kirama
Powder Ranger
Reportage La Grave parte due: La Grave 15/18 febbraio parte 2 di 3
La terza parte del reportage "la Canala": http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?p=394550#post394550
… era tanto tempo che Luca (lucacasty nel forum) mi decantava le sue uscite di freeride in cerca di polvere con il suo gruppo di amici fidati (www.powderattack.com) e la loro guida…
… era ormai un annetto che ogni volta che ci si incontrava insisteva…
… alla fine, durante una bella giornata polverosa ai primi di gennaio in quel di La Thuile (http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?p=364529#post364529) Luca mi ha convinto: noi abbiamo organizzato col Mariolaguida per il 15, 16 e 17, portati tutto a Milano che andiamo.
Ed io: ma dove andiamo?
Luca: non lo so, decidiamo un paio di giorni prima, in base alla neve.
Si comincia bene…
Domenica 10 febbraio, armi e bagagli preparati, faccio conoscere ai miei sci la grande città... non ci erano mai stati…poverini, sono in camera che mi guardano spaesati, per terra ramponi, piccozza, imbrago, moschettoni, discensore, fettucce e cordini che ci facciamo qui??
Mando un messaggio a Luca: sono pronto in attesa di istruzioni.
Lunedì comincia il tam tam delle email: mariolaguida ha deciso per La Grave.
Luca ribatte con St. Anton.
Io guardo l’evolversi delle email ma, sotto sotto, cerco notizie; e così che sull’autobus prima di scendere in metropolitana chiedo via sms informazioni a martino (gotamart) sulle due possibili destinazioni; la sua risposta è stata impietosa: ovunque tu andrai sarà già tutto trifolato (pianto e stridor di lamine) anzi no ha scritto “super trifolato”: niente di più corretto.
Powder zero… gobbe a tonnellate… ed anche belle alte come erano anni che non ne vedevo più.
Transeat.
Partenza giovedì sera, notte a Briancon, trasferimento venerdì mattina a La Grave rientro domenica sera.
IL GRUPPO
- Luca (lucacasty)
- Matteo
- Riccardo
- Chris “le baron”
- Mariolaguida (www.mariolaguida.com)
- Luigi (kirama)
Matteo, Mariolaguida, Chris, Riccardo, Luca
Mariolaguida, Riccardo, Luigi, Matteo
LA GRAVE - LA MEIJE
La grave è un piccolo paesino situato a 1.450 mt. sotto il ghiacciaio de la Meije e su cui incombono cime ben sopra i 3.800.
Indubbiamente un ambiente da alta quota.
Ci sono quatto impianti che portano lo sciatore, sarebbe meglio dire il freerider o, meglio ancora, l’alpinista, sino a quota 3.550
http://la-grave.com/images/visuelles/1900ko.pdf (mappa più ampia dal sito)
Dal paese parte una funivia di tipo pulsé, con una stazione intermedia, che arriva a quota 2.400 da cui parte il secondo troncone sino a 3.200.
Per raggiungere il terzo impianto, uno skilift a gasolio con curva, dall’arrivo della funivia bisogna camminare per qualche minuto, poi da lì con una stradina si arriva all’ultimo skilift sino a quota 3.550.
Da qui partono le uniche due piste del comprensorio che costeggiano lo skilift
Per il resto si sica solo ed esclusivamente fuori pista e sul ghiacciaio.
Alla partenza della funivia c’è la cassettina dove puoi fare il check dell’ARVA
Appena fuori dalla funivia ci sono paletti con corde e cartelli che avvisano che oltrepassarli vuol dire accettare il rischio di sciare in alta montagna…
... poi ci sono anche altri avvisi… li vedremo dopo.
Solo dal parcheggio ti rendi conto subito che sei finito in un posto diverso dalla “solita” stazione sciistica; sci da discesa non se ne vedono, qualche francese usa ancora vecchi fischer o rossignol da 2 metri, tutti gli altri sci con almeno 90 mm al centro, la maggior parte con qualcosa di più.
Molte tavole e tutti belli massacci ed “incazzati”.
Ad occhio il 60/70 per cento delle persone indossa l’imbrago sin dalla partenza: la mattina si usciva dalla stanza con imbrago indossato, ARVA acceso, zaino e scarponi e corda nello zaino.
Una sensazione strana, diversa.
LA NEVE
Come già detto, non si è visto neanche un metro quadro di polvere, powder o poudre che dir si voglia.
Zero, nisba.
Anche i boschetti erano una gobba unica, non ho mai visto nulla di simile; le cavallette, in confronto alla gente che bazzica da quelle parti, sono dilettanti.
Se per caso si vedeva qualche zona intonsa, era meglio lasciare perdere, perché da quelle parti, se qualcuno non ci è ancora passato, soprattutto dopo quindici giorni che non nevica più, una ragione ci deve pur essere (leggi: non è sano andarsi ad infognare lì sotto o lì in mezzo).
VENERDÌ
Le discese sono molto lunghe e gli impianti sono molto lenti così non se ne possono fare molte in giornata.
Si scia sotto i crepacci terminali del ghiacciao, sotto pareti di roccia, in un ambiante spettacolare.
Venerdì abbiamo inanellato tre discese:
- la prima, per scaldarci, nel “vallons de Chancel” sino all’intermedia
- la seconda nel “vallons de la Mejie” tornando sempre all’intermedia con un occhio al canalino che avremmo fatto più tardi
- la terza, dopo mangiato, nel “vallons de la Mejie” con giro nel canalino
...il canalino…
...il canalino…
... prima di “buttarci” nel canalino ci siamo fermati a mangiare sulla terrazza all’arrivo della funivia e, tanto per non smentire la sete di “sci” che domina il paese, c’è chi pensa bene di usare tutti i mezzi possibile ed inimmaginabili per sciare.
Si scia con tutto, niente escluso.
Ogni tanto guardi i ghiacciai, vedi delle tracce partire dal nulla ma non capisci, come hanno fatto ad arrivare lì in mezzo, ci sono crepacci ovunque, da sopra non si passa, non ci sono tracce di pelli (e sarebbe impossibile) ma poi vedi qualche serpentina e tu nelle gobbe, ma come è possibile?
Poi vai a mangiare e capisci ...
Tornando al canalino è stata una bella prima prova
Abbiamo cercato di passare a sinistra (guardando la foto) ma c’era da fare un salto di circa 1 metro e mezzo e abbiamo desistito così abbiamo “ripiegato” per così dire su quello di destra.
Un pendio di 300 metri circa, di poco più di 40° di pendenza con alcuni tratti largi 3 / 4 metri circa, neve bella dura ma non ghiacciata, qualche gobba, ma nel complesso bella.
Come prima esperienza sul ripido nessun problema se non gli sci.
Il venerdì ho usato i MADE’N AK e non è proprio uno sci creato per i canalini; essendo morbido (ed io non proprio leggero) la punta e la coda rimanevano bloccati e il centro si fletteva troppo così da fare un bell’effetto balestra che non è stato proprio simpatico.
In ogni caso è una “bella” impressione stare aggrappati alla neve solo con le lamine e dover curvare proprio lì dove hai deciso e non un centimetro prima o dopo.
e poi arrivi in fondo e di fianco il tuo canalino ... qualche crepaccio
E poi, prima di andare in albergo, anche la luna viene a salutarci
SERA
A cena ovviamente non poteva mancare la compagnia femminile locale…
…
…
…
Abbiamo fatto amicizia con una locals, una bella “marmottina” della zona che ha anche offerto la cena e ci ha tenuto compagnia anche la sera dopo.
Prossimamente anche il seguito....
Reportage La Grave parte due: La Grave 15/18 febbraio parte 2 di 3
La terza parte del reportage "la Canala": http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?p=394550#post394550
… era tanto tempo che Luca (lucacasty nel forum) mi decantava le sue uscite di freeride in cerca di polvere con il suo gruppo di amici fidati (www.powderattack.com) e la loro guida…
… era ormai un annetto che ogni volta che ci si incontrava insisteva…
… alla fine, durante una bella giornata polverosa ai primi di gennaio in quel di La Thuile (http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?p=364529#post364529) Luca mi ha convinto: noi abbiamo organizzato col Mariolaguida per il 15, 16 e 17, portati tutto a Milano che andiamo.
Ed io: ma dove andiamo?
Luca: non lo so, decidiamo un paio di giorni prima, in base alla neve.
Si comincia bene…
Domenica 10 febbraio, armi e bagagli preparati, faccio conoscere ai miei sci la grande città... non ci erano mai stati…poverini, sono in camera che mi guardano spaesati, per terra ramponi, piccozza, imbrago, moschettoni, discensore, fettucce e cordini che ci facciamo qui??
Mando un messaggio a Luca: sono pronto in attesa di istruzioni.
Lunedì comincia il tam tam delle email: mariolaguida ha deciso per La Grave.
Luca ribatte con St. Anton.
Io guardo l’evolversi delle email ma, sotto sotto, cerco notizie; e così che sull’autobus prima di scendere in metropolitana chiedo via sms informazioni a martino (gotamart) sulle due possibili destinazioni; la sua risposta è stata impietosa: ovunque tu andrai sarà già tutto trifolato (pianto e stridor di lamine) anzi no ha scritto “super trifolato”: niente di più corretto.
Powder zero… gobbe a tonnellate… ed anche belle alte come erano anni che non ne vedevo più.
Transeat.
Partenza giovedì sera, notte a Briancon, trasferimento venerdì mattina a La Grave rientro domenica sera.
IL GRUPPO
- Luca (lucacasty)
- Matteo
- Riccardo
- Chris “le baron”
- Mariolaguida (www.mariolaguida.com)
- Luigi (kirama)
Matteo, Mariolaguida, Chris, Riccardo, Luca
Mariolaguida, Riccardo, Luigi, Matteo
LA GRAVE - LA MEIJE
La grave è un piccolo paesino situato a 1.450 mt. sotto il ghiacciaio de la Meije e su cui incombono cime ben sopra i 3.800.
Indubbiamente un ambiente da alta quota.
Ci sono quatto impianti che portano lo sciatore, sarebbe meglio dire il freerider o, meglio ancora, l’alpinista, sino a quota 3.550
http://la-grave.com/images/visuelles/1900ko.pdf (mappa più ampia dal sito)
Dal paese parte una funivia di tipo pulsé, con una stazione intermedia, che arriva a quota 2.400 da cui parte il secondo troncone sino a 3.200.
Per raggiungere il terzo impianto, uno skilift a gasolio con curva, dall’arrivo della funivia bisogna camminare per qualche minuto, poi da lì con una stradina si arriva all’ultimo skilift sino a quota 3.550.
Da qui partono le uniche due piste del comprensorio che costeggiano lo skilift
Per il resto si sica solo ed esclusivamente fuori pista e sul ghiacciaio.
Alla partenza della funivia c’è la cassettina dove puoi fare il check dell’ARVA
Appena fuori dalla funivia ci sono paletti con corde e cartelli che avvisano che oltrepassarli vuol dire accettare il rischio di sciare in alta montagna…
... poi ci sono anche altri avvisi… li vedremo dopo.
Solo dal parcheggio ti rendi conto subito che sei finito in un posto diverso dalla “solita” stazione sciistica; sci da discesa non se ne vedono, qualche francese usa ancora vecchi fischer o rossignol da 2 metri, tutti gli altri sci con almeno 90 mm al centro, la maggior parte con qualcosa di più.
Molte tavole e tutti belli massacci ed “incazzati”.
Ad occhio il 60/70 per cento delle persone indossa l’imbrago sin dalla partenza: la mattina si usciva dalla stanza con imbrago indossato, ARVA acceso, zaino e scarponi e corda nello zaino.
Una sensazione strana, diversa.
LA NEVE
Come già detto, non si è visto neanche un metro quadro di polvere, powder o poudre che dir si voglia.
Zero, nisba.
Anche i boschetti erano una gobba unica, non ho mai visto nulla di simile; le cavallette, in confronto alla gente che bazzica da quelle parti, sono dilettanti.
Se per caso si vedeva qualche zona intonsa, era meglio lasciare perdere, perché da quelle parti, se qualcuno non ci è ancora passato, soprattutto dopo quindici giorni che non nevica più, una ragione ci deve pur essere (leggi: non è sano andarsi ad infognare lì sotto o lì in mezzo).
VENERDÌ
Le discese sono molto lunghe e gli impianti sono molto lenti così non se ne possono fare molte in giornata.
Si scia sotto i crepacci terminali del ghiacciao, sotto pareti di roccia, in un ambiante spettacolare.
Venerdì abbiamo inanellato tre discese:
- la prima, per scaldarci, nel “vallons de Chancel” sino all’intermedia
- la seconda nel “vallons de la Mejie” tornando sempre all’intermedia con un occhio al canalino che avremmo fatto più tardi
- la terza, dopo mangiato, nel “vallons de la Mejie” con giro nel canalino
...il canalino…
...il canalino…
... prima di “buttarci” nel canalino ci siamo fermati a mangiare sulla terrazza all’arrivo della funivia e, tanto per non smentire la sete di “sci” che domina il paese, c’è chi pensa bene di usare tutti i mezzi possibile ed inimmaginabili per sciare.
Si scia con tutto, niente escluso.
Ogni tanto guardi i ghiacciai, vedi delle tracce partire dal nulla ma non capisci, come hanno fatto ad arrivare lì in mezzo, ci sono crepacci ovunque, da sopra non si passa, non ci sono tracce di pelli (e sarebbe impossibile) ma poi vedi qualche serpentina e tu nelle gobbe, ma come è possibile?
Poi vai a mangiare e capisci ...
Tornando al canalino è stata una bella prima prova
Abbiamo cercato di passare a sinistra (guardando la foto) ma c’era da fare un salto di circa 1 metro e mezzo e abbiamo desistito così abbiamo “ripiegato” per così dire su quello di destra.
Un pendio di 300 metri circa, di poco più di 40° di pendenza con alcuni tratti largi 3 / 4 metri circa, neve bella dura ma non ghiacciata, qualche gobba, ma nel complesso bella.
Come prima esperienza sul ripido nessun problema se non gli sci.
Il venerdì ho usato i MADE’N AK e non è proprio uno sci creato per i canalini; essendo morbido (ed io non proprio leggero) la punta e la coda rimanevano bloccati e il centro si fletteva troppo così da fare un bell’effetto balestra che non è stato proprio simpatico.
In ogni caso è una “bella” impressione stare aggrappati alla neve solo con le lamine e dover curvare proprio lì dove hai deciso e non un centimetro prima o dopo.
e poi arrivi in fondo e di fianco il tuo canalino ... qualche crepaccio
E poi, prima di andare in albergo, anche la luna viene a salutarci
SERA
A cena ovviamente non poteva mancare la compagnia femminile locale…
…
…
…
Abbiamo fatto amicizia con una locals, una bella “marmottina” della zona che ha anche offerto la cena e ci ha tenuto compagnia anche la sera dopo.
Prossimamente anche il seguito....
Reportage La Grave parte due: La Grave 15/18 febbraio parte 2 di 3
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