Scusate ma mi è venuta voglia di scrivere qualche riga dedicata a ieri.
UN’IMPRESA STORICA
Ieri giornata quasi impossibile a St. Moritz, gara di discesa libera ma nevica, c’è nebbia a tratti, condizioni variabili in continuazione tanto da far accorciare (giustamente) il percorso.
La favorita è, come al solito, Sofia Goggia che già in prova ha dimostrato di non avere rivali, come andrà a finire?
Scendono le prime concorrenti e in testa è la brava e simpatica Elena Curtoni ma ora è il turno di Sofia. Ma… che succede?
Sofia è pronta alla partenza, davanti al cancelletto, ma la gara viene sospesa, che è successo?
Una cosa mai vista, a terra uno disteso che si lamenta ai bordi della pista, ma chi è? Non è una concorrente ma sembra un addetto alla pista o almeno è vestito come tale. Sta disteso sulla neve, si lamenta, non si sa che cosa abbia, Un paio di altri addetti lo “soccorrono”, poi alla fine, dopo diversi minuti, lo trascinano fuori dal tracciato, sembra che lo portino via in toboga ma altro, per ora, non è dato di sapere, non si sa chi sia e nemmeno che cosa avesse.
Fatto sta che nel frattempo le condizioni del tempo sono ulteriormente peggiorate, Sofia parte con il suo solito coraggio, non sarà certo questo a fermarla. Il tracciato quasi non si vede, lei scompare nella nebbia ma la pista la ha studiata, la ha impressa nella mente…
Ma succede qualcosa, prima della terza porta, quindi quasi ad inizio gara, la sua mano sbatte contro un blocco di ghiaccio, probabilmente non l’ha nemmeno visto ma ha sentito bene il colpo e ha capito che qualcosa si è rotto. Non si ferma, anzi raggiunge la massima velocità della gara, quasi 100 km/h (99,45 km/h per l’esattezza), 100 km/h in mezzo alla nebbia, sotto la nevicata e con la mano fratturata!
Già, perché arriva seconda a poco più di due decimi dalla bravissima Elena.
Arriva e dice subito “mi sono rotta la mano!”, frase a cui segue la "stupida" osservazione di chi commenta, incredulo, su Eurosport “sarà una contusione”, opinione espressa fino alla fine, anche dopo che la supersciatrice italiana è tornata ingessata prima di ripartire subito per Milano, dove è stata operata con l’inserimento di placche e viti, dato che si tratta di “fratture scomposte al secondo e terzo metacarpo della mano sinistra”.
Quelle dieci che sono partite dopo di lei, con le stesse condizioni atmosferiche, hanno tutte subito distacchi pesanti poi le condizioni sono migliorate tanto da permettere diversi inserimenti di numeri alti tra le prime 30. Consola il fatto che la vittoria, sfuggita così a Sofia, sia andata ad Elena e mi viene in mente quando le due grandi sciatrici si sono ritrovate all’arrivo dell’ultimo gigante a commentare tra di loro che quella gara non meritava maggior impegno (e rischio) dato che gli obiettivi erano ben diversi.. e si è visto!
Posso infine dire, ripensando alla discesa a 100 km/h senza visibilità e con la mano fratturata, che l’impresa di Sofia nella discesa di ieri potrebbe diventare leggenda, alla pari, in altro sport, dei maratoneti Abebe Bikila e dello sfortunato Dorando Pietri.