ste1258
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La Val Codera è una tributaria sinistra della Val Chiavenna che inizia dal lago di Mezzola e termina ai piedi del Pizzo Badile, al limite occidentale delle Alpi Retiche: si tratta di una delle poche valli alpine rimaste completamente prive di strade carrozzabili.
Nonostante l'apparente inaccessibilità che trasmette guardandola dal basso, la valle è stata popolata fin dai tempi più remoti e ospita diversi villaggi collegati tra loro da mulattiere tuttora perfettamente conservate.
Una camminata in Val Codera mette per un attimo da parte la modernità e porta l'escursionista indietro nel tempo. L'escursione qui proposta è un anello che percorre entrambi i versanti e tocca tutti i villaggi della bassa valle. Si tratta di un trekking di circa 5 ore con un dislivello complessivo dell'ordine di 800 m.
Stavolta non si fanno sconti: nessuna funivia, nessuna strada d'accesso per portarsi in quota. Si parte dal basso che più basso non si può: Mezzolpiano, 300 mslm. Il Legnone s'impone a meridione già dalla partenza.
La salita si fa subito ripida e si guadagna rapidamente quota su una mulattiera lastricata piuttosto soleggiata, se ne sconsiglia la percorrenza nei momenti più caldi dell'anno.
Il primo strappo porta a circa 600 mslm, da qui la vista abbraccia tutto il lago di Mezzola...
... mentre il torrente Codera scroscia in fondo al precipizio, qualche centinaio di metri più in basso.
Le teleferiche in val Codera sono amiche fidate dell'uomo e raggiungono, con più tronchi e diramazioni, tutti i principali centri abitati della bassa valle.
Dopo circa un'ora di cammino si raggiunge il primo villaggio, a quota 790.
Da Avedé si apre la vista sulla valle...
... e sul suo capoluogo.
Dopo Avedé il grosso del dislivello ormai è fatto e si procede con alcuni saliscendi caratterizzati da diverse gallerie paramassi, che in questa valle sono il pericolo numero uno.
Con quasi 2 ore di cammino nelle gambe si raggiunge il capoluogo, a quota 825.
Il paese un tempo era completamente autonomo con tanto di scuola, oratorio, diverse botteghe e osterie.
Passeggiando tra le viuzze di Codera si può visitare un museo etnografico "diffuso", allestito in alcune abitazioni, dove sono raccolte testimonianze dei tempi che furono.
Voltandoci indietro ecco di nuovo il Legnone, presenza costante durante tutta la camminata. A destra nella foto l'Osteria Alpina, una delle 2 strutture di accoglienza rimaste in paese.
Dall'altra parte della valle, i graniti incombono sulle case di Codera.
Dopo pranzo si riprende il cammino, portandosi in sponda sinistra. Il torrente Codera viene attraversato tramite un formidabile ponte in pietra che scavalca un orrido profondo svariate decine di metri.
Poco più avanti, un altro ponte altrettanto formidabile scavalca il torrente Ladrogno che scorre in un orrido non meno impressionante.
Usciti da questi affascinanti (e per certi versi inquietanti) angoli di valle, si raggiunge il piccolo abitato di Ci, a quota 851.
Da Ci, una breve salita porta a imboccare il cosiddetto tracciolino. Si tratta di un percorso perfettamente orizzontale, lungo oltre 10 km, che collega la val Codera alla valle dei Ratti seguendo la galleria idroelettrica che alimenta la centrale di Campo Mezzola. Realizzato negli anni '30, il tracciolino era un tempo percorso da una ferrovia decauville, come nella miglior tradizione Edison, oggi in buona parte smantellata.
Il tracciolino alterna tratti a precipizio scavati nella roccia viva ad altri più aperti e panoramici.
Dall'altra parte della valle, oltre la profonda forra iniziale, ecco Avedé visitato la mattina.
Una breve deviazione di 10 minuti dal tracciolino porta al più alto villaggio della bassa valle, a quota 1018.
Da qui la vista si spinge fino a metà lago di Como e al Monte di Tremezzo.
Il prossimo ed ultimo paese del nostro giro si annuncia con lo sfondo turchese del lago di Mezzola.
Prima però ci attende ancora il tracciolino con i suoi aerei passaggi.
Un'ultima occhiata alle sperdute case di Cola...
... prima di raggiungere San Giorgio, sistemato su un dosso a picco sulla valle sottostante, a 748 mslm.
Da qui inizia la discesa su Mezzolpiano, 40 tornanti assolati con vista a volo d'uccello sul lago di Mezzola. L'improvvisa ricomparsa dei rumori delle auto, delle moto e del treno ci riporta alla realtà dopo questo viaggio nel passato.
Chiudo con un tramonto resegonico ammirato durante la sosta anticoda a Lecco.
È tutto, grazie per l'attenzione.
Nonostante l'apparente inaccessibilità che trasmette guardandola dal basso, la valle è stata popolata fin dai tempi più remoti e ospita diversi villaggi collegati tra loro da mulattiere tuttora perfettamente conservate.
Una camminata in Val Codera mette per un attimo da parte la modernità e porta l'escursionista indietro nel tempo. L'escursione qui proposta è un anello che percorre entrambi i versanti e tocca tutti i villaggi della bassa valle. Si tratta di un trekking di circa 5 ore con un dislivello complessivo dell'ordine di 800 m.
Stavolta non si fanno sconti: nessuna funivia, nessuna strada d'accesso per portarsi in quota. Si parte dal basso che più basso non si può: Mezzolpiano, 300 mslm. Il Legnone s'impone a meridione già dalla partenza.
La salita si fa subito ripida e si guadagna rapidamente quota su una mulattiera lastricata piuttosto soleggiata, se ne sconsiglia la percorrenza nei momenti più caldi dell'anno.
Il primo strappo porta a circa 600 mslm, da qui la vista abbraccia tutto il lago di Mezzola...
... mentre il torrente Codera scroscia in fondo al precipizio, qualche centinaio di metri più in basso.
Le teleferiche in val Codera sono amiche fidate dell'uomo e raggiungono, con più tronchi e diramazioni, tutti i principali centri abitati della bassa valle.
Dopo circa un'ora di cammino si raggiunge il primo villaggio, a quota 790.
Da Avedé si apre la vista sulla valle...
... e sul suo capoluogo.
Dopo Avedé il grosso del dislivello ormai è fatto e si procede con alcuni saliscendi caratterizzati da diverse gallerie paramassi, che in questa valle sono il pericolo numero uno.
Con quasi 2 ore di cammino nelle gambe si raggiunge il capoluogo, a quota 825.
Il paese un tempo era completamente autonomo con tanto di scuola, oratorio, diverse botteghe e osterie.
Passeggiando tra le viuzze di Codera si può visitare un museo etnografico "diffuso", allestito in alcune abitazioni, dove sono raccolte testimonianze dei tempi che furono.
Voltandoci indietro ecco di nuovo il Legnone, presenza costante durante tutta la camminata. A destra nella foto l'Osteria Alpina, una delle 2 strutture di accoglienza rimaste in paese.
Dall'altra parte della valle, i graniti incombono sulle case di Codera.
Dopo pranzo si riprende il cammino, portandosi in sponda sinistra. Il torrente Codera viene attraversato tramite un formidabile ponte in pietra che scavalca un orrido profondo svariate decine di metri.
Poco più avanti, un altro ponte altrettanto formidabile scavalca il torrente Ladrogno che scorre in un orrido non meno impressionante.
Usciti da questi affascinanti (e per certi versi inquietanti) angoli di valle, si raggiunge il piccolo abitato di Ci, a quota 851.
Da Ci, una breve salita porta a imboccare il cosiddetto tracciolino. Si tratta di un percorso perfettamente orizzontale, lungo oltre 10 km, che collega la val Codera alla valle dei Ratti seguendo la galleria idroelettrica che alimenta la centrale di Campo Mezzola. Realizzato negli anni '30, il tracciolino era un tempo percorso da una ferrovia decauville, come nella miglior tradizione Edison, oggi in buona parte smantellata.
Il tracciolino alterna tratti a precipizio scavati nella roccia viva ad altri più aperti e panoramici.
Dall'altra parte della valle, oltre la profonda forra iniziale, ecco Avedé visitato la mattina.
Una breve deviazione di 10 minuti dal tracciolino porta al più alto villaggio della bassa valle, a quota 1018.
Da qui la vista si spinge fino a metà lago di Como e al Monte di Tremezzo.
Il prossimo ed ultimo paese del nostro giro si annuncia con lo sfondo turchese del lago di Mezzola.
Prima però ci attende ancora il tracciolino con i suoi aerei passaggi.
Un'ultima occhiata alle sperdute case di Cola...
... prima di raggiungere San Giorgio, sistemato su un dosso a picco sulla valle sottostante, a 748 mslm.
Da qui inizia la discesa su Mezzolpiano, 40 tornanti assolati con vista a volo d'uccello sul lago di Mezzola. L'improvvisa ricomparsa dei rumori delle auto, delle moto e del treno ci riporta alla realtà dopo questo viaggio nel passato.
Chiudo con un tramonto resegonico ammirato durante la sosta anticoda a Lecco.
È tutto, grazie per l'attenzione.
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