Arabba: Condannati per valanga!

sambo

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OGGI (mercoledì 7 Ottobre 2009) A PAGINA 7 DEL GAZZETTINO (Edizione di Belluno) LEGGO CHE DUE SCIATORI/SNOWBORDER (uno 42 e uno di 29 anni) SONO STATI CONDANNATI (se non ricordo male a 2 anni di carcere) PER AVER PROVOCATO UNA VALANGA NEL 2004.
DOPO LE 14.00 METTERO' L'INTERO ARTICOLO (prima non posso perchè non do soldi a quelli del gazzettino).

qui trovate l'articolo consultabile dopo le 14.00 per gli iscritti e dopo le 15.00 per tutti.

http://carta.ilgazzettino.it/LeggiGiornale.php?TipoVisualizzazione=&CodSigla=BL&NumPagina=1
 
Articolo condanna

ECCO L'ARTICOLO:

Mercoledì 7 Ottobre 2009,
Un anno di reclusione ciascuno per aver provocato una valanga nel tratto che dal monte Cherz scende verso gli impianti. Parte del distacco interessò marginalmente anche un tratto di pista, ma senza investire alcun sciatore. Era il 18 marzo 2004.
La sentenza è stata emessa ieri dal tribunale di Belluno, contro due snowboardisti svizzeri, Patrick Brun, 29 anni, e Martin Jokiche, 42, che stavano praticando un fuoripista in un tratto dove, secondo la pubblica accusa, vigeva il divieto. Un comportamento aggravato anche dall’orario scelto per la discesa, ovvero le prime ore del pomeriggio, senza tener conto, inoltre, del bollettino meteo che segnalava un pericolo valanghe pari a 2 su una scala da 1 a 5.
A chiederne la condanna, il pubblico ministero Martina Gasparini, richiamandosi anche alle dichiarazioni di un teste che avrebbe detto di aver visto i due snowboardisti provocare il distacco.
Richiesta accolta dal giudice Arturo Toppan con una sentenza che ha ribaltato di fatto un precedente orientamento del tribunale di Belluno su un caso analogo conclusosi con l’assoluzione dell’imputato. E proprio a questo verdetto, firmato dal giudice Elisabetta Scolozzi, si era richiamato il difensore Luca Dalle Mule, ponendo al centro della sua arringa il quesito postosi dallo stesso giudice nelle motivazioni della sentenza assolutoria, ovvero quando si possa realmente parlare di valanga.
«In quel caso - ha ricordato Dalle Mule - si trattava di un distacco con un fronte di 150 metri circa e un’altezza di 40-50 centimetri, che invase la pista per una decina di metri. Ebbene, in questo caso il giudice non ha ritenuto vi fossero le condizioni per parlare di valanga. Nel nostro caso il distacco è stato ancora più modesto, un centinaio di metri di fronte, tanto è vero che la pista venne interessata solo da una spolverata, senza creare alcun pericolo per la pubblica incolumità. Nulla più».
Il difensore ha poi richiamato la deposizione di un altro teste che, a differenza di quello citato dalla pubblica accusa, sosteneva che i due snowboardisti erano seduti in cima al monte quando si verificò il distacco. Insomma, per Dalle Mule sarebbero venuti meno i presupposti per parlare di valanga e quindi anche per accusare i due turisti del reato a loro ascritto. Ma la tesi non è passata, sebbene confortata dalla precedente sentenza.
La decisione di Toppan mette così una nuova pietra nella giurisprudenza in materia di valanghe, sempre attualissima nella zone turistiche di montagna dove i fuoripista sono diventati un vero e proprio fenomeno di massa. E non senza pericoli. I morti sotto le valanghe non sono mancati in questi anni.
Dei due svizzeri, intanto, non si hanno notizie. Di certo il difensore ha detto che ricorrerà in appello.
 
Un anno di reclusione ciascuno per aver provocato una valanga nel tratto che dal monte Cherz scende verso gli impianti.
Avrebbero preso meno se avessero spaccato le gambe a due turisti, così tanto per fare una bravata?

Fuoripistaioli delinquenti?
Non ho parole. Ma davvero questi due rischiano il carcere?
Ragazzi dobbiamo al più presto mettere in piedi fuoripistalegale.com con una pagina breve ma chiara.
 
ECCO L'ARTICOLO:

Mercoledì 7 Ottobre 2009,
Un anno di reclusione ciascuno per aver provocato una valanga nel tratto che dal monte Cherz scende verso gli impianti. Parte del distacco interessò marginalmente anche un tratto di pista, ma senza investire alcun sciatore. Era il 18 marzo 2004.
La sentenza è stata emessa ieri dal tribunale di Belluno, contro due snowboardisti svizzeri, Patrick Brun, 29 anni, e Martin Jokiche, 42, che stavano praticando un fuoripista in un tratto dove, secondo la pubblica accusa, vigeva il divieto. Un comportamento aggravato anche dall’orario scelto per la discesa, ovvero le prime ore del pomeriggio, senza tener conto, inoltre, del bollettino meteo che segnalava un pericolo valanghe pari a 2 su una scala da 1 a 5.
A chiederne la condanna, il pubblico ministero Martina Gasparini, richiamandosi anche alle dichiarazioni di un teste che avrebbe detto di aver visto i due snowboardisti provocare il distacco.
Richiesta accolta dal giudice Arturo Toppan con una sentenza che ha ribaltato di fatto un precedente orientamento del tribunale di Belluno su un caso analogo conclusosi con l’assoluzione dell’imputato. E proprio a questo verdetto, firmato dal giudice Elisabetta Scolozzi, si era richiamato il difensore Luca Dalle Mule, ponendo al centro della sua arringa il quesito postosi dallo stesso giudice nelle motivazioni della sentenza assolutoria, ovvero quando si possa realmente parlare di valanga.
«In quel caso - ha ricordato Dalle Mule - si trattava di un distacco con un fronte di 150 metri circa e un’altezza di 40-50 centimetri, che invase la pista per una decina di metri. Ebbene, in questo caso il giudice non ha ritenuto vi fossero le condizioni per parlare di valanga. Nel nostro caso il distacco è stato ancora più modesto, un centinaio di metri di fronte, tanto è vero che la pista venne interessata solo da una spolverata, senza creare alcun pericolo per la pubblica incolumità. Nulla più».
Il difensore ha poi richiamato la deposizione di un altro teste che, a differenza di quello citato dalla pubblica accusa, sosteneva che i due snowboardisti erano seduti in cima al monte quando si verificò il distacco. Insomma, per Dalle Mule sarebbero venuti meno i presupposti per parlare di valanga e quindi anche per accusare i due turisti del reato a loro ascritto. Ma la tesi non è passata, sebbene confortata dalla precedente sentenza.
La decisione di Toppan mette così una nuova pietra nella giurisprudenza in materia di valanghe, sempre attualissima nella zone turistiche di montagna dove i fuoripista sono diventati un vero e proprio fenomeno di massa. E non senza pericoli. I morti sotto le valanghe non sono mancati in questi anni.
Dei due svizzeri, intanto, non si hanno notizie. Di certo il difensore ha detto che ricorrerà in appello.


Bisognerebbe conoscere anche le condizioni al contorno... se ad esempio c'era alto rischio di valanghe ed era stato imposto il divieto comunale nn ci si può fare nulla...

Capisco tuttavia il disappunto... oggigiorno è indispensabile informarsi molto bene sulla zona, prima di andare a fare un fuoripista!

Tuttavia un anno di reclusione mi sembra eccessivo...capirei una multa...
 
IO al cherz ne ho fatte di cotte e di crude perciò potrei esserci io al posto loro,non intendo ne assolverli ne sminuire la sentenza ma credo che sia un pò troppo!!!!
 

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INCREDIBILE!!!!
A leggere l’articolo questa giudice ha decisamente esagerato (forse gli è morto qualcuno di caro sotto una valanga in passato e ora si è sfogata così!)
Dunque:
1- c’era pericolo 2/5 cioè basso, la condizione ideale per le gite da manuale (pericolo 1 vorrebbe dire condizioni di innevamento pessime, meglio stare a casa o in pista :D ) e invece 'sta ignorante di giudice a scritto addirittura "UN COMPORTAMENTO AGGRAVATO"!!! dal fatto che c'era rischio 2.
2- Il distacco di cui sono stati accusati era piccolo, non ha provocato nessun danno né a cose né a persone (mi par di capire questo) e praticamente non è nemmeno arrivato in pista
3- Se è vero (e probabilmente lo è) che quella era una zona vietata allora ci poteva stare una sanzione amministrativa non certo la reclusione!
 
Ultima modifica:
Troppo poco. Comunque ogni tanto una condanna esemplare non può che far bene alla collettività.
 
Invece il rumeno ubriaco che ha steso 15 persone alla fermata di un autobus è libero...

Mah...
 
Troppo poco. Comunque ogni tanto una condanna esemplare non può che far bene alla collettività.

Certo! Avevano ragione le BR, ammazzarne uno per educarne cento

va fammi il piacere vah... :-?

Il problema è secondo me che tutto ciò che esula dalla conoscenza approfondita diventa un nemico da combattere ad occhi chiusi.
 
in teoria penso che su una cosa così (mancata osservanza di divieto) ci possa stare la reclusione.
però considerato il rischio basso e il fatto che effettivamente non c'è stato pericolo per nessuno è assurdo...
 
Troppo poco. Comunque ogni tanto una condanna esemplare non può che far bene alla collettività.

mah... direi che solo gli ignoranti possono trarre soddisfazione da questa sentenza!

le condanne esemplari dovrebbero darle a quel criminale basso e pelato che 'sta affondando l'Italia per salvarsi il culo!
 
Troppo poco. Comunque ogni tanto una condanna esemplare non può che far bene alla collettività.

complimenti ... bel discorso .. intelligente.. ma vai a quel paese...

cmq sarebbe interessante avere in mano il testo della sentenza.. perchè vi assicuro che tra quello che scrivono i giornali e la realtà vi è un abisso..... ogni tanto passo delle notizie forensi ad un mio amico giornalista e dovete vedere come vengono trasformati i fatti per far cronaca e per attirare l'attenzione dei lettori...
 
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