Oggi voglio fare una domanda provocatoria (senza contestare minimamente il valore dell'atleta):
Un atleta (fresco-fresco) ex CdM che ha finito da una settimana il corso maestri (e passa una delle selezioni più strane e contestate degli ultimi anni - 11 giorni per la pubblicazione dei risultati, la migliore in assoluto Denise Karbon nelle prove pratiche è stata valutata con un voto medio inferiore a 6,5...:shock::shock
che cosa puo' insegnare, trasmettere ad un aspirante maestro nell'ambito dell'insegnamento??? Che esperienza d'insegnamento ad un futuro maestro può garantire??
Io onestamente non lo so spiegare, eppure di istruttori ne conosco alcuni, e bene o male si sono fatti un bel mazzo per due, tre anni come maestri (pure loro ex atleti di CE o CdM) prima di poter dimostrare di esser pronti a formare un maestro..
Ciao !!!
Ti rispondo sulla seconda parte!!!
Io sono convinto che nella formazione di un maestro di sci, come negli insegnanti di ogni altra disciplina, ci sia una componente tecnica ed una psicologica.
Entranbe devono essere formate.
La seconda, che spesso è sottovalutata, riguarda il come insegnare, come rapportarsi con gli allievi ecc.... In questo ambito si parte da zero e qui penso sia molto importante la formazione.
Per quanto riguarda la componente tecnica, è diverso. Gia il fatto di passare le selezioni comporta che ci sia un ottimo livello di competenza. Tutti sanno i movimenti, tutti conoscono gran parte degli esercizi che servono per migliorare le prestazioni di un allievo.
In questo ambito ciò che un insegnante deve trasmettere ad un determinato maestro deve essere una linea di pensiero. Su quali qualità puntare nella crescita di un ragazzo, quali tipi di allenamento e di esercizi preferire e perché. E chi meglio di un ex atleta che è stato sul pezzo ad alti livelli fino a poco tempo fa, può indirizzare.
Ti faccio un esempio secondo me eclatante!
Nella cultura sciistica italiana fin da piccoli si è sempre buttati in mezzo ai pali e su piste dure. Tu sei bravo solo se vai sul "duro" e tutti cercano di allenarsi solo su quello. Se ti beccano fuoripista o in park sei un ragazzaccio perché ti puoi far male, e non sei uno serio. Questo crea una selezione ad alti livelli con atleti di queste caratteristiche senza filarsi minimamente chi ne ha altre. Poi ci si ritrova, come si è evidenziato negli ultimi anni, ha non avere risultati in coppa poiché se un atleta ha fatto sempre quello ed ha subito una selezione per quelle caratteristiche, si può allenare quanto vuole ma il suo talento è specifico per altre situazioni.
Quindi magari ex atleti che hanno vissuto sulla loro pelle determinate situazioni ed evoluzioni dello sci possono indirizzare i nuovi futuri maestri verso nuovi ambiti di pensiero.
Magari verranno introdotte sessioni di allenamento in park o fuoripista o sulle gobbe anche per gli sci club e qualcuno riuscirà a sviluppare più sensibilità sotto i piedi. Magari qualche maestro farà avvicinare i ragazzini del corso ai saltini del park o ai bordopista sviluppando in loro un maggior interesse verso lo sci.
Spero di essermi spiegato !!!
