Pizzo Scalino: mt. 3.323
Partenza:diga di Campo Moro, mt. 1.990
dislivello: mt. 1.333
tempo di salita: h. 4,30
difficolta': EEA
Pizzo Scalino
Sabato mattina partiamo prima dell'alba belli gasati perché stiamo per andare a salire sul Pizzo Scalino, una montagna che mi toglie il fiato ogni volta che vado a sciare a Chiesa Valmalenco.
Lasciata l'auto poco sopra la diga di Campo Moro, in circa un'ora di cammino su sentiero molto dolce si giunge al rifugio Cristina, situato, insieme ad un gruppetto di baite ristrutturate e dotate di pannelli solari, in un incantevole pianoro erboso molto vasto .
Da qui si prosegue in piano per circa venti minuti e se finora in un'ora e mezza si sono guadagnati soltanto poco più di 300 mt. di quota, adesso è il momento di puntare verso l'alto; così il sentiero diventa bastardissimo e sale bello ripido lungo le pendici della montagna.
Arrivati al colle in cima al sentiero inizia il tratto peggiore del tragitto: la pietraia, sfasciumi ovunque che ci fanno perdere parecchio tempo perchè è impossibile mantenere una linea fissa dato che è tutto instabile e bisogna andare a zig zag.
Pizzo Scalino
alla fine della pietraia
Superato tra mille parolacce questo tratto, giungiamo al ghiacciao che ci accoglie subito con una serie di bei crepi che sembrano messi lì di proposito per ricordarci di non fare troppo gli asini.
Pizzo Scalino, ghiacciao
I crepi ci danno il benvenuto sul ghiacciaio
Risaliamo ancora la pietraia per qualche decina di metri fino a raggiungere un punto d'ingresso sicuro al ghiacciao e da qui in poco più di mezz'ora raggiungiamo agevolmente la cresta finale.
Pizzo Scalino
alla fine del tratto di ghiacciao
Tolti i ramponi e lasciati gli zaini, saliamo abbastanza agevolmente per roccette fino alla vetta in circa venti minuti.
Pizzo Scalino, cresta finale
Naturalmente in vetta ci siamo arrivati insieme alle nuvole, quindi del magnifico panorama che si può godere da lassù in realtà ne abbiamo goduto ben poco. Giusto il tempo di qualche foto e via, dato che l'idea di trovarci in un temporale non ci allettava per nulla.
Pizzo Scalino, panorama sul ghiacciao dalla vetta.
Sulla discesa niente di diverso, tranne che non finiva mai.
Ora non se la prendano gli amanti della Valmalenco, ma ho scoperto che lo Scalino è tanto bello in inverno visto da lontano tanto quanto è "brutto" e anonimo d'estate visto da vicino. La vista ravvicinata è abbastanza impietosa, un "sassone" piuttosto bozzo e cupo.
In inverno da lontano:
Il Pizzo Scalino visto dalle piste di Chiesa
In estate da vicino:
Pizzo Scalino
Concludendo, la prossima volta che tornero' allo Scalino sarà in primavera con gli sci, dato che è una classica dello sci alpinismo in queste zone e sicuramente la discesa sarà, oltre che divertente, meno devastante per le mie ginocchia
Partenza:diga di Campo Moro, mt. 1.990
dislivello: mt. 1.333
tempo di salita: h. 4,30
difficolta': EEA
Pizzo Scalino
Sabato mattina partiamo prima dell'alba belli gasati perché stiamo per andare a salire sul Pizzo Scalino, una montagna che mi toglie il fiato ogni volta che vado a sciare a Chiesa Valmalenco.
Lasciata l'auto poco sopra la diga di Campo Moro, in circa un'ora di cammino su sentiero molto dolce si giunge al rifugio Cristina, situato, insieme ad un gruppetto di baite ristrutturate e dotate di pannelli solari, in un incantevole pianoro erboso molto vasto .
Da qui si prosegue in piano per circa venti minuti e se finora in un'ora e mezza si sono guadagnati soltanto poco più di 300 mt. di quota, adesso è il momento di puntare verso l'alto; così il sentiero diventa bastardissimo e sale bello ripido lungo le pendici della montagna.
Arrivati al colle in cima al sentiero inizia il tratto peggiore del tragitto: la pietraia, sfasciumi ovunque che ci fanno perdere parecchio tempo perchè è impossibile mantenere una linea fissa dato che è tutto instabile e bisogna andare a zig zag.
Pizzo Scalino
alla fine della pietraia
Superato tra mille parolacce questo tratto, giungiamo al ghiacciao che ci accoglie subito con una serie di bei crepi che sembrano messi lì di proposito per ricordarci di non fare troppo gli asini.
Pizzo Scalino, ghiacciao
I crepi ci danno il benvenuto sul ghiacciaio
Risaliamo ancora la pietraia per qualche decina di metri fino a raggiungere un punto d'ingresso sicuro al ghiacciao e da qui in poco più di mezz'ora raggiungiamo agevolmente la cresta finale.
Pizzo Scalino
alla fine del tratto di ghiacciao
Tolti i ramponi e lasciati gli zaini, saliamo abbastanza agevolmente per roccette fino alla vetta in circa venti minuti.
Pizzo Scalino, cresta finale
Naturalmente in vetta ci siamo arrivati insieme alle nuvole, quindi del magnifico panorama che si può godere da lassù in realtà ne abbiamo goduto ben poco. Giusto il tempo di qualche foto e via, dato che l'idea di trovarci in un temporale non ci allettava per nulla.
Pizzo Scalino, panorama sul ghiacciao dalla vetta.
Sulla discesa niente di diverso, tranne che non finiva mai.
Ora non se la prendano gli amanti della Valmalenco, ma ho scoperto che lo Scalino è tanto bello in inverno visto da lontano tanto quanto è "brutto" e anonimo d'estate visto da vicino. La vista ravvicinata è abbastanza impietosa, un "sassone" piuttosto bozzo e cupo.
In inverno da lontano:
Il Pizzo Scalino visto dalle piste di Chiesa
In estate da vicino:
Pizzo Scalino
Concludendo, la prossima volta che tornero' allo Scalino sarà in primavera con gli sci, dato che è una classica dello sci alpinismo in queste zone e sicuramente la discesa sarà, oltre che divertente, meno devastante per le mie ginocchia