Possibile candidatura Innsbruck alle Olimpiadi del 2026

si saran dimenticati dello spreco nel 2009 per i campionati di nuoto...

Meglio sprecare ma fare che non fare e sprecare lo stesso.
E' il concetto dell' immobilismo che uccide l'Italia. Passa l'idea che piuttosto che qualcuno ne approfitti meglio fare nulla. E' la solita ignavia e incapacità di certa politica.
Io preferisco fare comunque. E' sempre un bene anche se qualcuno mangia, ma qualcosa resta. Se non fai non hai nulla, ergo il nulla eletto a regola di vita politica.
 
Dico da romano...
qui hanno bene a mente le tantissime opere pubbliche fondamentali fatte per il giubileo del 2000, ma anche gli sprechi dei mondiali di nuoto del 2009.

Io sono della stessa idea di Alberto, tanto se vogliono farci la cresta la fanno anche se i vari lavori sono suddivisi su più anni e in lotti più piccoli, ci sono certe infrastrutture che andrebbero fatte a prescindere. Il buon politico è quello che riesce a restituire alla città/paese un qualcosa di utile senza sprechi, chi invece non fa nulla per evitare di rischiare di incorrere nella corruzione è un paraculo.
 
Mangiano sempre e solo i soliti noti e restano schifezze costosissime da smaltire.

In Brasile stanno piangendo....
 
Dopo EXPO invece sono restate strade, senza le quali la gente starebbe ancora piangendo. Ma anche il prolungamento della metro1, la metro5 e i cantieri della UTILISSIMA Metro4 che finalmente renderà Linate un vero "Cityairport". La vivibilità di Milano Centrale, rispetto a prima, è migliorata (nonostante gli scandali recenti... prima era peggio!). Le nuove strade in zona Rho, i cantieri della tangenziale Nord, che è divisa in due tronconi da 30 anni, che finalmente verrà completata.
Prima era peggio, sono contento che abbiano fatto EXPO, e no, senza expo, probabilmente tutte queste infrastrutture, ferme al palo da anni, non avrebbero trovato i fondi e l'attenzione politica per ripartire. E sono tutte opere fondamentali, senza le quali la qualità della vita era peggiore.
Non sono pratico di Torino, ma a detta di chi ci sta, anche la qualità della vita torinese, il decoro, le iniziative culturali e civiche, il turismo, sono nettamente migliorati e cresciuti dopo e grazie alle Olimpiadi del 2006. Errori? Occasioni perse? Sprechi? Sicuramente! Ma anche miglioramenti importanti e vantaggi, utili, e che diversamente non avremmo. E per fortuna che le abbiamo.
Nel 1960 a Roma, erano tutti contenti per le Olimpiadi. Ma negli anni 50/60 tutti volevano l'autostrada del sole (che per le capacità tecniche dell'epoca, fu fatta a tempi di record), le ferrovie, le infrastrutture, gli eventi. Ormai qua, non si può più fare una sagra della cotoletta o una mezza turbina da qualche KW nel torrente, che tutti gridano "No a tutto", "Scandalo", "danno ambientale", "ladri". Bisognerebbe tornare ed essere razionali, da entrambe le parti, sia ad accettare eventi e infrastrutture, sia a tornare sobri come un tempo nell'organizzazione(dato che le Olimpiadi faraoniche, con costi ingiustificati, non piacciono anche a me). Diversamente non lamentiamoci se continueranno ad aggiudicarsi gli eventi la Corea, la Cina. I prossimi chi saranno? EAU, Arabia, Vietnam o la Corea del Nord in cerca di legittimazione internazionale??
 

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Mangiano sempre e solo i soliti noti e restano schifezze costosissime da smaltire.

In Brasile stanno piangendo....

C'è modo e modo di mangiare, credi forse che anche in TAA nessuno mangi? Però mangiano qualcosa, le opere si fanno e si fanno bene e sono tutti contenti. In Valle d'Aosta ultimamente sembra invece che non si siano messi d'accordo su come spartirsi la torta.
Poi tutto sommato, è il concetto di lobbysmo, io faccio lobby per avere certe cose, tutto dichiarato anche le tangenti, fatte passare come sponsorizzazioni o offerte a fondazioni
 
Colpo di scena!!!

[h=1]Olimpiadi bianche 2026: spunta il nome delle Dolomiti[/h]Olimpiade sì, Olimpiade no? Da una parte il prestigio di ospitare il più importante evento sportivo mondiale, dall’altra la paura per la sostenibilità economica di infrastrutture e organizzazione (a Roma ne sanno qualcosa). E probabilmente è stata quest’ultima preoccupazione ad aver spinto a votare “no” i cittadini tirolesi che domenica scorsa si sono espressi negativamente sulla possibilità di ospitare, in Tirolo, le Olimpiadi bianche 2026. Olimpiadi che avrebbero avuto anche la possibilità di sconfinare in Italia, in Trentino, dando vita a delle vere e proprie Olimpiadi transnazionali. La proposta è stata bocciata però dal 53, 35 dai tirolesi, ad Innsbruck i no hanno raggiunto il 67,41 per cento. La palla è stata colta al balzo in Italia, dove l’assessore allo sport della provincia di Trento, Tiziano Mellarini, ha lanciato infatti l’iniziativa “Dolomiti a cinque cerchi”, coinvolgendo le province di Trento, Bolzano e Belluno. Mellarini ha dichiarato: “Già nel 2012 avevo avanzato l’ipotesi di una candidatura di Trento e Bolzano. Ora, con la rinuncia di Innsbruck, quell’ipotesi la possiamo formulare diversamente, coinvolgendo Belluno e, in particolare, Cortina, che nel 2021 ospiterà i Mondiali di sci alpino. Gli investimenti su tutti e tre i territori sarebbero limitati, perché le strutture già ci sono. Anche per questo, l’Olimpiade dolomitica sarebbe un evento a basso impatto ambientale. Ne ho parlato con i vertici Fisi, a breve ne parlerò con gli esponenti della Regione Veneto”.
Anche Flavio Roda, presidente nazionale della Federazione italiana sport invernali ha benedetto l’idea: “L’Olimpiade delle Dolomiti rappresenterebbe un nuovo concetto da proporre all’attenzione internazionale e riavvicinerebbe il pubblico a un’edizione dei Giochi promozionale per la montagna. Certamente, qualcosa di diverso dalle edizioni dei Giochi che hanno come base una città e degli impianti sportivi che poi non vengono utilizzati. Non ci sarebbero “cattedrali nel deserto”, come è successo nelle ultime edizioni, ma sarebbe finalmente un’Olimpiade di montagna”.
Secondo gli organizzatori le province di Trento, Bolzano e Belluno avrebbero già di loro gli impianti necessari a sostenere un’Olimpiade bianca, lo stesso per quanto riguarda il villaggio olimpico.
Interessato all’idea ma più cauto è Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina: “L’idea di un’Olimpiade che coinvolga la conca d’Ampezzo è tutta da esaminare nei dettagli, ma è di certo suggestiva. Non solo per lo sci alpino, ma anche per il bob: i Giochi potrebbero essere l’occasione di riaprire e rilanciare la pista che, commettendo un grosso sbaglio, la precedente amministrazione ha chiuso”.
Il sasso è stato lanciato e il tema è delicato, Roma docet. Certo è che questa volta il dibattito non potrà essere solo incentrato sui soldi o sul ritorno di immagine: il centro di tutta la discussione dovrà essere la sostenibilità ambientale (e perché no, culturale) del progetto nella delicata bellezza delle Dolomiti.



http://www.montagna.tv/cms/114703/olimpiadi-bianche-2026-spunta-il-nome-delle-dolomiti/
 
Mi sembra un po' una gara a chi la spara più grossa, staremo a vedere se la cosa avrà seguito...
 
Dopo EXPO invece sono restate strade, senza le quali la gente starebbe ancora piangendo. Ma anche il prolungamento della metro1, la metro5 e i cantieri della UTILISSIMA Metro4 che finalmente renderà Linate un vero "Cityairport". La vivibilità di Milano Centrale, rispetto a prima, è migliorata (nonostante gli scandali recenti... prima era peggio!). Le nuove strade in zona Rho, i cantieri della tangenziale Nord, che è divisa in due tronconi da 30 anni, che finalmente verrà completata.
Prima era peggio, sono contento che abbiano fatto EXPO, e no, senza expo, probabilmente tutte queste infrastrutture, ferme al palo da anni, non avrebbero trovato i fondi e l'attenzione politica per ripartire. E sono tutte opere fondamentali, senza le quali la qualità della vita era peggiore.
Non sono pratico di Torino, ma a detta di chi ci sta, anche la qualità della vita torinese, il decoro, le iniziative culturali e civiche, il turismo, sono nettamente migliorati e cresciuti dopo e grazie alle Olimpiadi del 2006. Errori? Occasioni perse? Sprechi? Sicuramente! Ma anche miglioramenti importanti e vantaggi, utili, e che diversamente non avremmo. E per fortuna che le abbiamo.
Nel 1960 a Roma, erano tutti contenti per le Olimpiadi. Ma negli anni 50/60 tutti volevano l'autostrada del sole (che per le capacità tecniche dell'epoca, fu fatta a tempi di record), le ferrovie, le infrastrutture, gli eventi. Ormai qua, non si può più fare una sagra della cotoletta o una mezza turbina da qualche KW nel torrente, che tutti gridano "No a tutto", "Scandalo", "danno ambientale", "ladri". Bisognerebbe tornare ed essere razionali, da entrambe le parti, sia ad accettare eventi e infrastrutture, sia a tornare sobri come un tempo nell'organizzazione(dato che le Olimpiadi faraoniche, con costi ingiustificati, non piacciono anche a me). Diversamente non lamentiamoci se continueranno ad aggiudicarsi gli eventi la Corea, la Cina. I prossimi chi saranno? EAU, Arabia, Vietnam o la Corea del Nord in cerca di legittimazione internazionale??

A Torino le Olimpiadi hanno portato una maggiore visibilità e vocazione turistica e di promozione della città, un'ampia pedonalizzazione del centro storico, la linea della metropolitana (attesa da cinquant'anni), alcuni palazzi del ghiaccio (Tazzoli e Palavela a Torino, Olimpico a Pinerolo e Cotta Morandini a Torre Pellice) che sono molto utilizzati a livello sportivo amatoriale, altri palazzi utilizzati per le fiere e i concerti (Palaolimpico e - saltuariamente - Oval Lingotto a Torino). Dall'altro lato, le Olimpiadi hanno lasciato un deficit finanziario nelle casse del comune di cui abbiamo iniziato ad accorgercene solo negli ultimi anni, oltre ad impianti inutilizzati come i trampolini di Pragelato, la pista di bob di Cesana ed il palazzo di Torino Esposizioni.

In linea di massima credo che le Olimpiadi a Torino siano state un bene, però se mi sottoponessero oggi un referendum, probabilmente voterei per il no. Purtroppo le modalità organizzative e la portata di questi grandi eventi dovrebbero essere riviste. Non ha senso concentrare tutti i lavori, gli eventi e le risorse economiche in un territorio limitato, perché è ovvio che un territorio limitato non possa utilizzare o convertire un gran numero di impianti (alcuni destinati ad usi molto specifici) come quelli necessari alle Olimpiadi.

Avrebbe più senso organizzare un Olimpiade su base nazionale, sfruttando, dove possibile, gli impianti già esistenti e dividendo i finanziamenti e i proventi su tutto il territorio.

L'errore delle Olimpiadi di Torino, ad esempio, è stato quello di non utilizzare impianti al di fuori di un raggio di 100 km. Ad esempio, un palazzo del ghiaccio lo si sarebbe potuto costruire a Milano, che ne soffre tuttora la carenza; si sarebbe anche potuto utilizzare il Palaonda di Bolzano, che è già pronto ad ospitare grandi eventi. Per le piste di bob e i trampolini sarebbe stato doveroso appoggiarsi a strutture già esistenti in Francia o Italia, anziché costruirne ex novo. D'altronde, non si può pretendere che la gente inizi di punto in bianco a dedicarsi a sport difficili e anche pericolosi quali salto con gli sci o bob.
 
D'altronde, non si può pretendere che la gente inizi di punto in bianco a dedicarsi a sport difficili e anche pericolosi quali salto con gli sci

Infatti, purtroppo, se ne è persa la cultura. Non dimentichiamoci che fino agli anni '50 i trampolini di salto cogli sci erano piuttosto diffusi anche sul versante italiano delle Alpi e persino negli Appennini. Se la costruzione di infrastrutture del genere (anche costose) finisce per essere funzionale ad una sola manifestazione della durata di un paio di settimane, senza alcuna possibilità di utilizzo futuro, allora tanto vale prendere atto che quella "cultura" non esiste più e fare a meno di buttare dalla finestra quei denari.
 
Infatti, purtroppo, se ne è persa la cultura. Non dimentichiamoci che fino agli anni '50 i trampolini di salto cogli sci erano piuttosto diffusi anche sul versante italiano delle Alpi e persino negli Appennini. Se la costruzione di infrastrutture del genere (anche costose) finisce per essere funzionale ad una sola manifestazione della durata di un paio di settimane, senza alcuna possibilità di utilizzo futuro, allora tanto vale prendere atto che quella "cultura" non esiste più e fare a meno di buttare dalla finestra quei denari.

Però in Austria e Germania le piste di bob producono reddito per i locali, in quanto arrivano le varie nazionali di bob per allenarsi e anche quelle di slittino.
Cesana aveva prenotazioni, ma poi "L'INTELLIGENZA COSMICA" degli amministratori l'ha distrutta. Se hai volontà di fare non esistono cattedrali nel deserto, esistono
incapaci o gente che non ha voglia di lavorare, promuovere e applicarsi. Poi esiste un'altra categoria, quella dei seguaci del caro leader riccioluto, ma qui si scade nellapeggior politica e lascio perdere
 
I motivi per cui la pista non ha funzionato sono stati molteplici a partire dal posizionamento passando per le soluzioni tecniche adottate fino all'incapacità del comitato olimpico che avrebbe dovuto garantirne il funzionamento insieme agli impianti di Pragelato con i soldi del Tesoretto Olimpico, fondi che ad oggi vengono distribuiti a pioggia non solo sulle valli olimpiche (realizzati anche campi da calcio e tennis) e soprattutto non sulle strutture che dovevano mantenere.


Riesumo un vecchio posti di Luca di Bella che spiega bene la questione

È vero che la pista di Cesana non nasce nel migliore dei modi. Non si costruisce un impianto del genere sul versante di una montagna esposto al sole per buona parte della giornata. Ciononostante, la pista, che nel progetto iniziale doveva costare 60 milioni di euro, poi saliti a 110 milioni (fonte: l'ex sindaco di Cesana, Roberto Serra Bob di Cesana, olimpica inettitudine - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono) è stata realizzata anche per garantire all'Italia di bob, skeleton e slittino un'eredità olimpica da gestire. A tal proposito, val la pena ricordare che dai Giochi di Torino è avanzato un "tesoretto" di oltre 100 milioni di euro ( La Stampa - Il tesoretto di Torino 2006vale 112 milioni di euro) che avrebbe dovuto garantire lunga vita agli impianti olimpici (pur con una gestione in rosso, Cesana e Pragelato avrebbero potuto sopravvivere per circa 40 anni, se non ricordo male). Che fine abbiano fatto quei soldi è materia su cui sarebbe interessante indagare. Parlando con Malagò, ho saputo che l'intenzione è quella di convertire l'impianto di refrigerazione di Cesana da ammoniaca a glicole (sostanza molto meno pericolosa e più facilmente gestibile, già usata nella vicina pista di La Plagne, sede dei Giochi di Albertville 1992). Nel giugno scorso, in occasione dei Giochi del Mediterraneo, il capo del Coni mi disse che prevedevano di riprendere l'attività a Cesana nell'inverno 2014. Recentemente sollecitato sul tema dalla collega Donatella Scarnati, a Sochi, Malagò ha però fatto un mezzo passo indietro, dicendo che il Coni non è responsabile dell'impianto, e che la disponibilità del comitato olimpico a lavorare per la riapertura si scontrerebbe al momento con non meglio precisati enti locali che non lavorerebbero nella stessa direzione.Non si capisce di chi sia la responsabilità. Ma è scandaloso che un investimento di questa portata sia ridotto a un fantasma di cemento, privando le nostre nazionali dell'unico punto di riferimento sul territorio nazionale. Per costruire un impianto di bob, skeleton e slittino servono molti soldi, ed è per questo che solitamente tali impianti vengono realizzati solo in occasione di eventi olimpici, che garantiscono un afflusso notevole di fondi. Per lo stesso motivo, chi realizza una pista la progetta con cautela, sapendo di dover poi anche gestire la sua sopravvivenza nel corso degli anni post olimpici. Ebbene, dal 1976 a oggi si sono disputate 10 edizioni dei Giochi Olimpici invernali (11 con Sochi). A parte Cesana, in questi quasi 40 anni solo un'altra pista è stata smantellata, per motivi assai più gravi: parliamo della pista dei Giochi del 1984, quella di Sarajevo, che di lì a qualche anno fu teatro di guerra.
Quanto all'importanza di avere una pista sul suolo nazionale...beh, in questi sport poter lavorare in tranquillità e riservatezza sulla sperimentazione dei materiali è fondamentale per ottenere risultati. Senza contare il fatto che una pista di casa garantirebbe maggiore competitività ai nostri atleti, che potrebbero contare almeno su una pista favorevole nel circuito di coppa: Zoeggeler a Cesana ha sempre vinto, Bertazzo nel bob ha trionfato in diverse gare di coppa.
Luca Di Bella
 
Dall'altro lato, le Olimpiadi hanno lasciato un deficit finanziario nelle casse del comune di cui abbiamo iniziato ad accorgercene solo negli ultimi anni...
Questa è una leggenda metropolitana che purtroppo non si riesce a debellare. I debito pubblico di Torino era già molto alto alla fine degli anni '90 e all'inizio del 2000, anzi, era ben più alto di oggi (d'altronde i bilanci devono essere pubblici e quindi chiunque può verificare da sé). Il debito PURAMENTE olimpico di Torino (cioè quello speso semplicemente per l'evento fine a se stesso) ha pesato per qualche decina di milioni. Niente, se si considera un bilancio comunale di 1,3 miliardi, un debito (attuale) di circa 3 e un PIL di area che sfiora i 70 miliardi.

Chiaramente non ci possiamo mettere dentro tutto ciò che ha ruotato attorno all'evento e ha fatto debito. per investimento. Metropolitana, riqualificazione TOTALE del centro storico e dei musei, impianti in città tutti oggi utilizzati sono investimenti che ancora adesso influiscono positivamente e hanno assai migliorato la qualità della vita cittadina. Senza contare le molte altre spese utili realizzate nel periodo ma slegate dall'evento, e costosissime, come la realizzazione del passante ferroviario e della più grande rete di teleriscaldamento d'Europa.

Non ci fossero state le Olimpiadi? Avremmo avuto un debito comunque enorme, senza la metà (o meno) degli investimenti e l'immenso ritorno d'immagine (positivo) ricevuto - che a ben vedere è stato forse il maggior vantaggio.
 
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