Sci ripido, sci estremo, alpinismo: psicologicamente significa che non sei "completo"

Secondo me, in breve, la risposta è semplice: la nostra è una passione, che non puoi capire se non la hai, me ne rendo conto sempre di più ogni momento che passa.
 
Anche. Pensa a quelli che hanno la passione dei francobolli, così capisci perché gli altri non ti capiscono. Ma tra la passione e la dipendenza il passo è breve. Io per esempio ho la passione del buon vino e dei buoni whisky single malt... entiendes?
 
Non so perchè mi è tornato in mente questo topic.... sono passati 4 anni ormai da quel mio commento (utente431 ex freevarco)....e devo dire che ero proprio un pischello :D.... in questi anni l'esperienza è cresciuta, le gite piu o meno impegnative sono diventate molte... e sempre di più la gente a me vicino mi chiedeva...ma Mattia perche lo fai??.... cosa si prova???... mia madre stessa ha più paura quando vede che prendo gli sci li carico in macchina e gli dico ci vediamo domani che quando a 14 anni andavo in giro in motorino senza casco con magari qualche birretta in corpo.... al contrario a mio padre brillano gli occhi… lui amante di montagna che si è avvicinato allo scialpinismo solo in questi anni grazie me..... lui capisce...è l'unico che non mi ha mai fatto una domanda cosi...e dunque perche??
non credo sia facilmente comprensibile per chi non è del "mestiere" indipendentemente se un pilota o un paracadutista o chiunque sia....
quando mi trovo a progettare una gita, a studiarla, entro in trans… entro in una mia dimensione unica condivisa solo con il mio socio... niente più conta che quello... ma per farlo devo essere tranquillo, la mia mente già in principio deve essere libera...devo avere la voglia e la giusta carica per affrontare tutto....cosi come al mattino quando si parte e per tutto l'avvicinamento... questo stato di trans mi provoca agitazione paura a volte anche emicrania....qualcuno diceva che un uomo senza paura è un uomo morto....il mio cervello lavora senza fermarsi e si fa mille domande e si da altrettante risposte...divento un altra persona... questo è incredibile...perchè io in quel momento nonostante tutto sto bene.... sto da dio.... perchè so che tutto questo mi porterà a un mio equilibrio emotivo... più mi avvicino al mio limite e più mi senti vivo come non mai...poi c'è la risalita dell’ itinerario vero e proprio, lo studio, li il tutto lascia spazio alla concentrazione spesso al silenzio, ogni senso è attivo ognuno a questo punto, come diceva Luca, è nello stesso medesimo posto, ma la mente è in un mondo suo...poi arrivi in cima, calzi gli sci, guardi giù e capisci che è giunto il momento...stai per andare a conoscere quello che per giorni ti ha estraniato dal mondo.... ad affrontare cio che ti provocherà una scarica adrenalinica simile ad un orgasmo…. tante volte sono solo le prime tre curve.... ma è proprio in quelle curve....proprio nel momento che sei staccato da terra, che stai volteggiando, che tutto il tuo corpo si contrae, il respiro si ferma, le pupille si dilatano e ti stai tuffando nell’ "ignoto"... è li che capisci il perché lo fai….è paradossale, ma la tua vita prende vita...sai che per sentirti veramente realizzato in ogni tua forma, in ogni tuo stato, hai bisogno di vivere quell’attimo.... hai bisogno di quella manciata di fottutissimi secondi.:oops:
 
Sulla domanda: "cosa faranno a 50 anni?"
C'è chi non ha la volontà di invecchiare a tutti i costi. C'è chi si accontenterebbe anche di una sola giovinezza vissuta al massimo.
Ogni volta che faccio uno sport rischioso (tuffi dagli scogli, bungee jumping, freeride, canyoning) metto in conto il rischio di morire e lo accetto.

Poi quando sono a casa so benissimo godermi un film o un libro, scrivere, la mia passione. Non danno adrenalina eppure mi fanno sentire realizzato e soddisfatto ugualmente.
Quando gioco a calcio non ho bisogno di fare rovesciate, di spingermi sempre al limite per godere, no, mi basta giocare bene, fare goal, vincere.
Lo stesso per la pallavolo, anzi, addirittura mi accontento di sbagliare poco consapevole di voler migliorare solo come giocatore.

Se morirò, saprò di aver vissuto liberamente, lasciando una traccia che il tempo cancellerà.

Se dovessi sopravvivere a questi rischi invecchierò e troverò altre emozioni e altri passatempi, in modo da essere ugualmente completo. Certo, la nostalgia arriverà, ma probabilmente la mia vita non sarà finita solo perché non posso più lanciarmi nel vuoto.

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ero marmocchi freeeeeee!!!!
ora le uscite si sono ormai azzerate e l'adrenalina non è più un bisogno , sto ugualmente da DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO:CICCIO
 
chi crede di fare scienza applicando dei modelli indistintamente ad ogni caso che sembra aver delle analogie con quel modello..non è uno scienziato.. e infatti molti psicologi non lo sono
Chi dice che gli atleti e i sportivi sono persone incomplete dice una grande cazzata.. Innanzitutto che significa essere incompleto? in che senso? Essere alla ricerca di qualcosa ..di certo non significa esssere insoddisfatti o che uno deve completare la propria crescita. Casomai può voler dire che uno ha bisogno di completare il percorso che con tanta devozione passione e sacrificio, ha intrapreso..forse significa continuare a porsi delle domande ..mi ripeto: forse significa continuare a camminare sul proprio percorso..che è quello dell'esplorazione..del mondo di se stessi..e delle proprie capacità ..del rapporto che abbiamo con l'ambiente..degli elementi che ci legano alla natura e ce ne contraddistinguono...alla ricerca di quelle emozioni che ci rendono umani..e quindi la ricerca della nostra essenza.. cosa c'è di incompleto in questo? Se non esistesse nell'uomo l'innato desiderio per la conoscenza....se ogni azione dell'uomo fosse finalizzata alla preservazione dell propria incolumità..se non esistesse l'innatta accettazione del rischio....non ci sarebbero mai state espolrazioni..avventure..non saremmo andati sullo spazio..perchè è rischioso, non avremmo varcato le colonne d'ercole..perchè è rischioso, non avremmo scoperto le americhe..probabilmente nessuna delle cose che prevedono un rischio sarebbero state fatte...se non ci fossero state queste persone incomplete probabilmente adesso...non avremmo le tecnologie che abbiamo oggi. L'uomo..la consapevolezza della morte..l 'accettazione del rischio..in nome della conoscenza, dell'esplorazione..è ciò che ci rende umani e diversi dagli animali, è ciò che ci ha portato fin qui... Dicono che l'uomo moderno è un animale che non è più soggetto a evoluzione perchè le spinte selettive ambientali sono in un certo modo neutralizzate dalla capacità dell'uomo di modificare l'ambiente in cui vive...ma uomo e ambiente sono sempre comunque dei sistemi dinamici in comunicazione l'uno con l'altro per cui l'evoluzione procederà inevitabilmente magari per mezzo di pressioni selettive di natura micorobiologica..e quindi svilupperemo intolleranze ad alimenti..resistenze a microorganismi virus e farmaci..ma l'ambiente è anche la cultura che ci circonda e questa determina una pressione selettiva nel nostro cervello..con le nostre azioni. I psicologi studiano sui libri di testo scritti dall'osservazione di comportamenti. Questi studi non comportano nessun rischio per lo scienziato che li osserva. Altre scienze come le scienze naturali spesso invece necessitano di esporsi a rischi anche molto seri..dalla geologia..e tutte le sue branche (vulcanologia, paleontologia che prevede la spleologia..ecc ecc).. all'oceanografia..la biologia marina, l'etologia...e in certa misura anche la medicina e la genetica. I psicologi studiano comodamente con il culo su una di poltrona rischiando esclusivamente l'insorgenza di emorroidi..e molti di loro, emettono, anzi sputano sentenze in base a dei modelli..modelli che spesso sono stati elaborati da più di 100 anni fa..modelli comportamentali..che come nell'etologia possono essere utili per spiegare le azioni e i comportamenti che hanno una valenza e un valore biologico. Ma per spiegare il pensiero dell'uomo si può tentare in modo molto cauto e intelligente di applicare la propria esperienza, ma rimane sempre un aprroccio empirico..non certo scientifico..per parlare di scienza del pensiero si comincia da forse un paio di decenni a utilizzare computer che elaborano i segnali raccolti da alcuni elettrodi applicati approsimativamente in alcune zone del cervello..e considerando le dimensioni degli elementi che compongono gli intricati circuiti neuronali del cervello.. si tratta proprio di posizionamenti approssimativi..sarebbe dir poco! Poi credo che qua già abbiamo sconfinato dalla psciologia alla neurologia.. non so.
Spiegare la natura di una passione per uno sport estremo...basta guardarsi dentro basta..leggere un romanzo d'avventura..basta leggere un libro di storia... ..basta mangiare un piatto di pasta al POMODORO!! basta guardare un bambino che si stacca dalla mamma e comincia a camminare dasolo. Altro che persone incomplete
 
Ultima modifica:
Ciò che ci dà emozioni forti, ancor di più quando soggettivamente si è consapevoli di rischiare la vita (sci, motociclismo, sport estremi varii), ci regala non solo scariche di adrenalina (che comunque ha un effetto simile a quello della droga e porta fisicamente il corpo a ricercarla ancora, solo che per avere lo stesso effetto ne serve sempre un po' di più) ma anche una "dilatazione dei sensi", che la natura ci ha messo a disposizione non per rischiare la vita volontariamente ma per metterci in salvo quando effettivamente il rischio di perderla è più di una remota probabilità... noi ora non abbiamo predatori naturali (a parte qualche zoccolona che "preda" il ricco di turno per ciucciargli tutto ... il patrimonio), ma biologicamente i sensi funzionano come allora; è quella percezione "amplificata" che ci fa sentire incredibilmente "vivi", ed è quella che ricerchiamo alzando sempre l'asticella del rischio. Almeno finchè altri tipi di soddisfazioni non prendono il sopravvento (p.es. figli).
 
Pensaci, quel pilota pazzo tedesco che ha abbatuto l'aereo con 150 innocenti passegieri a bordo. Se mai avesse fatto una picolissima sci alpinistica, non sarebbe mai successo.
Boh.
 
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