Gli ultimi 2 secoli verranno ricordati dai nostri prossimi come il periodo storico più buio e stolto.
Negli ultimi due secoli abbiamo sfruttato in modo irrazionale e controproducente il patrimonio più cari che abbiamo: le risorse naturali. Le abbiamo sfruttate in modo lineare: estratte, trasformate, usate, buttate come rifiuti.
In futuro pensare a un processo lineare sarà considerato come una imprecazione, come una dimostrazione di ignoranza.
Ma ai giorni nostri, quali sono gli approcci concreti, visibili, tangibili, etc. di economia circolare?
Oltre ai dei pallidi tentativi di riciclaggio, raccolta differenziata, etc. non mi pare ci sia molto altro.
Chi sta progettando i propri aggeggi elettronici con un approccio circolare? Ci sono città che si stanno candidando a diventare "miniere urbane"?
Ritengo possa interessare a molti ragionare in circolare.
nel mercato degli sci, scarponi, etc. visto che si svolge in ambienti molto pregiati, c'è qualcuno attento alle risorse naturali?
http://ec.europa.eu/environment/circular-economy/ fornisceuna introduzione:
Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti
1. Introduzione: un'economia circolare a sostegno di una crescita sostenibile
La perdita di materiali preziosi è una costante delle nostre economie. In un mondo in cui la domanda di risorse finite e talvolta scarse non cessa di aumentare, la concorrenza si acuisce e la pressione su queste risorse degrada e indebolisce sempre più l'ambiente, l'Europa può trarre benefici economici e ambientali dall'uso più adeguato di queste risorse. A partire dalla rivoluzione industriale lo sviluppo delle nostre economie è avvenuto all'insegna del "prendi, produci, usa e getta", secondo un modello di crescita lineare fondato sul presupposto che le risorse sono abbondanti, disponibili, accessibili ed eliminabili a basso costo. È opinione sempre più diffusa che questo modello compromette la competitività dell'Europa.
La transizione verso un'economia più circolare è al centro dell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva[1]. Utilizzare le risorse in modo più efficiente e garantire la continuità di tale efficienza non solo è possibile, ma può apportare importanti benefici economici.
Nei sistemi di economia circolare i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Per passare ad un'economia più circolare occorre apportare cambiamenti nell'insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell'organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche. Anche in un'economia fortemente circolare permane qualche elemento di linearità, poiché non si arresta la domanda di risorse vergini e si producono rifiuti residui che vanno smaltiti.
Il settore industriale ha già ravvisato le grandi opportunità legate all'aumento della produttività delle risorse. Si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l'intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030[2], con risparmi per l'industria europea dell'ordine di 630 miliardi di euro l'anno[3]. Secondo studi commissionati da imprese e basati sulla modellizzazione a livello di prodotti, adottando approcci fondati sull'economia circolare l'industria europea potrebbe realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenzialmente il PIL dell'UE fino al 3,9%[4], attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti e grazie al relativo valore per le aziende.
[...]
L'adozione di modelli maggiormente improntati all'economia circolare fa intravvedere un futuro molto più roseo per l'economia dell'Europa, che potrebbe così fare adeguatamente fronte delle sfide, attuali e future, poste dalla pressione sulle risorse e dalla crescente insicurezza degli approvvigionamenti: per potenziare resilienza e competitività occorre indubbiamente ridestinare a fini produttivi le materie utilizzate e ancora utilizzabili, ridurre i rifiuti e limitare la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento incerte. Contribuendo a dissociare la crescita economica dall'uso delle risorse e il loro impatto, l'economia circolare offre prospettive di crescita sostenibile e duratura.
La produttività delle risorse nell'UE è cresciuta del 20% nel periodo 2000-2011, fenomeno che tuttavia può essere in parte dovuto agli effetti della recessione. Se questa evoluzione si manterrà costante, entro il 2030 si registrerà un ulteriore aumento del 30%, con il conseguente incremento del PIL di quasi 1% e la creazione di oltre due milioni di posti di lavoro in più rispetto allo status quo[8]. Gli sforzi tesi ad aumentare la produttività delle risorse andranno di pari passo con altri obiettivi delle politiche unionali già esistenti, quali la riduzione delle emissioni di gas serra, l'uso più efficiente dell'energia, la reindustrializzazione sostenibile dell'economia europea e la sicurezza dell'accesso alle materie prime, e consentiranno di alleggerire gli impatti ambientali.
Per promuovere l'efficienza delle risorse esistono svariate misure già collaudate che hanno dimostrato di poter dare ottimi risultati se applicate in modo più sistematico. Per far sì che questi cambiamenti generino occupazione si sta lavorando anche su altri fronti, come illustrato in particolare nella comunicazione sull'occupazione verde[9] e nel piano d'azione verde per le PMI[10].
http://ec.europa.eu/environment/news/efe/articles/2014/08/article_20140806_01_it.htm
Negli ultimi due secoli abbiamo sfruttato in modo irrazionale e controproducente il patrimonio più cari che abbiamo: le risorse naturali. Le abbiamo sfruttate in modo lineare: estratte, trasformate, usate, buttate come rifiuti.
In futuro pensare a un processo lineare sarà considerato come una imprecazione, come una dimostrazione di ignoranza.
Ma ai giorni nostri, quali sono gli approcci concreti, visibili, tangibili, etc. di economia circolare?
Oltre ai dei pallidi tentativi di riciclaggio, raccolta differenziata, etc. non mi pare ci sia molto altro.
Chi sta progettando i propri aggeggi elettronici con un approccio circolare? Ci sono città che si stanno candidando a diventare "miniere urbane"?
Ritengo possa interessare a molti ragionare in circolare.
nel mercato degli sci, scarponi, etc. visto che si svolge in ambienti molto pregiati, c'è qualcuno attento alle risorse naturali?
http://ec.europa.eu/environment/circular-economy/ fornisceuna introduzione:
Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti
1. Introduzione: un'economia circolare a sostegno di una crescita sostenibile
La perdita di materiali preziosi è una costante delle nostre economie. In un mondo in cui la domanda di risorse finite e talvolta scarse non cessa di aumentare, la concorrenza si acuisce e la pressione su queste risorse degrada e indebolisce sempre più l'ambiente, l'Europa può trarre benefici economici e ambientali dall'uso più adeguato di queste risorse. A partire dalla rivoluzione industriale lo sviluppo delle nostre economie è avvenuto all'insegna del "prendi, produci, usa e getta", secondo un modello di crescita lineare fondato sul presupposto che le risorse sono abbondanti, disponibili, accessibili ed eliminabili a basso costo. È opinione sempre più diffusa che questo modello compromette la competitività dell'Europa.
La transizione verso un'economia più circolare è al centro dell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva[1]. Utilizzare le risorse in modo più efficiente e garantire la continuità di tale efficienza non solo è possibile, ma può apportare importanti benefici economici.
Nei sistemi di economia circolare i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Per passare ad un'economia più circolare occorre apportare cambiamenti nell'insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell'organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche. Anche in un'economia fortemente circolare permane qualche elemento di linearità, poiché non si arresta la domanda di risorse vergini e si producono rifiuti residui che vanno smaltiti.
Il settore industriale ha già ravvisato le grandi opportunità legate all'aumento della produttività delle risorse. Si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l'intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030[2], con risparmi per l'industria europea dell'ordine di 630 miliardi di euro l'anno[3]. Secondo studi commissionati da imprese e basati sulla modellizzazione a livello di prodotti, adottando approcci fondati sull'economia circolare l'industria europea potrebbe realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenzialmente il PIL dell'UE fino al 3,9%[4], attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti e grazie al relativo valore per le aziende.
[...]
L'adozione di modelli maggiormente improntati all'economia circolare fa intravvedere un futuro molto più roseo per l'economia dell'Europa, che potrebbe così fare adeguatamente fronte delle sfide, attuali e future, poste dalla pressione sulle risorse e dalla crescente insicurezza degli approvvigionamenti: per potenziare resilienza e competitività occorre indubbiamente ridestinare a fini produttivi le materie utilizzate e ancora utilizzabili, ridurre i rifiuti e limitare la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento incerte. Contribuendo a dissociare la crescita economica dall'uso delle risorse e il loro impatto, l'economia circolare offre prospettive di crescita sostenibile e duratura.
La produttività delle risorse nell'UE è cresciuta del 20% nel periodo 2000-2011, fenomeno che tuttavia può essere in parte dovuto agli effetti della recessione. Se questa evoluzione si manterrà costante, entro il 2030 si registrerà un ulteriore aumento del 30%, con il conseguente incremento del PIL di quasi 1% e la creazione di oltre due milioni di posti di lavoro in più rispetto allo status quo[8]. Gli sforzi tesi ad aumentare la produttività delle risorse andranno di pari passo con altri obiettivi delle politiche unionali già esistenti, quali la riduzione delle emissioni di gas serra, l'uso più efficiente dell'energia, la reindustrializzazione sostenibile dell'economia europea e la sicurezza dell'accesso alle materie prime, e consentiranno di alleggerire gli impatti ambientali.
Per promuovere l'efficienza delle risorse esistono svariate misure già collaudate che hanno dimostrato di poter dare ottimi risultati se applicate in modo più sistematico. Per far sì che questi cambiamenti generino occupazione si sta lavorando anche su altri fronti, come illustrato in particolare nella comunicazione sull'occupazione verde[9] e nel piano d'azione verde per le PMI[10].
http://ec.europa.eu/environment/news/efe/articles/2014/08/article_20140806_01_it.htm