Genitori vs Maestri

Guardate io sono allenatore di una squadra giivanile di ciclismo ed il rapporto con i genitori è sicuramente il lavoro più difficile, perché se nin vanno avanti è colpa Dell allenatore, se cadono è colpa del percorso ecc eccetera, poi vai a vedere e nelle ultime settimane non erano ad allenamento.
Quando porto i figli a sciare li metto col maestro, ore singole ma soprattutto collettivi, ho spesso discussioni col direttore della scuola ed i maestri stessi perché a mio parere fanno poco esercizi ma sciano e basta, io voglio risultati, pretendo il miglioramento visto che pago.
Lo sci club sarà la strada futura credo.
ma scusa, sai che il rapporto con i genitori è il lavoro piu difficile, e poi vai a rompere al direttore come un qualsiasi genitore medio...booo
 
ma scusa, sai che il rapporto con i genitori è il lavoro piu difficile, e poi vai a rompere al direttore come un qualsiasi genitore medio...booo
Non è la stessa cosa, i genitori non pagano 40€ l ora per fare ciclismo, neppure sono un genitore medio che scia in modo mediocre e approssimativo.
 
non concordo, i campioni escono solamente sotto pressione perchè è la pressione che discrimina i campioni da quelli "forti". il problema è che per tirarne fuori uno che regga la pressione devi bruciarne centomila talentuosi ma senza la testa giusta.
è il lato negativo dello sport professionistico

Assolutamente vero quello che dici. Non tutti i figli schiavizzati diventano campioni, ma tutti i campioni sono stati figli schiavizzati. I bambini che vincono le gare a cui partecipa mio figlio, 10 anni, sono bambini che fanno 3-5 allenanti alla settimana weekend esclusi, domeniche estive a correre/pedalare/pattinare in tutti i trofei possibili immaginabili, innumerevoli serate passate a riguardare le proprie gare e quelle degli avversari, interrogatori sulla prestazione in gara con ancora gli sci ai piedi. Il tutto ammantato da amore gentilezza cortesia e l'onnipresente "a me non interessa il risultato", ma sotto i sorrisi materni ci sono sempre due denti da tigre. Poi è normale così, altrimenti non scremi, così come è normale che i maestri abbiano le palle piene di genitori, ma sono quelli che pagano, quindi sotto sotto ce ne fossero. Se non vuoi rotture di *******i fai delle piastrelle
 
non concordo, i campioni escono solamente sotto pressione perchè è la pressione che discrimina i campioni da quelli "forti". il problema è che per tirarne fuori uno che regga la pressione devi bruciarne centomila talentuosi ma senza la testa giusta.
è il lato negativo dello sport professionistico

Hai ragione, non mi sono espresso bene, la pressione è fondamentale per costruire il campione, il talento però di norma emerge sulla massa senza particolari pressioni.
 
Hai ragione, non mi sono espresso bene, la pressione è fondamentale per costruire il campione, il talento però di norma emerge sulla massa senza particolari pressioni.
il talento è la prima scrematura, da piccoli è il talento che li fa emergere ma poi, salendo, restano solo i talentuosi quindi la differenza la fa la testa (come dicevi tu per il tennis la capacità di lavorare senza tregua). i grandissimi campioni sono sempre state delle macchine da guerra in allenamento e possono riuscire in quasi tutti gli sport.
Il divertimento dove lo lasciamo?
Vogliamo figli campioni infelici o buoni sciatori felici?
esattamente la domanda che bisogna porsi :D... ad ognuno la sua risposta.
io la mia me la sono data
 
Il divertimento dove lo lasciamo?
Vogliamo figli campioni infelici o buoni sciatori felici?

qua ci sta un po' un errore, non credo sia il genitore che dove voler un figlio campione o un buon sciatore, ma deve essere il figlio a decidere se vuole esser un buon sciatore o provare a diventare un campione, e da questo punto lavorare per renderlo felice in base alla scelta che farà
 
Mah non saprei qui mi sembra tutto molto generalizzato e non so se tutti parlino per esperienza in prima persona o per sentito dire o per convinzioni personali...
Sarà anche che in certe squadre spremono i ragazzi all'inverosimile e che questi sono infelici o stressati da ciò (e di conseguenza non fanno grandi risultati nella maggioranza dei casi), ma questa non è la regola dappertutto, anzi.
È vero che arrivati alla categoria allievi e poi ancora di più in quella giovani il livello si alza e aumentano gli allenamenti, ma gli altri ragazzi che ho visto (di varie squadre, tutti club locali in zona Dolomiti o del comitato, di cui ora non faccio i nomi) non li ho mai visti allenarsi controvoglia o forzati, e non è gente scarsa, fanno tempi bassi alle fisi e molti partecipano con buon punteggio alle fis...Poi ovvio che aumentando di livello viene richiesto piu impegno, ma se ti piace quello che fai non è un problema.
Che molti genitori rompano sempre (i genitori che iscrivono nelle squadre i propri figli con grandi pretese senza neanche consultare questi ultimi magari...) è un dato di fatto, ma è così un po' in tutti gli sport.
 
, e non è gente scarsa, fanno tempi bassi alle fisi e molti partecipano con buon punteggio alle fis....
questi sono già stati scremati, ma per arrivare li ne hanno spremuti a mazzi. ce ne sono in giro parecchi di ragazzi che gli sci non li vogliono più vedere neanche da lontano.
(per conoscenza diretta)
 
io non sono genitore e quindi non ho un'esperienza diretta ma mi sono allenato per tanti anni nello sci alpino ed i miei genitori hanno sempre fatto lavorare l'allenatore senza mettere becco, erano anche altri tempi, tempi in cui se sbagliavi l'ultima porta dello slalom in allenamento risalivi a piedi e prendevi pure una racchettata nel sedere dall'allenatore...
Comunque oggi mi è capitato di leggere questo articolo, non parla di sci ma di pallacanestro e devo dire che mi ha messo un'infinita tristezza.
http://iltirreno.gelocal.it/piombin...-campo-contro-i-ragazzi-1.16326999?refresh_ce
 
Ai tempi miei la maestra prendeva uno per le orecchie e gli sbatocchiava la fronte sulla lavagna, mentre un'altra con un frustino coloniale ripassava le chiappe del malcapitato di turno, che poi finiva in ginocchio sui fagioli secchi. Si era negli anni '70, mica nel ventennio, e vi giuro che non scherzo. Se a scuola o in oratorio qualcuno ti puniva non di rado le prendevi pure a casa. Idem se ti azzuffavi in cortile con qualcuno. In generale l'onere della prova era sempre a carico mio. Adesso vige la legge opposta, la colpa è della società, mai del pargolo.
Dovrà pur esistere una via di mezzo HIHIHI.
 
Mah non saprei qui mi sembra tutto molto generalizzato e non so se tutti parlino per esperienza in prima persona o per sentito dire o per convinzioni personali...
Sarà anche che in certe squadre spremono i ragazzi all'inverosimile e che questi sono infelici o stressati da ciò (e di conseguenza non fanno grandi risultati nella maggioranza dei casi), ma questa non è la regola dappertutto, anzi.
È vero che arrivati alla categoria allievi e poi ancora di più in quella giovani il livello si alza e aumentano gli allenamenti, ma gli altri ragazzi che ho visto (di varie squadre, tutti club locali in zona Dolomiti o del comitato, di cui ora non faccio i nomi) non li ho mai visti allenarsi controvoglia o forzati, e non è gente scarsa, fanno tempi bassi alle fisi e molti partecipano con buon punteggio alle fis...Poi ovvio che aumentando di livello viene richiesto piu impegno, ma se ti piace quello che fai non è un problema.
Che molti genitori rompano sempre (i genitori che iscrivono nelle squadre i propri figli con grandi pretese senza neanche consultare questi ultimi magari...) è un dato di fatto, ma è così un po' in tutti gli sport.

Parlo per me, solo per me, genitore di bambini atleti di uno sciclub, compagni di squadra di due bambini che l'anno scorso hanno vinto il pinocchio (uno) e arrivati terzi sempre al Pinocchio (l'altro). I bambini negli sciclub, almeno fino ai dodici-tredici anni, fanno pedissequamente quello che il genitore chiede con amore e coccole, fosse anche allenamenti incredibili e orari impossibili, contenti di farlo perchè la mamma sorride. Se poi arrivano anche risultati, e quindi sti benedetti bimbi vedono i genitori felici, allora sono essi stessi felici e ancor di più tirano e spingono agli allenamenti.
E' quando raggiungono l'età nella quale cominciano a farsi le loro idee che mettono in dubbio i genitori, e cominciano a chiedersi se quello che fanno lo fanno per loro o per i genitori, ma è una domanda da quattordicenne, non certo te la fai a dieci anni. Questo comportamento è molto comune, parlo dei genitori pretenziosi, nel calcio è sicuramente più caciarone e popolare, ma nello sci (e anche nel tennis, parola di mia sorella) è identico, più ripulito e sottile, ma i genitori non sono meno combattivi, sono solo più bigotti.

Vorrei invece il vostro parere, compreso se dovrei aprire un post a parte, su questo: premesso che io non spingo i miei figli, non li obbligo a far nulla, e se anche spesso arrivano ultimi (ieri al Corno, nelle rispettive categorie) non mi faccio vedere scontento o deluso.
Vorrei il vostro parere sul fatto che secondo me, i genitori che inculcano nei figli la ricerca dell'obbiettivo più alto, impostano i loro figli a impegnarsi comunque al massimo, anche in futuro quando e se lo sbocco sarà diverso: bimbi che a 8 anni ti vincono uan competizione sportiva, saranno a prescindere ottimi agricoltori, magari avvocati, caldarrostai, maestri di sci o quello che saranno, ma comunque saranno abituati a dare il massimo, proprio perchè l'hanno imparato da piccoli, anche se obtorto collo. E' vero o sono bubbole?
 
Bella domanda: ed è proprio la giustificazione di tanti genitori. Io faccio così perchè insegno a lottare a mio figlio e gli sarà utile nella vita. Io sinceramente non la vedo proprio così ma sentiamo ...
 
Se a 8 anni vincono è perché sono più portati o maturi per quello sport a quell'età e non ha alcuna connessione con ciò che faranno da grandi.
Non bisogna educarli al risultato ma a lavorare per raggiungere un obbiettivo, (che deve essere adeguato e raggiungibile) devono capire che se si prendono un impegno va portato avanti almeno per la stagione,che sia sci, calcio o altro, che i genitori fanno sacrifici per dargli delle possibilità e quindi va rispettato questo amore.
Per il resto la scelta deve essere loro, devono trovare la propria strada e devono divertirsi. Sono bambini!
 
E' vero o sono bubbole?
io dico di si, ritengo lo sport propedeutico alla vita.
competere, vincere, perdere, rispettare le regole, imparare che l'impegno paga, se ti impegni otterrai qualcosa, agratis non arriva niente, non demordere, rialzarsi dopo la sconfitta sono cose che ti possono cambiare la vita in meglio e con lo sport ti puoi allenare a questa forma mentis.
però sono conscio che le persone che possono vivere di sport sono pochissime, percentuali da zero virgola. quindi da genitore non accetto che mio figlio punti (a causa mia o sua) tutto su una cosa sola, men che meno sullo sport dove le probabilità di successo sono infinitamente piccole e con una buona dose di fortuna (pensate quanti ragazzi estremamente promettenti persi per un infortunio nel momento sbagliato).

io ho fatto la scelta di fargli fare sci agonistico, non nella FISI ma nel CSI (lo so che è una cosa praticamente quasi solo Bergamasca, gli altri comitati non hanno campionati come il ns e quindi capisco che per altri non ci sia questa scelta), ritengo lo sci agonistico fondamentale per imparare a sciare bene e lo sport agonistico per imparare a vivere meglio.
poi sta ad ognuno vivere la sua vita, anche ai ns figli :D
 
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