E intanto TAC.... Da La Stampa
Non vedrà la luce - almeno secondo quelli che erano stati gli annunci del 2017 -
l’ambizioso progetto «Avvicinare le montagne» che nel giro di pochi anni avrebbe dovuto cambiare il volto dell’offerta turistica delle valli Divedro e Antigorio. Era un ingente investimento di oltre 150 milioni di euro, in gran parte di privati (San Domenico ski) con la collaborazione di partner pubblici (i Comuni di Varzo, Trasquera, Crodo e Baceno oltre alla Provincia del Vco).
I vari soggetti che avevano siglato l’accordo - che tra i molti punti prevedeva un collegamento a fune (contestato dagli ambientalisti) tra San Domenico e Devero - hanno ritirato la proposta e nei giorni scorsi la Provincia ha fermato la procedura di «Vas», la Valutazione ambientale strategica. Per il momento, dunque, la montagna delle autorizzazioni non è stata superata.
«Sicuramente questo piano di sviluppo si ferma qui, almeno così come era stato elaborato - dice Andrea Malagoni di San Domenico ski -. Chi ci perde non siamo certo noi. L’ho sempre detto: non era il nostro progetto, ma il progetto del territorio. Non è detto però che in futuro possa esserci altro, magari addirittura più bello. Tutto ora è nelle mani degli enti pubblici. Comuni e Provincia hanno dall’inizio mostrato disponibilità, è dalla Regione che siamo da sempre in attesa di risposte concrete». Fin da subito «Avvicinare le montagne» aveva avuto l’ostracismo del mondo ambientalista, con sit-in, incontri e raccolte firme web soprattutto per quello che veniva visto come un «attacco» alla natura del Devero.
«Non ci fermiamo certo perché ci sono state le proteste, che peraltro non avevano basi concrete - aggiunge Malagoni -. Noi abbiamo speso già 600 mila euro per i vari studi: non sono soldi buttati via, ma un prezioso investimento che potrà ancora servire. Ripeto però, ora non tocca a noi. Se dovesse esserci margine per nuovi progetti, magari facendo tesoro delle osservazioni presentate con l’attuale piano, valuteremo cosa fare. Ma non dobbiamo per forza esserci noi, se c’è qualcun altro pronto a farsi avanti, ben venga».
Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alberto Preioni non considera invece del tutto archiviato il progetto di rilancio di San Domenico e Devero. «Stiamo valutando di dividerlo in più step - spiega il leghista ossolano - perché, così com’è se si blocca un’autorizzazione rimane tutto fermo». Preioni resta convinto della validità di quel modello di sviluppo per l’Ossola: «Dal punto di vista politico c’è il pieno sostegno della Regione a un’iniziativa che garantirebbe impianti di nuova generazione, strutture ricettive e posti di lavoro grazie a privati disposti a mettere quasi il 90% dei soldi - aggiunge -. Se fosse per me darei il via libera subito, ma ci sono nodi autorizzativi che superano le competenze della Regione e chiamano in causa Stato e Unione europea. Con l’anno nuovo incontrerò il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il suo vice Edoardo Rixi: sul tavolo anche questo tema».
Secondo Preioni ci sono aspetti sui quali c’è spazio di intervento. «Penso alla cabinovia Varzo-Trasquera-San Domenico e alla funivia per l’alpe Veglia - precisa Preioni -: sono interventi green a ridotto impatto ambientale che potrebbero avere sostegno col Pnrr. E poi ci sono margini per il recupero dell’ex albergo Cervandone. Tutti progetti che se presi singolarmente hanno più possibilità di vedere la luce. La funivia del Teggiolo non si farà e resta il grosso scoglio burocratico per lo “scavallamento” della montagna per unire San Domenico a Devero: l’unica strada possibile è una deroga dal ministero».
Anche i Comuni hanno deciso per ora di alzare bandiera bianca. «Noi ci abbiamo creduto fin dall’inizio - dice Bruno Stefanetti, presidente dell’Unione Alta Ossola e sindaco Varzo - ma di fronte a ostacoli burocratici che sembrano insormontabili, abbiamo preferito fermarci aspettando che sia la Regione a trovare una soluzione».