pat
Well-known member
Oggi mi son svegliato alle quattro, son partito alle cinque ... per restare fermo in coda alle sei meno un quarto a Desenzano. Odio. Comunque... traffico sostenuto e code a tratti per tutto il tragitto; dovevo uscire a Egna-Ora ma con l'ennesima coda a 1km dallo svincolo di Mezzocorona mi sono arreso e ho continuato con la statale (deserta). Arrivo in hotel entro le tre ore preventivate nonostante tutto...e mi libero di una incombenza (lasciare gli scarponi di mio figlio presi a noleggio stagionale da dicembre) che e' stata una buona scusa per tornare da queste parti. Non avevo un programma preciso, ma dato che era ancora presto ho pensato che l'occasione di essere al Passo Rolle per meta' mattinata partendo da casa e non da un paese gia' in zona fosse troppo ghiotta per sprecarla... quindi alle dieci e venti parcheggio.
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Il cielo e' brumoso, ci sono nuvole come sbuffi di antiche locomotive a vapore sulle cime, le immagini non verranno nitide... peccato. Per fortuna poi si aprira' un po' e avro' quasi sempre il sole sulla pelle. Col panorama il miglioramento e' meno sensibile. Ci sono 20 gradi e non vedo l'ora di cominciare la prima uscita della stagione estiva; sono un po' preoccupato per un ginocchio che, mentre a casa stavo dando da mangiare alla gatta accovacciato, ha pensato bene di iniziare a bruciare... per fortuna nel corso della giornata, tranne in una brevissima occasione, non si e' piu' fatto sentire. Il limitato dislivello da percorrerre (1900-2200) e' stata una delle motivazione per scegliere questa meta. L'altra e' stata la curiosita' di vedere il fratello piccolo del Cervino... che poi non e' tanto piccolo... ma neanche cosi' grande... comunque fa la sua bella figura. Ho scoperto, quasi per caso, un'altra analogia geografica: il torrente che scende dal Rolle verso San Martino si chiama "Marmor"... quello che nasce a Cervinia si chiama "Marmore" e si dovrebbe pronunciare allo stesso modo, senza la "e" finale... alla francese . Io lo chiamo all'italiana comunque... mi piace di piu'.
La bellezza del posto, la facilita' di accesso e una buona dose di marketing che ha civilizzato un po' troppo la montagna (per i miei gusti) fanno si' che ogni dieci metri, in qualsiasi direzione segnata da strada, stradina o stradona, ci sia una comitiva. Sembra di essere a Pasquetta in campagna a Treviglio alla chiesetta degli alpini... pieno... troppo pieno. E auto (anche tipo mini-van) che fanno la spola ininterrottamente tra il passo Rolle e la Baita SEGAntini. Bello... ma non credo che ci tornero'. Preferisco altri posti.
A passo lento e con molte pause per le foto, in mezzoretta di camminata arrivo alla Capanna Cervino, sede delle settimane bianche del mio collega Pietro, che qui sul forum si fa chiamare Peter Tosh. Prenoto il pranzo (che si rivelera' buonissimo) per l'una e mi dirigo verso la Segantini e in teoria verso la statua del Cristo pensante (scoperta stamattina alle quattro e mezza mentre sfogliavo il libro fotografico del nostro bravissimo Nicolo' Miana). Alle dodici sono oltre la Segantini, da cui si gode un'ottimo panorama sulle Pale, sul Travignolo (che qualcuno in zona non credeva fosse "neve" ma diceva alla morosa che era "sabbia o ghiaia"... bestia! ...) e sulla parte finale della Val Venegia che da li' si puo' imboccare "dall'alto".
Dato che il cielo alterna nuvoloni sempre piu' grigi sulle cime a occhiate di sole, decido di anticipare il pranzo alla Capanna Cervino; ordino un antipasto di porcini appena raccolti e scottati al volo sulla piastra (ottimi), un piatto di ravioloni ripieni di porcini e ricotta fresca, con burro fuso e ricotta da grattuggiare sopra (al forno, come si usa in Sicilia!!), ottimi... e per finire una fettona di torta di grano saraceno con marmellata di mirtilli. Ringrazio, saluto e torno alla Subby, nel cui bagagliaio mi attende la Mtb (Decathlon 5,3 R ... a pedali... senza motorino). Rifaccio con la bici quasi lo stesso percorso (ma passando sulla strada carrabile) e, tranquillo (per non affaticarmi a pancia piena) arrivo ancora alla Capanna Cervino e al Segantini, risparmiando una decina di minuti per ognuna delle due tappe. Da li' decido di scendere verso la strada appena percorsa, ma scopriro' solo in seguito che, se mi fossi diretto verso la discesa della val Venegia, avrei potuto restare a circa quota 1800m facendo il "sentiero delle malghe" e arrivare al parcheggio quasi in falsopiano; peccato, sarebbe stato bello!
In auto mi dirigo verso le tre a SMDC per visitare il paese (magari ancora sfruttando la bici) ma il tempo peggiora a vista d'occhio e decido di non scendere dall'auto, anzi risalgo al Rolle per beccarmi il temporale forte che ha portato la temperatura a 16 gradi alle quattro.
Da li' torno a Cavalese e ceno al Maso Corradini dopo essermi rinfrescato in albergo.
Nubi temporalesche, tuoni e fulmini mi mandano in fumo il giretto serale che avrei potuto fare a Cavalese o Predazzo.
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Al mattino la situazione era questa:
Piccola cascata in zona Cermis
Ci si arriva in auto, e' a fondovalle.
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Il cielo e' brumoso, ci sono nuvole come sbuffi di antiche locomotive a vapore sulle cime, le immagini non verranno nitide... peccato. Per fortuna poi si aprira' un po' e avro' quasi sempre il sole sulla pelle. Col panorama il miglioramento e' meno sensibile. Ci sono 20 gradi e non vedo l'ora di cominciare la prima uscita della stagione estiva; sono un po' preoccupato per un ginocchio che, mentre a casa stavo dando da mangiare alla gatta accovacciato, ha pensato bene di iniziare a bruciare... per fortuna nel corso della giornata, tranne in una brevissima occasione, non si e' piu' fatto sentire. Il limitato dislivello da percorrerre (1900-2200) e' stata una delle motivazione per scegliere questa meta. L'altra e' stata la curiosita' di vedere il fratello piccolo del Cervino... che poi non e' tanto piccolo... ma neanche cosi' grande... comunque fa la sua bella figura. Ho scoperto, quasi per caso, un'altra analogia geografica: il torrente che scende dal Rolle verso San Martino si chiama "Marmor"... quello che nasce a Cervinia si chiama "Marmore" e si dovrebbe pronunciare allo stesso modo, senza la "e" finale... alla francese . Io lo chiamo all'italiana comunque... mi piace di piu'.
La bellezza del posto, la facilita' di accesso e una buona dose di marketing che ha civilizzato un po' troppo la montagna (per i miei gusti) fanno si' che ogni dieci metri, in qualsiasi direzione segnata da strada, stradina o stradona, ci sia una comitiva. Sembra di essere a Pasquetta in campagna a Treviglio alla chiesetta degli alpini... pieno... troppo pieno. E auto (anche tipo mini-van) che fanno la spola ininterrottamente tra il passo Rolle e la Baita SEGAntini. Bello... ma non credo che ci tornero'. Preferisco altri posti.
A passo lento e con molte pause per le foto, in mezzoretta di camminata arrivo alla Capanna Cervino, sede delle settimane bianche del mio collega Pietro, che qui sul forum si fa chiamare Peter Tosh. Prenoto il pranzo (che si rivelera' buonissimo) per l'una e mi dirigo verso la Segantini e in teoria verso la statua del Cristo pensante (scoperta stamattina alle quattro e mezza mentre sfogliavo il libro fotografico del nostro bravissimo Nicolo' Miana). Alle dodici sono oltre la Segantini, da cui si gode un'ottimo panorama sulle Pale, sul Travignolo (che qualcuno in zona non credeva fosse "neve" ma diceva alla morosa che era "sabbia o ghiaia"... bestia! ...) e sulla parte finale della Val Venegia che da li' si puo' imboccare "dall'alto".
Dato che il cielo alterna nuvoloni sempre piu' grigi sulle cime a occhiate di sole, decido di anticipare il pranzo alla Capanna Cervino; ordino un antipasto di porcini appena raccolti e scottati al volo sulla piastra (ottimi), un piatto di ravioloni ripieni di porcini e ricotta fresca, con burro fuso e ricotta da grattuggiare sopra (al forno, come si usa in Sicilia!!), ottimi... e per finire una fettona di torta di grano saraceno con marmellata di mirtilli. Ringrazio, saluto e torno alla Subby, nel cui bagagliaio mi attende la Mtb (Decathlon 5,3 R ... a pedali... senza motorino). Rifaccio con la bici quasi lo stesso percorso (ma passando sulla strada carrabile) e, tranquillo (per non affaticarmi a pancia piena) arrivo ancora alla Capanna Cervino e al Segantini, risparmiando una decina di minuti per ognuna delle due tappe. Da li' decido di scendere verso la strada appena percorsa, ma scopriro' solo in seguito che, se mi fossi diretto verso la discesa della val Venegia, avrei potuto restare a circa quota 1800m facendo il "sentiero delle malghe" e arrivare al parcheggio quasi in falsopiano; peccato, sarebbe stato bello!
In auto mi dirigo verso le tre a SMDC per visitare il paese (magari ancora sfruttando la bici) ma il tempo peggiora a vista d'occhio e decido di non scendere dall'auto, anzi risalgo al Rolle per beccarmi il temporale forte che ha portato la temperatura a 16 gradi alle quattro.
Da li' torno a Cavalese e ceno al Maso Corradini dopo essermi rinfrescato in albergo.
Nubi temporalesche, tuoni e fulmini mi mandano in fumo il giretto serale che avrei potuto fare a Cavalese o Predazzo.
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Al mattino la situazione era questa:
Piccola cascata in zona Cermis
Ci si arriva in auto, e' a fondovalle.
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