Saggia decisione, anche per il super funzionale Tirolo.
E pensare che tanti ancora si lamentano per la mancata candidatura di Roma ai giochi estivi
si saran dimenticati dello spreco nel 2009 per i campionati di nuoto...
Saggia decisione, anche per il super funzionale Tirolo.
E pensare che tanti ancora si lamentano per la mancata candidatura di Roma ai giochi estivi
si saran dimenticati dello spreco nel 2009 per i campionati di nuoto...
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Mangiano sempre e solo i soliti noti e restano schifezze costosissime da smaltire.
In Brasile stanno piangendo....
Dopo EXPO invece sono restate strade, senza le quali la gente starebbe ancora piangendo. Ma anche il prolungamento della metro1, la metro5 e i cantieri della UTILISSIMA Metro4 che finalmente renderà Linate un vero "Cityairport". La vivibilità di Milano Centrale, rispetto a prima, è migliorata (nonostante gli scandali recenti... prima era peggio!). Le nuove strade in zona Rho, i cantieri della tangenziale Nord, che è divisa in due tronconi da 30 anni, che finalmente verrà completata.
Prima era peggio, sono contento che abbiano fatto EXPO, e no, senza expo, probabilmente tutte queste infrastrutture, ferme al palo da anni, non avrebbero trovato i fondi e l'attenzione politica per ripartire. E sono tutte opere fondamentali, senza le quali la qualità della vita era peggiore.
Non sono pratico di Torino, ma a detta di chi ci sta, anche la qualità della vita torinese, il decoro, le iniziative culturali e civiche, il turismo, sono nettamente migliorati e cresciuti dopo e grazie alle Olimpiadi del 2006. Errori? Occasioni perse? Sprechi? Sicuramente! Ma anche miglioramenti importanti e vantaggi, utili, e che diversamente non avremmo. E per fortuna che le abbiamo.
Nel 1960 a Roma, erano tutti contenti per le Olimpiadi. Ma negli anni 50/60 tutti volevano l'autostrada del sole (che per le capacità tecniche dell'epoca, fu fatta a tempi di record), le ferrovie, le infrastrutture, gli eventi. Ormai qua, non si può più fare una sagra della cotoletta o una mezza turbina da qualche KW nel torrente, che tutti gridano "No a tutto", "Scandalo", "danno ambientale", "ladri". Bisognerebbe tornare ed essere razionali, da entrambe le parti, sia ad accettare eventi e infrastrutture, sia a tornare sobri come un tempo nell'organizzazione(dato che le Olimpiadi faraoniche, con costi ingiustificati, non piacciono anche a me). Diversamente non lamentiamoci se continueranno ad aggiudicarsi gli eventi la Corea, la Cina. I prossimi chi saranno? EAU, Arabia, Vietnam o la Corea del Nord in cerca di legittimazione internazionale??
D'altronde, non si può pretendere che la gente inizi di punto in bianco a dedicarsi a sport difficili e anche pericolosi quali salto con gli sci
Infatti, purtroppo, se ne è persa la cultura. Non dimentichiamoci che fino agli anni '50 i trampolini di salto cogli sci erano piuttosto diffusi anche sul versante italiano delle Alpi e persino negli Appennini. Se la costruzione di infrastrutture del genere (anche costose) finisce per essere funzionale ad una sola manifestazione della durata di un paio di settimane, senza alcuna possibilità di utilizzo futuro, allora tanto vale prendere atto che quella "cultura" non esiste più e fare a meno di buttare dalla finestra quei denari.
È vero che la pista di Cesana non nasce nel migliore dei modi. Non si costruisce un impianto del genere sul versante di una montagna esposto al sole per buona parte della giornata. Ciononostante, la pista, che nel progetto iniziale doveva costare 60 milioni di euro, poi saliti a 110 milioni (fonte: l'ex sindaco di Cesana, Roberto Serra Bob di Cesana, olimpica inettitudine - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono) è stata realizzata anche per garantire all'Italia di bob, skeleton e slittino un'eredità olimpica da gestire. A tal proposito, val la pena ricordare che dai Giochi di Torino è avanzato un "tesoretto" di oltre 100 milioni di euro ( La Stampa - Il tesoretto di Torino 2006vale 112 milioni di euro) che avrebbe dovuto garantire lunga vita agli impianti olimpici (pur con una gestione in rosso, Cesana e Pragelato avrebbero potuto sopravvivere per circa 40 anni, se non ricordo male). Che fine abbiano fatto quei soldi è materia su cui sarebbe interessante indagare. Parlando con Malagò, ho saputo che l'intenzione è quella di convertire l'impianto di refrigerazione di Cesana da ammoniaca a glicole (sostanza molto meno pericolosa e più facilmente gestibile, già usata nella vicina pista di La Plagne, sede dei Giochi di Albertville 1992). Nel giugno scorso, in occasione dei Giochi del Mediterraneo, il capo del Coni mi disse che prevedevano di riprendere l'attività a Cesana nell'inverno 2014. Recentemente sollecitato sul tema dalla collega Donatella Scarnati, a Sochi, Malagò ha però fatto un mezzo passo indietro, dicendo che il Coni non è responsabile dell'impianto, e che la disponibilità del comitato olimpico a lavorare per la riapertura si scontrerebbe al momento con non meglio precisati enti locali che non lavorerebbero nella stessa direzione.Non si capisce di chi sia la responsabilità. Ma è scandaloso che un investimento di questa portata sia ridotto a un fantasma di cemento, privando le nostre nazionali dell'unico punto di riferimento sul territorio nazionale. Per costruire un impianto di bob, skeleton e slittino servono molti soldi, ed è per questo che solitamente tali impianti vengono realizzati solo in occasione di eventi olimpici, che garantiscono un afflusso notevole di fondi. Per lo stesso motivo, chi realizza una pista la progetta con cautela, sapendo di dover poi anche gestire la sua sopravvivenza nel corso degli anni post olimpici. Ebbene, dal 1976 a oggi si sono disputate 10 edizioni dei Giochi Olimpici invernali (11 con Sochi). A parte Cesana, in questi quasi 40 anni solo un'altra pista è stata smantellata, per motivi assai più gravi: parliamo della pista dei Giochi del 1984, quella di Sarajevo, che di lì a qualche anno fu teatro di guerra.
Quanto all'importanza di avere una pista sul suolo nazionale...beh, in questi sport poter lavorare in tranquillità e riservatezza sulla sperimentazione dei materiali è fondamentale per ottenere risultati. Senza contare il fatto che una pista di casa garantirebbe maggiore competitività ai nostri atleti, che potrebbero contare almeno su una pista favorevole nel circuito di coppa: Zoeggeler a Cesana ha sempre vinto, Bertazzo nel bob ha trionfato in diverse gare di coppa.
Luca Di Bella
Questa è una leggenda metropolitana che purtroppo non si riesce a debellare. I debito pubblico di Torino era già molto alto alla fine degli anni '90 e all'inizio del 2000, anzi, era ben più alto di oggi (d'altronde i bilanci devono essere pubblici e quindi chiunque può verificare da sé). Il debito PURAMENTE olimpico di Torino (cioè quello speso semplicemente per l'evento fine a se stesso) ha pesato per qualche decina di milioni. Niente, se si considera un bilancio comunale di 1,3 miliardi, un debito (attuale) di circa 3 e un PIL di area che sfiora i 70 miliardi.Dall'altro lato, le Olimpiadi hanno lasciato un deficit finanziario nelle casse del comune di cui abbiamo iniziato ad accorgercene solo negli ultimi anni...