farina!!!
Petra e la polvere 1
Petra e la polvere 2
Mao65, la nostra guida
Grazie Maurizio!!!
Alle 13.30 chiudiamo, ormai è stato trifolato tutto e non vale la pena continuare, anche perché ci aspettano ancora 3 ore di viaggio per raggiungere Val d’Isere.
N.B.: tutte le discese fatte non sono state improvvisate ma studiate a tavolino sulla guida della VAMOS e sulle carte topografiche 1:25.000 dell’IGN. Se vedevo e seguivo delle tracce sapevo dove portavano e più o meno cosa mi aspettava.
CAPITOLO 1 – settore Solaise
Il Solaise è il monte/dorsale ad est di Val d’Isere. Il suo versante ovest e sud-ovest è un immenso fuoripista, quasi completamente sciabile (ok ci sono 3-4 piste che lo percorrono ma ne occupano una parte irrisoria), ottime pendenze, tra tutti i molteplici itinerari possibili i più significativi sono quelli che scendono dalla seggiovia CUGNAI nella valle a sud-ovest della dorsale,
panoramica della zona sud-ovest
una zona molto bella e selvaggia. E’ qui che abbiamo trascorso il primo giorno in buona neve (purtroppo la luminosità non era buona ed ho scattato pochissime foto).
alla ricerca della via migliore
Il versante est del Solaise è invece occupato da impianti e piste.
Sul versante nord niente piste, ci sono boschi ma è ripido nella parte alta e aspro (tante piccole falesie) nella parte bassa per cui è sciabile ma con attenzione. L’itinerario più interessante in questa zona è quello che passa dal couloir (35° o poco più) che scende sino a fondovalle, ci sono altre linee che si snodano nel bosco sopra Le Laisinant ma le numerose falesie le rendono discese insidiose (io non ho trovato il tempo di provarle)
Petra all'ingrasso del couloir
fuori dal canale
Ho percorso 2 volte il canale, a fine nevicata ed il giorno successivo … … molto gustoso!!!
CAPITOLO 2 – settore Fornet
I versanti del Fornet sono esposti a nord, ricoperti dall’omonima foresta (il nome inganna un po’, i boschi sono spesso fantasticamente sciabili!!!)
E’ il luogo ideale dove passare le giornate con pessima visibilità e nevicate, ed infatti il nostro secondo giorno (continue nevicate) l’abbiamo trascorso tutto lì, tra la funivia di Fornet e la seggiovia de Le Laisinant.
La strada statale che in estate porta al Col d’Iseran, ricoperta di neve, funge da comodo camminamento e permette di raggiungere i vari punti d’ingresso alle molte possibilità di discesa.
Quando alle 9.15 (secondo giorno) siamo risaliti con la funivia di Fornet ci siamo accorti che c’erano ben più dei 10 cm. preannunciati da meteo, un’addetta del soccorso ci ha avvisato di stare attenti fuoripista perché erano scesi 25-30 cm. nuovi. Le ho risposto che saremo stati molto attenti e scrupolosi … a non lasciar indietro nessun fazzoletto di powder da tracciare (questa parte l’ho solo pensata).
Le foto parlano da sole
poco sopra il bosco, appena partiti dalla strada
sul ripido, tra i paravalanghe (dopo che altri due erano passati)
ci sono anch'io
Petra in preda ad attacco di powderite acuta
rientri talvolta "sportivi". il guado
il "prato"
rientrando alla funivia si passa dal centro storico di Fornet
Vicino a Fornet le pendenze sono docili, mai banali, spostandosi verso ovest si trovano discese di tutto rispetto (35° costanti)
CAPITOLO 3 – settore Signal
parziale panoramica da fondovalle
(il col Pers lo vedremo più avanti)
È forse la zona più bella per il freeride a Val d’Isere: 900 mt. di dislivello completamente sciabili, ottime pendenze, esposizione nord, ambiente selvaggio, molto vasta quindi moltissime linee possibili. Il lato negativo è che queste qualità sono molto apprezzate da tutti ed è lì che si concentra la maggior parte dei freerider, o presunti tali, che bazzicano in zona.
Io e Petra ci siamo stati il giorno dopo la nevicata. Le condizioni erano eccellenti, solo in alcuni punti il vento aveva creato delle onde, morbide ma non soffici come il resto.
CAPITOLO 4 – settore Pissaillas (col d’Iseran-ghiacciaio)
panoramica dal Col d'Iseran
È l’area meno interessante dell’intero EspaceKilly. Poco dislivello (se si resta “in alto”) e pendenze troppo lievi.
Dall’arrivo dell’ancora a 3300 mt. si dipartono alcuni itinerari semplici (non ci sono solo quelli che ho disegnato) o con piccoli passaggi impegnativi.
Dopo una discesa ne avevamo più che abbastanza e ci siamo diretti verso il Col Pers, “porta” d’accesso ad una serie di itinerari selvaggi con arrivo a Fornet.
4 passi verso il colle
oltre il col Pers, più tracce del previsto
... ma ce n'è per tutti
la risalita a metà discesa
uno sguardo indietro
... e si riprende a surfare
Questa discesa di oltre 1000 mt. di dislivello è stata bellissima paesaggisticamente però poco soddisfacente dal punto di vista sciistico: pendenze lievi, falsipiani ed anche un tratto di salita, non credo la ripeterò.
CAPITOLO 5 – settore Bellevarde
panoramica da nord-est
La Rocher de Bellevarde è la Montagna di Val’d’Isere, ubicata a sud rispetto al paese, cuore e baricentro dell’EspaceKilly. Veloci e potenti impianti di risalita la risalgono da tutte le parti servendo molte piste sul versante sud e poche sul nord ma soprattutto, per quanto mi riguarda, una moltitudine di bellissimi fuoripista sul versante est, praticamente votato solo ad essi, e nord dove si trovano i più impegnativi.
Su questi itinerari sono tornato più volte, da solo e con Petra, perché comodissimi come accesso e come rientri. Grazie anche alle temperature molto basse di tutta la settimana (da -10 a - 20) la neve, anche se tracciata (ma non macinata), si è conservata benissimo ed anche a 5 giorni dalla nevicata si scendeva sempre sul morbido/farinoso.
di seguito il fotoreport della discesa più kazzuta che si può fare dalla Bellevarde: il couloir del "table d'orientation" abbinato al passaggio tra le falesie.
Per l'ingresso si cammina in salita per circa 100 mt. di dislivello
si va nel couloir del "table d'orientation"
uno sguardo intorno per fornire riferimenti a chi vorrà ripeterlo
dalla partenza: uno sguardo in basso
i primi 30 metri sono i più ripidi (45° ca.)
poi si fa via via più tranquillo
dopo circa 150 mt. uno sguardo in basso
da dx si vede arrivare il traverso di chi non fa il canale, ovviamente da lì in giù ci sono molte più tracce
dopo una parte meno ripida si torna ad affacciarsi sul fondovalle
da qui solo 3 traccie si dirigono a sinistra (la 4° è la mia del giro precedente) e non è un caso ... giù di lì il paradiso si trasforma ben presto in un "inferno" di passaggi mooolto esposti e ripidi ... ma nel frattempo si godeeee!!!
tratto moooolto soddisfacente
cominciano i problemi
sempre più inkazzato
ultimi casini
il meritato boschetto polveroso
I passaggi chiave sono un po' troppo esposti, meglio non portarci Petra
ok ci ho preso gusto, ora voglio l'altro couloir
a sx la discesa precedente, a dx la prossima
un breve canale prima di quello giusto
l'imbocco del couloir
è abbastanza appagante, come pendenza siamo sui 45° forse poco meno
verso il basso
non è molto esposto, un paio di giorni dopo ci ho portato anche Petra
quando la neve è morbida non ha problemi a curvare sul ripido: brava!
che dite: ci stanno i 45° ?
la parte bassa non è bella, troppa vegetazione, per uscire il prima possibile mi infilo in un passaggio un po' ostico per raggiungere un pendio aperto e polveroso, Petra ovviamente mi segue
Queste discese finiscono dritte dritte ad una fermata dello skibus gratuito
CAPITOLO 6 – settore Charvet
La Rocher de Charvet è poco più a sud rispetto alla Bellevarde, la si raggiunge con la seggivia DU GRAND PRE’. Da la si hanno 3 scelte (parlo solo di fuoripista ovviamente): 1 scendere il versante sud su facili pendii, 2 scalare su facile cresta la Rocher per raggiungere i couloir del versante nord (non l’ho fatto perché il dislivello complessivo sciabile su quel lato non è molto), 3 traversare in quota il versante sud per scollinare e scendere il bellissimo versante est. Io e Petra abbiamo scelto quest’ultima possibilità e siamo stati premiati con la miglior surfata della settimana: 700 mt. di dislivello nella miglior farina possibile!
il traverso
le prime curve
panoramica da fondovalle
io e Petra siamo scesi sulla linea di dx
la mia seconda discesa, più ripida della prima: perfetta
CAPITOLO 7 – Tignes
Sarebbe a sua volta suddivisibile in sottocapitoli ma ci sono stato solo 1 giorno perché non mi ha fatto una bella impressione, cioè: non era male ma rispetto a Val d’Isere era molto peggio. Molta più gente, discese molto discontinue con frequenti falsipiani e quelle decenti molto più tracciate che dall’altra parte. Non mancavano cosucce interessanti che ho fatto ed altre che mi riservo di fare la prossima volta.
dalla Toviere in cresta
verso Tignes-Lavachet
bella discesa
uno dei migliori itinerari a Tignes: il Vallon de la Cache
la neve a tratti è trifolata ma sempre farinosa
il primo muro
panoramica dal basso
CAPITOLO 8 – i paesi
Qualche scorcio delle architetture dei paesi.
Anche sotto questo aspetto Val d'Isere supera di gran lunga Tignes
i palazzi di Tignes-Val Claret
per chi odia i "palazzoni francesi". Fornet
Val d'Isere centro
dalla finestra della mia camera
omaggio a Layez: P&V a La Daille (è il palazzo a destra della strada)
CAPITOLO 9 – conclusioni
La settimana è stata STREPITOSA sotto tutti i punti di vista e forse questo mi fa essere un po' di parte ma sforzandomi di essere oggettivo credo di poter dire che Val d'Isere è probabilmente il miglior spot delle Alpi per il freeride (secondo solo al Monte Bianco e forse al Rosa ma stiamo parlando di un livello un po' diverso).
Se non si è ancora capito preciso che vale la pena spendere un po' di più e soggiornare a Val d'Isere invece che a Tignes per vari motivi:
1 discese più numerose, continue, di maggior dislivello e meno tracciate, in una parola migliori
2 meno affollamento (ma questo è forse un fattore fortuito dovuto alla particolare settimana in cui sono stato)
3 paese decisamente più bello
(in ogni caso i collegamenti sono molto veloci per cui anche facendo base a Tignes non è un dramma)
Non chiedetemi nulla riguardo i rifugi in quota ed i bar per l'Apreski: non ho mai messo piede negli uni e negli altri.
P.S. - naturalmente ho percorso moooolte più discese di quelle descritte o semplicemente disegnate sulle panoramiche se volete indicazioni più precise chiedete
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