Kaliningrad
Kayakçı-ı ekrem
Erano anni che volevo sciare a Macugnaga. Dopo il tentativo abortito dell'estate scorsa, quest'inverno ho dovuto attendere mesi prima di riuscire a individuare una finestra di bel tempo (meteorologico) che coincidesse con le mie (ahimè scarse) disponibilità di tempo (cronologico). Martedì 13 è stata finalmente la volta buona e mi sono messo in cammino.
^ Per evitare la noia e i rischi (soprattutto di code) al Gottardo opto per il comodo treno navetta sotto la galleria ferroviaria del Lötschberg. Qui scortato dai militi elvetici.
^ Giro notturno dopo cena. La vecchia chiesa con il vecchio tiglio
^ Giro mattutino nel Dorf, l'abitato più antico di Macugnaga (Z' Makanaa nell'antico dialetto walser ormai parlato come lingua madre solo da pochi ottuagenari)
^ Non sono ancora le otto ma lei ha già iniziato a girare
^ Ancora il Dorf
^ Il vecchio comprensorio, dismesso, di Piani Alti di Rosareccio
^ La Chiesa e il Tiglio alla luce del sole
^ La stazione a valle della funivia da 15 posti Staffa-Alpe Bill
^ Il retrostazione
^ Macrocartografia sciatoria
^ Bello il balzo in campata unica fino all'Alpe Bill
^ Opera d'arte pittorica
^ Dopo due tronchi di funivia e una risalita con la sciovia San Pietro mi accingo a fare una delle piste più belle delle Alpi, la Meccia
^ Pista raramente aperta stante l'assenza (Dio sia lodato) d'innevamento artificiale e il fondo molto pietroso
^ Pista appena battuta: come certificato dalle tracce sono il primo a percorrerla
^ idem
^ Il tracciato porta lontano da tutto, in mezzo a distese innevate selvagge. La pista è decisamente "all'antica" con curve, contropendenze, dossi e quant'altro. Inoltre è battuta proprio "stretta" per i canoni odierni. Ecco un altro buon motivo per usare la vecchia tecnica
^ Sguardo retrospettivo
^ Ma il Monte Rosa è sempre bene in vista. Ecco che incontro i primi sci-alpinisti partiti da Staffa la mattina presto.
^ I miei fedeli e fidati Spigolino all'Alpe Bill in attesa della funivia
^ Dato il pericolo valanghe non proprio trascurabile (3 su 5) l'unica possibilità di percorrere con basso rischio la pista Roccette (ufficialmente chiusa e, pertanto, non battuta) era di farlo entro le 12. In procinto di entrarvi, noto quel casottino in alto e mi chiedo se non potesse essere la stazione a monte della dismessa sciovia "Lago" che serviva le due piste "Roccette" (Roccette e Roccette bis)
^ Uno sguardo alla parte alta del comprensorio
^ Ed eccomi sulla pista Roccette. Molto bella, ma nelle condizioni in cui l'ho fatta non proprio una bella esperienza a causa della crosta che la ricopriva. Non sentendomi le gambe per fare delle curve saltate, mi sono mestamente limitato ad inanellare una diagonale dopo l'altra. Ho sciato, insomma, veramente male. Mica avevo la polvere dell'Hokkaido sotto i piedi ...
^ Giù per la Roccette
^ Seggiovia Ruppenstein e dismessa sciovia Joder
^ Discesa standard Moro-Bill. Anche lei molto bella
^ idem
^ Stazione a monte dell'ex-sciovia Joder
^ Seggiovia Ruppenstein. Mi è piaciuta. Peccato che la MEB non esista più ...
^ Spericolati sciatori volanti. Li ammiro, ma io non me la sentirei ...
^ Partenza dell'ex-sciovia Joder
^ Arrivo dell'ex-sciovia Joder
^ La funivia Bill-Moro (45 posti)
^ Sciovia San Pietro
^ Sciovia San Pietro
^ Sciovia San Pietro
^ E veniamo al piatto forte della giornata. Si deve sapere che un tempo (sostanzialmente gli anni '70) le cartine dell'epoca riportavano una pista che scendeva a valle dall'Alpe Bill fino a Staffa (si chiamava ufficialmente "Rosskin"). Già dagli anni '80 però questa pista non compariva più sulle mappe. Il motivo? La sicurezza, come si vedrà più avanti.
^ Nella prima parte sembrerebbe quasi una pista normale. Salvo che oggi la neve era letteralmente cemento costellato di crateri d'impronte, ciaspole, sci in salita .... in poche parole insciabile!
^ Ancora una parte che sarebbe godibile con neve buona
^ Guardando indietro
^ Da qui però si comincia a ballare, prima un passaggio sopra un ponticino, tutto sommato anodino
^ Poi la storia si fa sempre più stretta e s'inizia a intuire quel che c'è sotto ...
^ Iniziano i tornanti
^ Da un lato la parete, dall'altro il baratro
^ "Pista" e precipizio
^ La vallata, in realtà il panorama è del tipo "a balcone"
^ Sudavo (anche per il caldo devo dire) e proseguivo pian pianino sostanzialmente a spazzaneve
^ Forse il passaggio più arduo
^ Appena superato
^ Si continua a scendere
^ Qui bisognava superare i detriti trascinativi da una valanga caduta da sopra il Rio Tambach poco distante
^ Ma infine, dopo un certo patire, la liberazione ...
^ ... eccoci arrivati sul pratone del Vecchio Tiglio, un tempo campo scuola dotato di omonima sciovia, oggi pista d'atterraggio per sciatori volanti e ... punto d'arrivo per patiti dell'archeologia sciistica
È grosso modo tutto. Se avessi avuto più tempo e più coraggio mi sarei lanciato in una discesa dal lato svizzero, e precisamente sul (quasi ex) ghiacciaio del Tälliboden dove per tre estati due (secondo alcune fonti tre) manovie funzionavano al servizio della nobile arte dello sci estivo. Nobile, ma, ahinoi, poco amata e poco redditizia. In conclusione una scampagnata sciatoria perfettamente in linea con le aspettative. Come ampiamente previsto, mi è piaciuto tutto moltissimo. Macugnaga è una stazione all'antica che consiglio a chiunque voglia provare qualcosa di diverso dallo sci industriale. Quello che forse mi è un po' mancato è il fattore sorpresa. Avevo preparato la gita così bene che sapevo già tutto di ciò che avrei visto e vissuto (ecco, il Tälliboden, l'avessi fatto, sarebbe stata la vera sorpresa visto che se ne sa e legge veramente poco).
^ Per evitare la noia e i rischi (soprattutto di code) al Gottardo opto per il comodo treno navetta sotto la galleria ferroviaria del Lötschberg. Qui scortato dai militi elvetici.
^ Giro notturno dopo cena. La vecchia chiesa con il vecchio tiglio
^ Giro mattutino nel Dorf, l'abitato più antico di Macugnaga (Z' Makanaa nell'antico dialetto walser ormai parlato come lingua madre solo da pochi ottuagenari)
^ Non sono ancora le otto ma lei ha già iniziato a girare
^ Ancora il Dorf
^ Il vecchio comprensorio, dismesso, di Piani Alti di Rosareccio
^ La Chiesa e il Tiglio alla luce del sole
^ La stazione a valle della funivia da 15 posti Staffa-Alpe Bill
^ Il retrostazione
^ Macrocartografia sciatoria
^ Bello il balzo in campata unica fino all'Alpe Bill
^ Opera d'arte pittorica
^ Dopo due tronchi di funivia e una risalita con la sciovia San Pietro mi accingo a fare una delle piste più belle delle Alpi, la Meccia
^ Pista raramente aperta stante l'assenza (Dio sia lodato) d'innevamento artificiale e il fondo molto pietroso
^ Pista appena battuta: come certificato dalle tracce sono il primo a percorrerla
^ idem
^ Il tracciato porta lontano da tutto, in mezzo a distese innevate selvagge. La pista è decisamente "all'antica" con curve, contropendenze, dossi e quant'altro. Inoltre è battuta proprio "stretta" per i canoni odierni. Ecco un altro buon motivo per usare la vecchia tecnica
^ Sguardo retrospettivo
^ Ma il Monte Rosa è sempre bene in vista. Ecco che incontro i primi sci-alpinisti partiti da Staffa la mattina presto.
^ I miei fedeli e fidati Spigolino all'Alpe Bill in attesa della funivia
^ Dato il pericolo valanghe non proprio trascurabile (3 su 5) l'unica possibilità di percorrere con basso rischio la pista Roccette (ufficialmente chiusa e, pertanto, non battuta) era di farlo entro le 12. In procinto di entrarvi, noto quel casottino in alto e mi chiedo se non potesse essere la stazione a monte della dismessa sciovia "Lago" che serviva le due piste "Roccette" (Roccette e Roccette bis)
^ Uno sguardo alla parte alta del comprensorio
^ Ed eccomi sulla pista Roccette. Molto bella, ma nelle condizioni in cui l'ho fatta non proprio una bella esperienza a causa della crosta che la ricopriva. Non sentendomi le gambe per fare delle curve saltate, mi sono mestamente limitato ad inanellare una diagonale dopo l'altra. Ho sciato, insomma, veramente male. Mica avevo la polvere dell'Hokkaido sotto i piedi ...
^ Giù per la Roccette
^ Seggiovia Ruppenstein e dismessa sciovia Joder
^ Discesa standard Moro-Bill. Anche lei molto bella
^ idem
^ Stazione a monte dell'ex-sciovia Joder
^ Seggiovia Ruppenstein. Mi è piaciuta. Peccato che la MEB non esista più ...
^ Spericolati sciatori volanti. Li ammiro, ma io non me la sentirei ...
^ Partenza dell'ex-sciovia Joder
^ Arrivo dell'ex-sciovia Joder
^ La funivia Bill-Moro (45 posti)
^ Sciovia San Pietro
^ Sciovia San Pietro
^ Sciovia San Pietro
^ E veniamo al piatto forte della giornata. Si deve sapere che un tempo (sostanzialmente gli anni '70) le cartine dell'epoca riportavano una pista che scendeva a valle dall'Alpe Bill fino a Staffa (si chiamava ufficialmente "Rosskin"). Già dagli anni '80 però questa pista non compariva più sulle mappe. Il motivo? La sicurezza, come si vedrà più avanti.
^ Nella prima parte sembrerebbe quasi una pista normale. Salvo che oggi la neve era letteralmente cemento costellato di crateri d'impronte, ciaspole, sci in salita .... in poche parole insciabile!
^ Ancora una parte che sarebbe godibile con neve buona
^ Guardando indietro
^ Da qui però si comincia a ballare, prima un passaggio sopra un ponticino, tutto sommato anodino
^ Poi la storia si fa sempre più stretta e s'inizia a intuire quel che c'è sotto ...
^ Iniziano i tornanti
^ Da un lato la parete, dall'altro il baratro
^ "Pista" e precipizio
^ La vallata, in realtà il panorama è del tipo "a balcone"
^ Sudavo (anche per il caldo devo dire) e proseguivo pian pianino sostanzialmente a spazzaneve
^ Forse il passaggio più arduo
^ Appena superato
^ Si continua a scendere
^ Qui bisognava superare i detriti trascinativi da una valanga caduta da sopra il Rio Tambach poco distante
^ Ma infine, dopo un certo patire, la liberazione ...
^ ... eccoci arrivati sul pratone del Vecchio Tiglio, un tempo campo scuola dotato di omonima sciovia, oggi pista d'atterraggio per sciatori volanti e ... punto d'arrivo per patiti dell'archeologia sciistica
È grosso modo tutto. Se avessi avuto più tempo e più coraggio mi sarei lanciato in una discesa dal lato svizzero, e precisamente sul (quasi ex) ghiacciaio del Tälliboden dove per tre estati due (secondo alcune fonti tre) manovie funzionavano al servizio della nobile arte dello sci estivo. Nobile, ma, ahinoi, poco amata e poco redditizia. In conclusione una scampagnata sciatoria perfettamente in linea con le aspettative. Come ampiamente previsto, mi è piaciuto tutto moltissimo. Macugnaga è una stazione all'antica che consiglio a chiunque voglia provare qualcosa di diverso dallo sci industriale. Quello che forse mi è un po' mancato è il fattore sorpresa. Avevo preparato la gita così bene che sapevo già tutto di ciò che avrei visto e vissuto (ecco, il Tälliboden, l'avessi fatto, sarebbe stata la vera sorpresa visto che se ne sa e legge veramente poco).
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