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In pausa
devo passare in facoltà di ingegneria...ora davvero non ho tempo...tocca studiare!!
il paradosso dello sci interno è che lo sci interno non esiste
( Gorgia da Leontini )
devo passare in facoltà di ingegneria...ora davvero non ho tempo...tocca studiare!!
una risposta poco ingegneristica ma intuitiva (non ce la faccio più con gli esami DD):
pensa da un punto di vista dinamico, soprattutto facendo mente locale al movimento delle gambe e alla distanza degli sci l'uno rispetto all'altro nei vari momenti della curva condotta.
al di sopra della linea di massima pendenza c'è un momento, esattamente prima che venga iniziata la curva, in cui il baricentro dello sciatore è ripartito esattamente su entrambi gli sci. gli sci in questo momento sono idealmente vicini.
nel momento in cui lo sciatore entra in curva il baricentro si sposterà mano a mano verso l'interno. entrambi gli sci faranno resistenza alla forza centrifuga, tracciando il binario, ma per questione di equilibrio (dato lo spostamento del baricentro) non potranno stare vicini come nella fase precedente. le tibie non saranno parallele e lo sci più esterno risulterà quello più carico, poichè la gamba esterna è quella che riesce a controllare meglio la reazione.
uscendo dalla curva e proseguendo nella sciata si ritornerà nella situazione iniziale, specularmente.
lo sci esterno per questo motivo deve inarcarsi di più, perchè deve "riavvicinarsi" all'altro fino al momento in cui il baricentro dello sciatore scarica parimenti su entrambi gli assi, per poi reimpostare la nuova curva: lo sci esterno dovrà percorrere un raggio minore dello sci interno.
Propongo un paradosso di cui non ho la soluzione, ma che mi sembra intellettualmente stimolante.
Chiedo se qualche sciatore con basi di fisica o di ingegneria sappia darmi una spiegazione convincente.
Consideriamo uno sciatore che stia sciando in perfetta conduzione e stia compiendo una curva verso la propria sinistra (vedi disegno) attorno al punto ideale indicato dalla linea tratteggiata.
Esso sarà soggetto alla forza peso P e centrifuga C. Per le leggi della fisica sappiamo che (se non cade) la risultante delle forze passa fra gli sci.
Se lo stile è corretto, le tibie sono parallele e quindi i due sci incidono sulla neve con la stessa angolazione e la deformazione è solo commisurata alla forza applicata.
Sappiamo tutti per esperienza che la forza si scarica a terra prevalentemente sullo sci esterno.
Quindi lo sci esterno si deformerà più dello sci interno.
Ma lo sci interno percorre una traiettoria con un raggio r1 minore (anche di 50-70cm) rispetto al raggio r2 dello sci esterno.
Come è possibile che anche lo sci interno conduca, visto che è meno deformato e quindi ha un raggio di curva condotta superiore?
Rispondo con una foto che ho scattato a Lara il giorno prima del suo incidente...
Qui la tibia interna é perfettamente parallela a quella esterna e entrambi gli sci conducono: e la ragazza non si é messa in posa solo per fare una foto che dimostri il contrario di quello che é stato scritto nei messaggi precedenti...
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Bravo Dencal, dopo sette anni hai dato la soluzione giusta. [...]
Dico la mia,magari sbagliando...
Lo sci esterno deve deformarsi di piu' di quello interno, perche' lo sci interno percorre meno "strada" di quello esterno. [...]
[...] Se dunque,lo sci esterno si deve deformare di piu' , dovrebbe essere caricato di piu',e dunque lo sci esterno dovrebbe essere da appoggio primario.
Non per nulla ,di solito, lo sci interno e' sempre piu' avanti di quello esterno ,proprio perche' non deformiamo abbastanza lo sci esterno per farlo "correre" come quello interno ,facendo fare allo sci esterno , grazie alla maggiore deformazione, gli stessi centimetri di curva.
Ilmrak, questo è un meraviglioso schema di una curva con separazione verticale tra interno ed esterno. Qual è lo sci che deve deformarsi di più per andare da A a B?
Io ho azzardato una risposta,non ho detto che ho ragione.
Ha ragione Ilmrak nel dire che una volta che la lamina e' tutta sulla neve non si puo' deformare di piu', se no non esisterebbero le misure che descrivono il raggio di curva di uno sci.
Ha ragione Nitrato che come me dice che lo sci interno fa "meno strada" di quello esterno,come in un anello atletico dove si corrono i mille metri, l'atleta nell'anello interno,parte idietro rispetto all'atlteta nell'anello esterno.
Non capiro' mai come fare ad "allineare" le punte degli sci quando si e' giu' in curva, facendo "correre" di piu' quello esterno?
Per farlo correre di piu' ,per avanzarlo e allinearlo a quello interno ,a mio modesto parere, o lo deformo di piu' o metto su dei razzi a propulsione (scusate la battutaccia )
Non saprei dirlo a occhio.
Però ti faccio io una domanda: in questo schema di una curva, qual è lo sci che deve deformarsi di più?
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Attento, è una domanda trabocchetto
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Col mio intervento sostenevo che la tua tesi fosse errata, non voleva assolutamente essere un attacco personale e anzi mi scuso se così è potuto sembrare.
Ovviamente in un forum si discute e ci sono opinioni diverse a contrasto, come in questo caso
Nel merito della questione, vorrei precisare una cosa a scanso di equivoci.
Lo sci si può deformare per fargli raggiungere un raggio di curvatura minore di quello "nominale", ma questa deformazione si ottiene inclinando lo sci rispetto alla neve e non caricandolo con particolare intensità.
Non saprei dirlo a occhio.
Però ti faccio io una domanda: in questo schema di una curva, qual è lo sci che deve deformarsi di più?
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Attento, è una domanda trabocchetto
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