FARE I CONTI CON SÈ STESSI: Sentiero Lancedelli e Cengia Paolina 16 agosto 2016

Vorrei aggiungere una cosa confrontandola nel mio piccolo con la mia esperienza.
Premetto che le mie ambizioni sono meno alte, non mi interessa andare per cenge esposte, arrampicare, o fare itinerari off limits, non ancora almeno ;-)
Mi è capitato, anche nell ultimo giro che ho fatto, di camminare su tracce non ufficiali (sat) segnate sulla cartina (le famose lineette nere) o su tragitti addirittura non segnati (tipo qualche breve normale alla cima). In ogni caso, per come la vivo io, si tratta di tragitti "sicuri" dove conosco i riferimenti e ho sempre a disposizione un piano b per tornare indietro e tornare a casa in modo alternativo se qualcosa va storto. Molto spesso in montagna vado da solo e voglio tenere sempre un margine di sicurezza , piuttosto "strafare" sulla lunghezza del giro col rischio di fare la discesa un po' di corsa imvece che sulla difficoltà tecnica. Per queste ragioni durante tutta l estate non ho fatto nessuna ferrata e non sono andato alla scoperta di un sentiero dismesso sul Catinaccio che mi ispira da sempre.

Nel caso di Blitz, oltre ad essere andato da solo che specialmente in contesti del genere non si dovrebbe mai fare, ha scelto una ascesa su un "sentiero" che sulla kompass manco è segnato come traccia non ufficiale difficile (come invece segnata traccia difficile è per esempio la Cengia Paolina) e in discesa ha percorso una traccia che non ho capito se sulla mappa compare o meno (sulla kompass no) fidandosi di una foto fatta da lui e amici suoi l'anno prima.
Mi sembra troppo azzardato. Quando ti stavi incasinando nei mughi e nelle ghiaie PRIMA di finire nel lastrone scosceso disperso, io avrei alzato bandiera bianca, sarei tornato indietro e avrei fatto il piano b della cengia paolina (alla faccia dell'uscita di sicurezza fra l altro!). Come tempistiche ci saresti riuscito?

Credo che questa volta hai voluto strafare, abbassando i margini di sicurezza "rinunciando" al piano b della via di fuga.
Già la Cengia Paolina era "borderline", qui hai voluto fare due "itinerari laterali" ancora più borderline di un sentiero già borderline. Forse è stato chiedere troppo, soprattutto da soli! Magari in 2 o trovavate la giusta traccia di discesa o vi convincevate di tornare alla cengia prima di infognarvi nel casino.

In sintesi dalla tastiera è facile criticare, io poi non posso dire nulla perché nel mio piccolo anche a me piace fare l esploratore in sentieri (moooolto più soft) dimenticati o non ufficiali, però credo che se so gira da soli non bisogna strafare, penso sia meglio abbassare il livello tecnico e fare percorsi un po' più sicuri, certi, con maggiori riferimenti e ritirarsi prima su vie di fuga sempre presenti. Itinerari così spinti meglio farli con qualcuno esperto, guida alpina o profondo conoscitore della zona.

Ciao
 
Una domanda: il traverso che non hai voluto giustamente affrontare quanto lungo era? Fatto quello saresti stato sicuramente fuori dalle pesti oppure no?
 
io sono pienamente d'accordo con cappello e ste.. questo è anche il mio modo di intendere la montagna..

ma dopo che vi ha confessato che.. si è messo a piangere dalla rabbia.. ha capito di averla fatta "fuori dal vaso".. si è vergognato e rammaricato di aver dovuto scomodare i soccorsi.. si è scusato e si è dato del "colllione" davanti ai soccorritori.. cosa ancora deve fare ?
 
Questa volta tocca a me fare quello che nuota contro corrente.

Inizio con una critica ricorrente: non andare da solo. Non sono d'accordo. Andare da soli è una sorta di intimità piu profonda con l'attività svolta, l'ambiente in cui si svolge e ovviamente con se stessi. Certo, andare da soli richiede perfezione. Nel senso che le conoscenze, della zona, dei movimenti ecc, devono essere al massimo. A leggere i precedenti report di Blitz mi sembra uno capacissimo di andare a camminare da solo( anche se qui mi sorge un dubbio, non saresti riuscito a ritornare sui tuoi passi? Forse ho letto male eh)

Quello su cui io non sono proprio d'accordo è farsi raccogliere dall'elicottero. Se hai messo il culo in mezzo alle pedate, essendo una tua scelta/responsabilità devi riuscire a venirne fuori tu. È così, secondo me, che funziona in montagna: mie scelte, mie responsabilità. È un pensiero estremo senza dubbio, ma il mio rapporto con lla montagna è cresciuto così. Poi essendo stato "cresciuto" da una persona che È l'elisoccorso ho questa particolare visione riguardo gli interventi per negligenza

Capitava una cosa così 20 anni fa? Con molta calma si verifica dove ci si trova e si valutano le opzioni, inclusa quella di bivaccare. E non c'era l'astronave che miracolosamente veniva fuori.

Blitz, la mia non è una critica nei tuoi confronti. Semplicemente l'esposizione di un approcio un po diverso a certe situazioni.
 
ci metterei la mano sul fuoco che ora non avrai pace finché non tornerai nella valle di Travenanzes a cercare (partendo dal basso) la chiusura del giro :pERF
Piú o meno HIHIHI però almeno in due, col kaiser che ci torno da solo!!!

Il CAI, se socio, provvedera' a rimborsare l'intervento a meno che mi sia perso qualcosa. Prima, immagino dovrai anticipare la cifra come capito' nel celeberrimo intervento su un altro forumista in territorio elvetico al quale assistetti.
Grazie Mac per la testimonianza, per quanto riguarda i costi, se parli di Vittorio lui si era fatto male, io invece ero illeso quindi $$$

In due, se preparati entrambi, si valuta meglio e si prendono decisioni piu' sensate in casi limite.
Assolutamente, infatti in solitaria non ci vado piú in posti simili...

Io una volta ho pensato di chiamarlo per mia madre [...]
Rimane da capire se la crisi di panico (evento non infrequente in montagna) possa generare lo stato di pericolo. Io ritengo di sì (in certe condizioni), anche se è difficile da certificare.
il panico è una cosa tremenda, ricordo 4 anni fa quando ho tirato via una tipa sulla Santner perché era in panico totale su un passaggio non difficile ma un po' rognoso... quando ti becca son caxxi acidi perché non ragioni piú...
La mia fortuna è stata - conoscendo il mio carattere nervosissimo - quella di aver preventivato tutte le opzioni possibili (anche quelle estreme) e di conseguenza , nel momento del problema, avere già uno "spettro" in cui spaziare... fossi partito alla caxxo, altro che crisi di panico :PAAU

Secondo me Blitz già solo per il fatto che è riuscito a valutare la situazione e saper rinunciare è stato un grande, non tutti credo che avrebbero fatto altrettanto. La vergogna di chiamare il soccorso per una cosa del genere si fa sentire e spesso si rischia lo stesso.
Infatti... inizialmente ero tentato do provarci ma quando ho valutato il rischio... sticaxxi!

Da amante come te delle gite in solitaria, dico che purtroppo sono cose che uno che va in giro da solo deve(e avrai...) mettere in conto... e non solo queste
yess

Solo una domanda Blitz: per uscire dalla cengia avevi studiato qualcosa, una foto, una relazione o altro?
Avevo studiato innanzitutto le foto fatte dalla cengia stessa l' anno scorso, che riprendevano tutta la parte su canalone del sentiero (infatti dalla Cengia Paolina alla svolta sulle cenge basse continuavo a confrontare il terreno che vedevo, la mappa e le foto), e in aggiunta una relazione trovata su un libro dedicato alle Tofane.
Diciamo che tra le foto mie del canalone, e quelle di un amico fatte dal versante opposto sul sentiero della salita, avevo in foto praticamente tutto il percorso, mancava solo la parte proprio dove mi sono incasinato

Vorrei aggiungere una cosa confrontandola nel mio piccolo con la mia esperienza.
Premetto che le mie ambizioni sono meno alte, non mi interessa andare per cenge esposte, arrampicare, o fare itinerari off limits, non ancora almeno ;-)
ecco, appunto, ne riparliamo tra qualche anno, quando ti sarà venuta la voglia senza accorgertene ed andrai ad impegolarti peggio di me HIHIHI HIHIHI HIHIHI

Quando ti stavi incasinando nei mughi e nelle ghiaie PRIMA di finire nel lastrone scosceso disperso, io avrei alzato bandiera bianca, sarei tornato indietro e avrei fatto il piano b della cengia paolina (alla faccia dell'uscita di sicurezza fra l altro!). Come tempistiche ci saresti riuscito?
Si, ce la facevo... e stavo pure per farlo! solo che una stramaledettissima traccia di camosci mi ha tratto in inganno e mi sono fregato...

Credo che questa volta hai voluto strafare, abbassando i margini di sicurezza "rinunciando" al piano b della via di fuga.
Già la Cengia Paolina era "borderline", qui hai voluto fare due "itinerari laterali" ancora più borderline di un sentiero già borderline. Forse è stato chiedere troppo, soprattutto da soli! Magari in 2 o trovavate la giusta traccia di discesa o vi convincevate di tornare alla cengia prima di infognarvi nel casino.
Su questo non posso che darti ragione, infatti, come dicevo nell' introduzione, mea culpa ed ammettere l' errore...
 

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Una domanda: il traverso che non hai voluto giustamente affrontare quanto lungo era? Fatto quello saresti stato sicuramente fuori dalle pesti oppure no?
Probabilmente si, ma non ne ho la certezza matematica... sicuramente quella era la direzione, ed infatti all' inizio la tentazione c' era, ma non mi sono fidato, margine di sicurezza troppo risicato...

[...]

Questa volta tocca a me fare quello che nuota contro corrente.

Inizio con una critica ricorrente: non andare da solo. Non sono d'accordo. Andare da soli è una sorta di intimità piu profonda con l'attività svolta, l'ambiente in cui si svolge e ovviamente con se stessi. Certo, andare da soli richiede perfezione. Nel senso che le conoscenze, della zona, dei movimenti ecc, devono essere al massimo. A leggere i precedenti report di Blitz mi sembra uno capacissimo di andare a camminare da solo( anche se qui mi sorge un dubbio, non saresti riuscito a ritornare sui tuoi passi? Forse ho letto male eh)
Grazie, purtroppo sarei riuscito a tornare sui miei passi a patto di avere un lanciafiamme, non ci si capiva piú una mazza...

Quello su cui io non sono proprio d'accordo è farsi raccogliere dall'elicottero. Se hai messo il culo in mezzo alle pedate, essendo una tua scelta/responsabilità devi riuscire a venirne fuori tu. È così, secondo me, che funziona in montagna: mie scelte, mie responsabilità. È un pensiero estremo senza dubbio, ma il mio rapporto con lla montagna è cresciuto così. Poi essendo stato "cresciuto" da una persona che È l'elisoccorso ho questa particolare visione riguardo gli interventi per negligenza

Capitava una cosa così 20 anni fa? Con molta calma si verifica dove ci si trova e si valutano le opzioni, inclusa quella di bivaccare. E non c'era l'astronave che miracolosamente veniva fuori.

Blitz, la mia non è una critica nei tuoi confronti. Semplicemente l'esposizione di un approcio un po diverso a certe situazioni.
Guarda, sinceramente è anche l' opinione mia, e fidati che se ho scelto di chiamare vuol dire che non vedevo altre opzioni...
Bivaccare? ero pronto a farlo, considero sempre questa "extrema ratio" ma... per poi fare cosa? il giorno dopo non sarebbe cambiato nulla (forse il meteo)

Ho inoltre ritenuto che fosse meglio che l; elicottero intervenisse per recuperarmi pirla ma illeso, piuttosto di rischiare di farlo intervenire il giorno dopo col sacco nero... :OO:OO:OO:OO:OO:OO
 
Ribadisco che se tesserato CAI non paghi nulla anche se sano, per negligenza o quant'altro

guarda, io mi sono attenuto a quanto riferitomi dal personale SUEM, vedremo cosa mi arriverà...

PS considera comunque che cambia da regione a regione, a prescindere che uno sia socio o no
 
Sto capendo una cosa "tecnica" piuttosto inaspettata: i mughi/baranci sono una specie di porta di non ritorno.
Anche a me è capitato di uscire di traccia e di dovermi fare 200 m orizzontali in mugaia e confermo come sia estremamente difficile andare avanti.
Quindi per uscite "freestyle" quando si arriva ad un punto con dei dubbi e davanti abbiamo grandi mugaie, alt, ci si ferma lì e si torna a studiare il percorso.
Questo per me è la lezione più importante della gita del B81.
 
In effetti io conosco la normativa in Lombardia...

Tra l'altro vedo ora la foto con i "chiodi", sono ugualli a quelli che ho trovato in Val d'Avio, allora era davvero ferrata un tempo come pensavo.
 
Ciao Blitz_81,
da tempo seguo con interesse ed ammirazione i tuoi report, purtroppo non ho piú il tuo allenamento ma certamente lo stesso amore per la montagna e per la pianificazione meticolosa delle escursioni.

Anch'io raramente riesco a coinvolgere amici che abbiano voglia di camminare tanto quanto me, e in famiglia facciamo giri molto piú soft di quelli che piú mi appassionano...per cui finisco spesso per fare le mie escursioni piú belle in solitudine.

Trovo terapeutico rimanere soli con la montagna e i propri pensieri, meglio di una seduta di psicoanalisi: piú volte sono uscito da questi giri piú sereno e con una idea piú chiara di come affrontare i problemi della mia vita quotidiana.

Concordo peró con vari forumisti sul fatto che episodi come questo siano gravi errori da cui imparare prima di tutto a non sopravvalutarsi.

Anch'io sono caduto nel tuo stesso errore in Austria nella zona del Silvretta, nel Tirolo occidentale (Paznauntal).
Arrivato quasi in cima a una vallata, in una zona detritica in cui é difficile mettere segni di vernice che rimangano sul posto, ho perso la traccia e ho risalito con l'aiuto delle braccia un camino che credevo/speravo essere la prosecuzione del mio sentiero.
Giá issandomi nel camino di una cinquantina di metri, sentivo la roccia sfaldarsi sotto il mio peso, e mi rendevo man mano sempre piú conto che non volevo tornare giú per la stessa via, sarebbe stato troppo rischioso.
In cima al camino, da una forcella panoramica ho visto che l'altro versante era un impraticabile ghiaione ripidissimo, che mi avrebbe scartavetrato a morte: era chiaro che avevo perso sia la mia traccia che la possibilitá di tornare indietro in sicurezza, e ho deciso che era il caso di chiamare soccorso.

Al ritorno al lavoro, un collega burlone ha fatto una slide con le foto della mia disavventura, commentandole con un motto che richiama nei toni certi slogan autocelebrativi tipici di certe presentazioni "corporate" (lavoro per una multinazionale straniera).
La allego perché anche tu, Blitz_81, possa farti una risata, visto che, a parte la salatissima fattura che ho ricevuto, tutto si é concluso senza danni.

elicottero in Austria
173731-strategy4proc.jpg




Da questa esperienza spero di avere imparato a tornare indietro quando é ancora possibile, prima di cacciarmi in casini maggiori.

Credo peró sia anche importante saper ridere di se stessi, e che comunque un minimo rischio non sia del tutto eliminabile dalle ns. attivitá (nemmeno dalla guida di un'automobile). La saggezza credo stia nel limitare questo rischio usando il massimo delle nostre possibilitá e conoscenze.

Sono felice che anche tu abbia scelto di non rischiare troppo e di chiamare aiuto, e attendo con ansia il tuo prossimo report.
Giulio
 
Questa volta tocca a me fare quello che nuota contro corrente.

Inizio con una critica ricorrente: non andare da solo. Non sono d'accordo. Andare da soli è una sorta di intimità piu profonda con l'attività svolta, l'ambiente in cui si svolge e ovviamente con se stessi. Certo, andare da soli richiede perfezione. Nel senso che le conoscenze, della zona, dei movimenti ecc, devono essere al massimo. A leggere i precedenti report di Blitz mi sembra uno capacissimo di andare a camminare da solo( anche se qui mi sorge un dubbio, non saresti riuscito a ritornare sui tuoi passi? Forse ho letto male eh)

Quello su cui io non sono proprio d'accordo è farsi raccogliere dall'elicottero. Se hai messo il culo in mezzo alle pedate, essendo una tua scelta/responsabilità devi riuscire a venirne fuori tu. È così, secondo me, che funziona in montagna: mie scelte, mie responsabilità. È un pensiero estremo senza dubbio, ma il mio rapporto con lla montagna è cresciuto così. Poi essendo stato "cresciuto" da una persona che È l'elisoccorso ho questa particolare visione riguardo gli interventi per negligenza

Capitava una cosa così 20 anni fa? Con molta calma si verifica dove ci si trova e si valutano le opzioni, inclusa quella di bivaccare. E non c'era l'astronave che miracolosamente veniva fuori.

Blitz, la mia non è una critica nei tuoi confronti. Semplicemente l'esposizione di un approcio un po diverso a certe situazioni.

Anche io sono cresciuto in montagna con queste tue stesse considerazioni gPasca....dovute, in parte, di certo al fatto che come hai ben detto nell'epoca pre-telefonino in un caso simile Blitz o si toglieva dalle rogne da solo o aspettava un bel pò prima che qualcuno venisse a cercarlo. E questa certezza mi ha sicuramente insegnato a cercare di avere sempre un piano B nel caso mi muova da solo. Che è sempre una buona cosa. Sono anche convinto però che i tempi siano cambiati, è arrivato il telefono, i soccorsi se li chiami arrivano in un amen, oggi, visto che ce n'è la possibilità, è "inutile rischiare l'osso del collo per la vergogna di una telefonata... Percui qui sono d'accordo con la scelta di Blitz, se ha valutato di non avere altre scappatoie realistiche.
 
Credo fortemente che il buon B 81
Non sia uno sprovveduto in montagna...credo fortemente che tutti noi le cazzate le facciamo o le abbiamo già fatte piccole o grandi che siano...l'importante è imparate qualcosa per non ripeterle o non farne altre

....com'è che diceva quel tizio?
Scagli la prima pietra chi è senza peccato....beh se vai in montagna con una certa frequenza e non sei un "fariseo" la vedo dura ....
 
Quindi per uscite "freestyle" quando si arriva ad un punto con dei dubbi e davanti abbiamo grandi mugaie, alt, ci si ferma lì e si torna a studiare il percorso.

Non ho mai fatto cose estreme come il Blitz, ma sulle Apuane a volte mi sono avventurato in sentieri non segnati o su creste affilate che conducono alla vetta.
Il mio comandamento in questi casi è: non fare un passo in avanti se non sei sicuro di poterlo rifare in senso opposto.
Probabilmente in questo caso Blitz si è reso conto che stava oltrepassando il punto di non ritorno, spinto forse dalla certezza di ritrovare il sentiero più avanti.
Capito l'errore, ha fatto la scelta giusta: chiedere aiuto.

Detto questo, rendiamoci conto che ha avuto l'umiltà di pubblicare il reportage (peraltro stupendo) e di non aver nascosto nulla esponendosi alle critiche, mentre avrebbe potuto benissimo tacere l'accaduto e nessuno l'avrebbe saputo.
 
A quanto detto aggiungo il consiglio di portare una batteria ausiliaria ai cellulari soprattutto per gite lunghe.

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